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Parma, alla piazza del potere religioso rappresentata da
Piazza del Duomo, si contrappone quella del potere politico:
la Piazza del Comune, attualmente Piazza Garibaldi
(o Piazza Grande) nella quale si insediò il Comune. Il
Palazzo del Comune che vediamo oggi, fu ricostruito nel '600
su progetto di Giovan Battista Magnani, con uno stile
simile al Palazzo Farnese di Piacenza, dopo che l'edificio
precedente, il Palazzo del Torello, era stato distrutto
dal crollo della torre civica, che fino ad allora era stata il
simbolo di Parma.
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Al primo piano del Palazzo del Comune troviamo la Sala del
Consiglio Comunale decorata da Cecrope Barilli e Girolamo
Magnani. Al piano terra si trovano i cosiddetti Portici del grano,
chiamati così poiché ospitavano un tempo (fino agli inizi del XX secolo) per
aver ospitato il mercato del grano. All'esterno, verso la piazza si trova la
stutua del più grande artista cittadino Correggio eseguita dallo
scultore Agostino Ferrarini (1870), nel lato opposto si trova invece
la statua di Ercole e Anteo dello scultore fiammingo T.
Vandersturck , opera molto amata dai parmigiani e da essi denominata "i
dö brasé".
All’epoca della nascita a Parma del potere comunale verificatasi alquanto
tardivamente rispetto ad altre città, il centro era ormai densamente
popolato. L’antico centro cittadino doveva essere, come in altre città
italiane, fittamente segnato dalle torri e dalle case fortificate delle più
potenti famiglie locali (andate distrutte durante le lotte intestine con i
"guasti" di cui ancora resta testimonianza nei toponimi come quello di
via dei Guasti di Santa Cecilia), per cui al nascente potere comunale non
rimaneva che occupare l’area libera del foro romano.
Piazza Garibaldi è in parte ubicata quindi in parte la dove si trovava
l'antico foro, che doveva poi in definitiva essere spostato verso est.
L’allargamento verso ovest e verso nord della piazza avvenne in epoca
medioevale (fine XIII secolo - inizio XIV secolo) con l’abbattimento di
quartieri densamente popolati. Lo dimostra anche il fatto che l’abside della
Chiesa di Sant'Andrea (via Cavestro), di struttura romanica,
ricostruita nel 1260 ed oggi trasformata in galleria d’arte, è rivolta verso
est, come pure quella della Chiesa di San Pietro Apostolo.
Nel XIV secolo i Visconti chiusero la piazza e la trasformarono in un
asserragliato e ben difeso complesso militare, dotato di merlatura e porte
che venivano chiuse durante la notte. Solo nel XVI secolo questa struttura,
detta eufemisticamente "Sta in pace", venne di nuovo aperta per essere
collegata in modo vitale al resto della città.
La lettura degli edifici medioevali, della loro struttura originaria e delle
loro funzioni non è facile e non trova tutti concordi nell’identificazione
dei vari edifici ricordati dai documenti e che vennero aggregandosi
velocemente in tempi abbastanza ravvicinati. Il Palazzo del Municipio, venne
porticato e tradotto in forme tardo-manieristiche dall’architetto
Giovanni Battista Magnani nel 1627-28, in occasione del matrimonio tra
Odoardo Farnese e Margherita de’ Medici, ristrutturando
l’antico Palazzo del Torello o Palazzo Vecchio, il primo
edificio municipale costruito nel XII secolo.
Al piano terreno si trovava un porticato sostenuto da colonne, al primo
piano si trovavano una loggia e alcune sale per riunioni. Il palazzo fu
fatto riedificare nel 1221 dal podestà Torello da Strada, di origine
pavese. In suo onore fu eretta una colonna con il torello scolpito in
pietra. Il simbolo araldico di questo podestà divenne anche lo stemma della
città.
Nel 1223 o nel 1224 si costruirono le scale dell’Arenga. Tra il Palazzo del
Torello e la scalinata dell’Arenga si trovava la torre civica superstite, in
parte, nel corpo che affianca a ovest il Municipio con un grande arco. La
torre, documentata dal 1246, era "sublime et altissima, quadrata in terra
e di otto facce verso la cima". Fu eretta nel 1470, su progetto
dell’architetto Fatuli, fino a raggiungere i 240 piedi di altezza,
cioè i 130 metri.
