Storia di Dublino

Storia di Dublino

 

De origini storiche di Dublino si confondono nella storia dell'Irlanda e vanno rintracciate indietro al periodo più antico della nazione. I primi sporadici movimenti migratori arrivarono dal vicino continente europeo, tramite lo stretto che collega l'isola all'Inghilterra. In tutta l'Irlanda andarono a costituirsi insediamenti di popolazioni dedite alla caccia e poi, successivamente, all'agricoltura. I popoli dell'Irlanda neolitica mostravano una grande riverenza per i morti e ne sono testimonianza tre grandi monumenti megalitici, sorti nelle vicinanze di Dublino, precisamente nella valle di Boyne (vicino a Drogheda) e note come le tombe di Newgrange (un secolo più antica delle piramidi egiziane), Downth e Knowth.

I Celti arrivarono dall'Europa continentale probabilmente già nel VI secolo a.C., con altri gruppi che seguirono in fasi successive. La popolazione era suddivisa in circa 150 regni e cinque province, ciascuna con un proprio re. Non esistevano città ed ogni provincia era dominata da una sola famiglia, con la successione al trono determinata per acquisizione elettorale e non da primogenitura. L'isola era unita da una lingua comune, da cui ha origine l'odierna lingua Irlandese, l'unica delle lingue celtiche ad essere lingua ufficiale di uno Stato indipendente (rispetto per esempio al gallese, allo scozzese, al bretone, ecc). Le donne nella società celtica avevano un ruolo importante, possedevano il diritto di proprietà, di eredità e quello che oggi conosciamo come diritto al divorzio. Nella società celtica irlandese esisteva anche un grande rispetto per l'apprendimento, la figura del poeta per esempio era tanto ammirata quanto temuta. Questo era il contesto dell'Irlanda pre-vichinga, un'isola abitata dalle popolazioni celtiche che gestiva il proprio territorio senza alcun grande insediamento urbano. Secondo alcuni studiosi, l'astronomo e geografo greco Tolomeo nel 140 d.C. indicava l'odierna città di Dublino con il nome di Eblana, un luogo intriso di miti e leggende, le stesse che ancora oggi offrono ben poche testimonianze storiche e che parlano per esempio dei vittoriosi re di Dublino contro le popolazioni del regno di Leinster (III secolo d.C.). I Romani non arrivarono mai in Irlanda, per quanto possiamo oggi dimostrare, e in realtà fu un incursione dei pirati irlandesi su un insediamento romano in Gran Bretagna a portare alla cattura di San Patrizio, un ragazzo di sedici anni (cittadino romano). Costui, riuscì anche a fuggire ma dopo aver studiato in Gallia, ritornò come missionario nel 432 d.C. cristianizzando l'intera isola e diventando santo patrono degli irlandesi. Molto prima della fondazione ufficiale della città, il territorio di Dublino era stato testimone della creazione di alcuni dei tesori dell'Irlanda odierna, il Libro di Kells, il Libro di Durrow ed il Calice di Ardagh risalenti tutti al V secolo d.C.

Il nome irlandese di Dublino allora era Baile Atha Cliath (che letteralmente significa 'Città del Guado fortificato'), dall'esistenza di un guado ancor oggi facilmente visibile. Nonostante la presenza di questo antico insediamento, Dublino si sviluppò realmente solo con l'arrivo dei Vichinghi, probabilmente provenienti dalla Norvegia, arrivati nella vicina isola di Lambay, nel 795. Pochi decenni dopo, nel 837, due navi ben più grandi raggiunsero le sponde dei fiumi Boyne e Liffey, dando vita ad un primo insediamento permanente, quello vichingo di 'Dubh linn' (che si traduce in Stagno nero, questo era infatti il punto esatto in cui le acque del Poddle, confluendo nel Liffey, formavano un lago chiamato dubh linn). Fu con l'invasione dei Danesi che la città si sviluppò in un fiorente porto commerciale e l'anno ufficiale della sua fondazione viene considerato il 988. L'insediamento scandinavo era ben lungi dall'essere politicamente o militarmente sicuro, e durante la battaglia di Clontarf, nel 1014, i celti irlandesi guidati da Brian Boru (noto anche come Brian Boraime) sconfissero i vichinghi annientandone l'egemonia militare. Gli Ostmen, come venivano chiamati a quei tempi rimasero a Dublino per tre secoli, nonostante l'alternarsi al potere con gli irlandesi locali. Dal 1014 tuttavia i danesi rimasero una forza di poca significanza a Dublino e nel 1171  la città divenne il centro del potere anglo-normanno:  fu infatti conquistata dal re di Leinster, Dermot MacMurrough, con l'aiuto degli inglesi mercenari. Nel 1172 la città ottenne i titoli civici.

