|
VISITARE
DANZICA - INFORMAZIONI E
GUIDA.
Questa città
ha un'atmosfera
unica che la distingue dalle altre città della Polonia. Secoli di traffici marittimi come importante porto del Baltico hanno prodotto un'architettura
influenzata dai mercanti tedeschi della Lega Anseatica che ne favorirono la
prosperità. La città è stata ricostruita fedelmente dopo le distruzioni causate
dalla seconda guerra mondiale, restituendole l'atmosfera speciale che l'ha
sempre caratterizzata.
Così scriveva uno dei cittadini illustri di Danzica, il filosofo
Arthur Schopenhauer. La sua città natia,
sulla costa del Mar Baltico, è una piacevole sorpresa e possiede
un'atmosfera molto diversa da quella delle altre città della
Polonia: principale
porto del paese, ha vissuto una storia molto travagliata (fu tedesca fino alla
fine della Seconda Guerra Mondiale), possiede un'architettura particolare
(forgiata dalla sua storia) ed è stata una città contesa da diversi popoli
(tedeschi, russi, svedesi, per citarne alcuni) che qui portarono la loro
cultura. |
|
Danzica è ancora oggi la capitale mondiale dell'ambra,
gemma usata in gioielleria, che si originò dalla resina degli alberi
fossilizzata.
L'ambra si raccoglie lungo le coste che si affacciano sul Mar
Baltico,
coste basse,
rettilinee
e sabbiose; qui nelle spiagge circondate dalle dune e dalle foreste di alberi
resinosi, troviamo la stessa resina che, nel periodo terziario, parecchi milioni
di anni fa, si fossilizzava diventando ambra, a volte imprigionando insetti o pezzi di piante preistoriche. La luminosità di questo
materiale faceva
credere agli antichi, con un ché di poetico, che provenisse dai
raggi del sole solidificati e riportanti poi sulla spiaggia dalle onde.
Nonostante abbia sopportato tante distruzioni (assediata dagli svedesi nel '600,
rasa al suolo per il 90% nella Seconda Guerra Mondiale), la città ha avuto
sempre la forza e la speranza necessarie per essere ricostruita,
più bella di prima. Da qui, forse, si comprende il suo motto, che invita a
guardare lontano saggiamente ma con decisione "Nec temere, nec timide" (non
temerariamente, ma nemmeno timidamente). Molti ricordano Danzica per le immagini
in bianco e nero dei giorni di Solidarność e di Lech Walesa.
Solidarność fu il movimento sindacale, la cui opposizione al governo, pose fine
al regime del partito comunista nel 1989 e all'elezione come Presidente della
Polonia del suo leader Lech Wałęsa appunto (premio Nobel per la pace nel 1983)
Grandi personaggi passati alla storia, ma soprattutto gente determinata, che
diede avvio a un vento di cambiamento che da qui poi si diffuse nel resto del
paese, dell'Europa dell'Est e nel blocco sovietico. Quei tempi, di lotte per i
diritti, scioperi e acclamazioni, anche se non troppo distanti, sono ormai alle
spalle e la Danzica odierna stupisce con i suoi palazzi medievali e
rinascimentali, le strade pittoresche, le belle case d'influenza architettonica
olandese, l'intensa vita culturale, le gallerie d'arte, le caffetterie, i
locali, le birrerie all'aperto sui pontili. La città è la capitale della regione
di Pomerania, ed è anche uno dei maggiori centri economici ed
amministrativi della Polonia ed ospita molti uffici governativi.
"La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro.
Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare."
Arthur Schopenhauer
Quando
un amico di vecchia data (erano i tempi dell'Erasmus
a
Barcellona) mi mandò con sorpresa
l'invito al suo matrimonio, ci misi un po' ad individuare la città nella mappa
della Polonia (forse ho sbagliato nazione, pensai), non mi ricordavo che Danzica
in effetti è il nome in italiano, quello polacco è quasi impronunciabile,
Gdańsk. Non sapevo nulla di questa città, la quarta più grande tra le città
polacche, capitale marittima del Paese, con una popolazione di oltre mezzo
milione di persone. Adam, il mio amico del posto, viveva a Gdynia,
una municipalità di Danzica, oggi parte della città insieme alla vicina e
modaiola Sopot. Fui felice di conoscere questi luoghi nel mio immaginario
non proprio turistici e incontrare nuovamente gli amici dell'università;
una mezza rimpatriata tutta europea, un po' come l'anima di questa città, che in
Europa è entrata nel 2004 insieme alla Polonia.
Adam
mi raccontò che Danzica riuscì a gestire il suo incredibile patrimonio artistico
e a preservare la sua architettura urbana, superando numerosi momenti difficili.