A partire dal 1538 l’enorme e decorativa struttura mostrò segni di
cedimento, ai quali si cercò, in vario modo, di porre riparo, ma senza
esito, finché nel 1606, durante i lavori di consolidamento delle fondamenta,
la torre crollò demolendo anche parte del palazzo comunale. A lungo questo
svettante monumento aveva costituito un simbolo caratteristico e
caratterizzante della città, per cui, ancora nel XVIII secolo, anche se,
nonostante i diversi progetti, non fu più ricostruito dopo il crollo, lo
troviamo rappresentato nelle vedute di Parma. Al ricordo di questa torre
dovette rifarsi anche Stendhal, nell’inventare la prigione di Fabrizio
Del Dongo nella
Certosa di
Parma. L’originale loggia dell’Arenga fu incorporata nel Palazzo del
Capitano del Popolo, ancor oggi merlato e iniziato intorno al 1240. La
facciata venne restaurata nel 1927. A est tra dove si trovava il Palazzo
del Torello si trova la Chiesa di San Vitale, che in origine
aveva la facciata rivolta verso la piazza, con un portico, c'era una piccola
torre, il Palazzo dei Notai, eretto tra il 1287 e il 1302, del quale
non rimangono tracce.
Di fronte al Palazzo del Torello fu costruito il Palazzo del Podestà
(oggi Palazzo Fainardi) che attualmente presenta forme medievali solo
sul fronte di via della Repubblica. In origine doveva avere quattro torri
angolari e la sua costruzione risale al 1240 circa. Nel 1246 fu costruito un
ballatoio sopraelevato per congiungerlo con il Palazzo del Torello. La serie
di trifore della facciata di Palazzo Fainardi si interrompe proprio dove
dovrebbe essere idealmente collocato il ballatoio. Il palazzo era merlato.
L’edificio fu poi usato come sede del giudice o uditore criminale, con le
aule del tribunale e la Sala del Curio, in cui venivano decapitati i
condannati; per questo il popolo chiamò l’edificio "Palazzo del tormento".
Fu privatizzato nel XVIII secolo.
L’ultimo grande edificio ad essere costruito nella Piazza del Comune fu il
Palazzo del Governatore, che ha mantenuto ancora il proprio nome. In
origine si trattava di due palazzi, eretti tra il 1283 e il 1285 e divisi da
una strada detta di San Marco, corrispondente all’attuale volto, sul quale
nel 1673 fu costruita una torre per unificare i due corpi, nei quali aveva
sede anche la Mercatura. L’edificio venne ristrutturato nel 1759
dall’architetto Petitot. Nell’angolo verso via Cavour si trova
incassato il prototipo del mattone di Parma.
Con il governo visconteo l’edificio divenne sede del governatore. L’edificio
sacro della piazza (anche se nei palazzi comunali vi era certamente una
cappella) era la Chiesa di San Vitale, ricordata già nel 972 e
trasformata, anche mutandone posizione, tra il 1651 e il 1658,
dall’architetto Cristoforo Rangoni detto Ficarelli. Il
santuario all’interno della chiesa fu progettato da Pietro Righini
(1683-1742). L’edificio conserva splendidi stucchi di Leonardo e Domenico
Reti, nonché dipinti, affreschi ed arredi del XVII e XVIII secolo, opera
dei più importanti maestri parmigiani dell’epoca. È tuttora di proprietà
comunale.
Dal 1716, allorché l’ingresso fu posto sulla piazza, acquistò rilievo la
Chiesa di San Pietro Apostolo La facciata fu realizzata nel 1760 su
disegno di Ennemond Petitot, che disegnò anche la parte attuata nel
1762 da Marc Yibert e gli stucchi modellati, nello stesso anno, da
Benigno Rossi.
Va ricordato infine che nel Palazzo Comunale, nell’atrio che precede la Sala
del Consiglio e in questa stessa sala vi sono alcuni importanti dipinti, tra
i quali le grandi tele di Ilario Spolverini che rappresentano scene
del Matrimonio e del viaggio nuziale di Elisabetta Farnese, sposa per
procura del re di Spagna Filippo V, dipinte tra il 1715 e il 1722. Vi
sono inoltre tele di Bernardino Gatti e di Agostino Carracci,
che dovrebbero costituire una parte significativa della progettata, ma non
ancora realizzata, Pinacoteca Comunale.