MANTOVA

VISITARE MANTOVA - INFORMAZIONI E GUIDA. Questa è una città protetta da laghi di rara bellezza, sito Unesco, ancorata a una architettura rinascimentale. La sua storia è legata alla famiglia Gonzaga che l'ha governata per 400 anni dall'inizio del XIV al XVIII secolo. Una famiglia che fece della città un centro del Rinascimento, commissionando palazzi imponenti e cementando il potere attraverso una politica matrimoniale con la famiglia d'Este di Ferrara. Gran parte della città di oggi è stata costruita a loro immagine.

 

Mantova è un luogo speciale, riflessivo e colto, dove potersi perdere insieme ai propri sogni e alle proprie speranze. "Mantua me genuit" diceva Virgilio (Mantova mi ha generato), e così come ha fatto per uno dei suoi figli prediletti ben oltre 2000 anni fa, la città ha generato e ancora oggi continua a generare vita e passioni. Viene subito in mente che fu qui che Vivaldi compose le sue Quattro Stagioni.

MantovaQuando la si visita per la prima volta si rimane sorpresi dalla sua grazia e sono ancora troppo pochi forse coloro che ne conoscono la bellezza e la suggestione. A camminare per le antiche strade e ad incontrare le osterie dipinte con quei tipici colori rinascimentali che vanno dal rosso all'ocra, sembra già che l'entusiasmo non veda l'ora di uscirti da dentro... e camminando, a passo lento, lo sguardo pare posarsi ora su quel panorama urbano, storico e sontuoso, e poi su quella natura lacustre così ricca di fascino che ti fa sentire orgoglioso di poterla ammirare.

MantovaMantova è capoluogo dell'omonima provincia e non è una grande città affollata (circa 50.000 abitanti). La sua posizione, sul letto ricurvo del fiume Mincio, che qui si allarga in una collana di romantici laghi, conferisce alla città una personalità elegante ed affascinante, con quel pizzico di dolce melanconia che solo alcuni luoghi sanno darti. La terra, resa fertile dai suoi corsi d'acqua (il fiume ed i tre laghi Superiore, di Mezzo ed Inferiore), è quella della pianura padana, la stessa che da secoli ha trainato l'economia del territorio con l'agricoltura e l'allevamento bovino, le industrie alimentari ed il commercio, e a cui si sono aggiunte nel tempo le industrie meccaniche, petrolchimiche e dell'abbigliamento.

L'itinerario urbano della città porta immediatamente a notare la proporzione delle sue dimensioni, gli spazi, le vie e le piazze circondate da chiese medievali, da palazzi rinascimentali... tutto sembra aver seguito un percorso storico ed architettonico di grande equilibrio. Un'armonia tale che pochi anni fa l'UNESCO ha deciso di dichiarare Mantova ed il vicino piccolo borgo rinascimentale di Sabbioneta come Patrimonio dell'intera Umanità "due principali forme urbanistiche del Rinascimento: la città di nuova fondazione, basata sul concetto di città ideale e la trasformazione di una città esistente" (Dichiarazione di Valore Universale Eccezionale, Comitato del Patrimonio Mondiale, Quebec City, Luglio 2008).

MantovaLa storia a Mantova ha da sempre giocato un ruolo fondamentale nel suo sviluppo, unita ad un territorio plasmato dalla natura e dalla mano creativa dell'uomo. Le sue radici si uniscono per similitudine a quelle di molte altre città italiane, fondate dagli Etruschi, abitate dai popoli della Gallia cisalpina (i Cenomani) e sviluppatesi sotto i Romani come colonie militari. Mantova inizia tuttavia a distinguersi per aver dato i natali a persone d'illustre cultura e potere, come Virgilio, uno dei più grandi poeti dell'Italia antica, o Matilde di Canossa, la Gran Contessa, una delle donne più potenti della storia medievale europea.

Palazzo ducale MantovaNel Medioevo e, successivamente, nel Rinascimento, Mantova diventa protagonista della storia e la sua unicità è tale da farsi apprezzare  oltre i suoi confini. Dopo essere stata parte nel VII secolo del dominio longobardo, nel X secolo la città sperimentò un primo riassetto urbanistico sotto la famiglia dei Canossa, che all'epoca di Matilde, nel 1076, era in possesso di un cosi vasto territorio da comprendere Lombardia, Toscana e la regione storica dell'Emilia e della Romagna. Fu con i Gonzaga che tuttavia ebbe inizio il periodo di secolare splendore, durato quasi trecento anni (1328-1627).

GonzagaLa rivolta capeggiata dai Gonzaga (una famiglia dalle umili origini contadine, il cui nome era Corradi e la cui provenienza era per l'appunto Gonzaga, un vicino borgo rurale), scacciò i Bonacolsi e Mantova diventò una delle principali corti rinascimentali d'Europa, capace di attirare artisti come Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti e diversi altri come. Il primo Gonzaga della dinastia mantovana fu Luigi (poi diventato Ludovico I), Capitano del Popolo della città ed in seguito nominato vicario imperiale del Sacro Romano Impero. Il feudo della ricca famiglia crebbe a dismisura tanto che poteva vantare vantaggiosi scambi finanziari e di potere con la Repubblica di Venezia e con il Papato.

MantovaCon il Concilio di Mantova nel 1459 venne decisa una nuova spedizione dei Crociati (poi risultata vana) questa volta contro i turchi dell'Impero Ottomano, che pochi anni prima si erano appropriati di Costantinopoli, l'odierna Istanbul. Ancora oggi è lo storico periodo dei Gonzaga a dare alla città le sue sembianze più preziose; la storia successiva di Mantova si perde nel tempo e nelle sfaccettature che furono tipiche dell'Impero austro-ungarico fino al 1866, anno in cui la città fu annessa al nuovo Regno d'Italia.