Una città polacca dall'anima tedesca, contesa tra i due popoli tedesco e
polacco, che ha sempre giocato un ruolo di primo piano nella storia della
Polonia. La sua posizione geografica le consentì di diventare un'importante
città della
Lega Anseatica (la potente alleanza
tra città mercantili che controllavano il commercio dei mari del Nord e del
Baltico, tra il XVI ed il XVIII secolo). Danzica divenne oggetto di contesa tra
le maggiori potenze europee e tale contesa sfociò in numerose guerre, dal
Medioevo ai conflitti che portarono alla Spartizione della Polonia (XVIII
secolo e anche oltre), che coinvolsero Prussia, Russia e Impero Austro-Ungarico,
fino alle guerre con la Svezia. Danzica si trovò sempre nel mezzo a queste
guerre distruttive, nonostante nel tempo avesse mantenuto una certa autonomia e
il benessere economico. Dopo secoli di dominazioni straniere, nel 1919, il
Trattato di Versailles decise che il delta della Vistola sul Mar Baltico,
insieme alla città, diventassero la Città libera di Danzica, sotto
l'autorità della Società delle Nazioni e della Polonia, sottraendo
Danzica dall'autorità tedesca. Di fatto questo avvenimento provocò conseguenze
nefaste, anzi da lì a 20 anni, innescò una serie di eventi che portarono la
Germania nazista a
riconquistare Danzica, aggredendo la Polonia e causando
l'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Prima della guerra i tedeschi era
il 95% della popolazione. Dopo la sconfitta della Germania furono completamente
sostituiti dai polacchi, in uno dei tanti esodi biblici postbellici che
interessarono l'Europa. La città dopo la guerra era completamente distrutta, ma
venne ricostruita fedelmente mattone dopo mattone. A pochi chilometri dalla
città, a
Sztutowo, si estende l'ex campo di concentramento di Stutthof, il primo
aperto in Polonia nel 1939 e l'ultimo ad essere liberato dall'Armata Rossa nel
1945. Anche nei suoi momenti più bui, Danzica ha saputo sempre reagire con
coraggio, lottando con determinazione. L'esempio più evidente si ebbe durante il
regime comunista, quando la lotta per i diritti dei lavoratori iniziata da
Solidarność, il primo sindacato indipendente della Polonia, fece breccia nel
tessuto monolitico e monopartitico dello stato polacco, svolgendo un ruolo
fondamentale nel suo successivo collasso.
Quella
che vidì, grazie anche alle spiegazioni attente e appassionate di Adam, fu una
città incredibilmente cosmopolita, ricca di eventi culturali e
punti di ritrovo alla moda, con abitanti in gran parte giovani e con tanta
voglia di costruire il futuro. Cominciai la mia visita dalla zona più
caratteristica della città, Główne Miasto, uno dei principali
quartieri storici di Danzica. La lunga via Reale, simile alle vie
Reali presenti a
Varsavia e
Cracovia, era il percorso cerimoniale seguito dai re polacchi
nell'entrare a Danzica. Qui, dal 1972 si tiene l'antico mercato Domenicano,
la cui origini risalgono al XIII secolo. La Via Reale di Danzica
(in polacco Trakt Królewsk) si trova al centro delle attrazioni più
importanti della città e s'identifica con l'area corrispondente alle Ulica
Długa (Via Lunga) e Długi Targ (Mercato Lungo). Il suo punto
d'ingresso inizia da uno dei portali delle antiche mura, quello della Porta
di Wyzynna (Porta Superiore), la stessa usata in passato dai sovrani.
Nella parte superiore del portale c'è un'iscrizione "giustizia e pietà sono
le colonne portanti di tutti i regni". Il portale che si ammira oggi risale
al 1586, periodo nel quale venne ristrutturato dallo scultore fiammingo
Willem va den Block con tre blasoni, quello della Polonia, della Prussia e
della città, rispettivamente unicorni, angeli e leoni.
