Non sai mai chi hai davanti... 

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Quanto ingannano le apparenze... Quando incontriamo persone sconosciute, sia durante i nostri viaggi che online, tendiamo istintivamente a farci un'idea su di loro basandoci sull'aspetto o su poche informazioni. Ma non dovremmo fermarci alle apparenze: in realtà non sappiamo chi abbiamo di fronte, potrebbe rivelarsi una persona sorprendente e speciale. Impariamo a non pregiudicare e andare oltre la superficie.

Il caso Firenze, eravamo "quattro" amici maltrattati al ristorante...

Non sai mai chi hai davantiFacciamo un esempio concreto: le conseguenze di questi giudizi affrettati, superficiali o peggio, frutto di pregiudizi, sono state ampiamente pagate da un ristoratore di Firenze, il quale ha scontentato alcuni clienti, con cibo di non buona qualità, conto salato e nessuna attenzione per le loro lamentele. Giovani vestiti e atteggiati in modo informale, ma inaspettatamente, molto molto influenti. Il ristoratore non sapeva che questi clienti fossero dei personaggi molto conosciuti sul web, esperti del settore, con un grosso seguito di utenti e amici. Dal giorno successivo a quello della cena diversi sono stati i messaggi, scritti nei blog, twittati, postati su facebook, diffusi sul web. Un bel passaparola, non c'è che dire. In questi messaggi ci si lamentava del trattamento e del cibo del locale e in un periodo in cui internet influenza enormemente la nostra vita, e le nostre decisioni in merito alla prenotazione di hotel o ristoranti, ci rendiamo bene conto di come questa cattiva pubblicità abbia danneggiato, e non poco, il locale. Gli avventori hanno Non sai mai chi hai davantigiudicato negativamente la qualità del cibo e il rapporto prezzo/qualità, si sono anche lamentati ma non hanno ricevuto un trattamento "consolatorio" benché minimo. L'atteggiamento poco conciliante della gestione è stato pagato molto caro insomma. Qualità del cibo a parte (una bistecca alla fiorentina piena di nervi è imperdonabile), se il ristoratore o chi per lui, si fosse comportato gentilmente con quei clienti, ascoltandoli prima di tutto, chiedendo spiegazione alla cucina, scusandosi, offrendo magari il dolce, mostrandosi inaspettatamente generoso (regalando che so dei biscottini o qualche bottiglia di vino)... ecco allora tuManciatto questo non sarebbe successo.  Chi avrebbe avuto voglia di parlar male di un ristoratore così gentile e attento, anche se in difetto dal punto di vista della cena? Internet è uno strumento di forte impatto per negozi, hotel e ristoranti. Metti caso che noi oggi volessimo prenotare un ristorante a Firenze, per un'occasione importante, e volessimo prenotare proprio quel locale nel quale è accaduto questo episodio, sicuramente tra i commenti in rete verremmo a conoscenza di tale episodio, e visto che la scelta di ristoranti è molto ampia, opteremo per qualche altro locale, giudicandolo più "sicuro". Mai giudicare le persone dal vestito che indossano o dal loro stile... Leggi anche Potere delle recensioni

Pregiudizi privati, pregiudizi commerciali, quanto costano?

Il pregiudizio nelle persone è purtroppo molto diffuso ma rimane "privato", continua ad appartenere alla sfera personale, ma per quanto riguarda gli esercizi commerciali è vietato... il cliente ha sempre ragione! L'atteggiamento che tutti dovrebbero avere è quello di essere rispettosi nei confronti di chiunque, senza discriminazione alcuna, avendo la pazienza di capire come una persona davvero è, come si comporta, a tavola come in strada, a casa di amici come in un teatro, avendo il buon senso di ascoltare le ragioni di ognuno. Acquisire un cliente è solo il primo  passo di un percorso più ampio, che porta il cliente a essere fidelizzato e quindi ritornare nello stesso posto più volte e consigliarlo ad altri.  Perché torni in un ristorante? Banalizzando molto la risposta: hai mangiato ottimi piatti, ti hanno trattato gentilmente, ti sei sentito a tuo agio, hai valutato in modo positivo il rapporto qualità/prezzo.

