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VISITARE
DUBLINO - INFORMAZIONI E GUIDA. Situata accanto alle rive della baia omonima,
la capitale dell'Irlanda è un luogo
dinamico e affascinante, dove la musica, l’arte e la
letteratura hanno un ruolo essenziale. Gran parte del centro
è stato riqualificato negli ultimi decenni, così, accanto
agli edifici storici - le cattedrali e le chiese, le piazze
e le case a schiera georgiane, i castelli, i monumenti e i
pub - troverete una città moderna e all'avanguardia...
Dublino
respira, affacciata al mare, sferzata dal vento, che
ha sempre portato novità. A sud si intravedono i
monti Wicklow, che un po' la proteggono da venti
peggiori. La città delle parole, scritte, stampate,
scorrette e ironiche, di Jonathan Swift,
Oscar
Wilde, George Bernard Shaw, James Joyce,
Bram Stoker, Samuel Beckett, William
Butler Yeats. Tre parole descrivono una città dalle
profonde radici, Baile Atha Cliath (città del
guado fortificato), il nome più antico di Dublino,
in gaelico irlandese: un luogo, un fiume, una fortezza.
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Una
terra scelta dagli uomini del nord, i Vichinghi, una
capitale che si è sviluppata in una città tra le più belle e
visitate d'Europa. La capitale irlandese è la capitale
dei pub, della musica e dell'immaginazione, in una atmosfera
che finisce spesso per essere un po' magica. Una miscela armoniosa
d'Irlanda e d'Inghilterra, di stile vittoriano e residenze georgiane,
un grande via vai di vita quotidiana, di entusiasmi giovanili
e grande ospitalità.
"Sarebbe davvero insolito se qualcuno venendo a Dublino,
non finisse prima o poi in un pub"
James Joyce
Quando
Sigmund Freud, che nei labirinti della psiche umana si
muoveva come un pesce nell'acqua, ebbe modo di visitare Dublino
scrisse: "Gli irlandesi sono l'unico popolo che non può essere
psicanalizzato. Sono troppo inclini alla fantasia". E fantasiosi
e geniali gli irlandesi lo sono più di altri, basta pensare
alla Guinness, la densa, ottima, scura birra nazionale,
e pure al famoso Guinness dei Primati, 80 milioni di
copie vendute in più di 70 paesi, uno dei più grandi successi
editoriali della storia. Due prodotti che portano lo stesso
nome e che appartengono alla stessa famiglia di abili imprenditori.
Ci piace quell'identificare Dublino come una città di
bevitori, patrioti e scrittori, perché incontriamo una
miriade di pub con combinazioni inesauribili di itinerari a
'tema', mentre nell'aria, intangibile, aleggia l'immagine del
leader dell'indipendentismo, Michael Collins, e quell'irriducibile
anti-inglesismo irlandese, che fu così viscerale fino al 1972.
Nella bella città di Dublino, | dove le ragazze sono carine
| vidi per la prima volta la dolce Molly Malone | che portava
il suo carretto, | per strade strette e larghe | gridando "vongole
e molluschi freschi!" Molly Malone Inno di
Dublino
Forse sono pochi coloro che conoscono la vera storia del
calcio e del rugby in Irlanda: per gli irlandesi di vecchia
data
questi
sport sono un'invenzione britannica e fino a poco tempo fa nel
tempio dello sport irlandese, lo stadio di Croke Park,
tali sport erano banditi in virtù dell'articolo 42 dello
Statuto della GAA (Gaelic Athletic Association),
l'intransigente custode del calcio gaelico e dell'hurling.
Con tale articolo (ancora in forza) si proibisce ad ogni gioco
'straniero' la possibilità di esercitare la propria attività
all'interno dello stadio; solo nel 2005 si arrivò ad un compromesso
temporaneo che apriva le porte al calcio inglese ed al rugby
nel Croke Park (la sede domestica per le squadre di calcio e
di rugby di Dublino è sempre stato lo stadio di Landsdowne
Road che nel 2005 fu appunto chiuso per motivi di ristrutturazione).
