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I
disturbi dello spettro autistico sono caratterizzati da
difficoltà nell'interazione sociale e nella comunicazione,
interessi ristretti, comportamenti stereotipati e
iposensibilità o ipersensibilità sensoriale. Pubblichiamo
qui una toccante lettera di una mamma che descrive
l'esperienza di crescere un figlio autistico, le difficoltà
ma anche le gioie e i progressi nel suo percorso di crescita
verso l'autonomia.
Introduzione
Pubblichiamo
la lettera di Chiara Milizia, madre di Lorenzo, un
bambino a cui è stata
diagnosticata una forma di autismo.
Chiara ci racconta dell'esperienza della sua famiglia e di suo figlio, le
difficoltà che si sono trovati ad affrontare (a scuola, a livello
burocratico e sociale) e la sua opinione su questo tipo di patologia, le sue
cause, i sintomi e le possibili soluzioni adottabili come supporto per chi è
affetto e chi gli sta intorno.
Ribadiamo che
si tratta di una opinione, saremo ben lieti di pubblicare altre posizioni,
in merito soprattutto a quelle che si pensa siano le cause dell'autismo.
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Una volta pubblicata la lettera ci
sono arrivati decine di commenti/integrazioni/suggerimenti.
Abbiamo chiesto pertanto a chi ha posizioni diverse di
scrivercele per la pubblicazione. Nel frattempo inseriamo
nelle
note
parte dei commenti ricevuti.
Il
2 aprile si celebra la
Giornata mondiale della consapevolezza dell'Autismo,
istituita dall'Onu nel 2007 per sensibilizzare le persone e
sollecitare le istituzioni di ogni paese a migliorare
l'assistenza nei confronti delle persone autistiche e delle
loro famiglie. Un grande problema su cui si discute è
proprio l'assistenza dello Stato che si occupa degli
autistici fino ai 18 anni, poi tutto il peso ricade sulle
famiglie, rischiando di vanificare tutti i traguardi
faticosamente raggiunti. Parleremo di questo e di come la
maggior parte degli studi e delle ricerche si concentri solo
autismo infantile, in un prossimo articolo e di come
divenuti maggiorenni sia difficilissimo da adulti trovare un
lavoro
4 e sentirsi
accolti dalla società. Nella foto un immagine del
cortometraggio "Autismo" di Andrea Tubili, premiato
ai Promax Europe Awards 2016, gli Oscar della promozione TV.
Consigli?
Chiara dice "Ai
genitori che
come me vivono questa condizione posso solo consigliare di
non perdere la speranza e di non abbandonare i figli, i
miglioramenti spesso impercettibili si realizzano con un
lavoro costante. Di autismo
non si guarisce,
quindi diffidate di chi promette attraverso pratiche
pericolose risultati strabilianti. Non vergognatevi se
vostro figlio grida in pubblico, lo fanno anche i bambini
sani e non viziatelo troppo, prima di essere autistico resta
un bambino. Ma soprattutto imparate a sopravvivere voi per
primi, a guardare oltre il vostro problema, a non
prendervela con il mondo intero e a considerare questo
"guaio" un' opportunità. Prima di Lorenzo avevo un
attitudine alla resa, non appena qualcosa girava storto,
tendevo a mollare il colpo, questa storia mi ha insegnato
invece a lottare e a non abbassare mai la guardia e oggi non
ho più paura".
Ci piacerebbe
sviluppare una
discussione tra i nostri lettori
relativamente ai punti più controversi della situazione:
secondo Chiara le cause non sono da cercarsi ad esempio nel
mercurio contenuto nei
vaccini
mentre pareri
autorevoli (tra cui il Journal of Immunotoxicology) la
considerano una causa assolutamente da non escludere
1
, così
come alcuni pareri puntano l'accusa sull'inquinamento
delle falde acquifere
del
sottosuolo (in Olanda ad esempio). Un altro tema di
discussione e di condivisione di esperienze positive o
negative, ma anche una raccolta di possibili proposte, è
quello dei metodi e strumenti da adottare sia nelle scuole
ad uso didattico, ma potenzialmente anche nella vita di
tutti i giorni, per
facilitare la comunicazione da parte di soggetti autistici.
Chi è affetto da questa malattia può avere grosse difficoltà
ad esprimersi a parole o per iscritto e, anziché limitarsi a
farlo con il linguaggio del corpo, può oggi provare anche a
sfruttare mezzi tecnologici con cui, attraverso un cammino
di
familiarizzazione
e apprendimento, potersi meglio relazionare col mondo.
