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Cosa vedere a Villasimius
- 10 luoghi interessanti da visitare
Villasimius,
nella costa sud della Sardegna, è un piccolo borgo di mare
che merita sicuramente più di una visita e non solo per le
splendide spiagge che la circondano ma anche per alcuni
luoghi da visitare e da vivere lungo le stradine che la
caratterizzano e i dintorni. A piedi o in bicicletta, o
magari anche a cavallo, considerando i diversi itinerari
organizzati nella zona, Villasimius sa sorprendere anche il
viaggiatore più esigente.
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Abitata da poco più di 3700
residenti, cresce in estate a numeri che raggiungono di
certo il suo doppio, se non il triplo delle presenze, con
turisti provenienti da ogni dove. La località si posiziona
tra la catena montuosa dei Sette Fratelli (nel
versante settentrionale) e la costa di Capo Carbonara
(a sud-est), in una superfice di circa 58 km².
Il borgo nasce dal cuore più
antico dell’abitato, Simius, da cui infatti prende il
nome (oggi rimasto in una delle spiagge più spettacolari del
suo circondario) e come accade per molti altri luoghi
costieri, si sviluppa da un tranquillo villaggio di
pescatori. Il nome antico era Carbonara, Crabonaxa,
in sardo, cambiato in Villasimius nel 1862. Spiagge,
conformazione urbana e una splendida natura circondata da
pini e macchia mediterranea, fanno di Villasimius una delle
località più famose del sud della Sardegna, diventando anche
comoda per esplorare i dintorni, tra cui le spiagge di
Costa Rei
e
Castiadas,
così come la stessa
Cagliari,
capoluogo regionale, e soprattutto l’interno regionale più
caratteristico. All’affollamento turistico dell’estate,
corrisponde un’attività turistica invernale di basso
profilo, se non del tutto assente, considerando che tuttavia
i mesi migliori per visitare Villasimius e godere
delle bellezze del territorio restano i mesi tra aprile e
giugno e settembre-novembre (sia per le temperature che sono
più miti, che per la tranquillità da un punto di vista
turistico), sempre che non preferiate la vivacità delle
serate estive di luglio e agosto.
Spiagge di Villasimius
La prima cosa che si
desidera fare una volta arrivati a Villasimius è andare
subito per le spiagge (e come darvi torto) e di seguito
trovate una breve lista delle Cose da vedere e da fare a
Villasimius, mentre una sezione appositamente dedicata è
da trovare in
Spiagge di Villasimius.
È difficile scegliere quali tra tutte sono le spiagge più
belle di Villasimius, perché sono tutte davvero da
togliere il fiato, perfette nel fare da cornice ad un mare
dalle sfumature di celeste e trasparenza, con sabbia fine e
bianchissima. Sono comunque da non perdere la spiaggia
Cala Sa Ruxi (di una bellezza selvaggia, con dune e un
mare cristallino, protetta dalla macchia mediterranea), così
come spiaggia Campus e spiaggia Campulongu,
che troviamo tutte attrezzate di servizi come pedalò, surf e
canoe, punto ristoro, noleggio ombrelloni e bar, e che sono
come tutte, circondate da una ricca macchia mediterranea e
dotate di parcheggi (generalmente a pagamento durante i mesi
di alta stagione). Recentemente alcune spiagge sono anche a
numero chiuso, o l’accesso è titolato dal pagamento di un
piccolo contributo, richiesto per preservare il fragile
ecosistema naturale. Sono tutte spiagge adatte alle famiglie
con bambini. Le più spettacolari di tutte, a nostro avviso,
sono in particolare due: Porto Giunco, che si
caratterizza per il granito presente lungo la parte estrema
e caratterizzata dalla vicinanza dello stagno di Notteri,
che ospita una folta comunità di dei fenicotteri rosa. La
spiaggia di Is Molentis è una piccola lingua di sabbia
bianca e acqua dalle sfumature cangianti, così tranquilla da
sembrare una piscina (è dominata da una collina, che non
solo dà una visione panoramica sul litorale e sull’altro
lato del mare, ma che tra la macchia, e le rocce anche alte
15 metri, conserva i resti di un nuraghe). I nuraghi
sono una presenza costante in Sardegna e anche questo
territorio un tempo è stato abitato dalla civiltà
nuragica: ne sono testimonianza anche le cosiddette ‘domus
de Janas’, risalenti al periodo prenuragico. Tra
le altre spiagge consigliamo anche una bella nuotata nelle
acque della spiaggia del riso, un tempo
caratterizzata dai sassolini di quarzo a forma di chicchi
del riso.