Comprendere
la cultura di Dublino è come parlare di un'altra Irlanda,
perché come scriveva il grande scrittore irlandese James
Joyce, nei primi anni del Novecento, era come se tutta la
Gente di Dublino, "moriva dal desiderio di salire
in cielo attraverso il tetto e di volare verso un altro paese
dove non avrebbe più sentito parlare dei suoi guai, eppure una
forza lo spingeva dabbasso scalino per scalino".
Ad andare
per vie e per pub sembra riconoscere ancora oggi tutta la
storia di Dublino, si percepisce la stessa forza degli abitanti
di un tempo, di coloro che hanno preferito restare nel proprio
paese, di quelli che hanno scelto di partire per l'America
negli anni della grande povertà, e che poi però sono ritornati,
e di coloro che a Dublino hanno visto nascere nuove opportunità
difficili da seguire nel proprio paese d'origine. Ma la
Dublino odierna, cresciuta all'indomani della grande povertà
e dell'emigrazione, va oltre le parole di Joyce, che parlava
anche di paralisi morale e per questo di una forma di
debolezza legata alle insidie della politica e della religione,
le stesse che fino a poco tempo hanno caratterizzato i valori
e le lotte di un paese intero.
La
storia di Dublino inizia molto prima della sua fondazione,
avvenuta con i Vichinghi nel IX secolo lungo le sponde del
fiume Liffey. Diverse testimonianze sembrano far risalire
la sua esistenza al II secolo d.C. Provengono dai numerosi ritrovamenti
appartenuti al periodo neolitico, ed a diverse citazioni storiche,
come quella che per esempio fece Tolomeo, il grande astronomo
e geografo, quando parlava di 'Eblana' nel suo trattato
di 'Geographia'. Anche le antiche leggende parlano di
una Dublino più che millenaria e lo fanno per esempio nel
miti celtici del Libro delle Invasioni (Lebor
Gabála Érenn) o in quelli degli Annali dei Quattro Maestri
d'Irlanda (Annála na gCeithre Máistrí), quando raccontano
dei leggendari re di Dublino, delle loro battaglia
e della conversione ad opera di San Patrizio (vissuto
nel V secolo d.C).
I Vichinghi, al loro arrivo, trovarono
di certo un potenziale punto logistico per conquiste e scambi,
un costone affiancato da un fiume poco profondo e di probabile
regolare passaggio già nei tempi più antichi. Nel IX secolo
la città degli uomini del nord venne catturata dai Danesi
ma riconquistata in varie occasioni dai Celti irlandesi,
che in queste terre vi abitavano da lungo tempo e così fu anche
nel corso dei successivi tre secoli, fino a quando nel 1171
i danesi vennero cacciati dai Normanni inglesi, guidati
da Enrico II re d'Inghilterra. Alla storia di Dublino
abbiamo dedicato un'apposita sezione, qui ci basti ricordare
che l'influenza inglese su Dublino ha dato vita ad un
modellato urbano visibile e apprezzabile ancora oggi.
La
Dublino Georgiana, per esempio, per un certo periodo di
tempo,
fu la seconda città dell'impero britannico dopo
Londra
e la quinta più grande in Europea. La sua decadenza arrivò all'alba
di un nuovo secolo, l'Ottocento, con il ben noto Atto d'Unione,
che univa per l'Irlanda al Regno Unito. Gli anni difficili arrivarono
intensi e terribili come non mai: la carestia delle patate
(1845), alimento principale della nazione intera,
portò la popolazione a vivere oltre gli estremi della povertà.
In tutto questo, gli irlandesi ebbero però la forza di lottare
per l'indipendenza della nazione dal Regno Unito, il Novecento
vide nascere il movimento nazionalista e l'indipendenza dell'Irlanda
venne conquistata nel 1916. Nel 1922 Dublino divenne la capitale
del nuovo Stato irlandese. Certo il risveglio fu lento, parte
di un contesto nazionale che non appariva poi tanto diverso
da quello europeo, se si considerano la grande guerra mondiale
ed il dopoguerra.