Un esempio concreto di una
situazione di questo genere è descritta dal libro "Se ti
abbraccio non aver paura" di Fulvio Ervas, in cui si
descrive un viaggio in moto, attraverso tutti il continente
americano, fatto da Franco Antonello e suo figlio Andrea,
in cui il ragazzo riesce a comunicare con il padre in modo
incredibilmente lucido attraverso un computer, non
costantemente ma comunque spesso. Solo in questo modo Andrea
riesce a descrivere le sue sensazioni, a parlare di come si
senta intrappolato in quella malattia che non gli fa avere
controllo del suo corpo e delle sue reazioni, che rende la
sua mente lucida impossibilitata ad inviare comandi precisi
al resto del corpo. Certo una parziale soluzione che può
andare bene ad alcuni, ma non a tutti, vista anche la
complessità dell'autismo, le sue tante e diverse
manifestazioni e le altrettante reazioni variegate delle
persone autistiche.
L’autismo è una disabilità comportamentale e relazionale
che impedisce un integrazione nella società. Se
diagnosticato in tempo e trattato nel modo migliore
ha un margine di miglioramento altissimo. Purtroppo a causa
della mancanza di formazione dei medici la diagnosi non è
sempre facile.
Questa è la
lettera di
Chiara:
In un
pomeriggio d’inverno di molti anni fa, mio papà ci trascinò
al cinema a vedere il film
Rain Man,
la storia di un personaggio a tratti persino buffo ma che
per me era assolutamente insopportabile. "Cosa faresti se
incontrassi un tipo simile?" mi chiese a bruciapelo la mia
amica nell’intervallo, "sicuramente lo strozzerei". Dicevo
sul serio, quel tipo impostato, ossessivo, nevrotico era
quanto di più lontano ci fosse dal mio modo di concepire la
vita. Vent’anni dopo, più o meno nello stesso periodo, a mio
figlio venne diagnosticato l’autismo,
si proprio quella patologia che mi aveva fatto tanto
inorridire da ragazza.
Quel che non
avrei mai immaginato però è il dopo, quel che succede
quando si esce dall’ospedale con la cartella medica
sottobraccio. A ben pensarci è stato proprio quello il
tratto più orribile di tutta la vicenda. Davanti a noi si è
aperto il mondo
dell’indeterminazione,
perché nonostante se ne parli da anni, si tratta di una
patologia di cui non sono ancora note le cause e quindi
non si conosce la cura.
Questa
patologia che in certi casi
non
è ritenuta
invalidante e quindi anche
i sussidi, economici e pratici
tardano ad arrivare. Le risorse
messe a
disposizione dal territorio sono disomogenee per regione,
talvolta addirittura per comune e allo stato attuale non
esiste alcun progetto per il trattamento dei sintomi, che
viene demandato all'iniziativa dei singoli terapisti.
Possibili
cause
Navigando in rete ci si imbatte in una serie infinita di
siti, le informazioni sono spesso contraddittorie, anche
sull'origine della patologia. A partire dal
mercurio
contenuto nei
vaccini, all'accumulo di
metalli pesanti
nel
sangue, nel corso degli anni si sono moltiplicate decine di
ipotesi ma non è mai stato condotto uno studio che ne
dimostrasse la validità. La primissima teoria formulata da
un neuropsichiatra che poi si è suicidato infilando la testa
in un sacco di plastica, riconosceva nelle madri incapaci di
amare, le cosiddette
madri frigorifero
la causa
unica dell'insorgenza dei sintomi. Le ultime ricerche
condotte su cavie, hanno evidenziato che iniettando un gene
corrotto in un ratto sano, questo sviluppa un comportamento
autistico ma ci vorranno almeno dieci anni prima che si
passi alla sperimentazione sugli esseri umani. Dato
statistico: di autismo soffrono in misura molto maggiore i
maschi rispetto alle femmine 2 . C'è poi chi
sull'autismo ha creato un vero e proprio
business,
dai dietologi che promettono guarigioni miracolose
eliminando determinate
tipologie di alimenti
a chi si
offre di somministrare dei
"chelanti",
sostanze impiegate nelle terapie antiveleno per sequestrare
residui di metalli pesanti dal sangue. In alcuni casi le
diete hanno prodotto miglioramenti, in altri nessun
cambiamento. Nel primo caso attenzione, una dieta condotta
male porta a
gravi carenze organiche 3 ,
mentre con il trattamento di chelazione si rischia di
compromettere in modo irreversibile la funzionalità di
fegato e reni
se non eseguito correttamente.
Il vero problema nel riconoscimento e quindi
nelle terapie dei soggetti autistici, sta nella
variabilità di sintomi
con cui la
patologia si manifesta, tant'è che oggi non si parla più di
autismo ma di spettro
autistico, poiché il soggetto può manifestare da uno a più
sintomi caratteristici che sono l'isolamento, la
ripetitività e l'ossessività dei gesti, la mancanza di
relazione con gli altri fino al ritardo mentale e
all'autolesionismo.
