Duomo di Sansepolcro
La
chiesa madre di
Sansepolcro è immersa tra antiche case
medievali in pietra, dolci colline verdeggianti e vaste
distese coltivate a tabacco. Il centro storico ricopre
una superficie limitata del suolo urbano, così da essere
comodamente visitabile a piedi. Le chiese a Sansepolcro
sono numerose rispetto al numero di abitanti e questo
si spiega con la grande fede che storicamente ha contraddistinto
il territorio aretino, a confine tra Toscana
e Umbria.
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La chiesa nasce infatti lungo
le strade del pellegrinaggio, tanto che la sua fondazione
è attribuita ai santi Egidio e Arcano, di ritorno da
Gerusalemme (secondo la tradizione i due portarono con
se le reliquie del Santo Sepolcro, da cui il nome). Intorno
al 1211 venne anche visitata da
San Francesco d’Assisi.
Il
Duomo è anche Basilica, dedicata a San Giovanni Evangelista
e, dal 1986, concattedrale della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
(la diocesi di Sansepolcro ha tuttavia origini ben
più datate, essendo stata istituita nel 1520). L'edificio originariamente
nasce come abbazia benedettina (poi camaldolese)
alla fine del X secolo e quindi ricostruito nella metà del XIV
secolo. Dalla chiesa ha avuto origine la città, anche grazie
al mercato che ogni sabato andava formandosi davanti all'abbazia.
La comunità monastica includeva anche i monaci Giuliano
Amidei e Francesco della Francesca (fratello di Piero
e di questi collaboratori). Inoltre, notano gli studiosi che
quello di Sanpelcro era un centro monastico consolidato, con
ricco patrimonio, diritti e prerogative. Lo stile originario
dell'architettura è romanico-gotico e si presenta come
un opera incompiuta del progetto iniziale, che infatti prevedeva
un edificio ben più grande, rimasto fermo nel Trecento per mancanza
di fondi. A dominare la vallata, il campanile a base
quadrata, ricostruito dopo il crollo dell'originale torre a
seguito del terremoto del 1352.
L'esterno
del Duomo è semplice, caratterizzato da un portale a strombatura
e da un bel rosone. L'interno si ammira grazie a diverse
opere d'arte, disposte tra l'altare maggiore (del
Trecento) e sei altari laterali, tutti sistemati lungo
le navate ai lati, tra cui la Pala di Sansepolcro de
il Perugino, uno dei più importanti pittori del Rinascimento
italiano (un dipinto ad olio su tavola di oltre tre metri del
1510), una fonte battesimale della seconda metà del Cinquecento,
sculture di scuola robbiana del Cinquecento (come quella
raffigurante i santi Benedetto e Biagio), un affresco di
scuola romagnola di fine Trecento e raffigurante la Madonna
con bambino e altre opere di Santi di Tito (Incredulità
di San Tommaso, fine Cinquecento), Niccolò di Segna (polittico
della Resurrezione, 1348, nell'altare maggiore), Bartolomeo
della Gatta (fine Quattrocento), Durante Alberti
(Adorazione dei pastori), Raffaellino dal Colle e lo
stesso Andrea della Robbia (nel Tabernacolo). Tra le
opere non più presenti, perché trasferite in altra sede,
si segnalano il Battesimo di Cristo di
Piero della Francesca
(oggi alla
National Gallery di Londra) e una Madonna
di Prete Martino (1199) conservata al
Bode Museum di Berlino dal 1888.
Particolare interesse riveste il
cosiddetto Volto Santo di Sansepolcro, un crocefisso
ligneo risalente al VIII-IX secolo e oggetto di venerazione
(da non confondere con il
Volto Santo di Lucca, benché con alcune similitudini),
proveniente dalla Chiesa di Sant Agostino e conservato
sin dal 1770 nella cappella sinistra del presbiterio del Duomo.
Si tratta di un crocifisso ligneo policromo di probabile
periodo carolingio, e secondo la tradizione era un tempo di
proprietà di alcuni feudatari longobardi e da questi lasciato
poi in dono alla Pieve vecchia (fuori le mura) di Borgo
Sansepolcro (Burgus Sancti Sepulcri), come veniva chiamata
un tempo la località), poi trasferito alla Pieve di Santa
Maria (attuale Sant'Agostino). Il crocefisso è una copia
di uno ancora più antico, realizzata intorno al IX secolo da
un unico tronco di noce e danneggiatosi nel tempo; è alto 2,71
metri e largo quasi 3 metri, considerando l’estensione delle
braccia. Non mancano le leggende sulla sua creazione, simili
a quelle legate al crocefisso lucchese (la leggenda leobiniana
attribuisce la scultura al discepolo Nicodemo).
A fianco della Basilica sorge il
Palazzo Vescovile, originato dall'antica abbazia, dove
si ammirano degli affreschi nella parte del chiostro
(risalenti al XVI secolo), e la cappella del Monacato,
dove è custodita la tomba di Piero della Francesca (morto
nel 1492). Sono inoltre presenti, l'Archivio vescovile,
la Biblioteca vescovile (ambedue con documenti antichi),
il Lapidario (del 2012) originato dalla raccolta delle
antiche iscrizioni sepolcrali una volta presenti nel complesso
monastico.
Duomo di Sansepolcro
Via Giacomo Matteotti, 1,
Sansepolcro
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