Area
Marina Protetta di Capo Carbonara
L’intera zona di Capo
Carbonara è un parco marino protetto. Scenari costieri e
sottomarini e poi ancora promontori, calette, rocce e
spiagge, lagune e un ecosistema tutelato. Una
meraviglia della natura, che si ammira non solo
lungo la sua costa, dove si ergono le vestigia delle torri
di avvistamento medievali, che spesso raccolgono la sorte
delle rovine di antichi nuraghi, ma che si protrae verso i
fondali, tra acque e biodiversità, e che si estende per ben
86 kmq, tra i sentieri di Capo Boi, attraversa le
isola di Serpentara e isola dei Cavoli e le
numerose secche, conosciute con i nomi di Berni,
di Libeccio, di Mezzo, di Pescatelli,
Santa Caterina. In particolare quest’ultima, molto
conosciuta tra gli amanti del diving, nota per la Madonna
del naufrago, statua in trachite rosa di Ozieri dello
scultore Pinuccio Sciola, che giace sul fondale e che
è meta di una solenne processione nel mese di luglio. Si
arriva fino a Punta Porceddus (punta dei maialini, in
lingua sarda). Mentre la macchia mediterranea profuma tanto
da inebriare i sensi, la fauna ittica dei fondali è tipica e
tra le più ricche del Mediterraneo: eccola la Pinna
nobilis, così rara e pregiata produttrice del
‘bisso’ e anche nota come la "nacchera di mare",
la cui sopravvivenza è minacciata dal cambiamento climatico
e il riscaldamento del mare (specie protetta da Direttiva
Habitat 92/43/CEE e nella lista delle specie minacciate
(Annesso II del protocollo ASPIM). Le cronache informano che
oggi è rimasta solo una persona in Sardegna esperta nella
lavorazione dell’arte del Bisso (si tratta di
Chiara Vigo, di Sant’Antioco, tessitrice sarda,
depositaria unica nel Mediterraneo). A fare compagnia al
pregiato mollusco bivalve sono anche delfini e aragoste,
branchi di barracuda, il riccio di mare Paracentrotus
lividus, così come posidonie, gorgonie o margherite di mare.
Mentre lo Stagno di Notteri, accanto alla spiaggia
di Porto Giunco, con i suoi fenicotteri rosa e cavalieri
d’Italia, si fa ammirare da tutti i bagnanti, i fondali
dell’area marina protetta regalano anche diversi relitti,
tra cui una galera romana, un veliero aragonese del
Quattrocento, e a circa 35 metri di profondità, il
relitto Egle (un piroscafo da carico del 1893 e lungo
oltre 70 metri, affondato nel marzo del 1943 dal
sommergibile olandese Dolfijn, mentre a circa un miglio da
Capo Carbonara, era in navigazione da Cagliari a La
Maddalena).
Porticciolo Marina di Villasimius
Tra i luoghi da visitare a
Villasimius troviamo anche il porto Marina,
sicuramente un tratto urbano caratteristico e a cui si
affianca una piccola spiaggia del Riso, con acque
trasparenti e ricoperta da scogli. Si posiziona a sud est
rispetto al centro abitato, verso il promontorio tra Santo
Stefano e Capo Carbonara, al lato opposto della spiaggia di
Porto Giunco e stagno di Notteri, ed è distante circa 5 km
dal cuore della località (LAT 39°07’44 nord e LONG 9°30’44
Est). Trovano dimora 840 posti barca, che possono arrivare
fino a 60 metri di lunghezza, in una superficie acquea di
78mila mq e sette banchine galleggianti. Tra le numerose
imbarcazioni private, barche a vela e yacht, si prenda nota
del servizio per le escursioni nell’area marina: tra
tutte è possibile arrivare fino all’Isola dei Cavoli e nel
tragitto conoscere la storia della statua della Madonna del
Naufrago, creata da Pinuccio Sciola, che si trova nel
fondale a 11 metri di profondità. Da non perdere anche le
escursioni verso l’isola di Serpentara e Cala Pira.