I
problemi
a cui va incontro un soggetto autistico sono l'isolamento,
l'emarginazione e fino a qualche anno fa l'unica soluzione
praticabile per le famiglia era
rinchiudere i
figli negli istituti di contenzione. Oggi ci si orienta su
terapie comportamentali, cioè si riproducono in studio
situazioni della vita reale, in modo da renderle prevedibili
poiché l'unica caratteristica che accomuna tutti i soggetti
autistici, indipendentemente dalla gravità della loro
patologia è
l'incapacità
di affrontare le novità.
A tal proposito sono nate delle associazioni molto serie di
genitori che finanziano professionisti qualificati in grado
di praticare le terapie di cui sopra. Purtroppo l'esborso
mensile, paragonabile a un mutuo, non consente a tutta la
popolazione di fruire di tali aiuti e le proposte di legge
per accreditare questi centri sono ancora in stallo.
Quel che non viene contemplato né
sul territorio, quindi in forma gratuita, né a pagamento è
il supporto psicologico alle famiglie che vengono
letteralmente abbandonate a se stesse e spesso finiscono per
sfasciarsi tra dubbi, accuse e recriminazioni. Dove però si
rasenta il parossismo è a scuola.
Per poter frequentare un istituto pubblico è necessario
effettuare la richiesta dell’insegnante di sostegno,
mediante domanda all'asl del proprio comune. Nemmeno quando
mi sono laureata ho compilato così tanti moduli e tutto
questo per aver diritto a 10 ore (su 40 di frequenza
settimanale) di ausilio, perché si sa, ormai sono finiti i
soldi. Questo anno siamo stati fortunati, è arrivata
un’insegnante disponibile, paziente e davvero preparata ma
non è sempre stato così, spesso capitava che l’incarico
venisse affidato al primo professore libero in graduatoria
che magari non aveva alcuna competenza e mollava dopo una
settimana.
Quando Lorenzo entrò alla
scuola dell'infanzia, la prima insegnante titolare venne
nominata a novembre, dopo due mesi di frequenza. Si trattava
di una figura a tempo pieno, le cui ore venivano ripartite
anche su altri bambini o per coprire le malattie di
eventuali colleghe, che aveva accettato per rimanere in
graduatorie ma che non sapeva neanche cosa significasse
relazionarsi con un bambino autistico. Per Lorenzo fu un
trauma, non sopportava quella donna che cercava di parlargli
in modo assolutamente improponibile per lui, per fortuna si
aggiunsero altri due o tre casi da seguire e la loro
convivenza si ridusse a 8 ore settimanali. Fu in
quell’occasione che un genitore ci informò della possibilità
di chiedere un sostegno anche dal comune, un
professionista che avrebbe seguito il bambino nei momenti
non prettamente didattici (mensa, intervallo), andando così
a colmare le lacune lasciate dell’altra insegnante. In
questo caso la pratica è più snella, è sufficiente compilare
un solo modulo ma bisogna spicciarsi perché essendo pochi
gli insegnanti disponibili, vale la regola che chi primo
arriva, meglio si accomoda.
Nella migliore delle ipotesi
tuttavia la frequenza non sarà mai a tempo pieno e questo è
un fatto davvero paradossale: si parla tanto di soggetti
diversamente abili ma anziché incrementare gli aiuti, si
riduce il tempo a loro disposizione e ciò che è ancor più
incredibile è che nonostante tutto apprendano esattamente
come gli altri. Lorenzo che quest’anno ha cominciato la
prima elementare, legge e scrive come i suoi compagni, anzi
per certi versi è molto più avanti. Con le insegnanti si è
instaurata una collaborazione costante via mail, ci
scambiamo idee e suggerimenti , è un impegno continuo ma sta
dando I suoi frutti. Di tecnologie come ipad o audiovisivi
ancora da noi non se ne parla tuttavia Lorenzo pare
rispondere bene alle tecniche classiche d'insegnamento,
quelle adottate per i bambini normodotati. Sull'efficacia
dei supporti elettronici inoltre i pareri sono
discordi c'è chi li ha addirittura banditi poiché
isolerebbero dal mondo reale il soggetto che li impiega. In
conclusione, anche in ambito didattico l'approccio migliore
è quello calibrato sul singolo caso e sulle sue
potenzialità.
Per
favorire
l'integrazione
di Lorenzo nella nuova classe, l'istituto nella persona del
preside ha organizzato in collaborazione con l'associazione
che segue il nostro bambino, degli incontri
formativi
per le
insegnanti di sostegno e per i compagni accollandosi
l'intero costo del progetto. Attraverso giochi e disegni le
terapiste hanno spiegato ai bambini quale sia la "malattia"
di Lorenzo che oggi è diventato la mascotte della classe.