Gli
stili architettonici più rappresentati in città sono il gotico e il
rinascimentale, visibili nei palazzi della via
ul. Diuga (Ulica Długa). Mentre si cammina dalla Porta d'Oro (Złota
Brama) all'estremità opposta, fino alla cosiddetta
Porta Verde (Zielona Brama), si deve tenere presente che quasi tutto
quello che si vede oggi è frutto della sapiente e minuziosa ricostruzione del
dopoguerra. La Porta d'Oro, una sorta di arco trionfale, venne progettata da
Van den Block figlio, nel 1612; la sua particolarità è il fatto che è
decorata da sculture in pietra, a rappresentare la Pace, la Libertà, il
Benessere ed il Successo; sulla porta è inciso in latino, "Concordia res
publicæ parvae crescunt - discordia magnae concidunt" (La Concordia fa
crescere i piccoli Stati, la Discordia fa crollare i grandi). Alle spalle del
portale si trova l'edificio della
Corte della Confraternita di San Giorgio, che fu dimora di un'antica
corporazione locale e che ancora oggi si apprezza per l'architettura
tardo-gotica (la si riconosce per la statua di San Giorgio col drago, in cima al
palazzo). Il punto focale della Via Lunga è la Fontana di Nettuno (Fontanna
Neptuna), con la sua originale balaustra cinquecentesca in ferro battuto e
con al centro il dio del mare (simbolo della città); costruita nel 1549 è il
simbolo della città e rappresenta la sua potenza commerciale marittima. Da sotto
l'arco della porta si ha una visione prospettica della strada in tutta la sua
lunghezza, mentre sopra la testa lo sguardo si eleva verso la sottile torre del
Palazzo del municipio, edificato tra il XIV-XV secolo. All'interno è
ospitato il
Museo Civico di Danzica.
Bisogna
dirigersi verso la Dlugi Targ, la grande piazza del mercato, che è un
prolungamento della Ulica Długa, per apprezzare uno dei palazzi più interessanti
di Danzica, la Corte di Artù (Dwór Artusa), in passato anche conosciuto
con il nome tedesco di
Junkerhof. Questo era il luogo d'incontro dei mercanti e il centro della
vita sociale della città. Prima in Inghilterra e poi in altri Paesi europei, il
nome di Artù venne dato a quelle dimore in cui usavano riunirsi nobili e
cavalieri; in Polonia, la corte di Danzica era la più famosa. Oggi l'edificio
ospita parte del Museo di Storia locale e al suo interno si apprezza in
particolare una splendida stufa in maiolica del Cinquecento, enorme e alta 12
metri. Le case dei mercanti che si affacciano sulla piazza conferiscono al
quartiere un'atmosfera particolare. Tra queste, si distingue tra tutte la
Casa d'Oro (Zlota Kamienica), costruita nel Seicento e ricoperta di
bassorilievi dorati, che si spicca anche per le statue della balaustra, in cima,
raffiguranti Cleopatra, Edipo, Achille e Antigone.
Attraversando
la Porta Verde ci si inoltra verso la via Długie Pobrzeże, e si
raggiungono i moli della Motlawa, il fiume, che costituirono per parecchi
secoli il porto cittadino. Da qui si può osservare l'isolotto centrale del
fiume, con molti vecchi magazzini. Lungo i moli s'incontrano diverse piccole
gioiellerie, sono i laboratori per la lavorazione dell'ambra, da secoli
vero tesoro del Baltico (un tempo il mar Baltico era una foresta, e l'ambra
altro non è se non resina fossile). L'atmosfera qui è davvero speciale, con
tante piccole Gallerie d'arte e caffetterie. Mi fermai a guardare
l'enorme struttura in legno davanti a me, una sorta di Cavallo di Troia;
si trattava invece di una gru molto antica, chiamata
Zuraw, risalente al XV secolo; nel suo periodo, era la più grande di tutta
Europa e serviva a caricare e scaricare le merci provenienti dal porto e dirette
in città, e viceversa.
Nei cantieri navali faceva le prime riunioni Lech
Walesa, allora un semplice elettricista. Vicino ai cantieri navali si può
visitare oggi la Strada per la libertà, ovvero una mostra dedicata al
movimento di Solidarność creato da Walesa. All'ingresso della mostra troverete
un carro armato, a testimonianza degli scontri sanguinosi durante le proteste
degli anni '80. All'interno della mostra troverete una rappresentazione di
com'erano i negozi durante il periodo comunista, vuoti e grigi, con davvero
poche cose: pane, aceto e poco altro...
A
due passi da qui, ci fermammo al Cafe Kamienica, popolare durante il
giorno e frequentatissimo la sera. Dovrebbe ancora trovarsi nella via ul
Mariacka, una delle strade più eleganti della città, parallela alla
Dlugi Targ. La vecchia romantica Danzica è ben rappresentata in questa
strada un po' bohémienne. L'antico splendore di questa via, così ben
recuperato, ha indotto diverse produzioni cinematografiche a girare qui alcune
scene; così è stato, per esempio, per lo sceneggiato televisivo "I
Buddenbrook",
tratto
dal romanzo di Thomas Mann, una produzione italiana degli anni '70
diretta da Edmo Fenoglio (Danzica in questo caso venne preferita a
Lubecca, città originaria del libro
di Mann). La via
Mariacka prende il nome dalla
Chiesa della Santa Vergine Maria (Bazylika Mariacka), del 1343,
nota per le sue grandi dimensioni (pare sia la sesta chiesa più grande del mondo
e la più grande costruzione gotica, in mattoni, d'Europa, inclusi i castelli),
il suo interno ha infatti una capacità di 20.000 posti.