Per coprire le esigenze del diportista, nella struttura
portuale sono presenti diverse attività e servizi
commerciali, tra cui bar, ristoranti, negozi, noleggio auto,
moto, gommoni e centri di scuba diving.
Isola dei Cavoli
L'Isola dei Cavoli si trova
a sud-est del promontorio di Capo Carbonara – punta più
estrema a sud della Sardegna – ed è raggiungibile tramite
un’escursione organizzata. Il nome dell’isola deriva dai
cavoli selvatici di Sardegna, non commestibili, che
fioriscono in quantità sotto il faro ottocentesco.
Fino agli anni Settanta era abitata solo dai guardiani del
faro costruito dai piemontesi nella seconda metà
dell'Ottocento su una preesistente torre spagnola del XVI
secolo. Nei fondali dei Variglioni dei Cavoli, tra
una fitta coltre di posidonia, si eleva un rilievo il cui
profilo assomiglia alla prua di una nave. Il paesaggio del
fondale è molto vario, favorendo il proliferare di triglie,
donzelle, tordi, sciarrani e altri piccoli pesci, così come
invertebrati, tra cui spugne, margherite di mare, briozoi,
eunicelle e paramuricee e ancora grandi cernie (anche di
tipo rosso) e saraghi. Nel complesso in superficie, flora e
fauna sono caratteristiche e protette, essendo parte
dell’area marina di Capo Carborana: cavolo selvatico,
limonio reticolato, gigaro mangiamosche, ferula di Arrigoni
e specie faunistiche come il gabbiano corso, cormorano dal
ciuffo, berta minore, falco pellegrino. Lungo il percorso
che via mare porta all’isola, a circa 11 metri di
profondità, è collocata la Madonna del Naufrago,
creata da Pinuccio Sciola, in trachite rosa di Ozieri.
Ogni terza domenica di luglio le è dedicata una solenne
processione di barche su mare, con tanto di messa
sottomarina ai piedi della statua e con i fedeli ad
ascoltare le parole del parroco in superficie grazie ad un
apposito impianto sonoro, il tutto completato da corone di
fiori gettati in acqua e ancora canti, balli e fuochi
d’artificio. Da non perdere il trekking verso il faro, da
dove si gode di una bellissima vista panoramica.
Museo archeologico di Villasimius
via A. Frau, 5
09049 Villasimius
Tel. +39 070 7930290
Ospitato in una casa
campidanese dell’Ottocento rivisitata, questo museo
territoriale è una sorpresa tutta da scoprire. Lo si trova
quasi per caso, purtroppo poco pubblicizzato dal settore di
promozione turistica del territorio. Raccoglie reperti che
vanno dall’età nuragica a quella medievale, concentrandosi
in particolare sui resti del Santuario di Cuccureddus
e sull’insediamento omonimo, e sui reperti subacquei
rinvenuti lungo la costa, tra cui il relitto spagnolo
dell’Isola dei Cavoli. Sui primi, si riscontrano
importanti testimonianze della vita quotidiana del tempo,
fino al periodo fenicio e romano, tra cui manufatti in
terracotta che emergono come ex voto. Il relitto è di una
nave spagnola naufragata intorno al XV secolo, diretta verso
il sud della penisola italiana, e il cui carico era formata
dalle famose piastrelle "azulejos", dal
caratteristico smalto bianco e azzurro. Sono disponibili
percorsi d’accesso disabili, audio guide, laboratori
didattico-educativi, percorso per non vedenti e ipovedenti
con mappe tattili e Wi-Fi. Numerose le iniziative legate
alla divulgazione degli studi archeologici nel territorio e
nella Sardegna, così come le varie conferenze anche legate
all’arte, con mostre temporanee o studi, come quello sul
vino nell’antichità (Il vino in Sardegna tra l'età del
Ferro e la prima età romana, IX-I sec. a.C.).