MantovaIl lato architettonico che più colpisce di Mantova è il numero di edifici in stile e le decorazioni artistiche in essi contenute.  Le piazze, aperte l'una sull'altra, creano una inusuale illusione che porta il visitatore a ritrovarsi lungo una serie di scenografiche opere prime: la Piazza Sordello, il fulcro della vita politica, religiosa ed artistica di Mantova; il Duomo di Mantova (Cattedrale di San Pietro) che circonda la piazza nella parte a nord-est e che si apprezza per lo straordinario stile Barocco-manierista della sua elegante facciata; il Palazzo Castiglioni ed il Palazzo Guerrieri, con quella tipica portanza medievale e che a guardarli in qualche vecchia foto degli anni '70 affiancati dalle vecchie Alfa Romeo o dalle Fiat fuori serie, viene voglia quasi di  entrarci dentro alle foto.

Interno del Duomo di MantovaNel frattempo, la vecchia Torre dell'Orologio offre costante i ritocchi del tempo, va in avanti ma anche indietro, a sfogliare i quattro secoli della storia dell'arte mantovana, custodita nel maestoso Palazzo ducale di Mantova, uno dei più belli di tutta Italia. Come non apprezzare, tra i tanti presenti, i dipinti di Rubens della Sala degli Arcieri, o gli affreschi del Pisanello nella Sala delle Sinopie, o ancora i cosiddetti appartamenti degli Arazzi, dei Nani, delle Metamorfosi, con rappresentazioni artistiche riferite al periodo classico?

Camera degli sposi affrescata da Mantegna nel castello di MantovaDal palazzo ducale al Castello di San Giorgio il passo è breve (sono praticamente attigui). La fortezza venne costruita nel XIV per ragioni urbanistiche e logistiche (a difesa della via di comunicazione tra i due laghi principali del Mincio) e si apprezza in particolare per una grande opera d'arte: la Camera degli Sposi (Camera picta) di Andrea Mantegna  che nel 1456 fu chiamato a corte da Ludovico Gonzaga detto il Turco, un ciclo di affreschi che ricopre tutte le pareti della sala e le volte del soffitto.

Per raggiungere quella che a nostro avviso è uno dei luoghi più rappresentativi e suggestivi dell'architettura mantovana, il Palazzo del Te, si attraversano le varie Chiesa di Santa Barbara (XVI secolo), Piazza delle Erbe, Palazzo del Podestà (che fu antica sede del Comune), Palazzo della Ragione (XIII secolo), Rotonda di San Lorenzo, in stile romanico ed ispirata al Santo Sepolcro di Gerusalemme, Casa del Mercante (XV secolo) e diversi altri edifici storici, come la Torre del Salaro (dove un tempo veniva immagazzinato il sale).

Palazzo Te MantovaFederico Gonzaga, figlio gaudente e raffinato di Isabella d'Este, fece costruire lo splendido Palazzo del Te, in stile manierista, come un rifugio dalla vita di corte. Come si entra nel cortile, si noterà subito lo scopo di tale architettura, quello di farsi ammirare ed di incuriosire. La posizione del palazzo a suo tempo, nel 1525, era quella di aperta campagna circondato dalle acque del lago e arricchito da un grande numero di opere d'arte: rappresentava il culmine della cultura rinascimentale a Mantova, quell'incontro tra natura e arte così fortemente voluto dai Gonzaga e qui rappresentato dal Manierismo italiano, corrente pittorica di transizione, postasi a cavallo tra l'arte del Rinascimento e l'arte Barocca in Italia. Avrete modo di ammirare le famose Sala dei Giganti e Sala della Psiche o la Sala dei Cavalli, affrescate da Giulio Romano, pittore e architetto del Rinascimento e del Manierismo italiano. Non si mancherà di certo la visita al Giardino Segreto e alla sua celebre grotta decorata.

Mentre ci lasciamo alle spalle la visita al bel Teatro Scientifico, edificato nel 1769 da Antonio Galli Bibiena, e la vista dell'elegante scalone del Palazzo Canossa, ci accingiamo ad assaporare i gusti ed i profumi della cucina mantovana, nota per le sue note raffinate. In abbondanza si prediligano la pasta a base di zucca (ottimi i tortelli di zucca), il pesce fresco dei laghi circostanti e i famosi risotti, visto che qui il riso viene coltivato sin da medioevo. Il connubio di questa gastronomia unisce tradizioni popolari e rurali ad una tipica cucina aristocratica di corte, arrivata fino a noi in modo unico e sapiente.

Tazio NuvolariAmanti di ValdaroVi lasciamo alla visita e agli approfondimenti su Mantova, con un ricordo particolare, quello di Tazio Nuvolari, il 'Mantovano volante', sperando che come lui si possa andare lontano, nelle ali de vento...a vagar tra natura, arte e storia; così come sembra abbiano fatto le due anime degli antichi amanti di Valdaro, due scheletri di ben oltre 6000 anni fa rinvenuti abbracciati durante alcuni lavori edili nel 2007 a pochi chilometri della città. Gli Amanti di Valdaro, talvolta chiamati anche amanti di Mantova, sono due  scheletri, un uomo e una donna, sono stati rinvenuti abbracciati, anche con gli arti inferiori, tra loro. Oggi dopo un'attesa che è sembrata infinita i due eterni innamorati si trovano al Museo Nazionale Archeologico di piazza Castello. Vederli è una emozione unica, due amanti un uomo e una donna, giovani, seppelliti insieme e rimasti abbracciati per seimila anni. Per vederli arrivano da tutto il mondo.

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