Di
certo, dopo l'indipendenza, conquistata versando molto sangue,
e dopo le varie guerre civili che ne sono seguite, Dublino
si presentava negli anni inizi del 1980 ancora come una capitale
povera e grigia: neanche
Praga
o
Budapest,
Bucarest o
Sofia, nei loro periodi più bui
del regime sovietico, hanno conosciuto una tale apatia e comunque
un barlume di vivacità l'hanno sempre conservato. Curiosamente,
Dublino è rinata a nuova vita dopo la caduta del
Muro di
Berlino (neanche centrasse con quella storia...) e la città
costituisce forse la testimonianza più vera di come la fine
della Guerra Fredda e il nuovo entusiasmo e ottimismo per
un nuovo mondo abbiano potuto giovare anche ad una delle città
più occidentali d'Europa.
Dublino
è uscita fuori dalla sua storia, dalle sue tragedie e dalle
sue debolezze, in maniera vittoriosa. Oggi, la si apprezza per
quel suo essere primadonna oltre gli schemi, per quei suoi colori
che si adagiano sugli edifici e sulla genuinità della gente,
per le tradizioni che rimangono sempre vive. Così grande (oltre
un milione di abitanti) eppur così piccola, a portata di mano,
simpatica e gioiosa, pur sempre lontana dagli stereotipi che
siamo di solito capaci di riconoscere nei cugini inglesi. Mentre
i passi di un
lento, tranquillo camminare esplorano gli stretti passaggi,
i graziosi angoli delle strade e le piccole piazzette, si notano
i gloriosi edifici storici di Dublino: tra tutti spicca
il Trinity College, la prima università dell'Irlanda
per storia e per importanza, oggi custode del libro
più prezioso, il Libro di Kells, un manoscritto miniato
celtico conosciuto in italiano anche come Grande Evangeliario
di San Colombo.
E che dire dei colossali Castello di
Dublino (anno 1204), Cattedrale di San Patrizio (1191)
e Cattedrale di Christ Church (1038)? Quest'ultima secondo
la tradizione fu costruita dal re vichingo Sigtrygg Silkbeard
dopo la sua conversione al cristianesimo. Sono così tante
le cose da vedere e da fare a Dublino che non basterebbe
una settimana di soggiorno, sarà per questo che molti giovani
italiani, francesi, spagnoli, americani o polacchi, hanno deciso
di vivere la città andando oltre il viaggio, ottimo presupposto
per imparare la lingua inglese e fare esperienze diverse
da quelle della vicina Inghilterra.
Nel
nostro vagabondare per la città abbiamo scoperto un piccolo
angolo (non poi tanto segreto visto che già nel 2002 è
stato nominato *Museo Europeo dell'anno dal Consiglio
d'Europa), una graziosa biblioteca che porta il nome di Chester
Beatty Library (la trovate nell'edificio della Torre dell'Orologio
del Castello di Dublino). Al suo interno è un tutt'uno di ben
oltre 20.000 tra manoscritti rari, coppie decorate e rare della
Bibbia e del Corano e di altri importanti testi delle culture
a noi più lontane, compreso un preziosissimo Vangelo di Mani
(Vangelo manicheo), scritto in persiano e datato III secolo.
La tradizione letteraria irlandese è sempre stata molto
forte nella cultura di Dublino e come è noto gli scrittori
irlandesi hanno avuto da sempre un ruolo assai rilevante
nella letteratura in lingua inglese.
A questo proposito
si notino ovunque nelle vie della città i vari personaggi letterari
immortalati in statue e targhe: James Joyce, Oscar
Wilde, Jonathan Swift (meglio
noto per aver scritto i Viaggi di Gulliver), George
Bernard Shaw, o anche Bram Stoker, che neanche Freud
riusciva a capire come avesse fatto ad immaginare, qui, gli
scenari gotici in cui aveva ambientato le gesta terrorizzanti
della sua unica creazione letteraria, Dracula il Vampiro.
Questione di fantasia, mai avulsa però da un'ironia talvolta
illeggibile di primo acchito e da costanti riferimenti anti-britannici:
tanto per citare il più esplicito esempio, "Per giocare a
golf non è necessario essere stupidi…Però aiuta", scriveva
George Bernard Shaw a proposito di uno sport che gli
inglesi non avevano inventato ma avevano fatto proprio; ci piace
però ricordare lo stesso autore per una bella frase, che forse
dipinge il quadro più caratteristico degli irlandesi e di Dublino
in particolare, egli amava dire "Se tu hai una mela, e io
ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre
una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e
ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee".