Scopo principale di questo progetto, nominato "l'amico
speciale" era di abbattere i pregiudizi ma anche di far
conoscere una patologia sempre più diffusa e sono stati
proprio I suoi compagni di classe a spiegare ai loro
genitori che Lorenzo non è un bambino cattivo ma solo un
bambino autistico.
Eppure tanti adulti ancora adesso
lo guardano con sospetto basti pensare che quando sono state
composte le classi c’è stato chi ha espressamente chiesto di
non mettere suo figlio insieme al mio.
Ai
genitori
che come me
vivono questa condizione posso solo consigliare di non
perdere la speranza e di non abbandonare i figli, i
miglioramenti spesso impercettibili si realizzano con un
lavoro costante. Di autismo
non si guarisce,
quindi diffidate di chi promette attraverso pratiche
pericolose risultati strabilianti. Non vergognatevi se
vostro figlio grida in pubblico, lo fanno anche i bambini
sani e non viziatelo troppo, prima di essere autistico resta
un bambino. Ma soprattutto imparate a sopravvivere voi per
primi, a guardare oltre il vostro problema, a
non
prendervela con il mondo intero e a considerare questo
"guaio" un' opportunità. Prima di Lorenzo avevo un
attitudine alla resa, non appena qualcosa girava storto,
tendevo a mollare il colpo,
questa storia mi
ha insegnato invece a lottare e a non abbassare mai la
guardia e oggi non ho più paura.
Chiara Milizia
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Grazie
Chiara per il tuo prezioso contributo!
1.
Per quanto riguarda la relazione tra
autismo e vaccini un
padre sostiene: "Per quanto riguarda le cause di questa
sindrome non scarterei la relazione autismo-vaccini,
avvalorata da molti medici nel mondo, ma non per la presenza
di mercurio usato come conservante, ma per altri motivi
inerenti il sistema immunitario. Di solito il richiamo delle
vaccinazioni si fa a 18 mesi, un'età in cui il sistema
immunitario del bimbo è generalmente fragile perché
l'immunità trasmessa dalla madre perde efficacia. In
generale possiamo dire che se il sistema immunitario è basso
i vaccini sono devastanti. Infatti, noi anche se i virus
contenuti nei vaccini sono attenuati, immettiamo una
malattia nei nostri figli. Se il sistema immunitario è basso
è possibile che i virus attenuati creino delle infezioni
croniche di solito intestinali, si annidano e provocano
malfunzionamenti a livello biochimico".
2
Autismo
Treviso Onlus
precisa sulle supposte cause dell'autismo che per essere
accettabile qualsiasi teoria sull'origine dell'autismo deve
poter spiegare scientificamente perché ne siano
colpiti i maschi in numero
molto maggiore rispetto alle femmine. Nessuna teoria che non
riesca a fornire questa spiegazione è accettabile. Non lo
sono per il momento, con tutta evidenza, tutte le teorie che
chiamano in causa vaccini, inquinamento, ecc. ecc.
3.
Un padre, Riccardo, il cui figlio ha ottenuto benefici da
una dieta alimentare, precisa: "Per quanto riguarda
la dieta, una dieta che escluda soia, glutine e caseina non
porta a gravi carenze organiche, precisa un padre: togliere
glutine, soia, caseina, glutammato, coloranti, conservanti e
tutte le porcherie che stanno mettendo da pochi decenni nel
cibo, che problemi può portare? Il glutine che consumiamo è
presente principalmente nel grano creso, OGM dal 1980 per
chi non lo sapesse. Ci sono moltissime alternative al
glutine. Si può vivere tranquillamente senza latticini,
anzi, gli stessi latticini sono spesso la causa di
moltissime malattie autoimmuni. Mio figlio non ha mai
consumato latticini, eppure i suoi livelli di calcio sono
assolutamente nella norma. Ricordo anche che lo stesso latte
vaccino, essendo un alimento acidificante, richiama il
calcio dalle ossa...".
4. Secondo
un rapporto del Censis del 2011, frequentano un centro
diurno il 50 per cento dei ragazzi autistici oltre i 20
anni, il 21,7 per cento sta a casa o in una residenza e solo
il 10 per cento ha un
lavoro. Il
punto su cui insistono i genitori è che questi ragazzi
potrebbero contribuire in qualche modo alla produzione, con
un lavoro adatto alle necessità individuali. Solo casi
specifici riescono a trovare sbocchi lavorativi adatti e non
è giusto che questo sia grazie all’intraprendenza delle
famiglie o alla sensibilità degli operatori e degli
imprenditori. La legge 328/2000 stabilisce la possibilità di
richiedere al Comune e alla Asl un progetto individuale per
l’integrazione delle persone disabili, ma questi diritti
esistono solo formalmente, di fatto le risposte che si
ottengono sono negative perché non ci sono obblighi di
seguire i casi di autismo oltre l'aspetto medico.
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