Castello di Drachenburg

Castello di Drachenburg

Il castello di Drachenburg è un castello fiabesco costruito intorno agli anni '80 dell'Ottocento e situato a circa 15 km a sud di Bonn. Forse qualcuno di voi si chiederà com'è che non ne ha mai sentito parlare prima e le foto qui accanto rendono poca giustizia ad una tale meraviglia dalla storia non tanto antica. Quel che stupisce è anche quel panorama e paesaggio così aperto, che in uno solo sguardo sembra darti la libertà di volare e arrivare lontano, oltre l'orizzonte.

Per raggiungere il castello occorre addentrarsi nel cuore territoriale dei dintorni di Bonn, magari passando lungo il fiume Reno, dal quale si scorge la cima dell'omonima collina che lo ospita e la più alta delle sue torri.

Sarà necessario poi raggiungere il villaggio di Königswinter, prendere la caratteristica ferrovia o arrivare a piedi... e la favola ha inizio nel castello del drago. Soprannominato il "Neuschwanstein del Reno," a riprendere il più famoso castello della Baviera, il castello di Drachenburg è considerato un primo esempio di storicismo, una tendenza del XIX secolo che andava replicando edifici in vari stili architettonici idealizzandoli come storici. Con le sue guglie sognanti e le torri merlate, immerso nella collina boscosa sopra il fiume Reno, appare come un incrocio tra un castello medievale e una cattedrale gotica. Secondo il folclore tedesco, Sigfrido, l'eroe epico della letteratura nordica, uccise un drago appena un po' più su, nella vicina montagna. Ma la storia di questo splendido edificio, nel suo miscuglio di stili architettonici, è troppo variegata e strana per diventare una leggenda.

Il castello ha origine negli ultimi anni dell'Ottocento e nasce da un sogno. Stephan Sarter, figlio minore di un locandiere di Bonn, fece fortuna all'estero praticando alcune speculazioni finanziarie in borsa e operando alcuni importanti investimenti, tra cui la costruzione del Canale di Suez. Nel 1882 venne nobilitato del titolo di barone e nello stesso anno decise di avviare la costruzione di una dimora, una residenza che nel complesso sarebbe diventa per lui villa, palazzo e castello insieme. La costruzione venne affidata a due architetti di Düsseldorf, Leo von Abbem e Bernard Tushaus, il cui progetto venne poi rivisto dall'architetto Wilhelm Hoffmann, di Parigi. Quest'ultimo fu allievo di Ernst Friedrich Zwirner, che nel 1833 lavorò alla Cattedrale di Colonia come principale architetto e come parte di un gruppo tra i più rappresentativi dell'architettura neogotica; in Germania il revival delle forme gotiche nella metà del XIX secolo assunse ad espressione di arte nazionale. Il castello venne costruito e completato in soli tre anni, ma Sarter, già diventato Barone Stephan von Sarter, non ebbe mai occasione di viverci; morì nel 1902 a Parigi, sua città di adozione, ancora scapolo e senza eredi designati.

Nei suoi 130 anni di storia il castello ha subito numerosi cambi di destinazione. Alla morte di Sarter passò di proprietà al nipote Jakob Biesenbach, che da bambino ebbe modo di assistere di suo alla costruzione della struttura e che a quel tempo viveva a poca distanza presso il castello di Hirschburg. Jakob era un avvocato e volle trasformare l'edificio o in un'attrazione turistica, con un ristorante e una galleria che avrebbe ospitato oggetti d'arte. Qualche anno dopo, nel 1910, la proprietà venne venduta ad Egbert von Simon, un capitano di cavalleria, che avrebbe voluto espandere ulteriormente il concetto di attrazione turistica con un vicino albergo, un festival teatrale e persino un piccolo hangar per aeromobili. Le risorse finanziarie di quest'ultimo furono tuttavia insufficienti e l'investimento si realizzò solo nelle mostre d'arte e di giardinaggio; morì infine in combattimento durante la Prima guerra mondiale. Negli anni successivi il castello venne messo dapprima a disposizione dell'associazione femminile della Croce Rossa tedesca (grazie a Hermann Flohr, che lo comprò all'asta nel 1923) e successivamente di un'istituzione scolastica cattolica (la De la Salle) per un collegio di soli ragazzi (La scuola di St Michael). Nel 1942 il castello ospitò la Adolf-Hitler-Schule (AHS 3), di chiaro credo nazista, e durante la Seconda guerra mondiale la struttura non venne risparmiata dai bombardamenti alleati, che provocarono ingenti danni insieme all'incuria che ne seguì. Alla fine della guerra, i soldati americani occuparono il castello, che in seguito fu requisito come un campo profughi.