Nuraghi e Menhir a Villasimius
I siti archeologici del
territorio di Villasimius sono numerosi. Le radici
territoriali risalgono ad un’epoca molto lontana, civiltà
nuragiche, così come pre-nuragiche, e poi fenici e romani,
di cui rimangono alcune testimonianze. Feudi locali e poi
ancora gli spagnoli, che troneggiano con le loro fortezze
costiere. Poco manifesti, per l’esiguità delle strutture
rimaste, ma non per questo meno importanti nella lunga
testimonianza che hanno da raccontare ai posteri. In quale
altro luogo al mondo si possono ammirare Domus de Janas e
spiagge bellissime di sabbia bianca? Le Domus de Janas
della Spiaggia del Riso testimoniano che il territorio
era popolato fin dal neolitico, datate alla cultura di
Ozieri (IV millennio A.C.). I cinquantatré menhir di
Cuili Piras (Località Capo Ferrato, Muravera,
zona a sud-ovest delle montagne di Castiadas, all’interno di
un terreno privato), sono datati al 3000 a.C. e formano
allineamenti rettilinei o curvilinei, a cui gli studiosi
attribuiscono una funzione di osservatorio astronomico. In
località Costa Rei (a circa 2 km dalla piana di
Pranu Malloccu) è presente il nuraghe e menhir Scalas,
che sorge su un rilievo roccioso ed è circondato da 43
menhir, alti fino a 2 metri e costituiti in gruppi allineati
in 3, 4 o 5 elementi. Sempre nella zona sono stati rinvenuti
alcuni strumenti in ossidiana e frammenti ceramici
attribuibili alla cultura di Ozieri e all’ultimo Neolitico.
Il nuraghe di Baccu 'e Gattus è il più vicino al
centro di Villasimius, in un terreno poco lontano dalle
strade via dei Gabbiani e via dello Stadio. Nell’entroterra
tra Porto Sa Ruxi e la spiaggia di Campus, si trovano i
resti di alcune Tombe di Giganti. Con vista
panoramica sul villaggio e spiaggia di Solanas, si
trovano invece i resti di un nuraghe polilobato, mentre
nella zona del villaggio dei Mandorli si trovano i
resti del Nuraghe Giardone e una tomba a galleria
megalitica. Altri resti di torri nuragiche si trovano nei
pressi del residence di Campulongu. Nei pressi del
centro abitato di Villasimius, riverso alla spiaggia di
Campus, troviamo anche l’Insediamento
fenicio-punico-romano di Cuccureddus, insieme ai
nuraghi di Cuccureddus (due nuraghi monotorre,
situati nei pressi della spiaggia Is Cuccureddus): il
sito gode di una posizione dominante sulla cosiddetta
valle de is’Orixeddus e sulla litoranea della zona del
riu Cuba e rio Foxi, e probabilmente era
predisposto al controllo d’accesso a tutto il territorio.
Sempre in zona, si trovano anche i resti del Tempio
fenicio di Astarte, al tempo un punto d’accesso ad un
porto naturale. Cucureddus costituiva infatti un approdo
naturale per le navi provenienti dalla penisola e tappa
fondamentale sulle rotte con la penisola iberica, la Sicilia
e la costa africana. Non ultima della zona, poco prima di
arrivare al bivio per Campulongu, si trova il sito
archeologico delle Terme di Santa Maria, vicino alla
chiesa campestre di Santa Maria. Nei pressi delle
bellissime spiagge di Punta Santa Giusta e scoglio
Peppino, si trova il nuraghe di S’Omu e S’Orcu,
mentre il nuraghe Asoru, visibile in un’altezza di 7
metri, e facilmente visibile dalla S.S. 125 (lungo il km
51). Sono in tutto 16 i resti dei nuraghi rinvenuti in zona,
tra cui i resti del nuraghe Accu Is Traias,
nuraghe Manunzas, nuraghe Nuraxeddu, nuraghe
Giardone, nuraghe Cixilianu, nuraghe Porceddus.