Nel caso descritto:

 cena ritenuta di scarsa qualità

+

atteggiamento non gentile della gestione

+

nessun risarcimento (nemmeno morale) per l'arrabbiatura post cena e la felicità mancata di un buon pasto

+

sospetto di essere stati "sottovalutati" come clienti, in quanto non elegantoni

=

perdita di reputazione (monetizzabile) e perdita di clienti potenziali

 

Tempo fa avevo soggiornato in un hotel lussuoso a Bolzano, cenando con 2 bambini in un tavolo strettissimo, chiedendo più volte un seggiolone per il piccolino, tra il fastidio un po' anche giustificato degli altri clienti. Protestai con il manager, che fu così professionale/furbo/gentile da scusarsi, dicendomi che era molto dispiaciuto del disagio, che anche lui aveva 3 figli e sapeva quanto il benessere dei piccoli fosse anche il nostro, finendo per offrirmi una bottiglia di vino riserva... Ne ho parlato solo bene.  E voi cosa ne pensate? Credete che se i nostri amici fossero stati elegantoni snob avrebbero ricevuto un miglior trattamento? Migliori scuse? Pensate che un ristorante possa permettersi un atteggiamento del genere? Quanto costerà l'episodio al ristorante? Voi ci andreste?

Piercing, tatuaggi e vestiti... ma il cervello e il cuore contano qualcosa?

Parlando in generale di giudizi sulle persone certo, a tutti è capitato di giudicare erroneamente alcune persone a prima vista, o per lo meno, in base al loro aspetto, pensare di poter capire che persone siano o possano essere. Alcuni addirittura, vedendo ad esempio un ragazzo pieno di piercing, tatuaggi, e vestito in modo strampalato, pensano che probabilmente è qualcuno di cui è meglio non fidarsi molto. Al contrario ci sono certi che incontrando un ragazzo della stessa età, vestito con una camicia elegante, un bel paio di jeans, senza tatuaggi e senza piercing, pensano che sia un bravo ragazzo, diligente, una persona di cui fidarsi. Pregiudizi, luoghi comuni, superficialità. Osserviamo meglio le persone, il loro sorriso, gli occhi, i modi gentili o meno, ascoltiamo le loro parole, le loro idee, vi assicuriamo che le persone vi sorprenderanno e i luoghi comuni spesso si capovolgeranno. L'amicizia, la conoscenza reciproca, si creano grazie ad un legame che accetta di mettere in gioco realmente noi stessi, con i nostri difetti, pregi e limiti, cercando di costruire ponti, dare e ricevere ispirazioni e buoni esempi, supportandoci nel nostro percorso esistenziale. Piccola nota poi sull'interculturalità: essere aperti alle culture differenti, essere disposti a viaggiare, a vedere luoghi fisici e mentali differenti dal nostro piccolo mondo, è il miglior modo per arricchirsi, conoscere gli altri e se stessi, apprendere.

Ma cosa significa avere un tatuaggio?

Un tatuatore molto bravo ci ha detto che un tatuaggio esprime sempre qualcosa, o meglio è legato sempre a qualcosa. "Qualunque persona che viene qui da me, per avere un tatuaggio, lo fa per uno scopo ben preciso" ci dice "questo scopo varia da persona a persona, ed esso può essere legato a un amore, un'esperienza vissuta, una gioia condivisa, un dolore da affrontare o ricordare, un tatuaggio racconta una parte della vita". È davvero così, sempre? Certo lo era all'inizio, quando il tatuaggio era un simbolo per pochi. Molte persone oggi si tatuano la pelle per seguire la moda, per imitazione, perché ormai tutti i personaggi famosi hanno un tatuaggio. Altre volte chi si tatua lo fa per ricordare un fatto, un evento determinante per la sua vita, un lutto, un amore perduto, un'amicizia finita, un accadimento cruciale. Molte sono le persone che ad esempio si sono tatuate sulla pelle un ricordo di tragedie come l'11 Settembre o lo Tsunami. 

Internet, posso essere davvero me stesso perché tu sei lontano

Per fortuna, grazie anche a internet, la sostanza ha maggiori probabilità di affermarsi e prevalere sulla vuota forma. Spesso ci ritroviamo a parlare, o esprimere opinioni e confrontare commenti con persone che conosciamo virtualmente, senza averle mai viste, e magari sappiamo molte più cose di loro, rispetto a chi frequentiamo ogni giorno, forse perché a distanza si riesce meglio a essere realmente noi stessi (come del resto ognuno desidera). Ma non solo, internet può essere utile come, nel già citato caso di Firenze,  così se qualche altro commerciante o qualsiasi altra persona si permette di maltrattare un cliente o peggio di discriminare un ragazzo dal modo in cui è vestito, ci penserà su due volte. Senza internet noi non saremmo venuti a conoscenza dell'accaduto, e nello stesso tempo, nessuno ne avrebbe parlato, eccetto qualche cliente presente in sala, ma al di fuori di quell'ambito, nessun'altra persona ne sarebbe venuta a conoscenza. Altro punto da trattare è il potere delle recensioni. Le cattive recensioni possono rovinare un ristorante o un hotel, ma sono tutte reali? Chi può scrivere una recensione? È vero che spesso, solo chi rimane scontento, decide di scrivere un commento? Leggiamo insieme il nostro prossimo articolo sul potere delle recensioni.

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