Nei secoli successivi Dublino arrivò a contare sino a 10.000 abitanti.  Le sue condizioni generali erano tuttavia abbastanza precarie e la sua storia fu segnata da una serie di eventi sfavorevoli: tra tutti la peste nel 1348 e vari altri tentativi di invasione da parte dell'esercito scozzese costituirono minaccia costante alle difese anglo-normanne della città. La città divenne ben presto roccaforte del Cattolicesimo, rappresentata dalle due cattedrali di St Patrick e di Christchurch. La zona controllata dagli inglesi era tuttavia piuttosto piccola e comunque distante dal centro di Dublino ed era conosciuta come 'The Pale'. Tra il XVI ed il XVII secolo, con Enrico VIII prima ed Elisabetta I poi, Dublino e l'Irlanda intera furono conquistate in massa dalla dinastia regnante dei Tudor, che instaurò la Riforma Protestante. Questi furono lunghi anni di oppressione per la  popolazione irlandese e gli atti di rivolta nei confronti degli inglesi aumentarono a dismisura. Dal 1540 vennero soppressi tutti i monasteri e nel 1592, le fondamenta di un ex convento diventarono quelle del Trinity College di Dublino, fondato da Elisabetta I con l'intento di educare la nuova classe dirigente della nazione. Nel 1640 gli inglesi di religione Protestante superarono in numero i cattolici della città. Dopo le guerre confederate irlandesi, che videro un doppio tentativo di ribellione da parte degli irlandesi contro gli oppressori stranieri, Dublino si ritrovò nelle mani di Oliver Cromwell, noto per aver temporaneamente sostituito la monarchia inglese con una Repubblica. Nonostante la città poté vivere un periodo di relativa tranquillità, venne confermato il divieto ai cattolici di sostare all'interno dei confini urbani (già nel 1649 gli inglesi monarchici avevano già avuto modo di espellere i cattolici dalla città).

Nel XVIII secolo, durante il predominio della cultura protestante, Dublino divenne la più importante città dell'impero britannico dopo Londra e la quinta per importanza e dimensione di tutta Europa. Le imposizioni inglesi divennero tuttavia sempre più pesanti, prevedevano l'annientamento della cultura irlandese a favore di quella britannica: vi fu per esempio l'imposizione della lingua inglese e delle leggi penali britanniche e la città venne ristrutturata in quartieri tipici dell'epoca Georgiana (alcuni visibili ed apprezzabili ancora oggi). Il periodo vide la costruzione e la ristrutturazione di alcuni dei più grandi edifici della città: il Castello di Dublino, il Parco Phoenix, il Royal Hospital Kilmainham, la Biblioteca del Trinity College, il Royal Exchange (diventato Municipio), l'elegante Marsh's Library e la Mansion House. Più tardi, nel secolo, il Four Courts e la Custom House, mentre Sackville Street, ora chiamata O'Connell Street, divenne il fulcro sociale e civile della città. Questi furono anni di prestigio per la politica e la cultura: al Parlamento irlandese venne assegnato un grado di autonomia e Dublino divenne oggetto di uno straordinario sviluppo culturale, rappresentato dalla letteratura, dal teatro e dalla musica.

Il malcontento locale rimaneva comunque presente, assopito ma sempre in guardia, e nel 1801 il governo inglese decise che forse all'Irlanda era stata riservata troppa autonomia. Con il cosiddetto Act of Union, venne così deciso il trasferimento completo dell'organo legislativo irlandese in quel di Westminster a Londra. La fine delle guerre napoleoniche in Europa, nel 1815, ebbe un grande effetto indiretto sull'economia irlandese, che dipendeva principalmente dalla coltivazione delle patate, alimento base della popolazione rurale. Con la fine delle guerre cambiarono i metodi di lavorazione del terreno e la destinazione di questi a pascolo, tali avvenimenti causarono disoccupazione ed una conseguente distruzione dell'unica fonte di cibo per la maggior parte della popolazione irlandese. Passarono pochi decenni e la grande carestia irlandese del 1845-1849, esplose in tutta la sua tragica sorte. Dell'evento soffrì anche Dublino, anche se in misura minore rispetto al resto del paese (era generalmente più ricca e commercialmente più attiva). La popolazione complessiva dell'isola diminuì di quasi un milione e mezzo di abitanti, per fame, malattie ed emigrazione verso la Gran Bretagna e l'America. Nei primi anni del Novecento Dublino veniva sempre più conosciuta come una città rivoluzionaria ed i disordini si moltiplicano sempre più (famosa è la rivolta di Lockout a cui  parteciparono tutti gli operai di Dublino). Gli scontri e le rivolte si propagarono in tutta l'Irlanda trasformandosi in una vera guerra civile, sino a che nel 1922 fu dichiarata l'indipendenza dell'Irlanda con capitale Dublino.

Gli anni del dopoguerra videro una fase consistente di stagnazione economica in tutta l'isola; migliaia e migliaia di giovani abbandonarono la campagna per Dublino, dando inizio ad un periodo di notevole crescita demografica che continua ancora oggi. I disordini civili dell'Irlanda del Nord, negli anni Sessanta e Settanta, hanno lasciato il segno anche nella capitale, in una serie di attentati  terroristici perpetuati dall'IRA (Irish Republican Army), dall'UVF (Ulster Volunteer Force) e da altri gruppi paramilitari a favore o meno della causa unionista o separatista. Negli ultimi anni, il clima politico, culturale e sociale della città si è radicalmente trasformato: il futuro di Dublino continua ad essere luminoso, così come lo è stato nel suo recente periodo di boom economico, che le valse l'appellativo di Tigre Gaelica. La prosperità è uniformemente diffusa, gli atteggiamenti sociali sono più liberali ed il turismo continua ad essere in pieno boom, nonostante i problemi economici e politici che ogni tanto affiorano a livello nazionale.

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