Fortezza e torre Vecchia di Villasimius
Piazza Gramsci 1,
Villasimius
A circa tre chilometri dal
centro abitato di Villasimius, in direzione sud, il panorama
è dominato dai resti di un’antica torre costiera, servita da
fortificazione e punto d’osservazione strategico in difesa
del territorio contro i popoli provenienti dal mare. Insieme
alle torri vicine, poste sui promontori limitrofi, e cioè la
Torre di Porto Giunco e la Torre di Capo Boi,
costituivano una rete ideale a difesa del territorio
costiero dalle incursioni dei pirati; a queste si aggiungeva
anche la Torre di Capo Carbonara, oggi completamente
scomparsa. La Fortezza vecchia venne eretta in epoca
spagnola e, rimasta in ottime condizioni strutturali, serve
oggi da sede per esposizioni culturali. Una mostra
permanente racconta il periodo territoriale costiero tra il
XVI ed il XIX secolo (intitolata ‘Enemigos de la fè,
pirati e difensori costieri’). La fortezza aveva
anch’essa funzione di ‘sentinella’ dell’estremo sud-est
della Sardegna, costruita con tanto di cinta muraria, due
ingressi e un cortile interno ed edificata come una
struttura a quattro torri. Venne completamente dismessa nel
1847.
Stagno di Notteri
Un unico spettacolo
naturale, un ecosistema tra terra e mare e parte dell'area
marina di Capo Carbonara. Lo stagno di Notteri è
separato dal mare da una striscia di sabbia sottile, la
spiaggia porto Giunco. Siamo in una zona umida di grande
interesse naturalistico per la presenza di diverse specie di
uccelli migratori. Visti dall'altura rocciosa ricoperta di
macchia mediterranea, che porta verso la torre costiera di
Porto Giunco, si notano praticamente ‘due mari’
dalle differenti sfumatura d'azzurro, che varia al rosaceo
nello stagno. Rosa come gli abitanti che lo abitano (sa
gente arrubia, come li chiamano in Sardegna). Secondo gli
studiosi, lo stagno si sarebbe formato in seguito a
all’unione lenta tra quella che un tempo era l’isola di
Punta Santo Stefano e la terraferma.
Cava
Usai (Sa Cava Manna)
Nel versante est di Capo
Carbonara si trova la spiaggia di Cava Usai,
caratterizzata dalla presenza di una grande edificio, una ex
cava di granito dismessa nota come Cava Usai o Sa
Cava Manna. Un tempo era molto in attività per la
realizzazione di edifici e per l’esportazione del materiale.
La spiaggia si raggiunge, attraverso piccoli sentieri
facilmente percorribili.
Cose
da fare a Villasimius
Tantissime, soprattutto se
siete tra coloro che visitano la località non solo durante
il periodo estivo, in fortunate vacanza, ma soprattutto (e
magari) mentre vedete realizzare quella (bella) decisioni
che vi cambia la vita, momentanea o meno che sia. Che dire
di lavorare in smart working a Villasimius, magari
affittando a breve nella mezza stagione una piccola
residenza e approfittare del fine settimana o della pausa
pranzo per andare a fare un tufo nel mare più blu? Le cose
da fare a Villasimius sono davvero numerose, fare surf
o imparare il kitesurf, fare snorkeling tra le
rocce, fare un’escursione tra le famose torri
d’avvistamento spagnole, fare la spola tra le splendide
spiagge di Villasimius. Anche fare shopping a
Villasimius è attività non di poco conto: i piccoli
negozietti del centro abbondano di prodotti. Non mancate i
prodotti dell’artigianato sardo, in particolare i tessuti e
i gioielli in filigrana, un unicum da sbalordire la vista,
così anche i prodotti enogastronomici, tra tutti il mirto
di Sardegna. E poi potreste anche, in ultimo, decidere
di visitare la bella Cagliari, che vi aspetta a poche decine
di chilometri di distanza.
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