Fu solo nel 1947 che grazie all'Ufficio delle Ferrovie Federale si poté restaurare la galleria d'arte e compiere alcuni interventi di restauro, prima del successivo abbandono negli anni sessanta per oltre un decennio. Il Castello si svuotò nel corso del 1960 e divenne così fatiscente che il governo regionale ebbe in programma il suo abbattimento. Venne salvato dalle feroci proteste degli abitanti locali e dall'intervento di un commerciante di tessuti di nome Paul Spinat, un eccentrico imprenditore del posto, amante dell'arte e della buona società, di umili origini e figlio di un impiegato delle poste di Bad Godesberg, località vicina a Bonn. Spinat comprò il castello per 500 mila marchi e, dopo una vasta operazione di recupero, lo aprì al pubblico e lo usò spesso come residenza personale fino al 1989, anno della sua morte. Diverse le mostre d'arte organizzate al suo interno, tra cui quelle con opere di Chagall e Dalì, mentre di Andy Warhol, uno degli artisti che visitarono il castello, usò il castello come modello per una delle sue innumerevoli opere. Nel 1986 il castello divenne monumento nazionale e nel 1989 venne sottoposto a massicci interventi di restauro che ne hanno ripristinato lo splendore.

All'interno il castello è un susseguirsi di opere d'arte, colori dalle calde tonalità e tanto legno. Si ammira in particolare la grande scala, fiancheggiata da finestre con vetri colorati, e che un tempo era adornata da 24 dipinti monumentali, tredici dei quali sono riusciti a sopravvivere il turbolento passato del castello. Tra le varie stanze del castello, meritano particolare menzione la sala da pranzo, decorata con dipinti che rappresentano scene di caccia, e la "stanza dei Nibelunghi", che deve il nome al grande dipinto che illustra alcune delle scene più importanti dell'opera "La Canzone dei Nibelunghi", poema epico che narra le vicende di Sigfrido alla corte dei Burgundi. Non si perda poi la visita alla galleria d'arte, che fu concepita per mettere in evidenza le vetrate decorate delle grandi finestre. Tra il 1931 e il 1938, nell'epoca in cui il castello era un collegio, la galleria venne trasformata in cappella, mentre durante la guerra le finestre vennero devastate e i vetri andati in frantumi. La biblioteca del castello è adornata da uno splendido soffitto in legno, mentre purtroppo non sono riuscite a giungere fino a noi le finestre che circondavano la stanza e che rappresentavano le differenti branche del sapere, tra storia, aritmetica, geografia e astronomia. La stanza della musica è dominata dall'imponente pianoforte creato appositamente per il castello.

Come arrivare al castello di Drachenburg

Il castello si trova in una collina lungo le rive del Reno, a circa 15 km da Bonn e di fronte alla cittadina di Königswinter.

Per raggiungerlo in auto è possibile prendere la A3 (uscita Siebengebirge e direzione Königswinter), oppure la A59 e la B42 con uscita direttamente a Königswinter Fähre. In treno è possibile arrivare direttamente alla stazione ferroviaria di Königswinter. Da qui, si può arrivare al castello a piedi, in circa mezz'ora, oppure attraverso la stazione più prossima la Drachenfelsbahn, che si serve di una locomotiva apposita per arrivare su in cima al castello. A preferenza, è possibile arrivare in auto fino al parcheggio di Lemmerzbad Carpark, sulla Weingartenweg, e proseguire a piedi per il restante tragitto (solo 10 minuti).

 

Castello di Drachenburg

Königswinter, Germania

Tel: +49 (0) 228 856996

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