Nella zona a sud della città si trova un quartiere
chiamato Stare Przedmieście
(Vecchio sobborgo). Qui si trova il Museo Nazionale d'Arte antica
(Muzeum Narodowe), ospitato in un ex convento francescano, che custodisce
il famoso
Trittico di Danzica (o del Giudizio Universale), dipinto a
Bruges
da Hans Memling. Il museo ospita inoltre una
raccolta di dipinti di scuola polacca e oggetti di design, fra alcuni esempi dei
rinomati
mobili di Danzica. Nella stessa zona si trova anche la Chiesa della SS
Trinità (Lasw Trojcy), costruita agli inizi del XVI secolo, che
domina il quartiere.
Il giorno successivo scelsi di visitare i
dintorni di Danzica. Dal molo accanto alla Porta Verde prendemmo il
battello verso la foce del braccio morto del fiume Vistola, a 5
chilometri dal centro, per raggiungere la penisola di Westerpiatte.
L'area è nota per essere stata testimone di un importante evento storico: la
resistenza nel settembre 1939 di 180 soldati polacchi, guidati dal
maggiore
Henryk Sucharski, contro le forze naziste. Furono i colpi sparati
dall'incrociatore tedesco Schleswig Holstein a dare avvio all'Invasione
della Polonia e a innescare
la Seconda Guerra Mondiale (pochi giorni dopo
l'Incidente di Gleiwitz, nell'Alta Slesia, un'incredibile
messinscena orchestrata dai nazisti con la quale si finse un attacco alla
stazione radio tedesca di Gleiwit, usandolo come pretesto per attaccare - e
avvenuta successivamente al
Patto Molotov-Ribbentrop, il trattato di non aggressione firmato tra
Germania nazista e Unione Sovietica).
Il ricordo più bello per me fu quello di Oliwa,
il più interessante dei sobborghi di Danzica, a circa 9 km a nord della città
vecchia. Qui si trova un grande monastero cistercense, la cui chiesa
risale alla prima metà del XIII secolo, poi divenuto Cattedrale. La struttura si
compone di quattro parti con
elementi
rinascimentali, barocchi e rococò ed è nota per il famoso organo di Oliwa
fatto di centinaia di tubi e figurine che ballano mentre la musica suona per
dare l'ora. Da Oliwa si raggiunge facilmente
Sopot, una cittadina marittima e centro termale, oggi parte integrante di
Danzica. Una località piccola ed esclusiva, tradizionalmente nota come la
riviera polacca, luogo di vacanza dei ricchi di Polonia e dei paesi vicini;
oggi conosciuta anche come la città più festaiola del Baltico. In zona si
trovano molte
spiagge
di
Danzica, quelle più pulite e frequentate. Il mare della città offre
23 km di belle spiagge. La più lunga e dalla sabbia bianchissima è Stogi
a pochi km dal centro. Lungo la strada che collega Oliwa a Sopot si trova
il moderno Palazzo dei congressi Oliwa, che ospitò la prima e la seconda
conferenza regionale di
Solidarność. Gdynia, circa 15 km più a nord è anch'essa una località
di mare, nata come villaggio costiero non tanto tempo fa e oggi affermato porto.
Una comoda linea ferroviaria per pendolari collega le tre città, con partenze in
tutte le direzioni più volte al giorno. Gdynia e Sopot insieme a Danzica
costituiscono un'area metropolitana chiamata Tripla Città.
Se avete tempo ancora a disposizione, prendete il
traghetto e raggiungete Hel, da Gdynia (anche in treno) o da Danzica. È
una penisola con belle spiagge e rigogliosi boschi di conifere. Qui troverete il
Fokarium di Hel, un'importante luogo per la tutela e la ripopolazione
delle foche sul Baltico.
Una curiosità, Danzica vanta anche i natali di celebri
personaggi come il fisico Fahrenheit, il già citato filosofo
Schopenhauer e lo scrittore Günther Grass, premio Nobel per la
Letteratura nel 1999.
Grazie per l'attenzione e Buona Danzica da me e da
Informagiovani-italia.com
Copyright © Informagiovani-italia.com. La
riproduzione totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto e
con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
Dove si trova?
Ostelli Danzica
Ostelli Polonia
Hotel Danzica
Hotel Polonia
Carte de la Pologne
Karte von Polen
Mapa de Polonia
Map of Poland
Carte de Gdansk Karte von Danzig
Mapa Gdansk Map of Gdansk
|