Insomma,
come avrete capito gli scrittori di Dublino sono dei veri e
propri eroi cittadini. Il celebre romanzo Ulisse, di
Joyce, per esempio, che racconta una giornata della vita di
Leopold Bloom, il 16 Giugno 1904, viene celebrato ogni
anno. La festa, chiamata per l'appunto Bloomsday consiste
nel leggere l'Ulisse in numerosi luoghi pubblici, come pub e
librerie, vestirsi indossando abiti dell'epoca e...bere vino
e non birra. Quest'ultimo un vero e proprio strappo alla regola
per un dublinese.
Vivere
Dublino significa anche conoscere i luoghi ed i segreti dei
suoi personaggi più rappresentativi. Dal castello che fu sede
dei sovrani inglesi, si raggiunge il famoso Temple Bar,
l'antico quartiere affacciato sul fiume Liffey, situato a metà
strada dal Trinity College e dalla Cattedrale di Christ Church
e raggiungibile in circa 10 minuti a piedi (da Palace Street
basta dirigersi verso la Dame Street, costeggiare la Clinica
dei Massaggi Terapeutici...che occasione... e poi arrivare direttamente
sulla Temple Ln S).
Siamo nel regno dei pub irlandesi,
che sono forse il vero emblema visivo della
città, una zona emersa alla fine degli anni Ottanta, con la
rinascita economica di quella che da allora viene chiamata la
Tigre Gaelica, una nuova, cosmopolita, dinamica capitale.
In poco tempo la città si è scrollata di dosso l'apatia dei
decenni precedenti, diventando più invitante che mai,
così che la vita notturna di Dublino trova il suo epicentro
nella zona di Temple Bar, area che ancora oggi viene
considerata tra le migliori per l'intrattenimento serale in
Europa.
Un lifting architettonico effettuato in tempi record
ed il benessere improvviso della città hanno trasformato gli
angoli di questo antico quartiere, come la Grafton Street,
nella mecca dello shopping e del divertimento a Dublino,
diventando il centro dello stile bohemien in Irlanda.
Visitate la piccola piazzetta che porta il nome di Meeting
House Square, uno dei luoghi più di tendenza del Temple
Bar, soprattutto se amate la fotografia: due nomi per tutti,
la Gallery of Photography ed il National Photographic
Archive.
Dublino
è una città dalle mille sorprese, un misto di tradizione antica
e rurale e cosmopolita modernità. Di recente l'inversione
di tendenza dei flussi migratori ha portato indietro gli
emigrati che in America hanno fatto strada, prodighi di investimenti
per la natia patria. E sono ancora numerose oltre tutto le star
del mondo dello spettacolo internazionale, come le varie
Julia Roberts, Sharon Stone, Johnny Depp,
che hanno dichiarato di voler trasferire la residenza a Dublino
(siamo sicuri non essere solo un diversivo 'acchiappa' patrimoni
della legge irlandese che esenta gli artisti dagli
obblighi fiscali). Di certo oggi Dublino è una delle capitali
più giovani d'Europa, viva, vibrante e ricca di opportunità....
dello struggente “Sunday, bloody Sunday" degli U2
non rimane che un'eco di note lontane.
Negli ultimi 20 anni,
Dublino, grazie alla sua posizione strategica, a manodopera
giovane e qualificata e a benefici fiscali, un magnete per un considerevole
numero d'imprese operanti nella farmaceutica e nel settore
tecnologico.
Aziende come Microsoft, Xerox, Google, Intel, Hewlett-Packard
e Facebook, solo per citarne alcune, hanno insediato qui ormai
da anni il loro quartier generale europeo, creando decine di
migliaia di posti di lavoro. Moltissimi giovani talentuosi italiani
sono venuti a lavorare da queste parti, in quella è a tutti
gli effetti la "Silicon Valley d'Europa". La nuova sede del
quartier generale di Google in Europa, firmata
Creative Evolution, è destinata in poco tempo a diventare
una delle icone cittadine, che attirerà frotte di visitatori.
Vedremo.
Rientrare a casa da un viaggio a Dublino significa anche
restare in compagnia di ricordi speciali, quelli di una grande
e contagiosa allegria da portare sempre con se.
Per altre curiosità su Dublino per il paese in generale:
Guida d'Irlanda.
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