Sei
qui: Biografie
>
Vita di
Giuseppe Verdi - Biografia e opere. Tra i massimi operisti di tutti i tempi,
Giuseppe Verdi dominò la scena musicale dell'Ottocento italiano con
capolavori come Rigoletto, Il trovatore e Aida. Profondamente legato al
Risorgimento, diede un contributo fondamentale all'opera italiana,
innovandone lo stile compositivo e il linguaggio drammaturgico
Giuseppe Verdi
è stato uno dei più grandi compositori dell'Ottocento italiano,
legato in modo indelebile agli avvenimenti del suo periodo
storico. Viene in mente in particolare per quel suo Va,
pensiero, composizione che esprime più di ogni altra il
carattere dell'artista ma anche la storia dell'Italia di allora.
La sua composizione è considerata ancora oggi un unisono
universalistico al di sopra di qualsiasi epoca, come
scrissero e scrivono gli storici di ieri e di oggi.
|
|
E così è,
quando sentiamo il crescendo di voci dell'opera verdiana più
nota, "
Va, pensiero, sull'ali dorate... Oh mia patria sì
bella e perduta! Oh membranza sì cara e fatal!". Il
ricordo di Giuseppe Verdi oggi va ben oltre il grande
patrimonio musicale che ci ha lasciato; a lui ci si rapporta
come un vero e proprio 'padre' della patria, con quella
sua immagina così caratteristica: la folta barba, l'espressione
severa, gli occhi buoni, il grande capello a cilindro che spesso
portava. A Verdi va
riconosciuto l'entusiasmo verso quel movimento risorgimentale,
che avrebbe poi portato all'Unità d'Italia (egli fu
stimato rappresentante di questi ideali, tanto che, nonostante
l'innata riservatezza, fu eletto deputato della VIII legislatura
e senatore del neonato Regno d'Italia, tra il 1874 ed il 1901).
Giuseppe Fortunino Francesco
Verdi nasce il 10 ottobre 1813 a Le Roncole di Busseto (oggi Le Roncole Verdi),
un piccolo comune in provincia di
Parma, in un periodo in cui il
territorio si trovava sotto l'impero francese di Napoleone (alla
nascita verrà infatti registrato in francese, come Joseph Fortunin
François). Di semplici origini, padre oste e madre filatrice, riuscì a
sviluppare ben presto le doti per le quali diventerà successivamente famoso:
le sviluppa sin dalla tenera età, considerato che già a 6 anni risulta
essere stato allievo di Pietro Baistrocchi, l'organista del paese, e
che a soli 8 anni divenne egli stesso organista, a pagamento.
Nonostante
la giovane età, la dedizione per la musica lo portò ben presto ad una buona
esperienza musicale, pur continuando gli studi al ginnasio (dove fu iscritto
dai genitori nel 1823, a soli 10 anni). L'esperienza si sviluppò grazie agli
insegnamenti di Ferdinando Provesi, maestro di cappella della
Società Filarmonica di Bussetto. Lo stesso direttore della Filarmonica,
Antonio Barezzi, divenne suo mecenate e, più avanti nel tempo, suo
suocero. La passione per la musica del giovane Verdi fu tale che egli stesso
potè dichiarare come, dai 13 ai 18 anni, avesse scritto un così vasto
assortimento musicale da risultare quasi incredibile, tra concerti,
sinfonie, pezzi di musica sacra, serenate e cantate. Dopo il diploma
(avvenuta a 13 anni), compose una sinfonia ispirata al "
Il Barbiere di
Siviglia" di Rossini e divenne membro della Filarmonica.
In seguito
studiò a
Milano con una borsa di studio ed un sussidio del Barrezzi, ma non
fu ammesso al Conservatorio. Su suggerimento del violinista
Alessandro Rolla, gli fu comunque possibile studiare privatamente con
Vincenzo Lavigna, già professore di solfeggio del Conservatorio e
maestro al cembalo della Scala. In fatto di musica, a 16 anni compiuti,
Verdi non aveva più niente da imparare (come dichiarò lo stesso Provesi, suo
insegnante di sempre). A Milano, Verdi divenne nel frattempo un assiduo
frequentatore del Teatro della Scala, dove ebbe modo di conoscere la
'gente che conta' della società milanese di allora, tra cui Pietro
Massini (direttore della Società Filarmonica di Milano). Fu così che,
entrato ormai nel giro, riuscì a dirigere alcuni pezzi strumentali come
Maestro al Cembalo e alla Società Filarmonica, già diretta dal Massini.
Conosciuta
Margherita Barezzi (figlia del suo mecenate), alla quale insegnava
canto, Verdi celebra con la stessa matrimonio il 4 maggio 1836 (Verdi aveva
allora 23 anni, Margherita 22). I due si trasferirono ben presto a Milano,
in una modesta abitazione del quartiere di Porta Ticinese. Nel 1838, Verdi
firmò un contratto con la Edizioni musicali Ricordi, esordendo alla
Scala nel 1839 con l'Oberto, Conte di San Bonifacio. Nel 1840, la
26enne giovane moglie morì di encefalite, fatto che porto il Verdi ad un
periodo di grave sconforto, tanto che più tardi dichiarerà di aver pensato
di abbandonare la composizione. Poco oltre un anno dalla morte di
Margherita, vide la luce il Nabucco, opera lirica che decretò il
successo di Verdi. L'opera venne presentata al Teatro alla Scala di Milano
alla presenza di
Gaetano
Donizetti.
L'operato
di Verdi proseguì di successo in successo e non solo a Milano. Si presentò
al Teatro La Fenice di Venezia nel 1844 con l'Ernani, al
Teatro Argentina di Roma sempre nel 1844 con I due Foscari,
nuovamente alla Scala nel 1845 con Giovanna d'Arco, al Teatro San
Carlo di Napoli nel 1845 con l'Alzira, e in molte altre piazze
europee e internazionali, come New York e Buenos Aires. La carriera si
arricchiva di un successo dietro l'altro, senza lasciare spazio ad altro:
come dirà lo stesso Verdi, «Dal Nabucco in poi non ho avuto, si può dire,
un'ora di quiete. Sedici anni di galera!»
Tempo dopo
la scomparsa della prima moglie, Verdi iniziò a frequentare Giuseppina
Strepponi, uno dei più ricercati soprani italiani dell'epoca, che
già aveva recitato alla prima dell'Oberto, rimpiazzando l'allora cantante
principale. La Strepponi interpretò le opere più famose di Verdi, compreso
il Nabucco nel 1842, nei panni di Abigaille, e da lì a breve la relazione
tra i due si fece sempre più intensa, fino al 1847 quando di fatto
iniziarono una relazione sentimentale più stabile, che durò per ben 50 anni
(in quell'anno la Strepponi aveva già lasciato le scene per dei problemi
alla voce).
E proprio a
Parigi, dove nel frattempo si era trasferita la Strepponi, e
sempre nel 1847, Verdi ricevette incarico all'Opéra, con i Vespri
siciliani, per l'inaugurazione dell'allora Expo, e dopo aver prestato
qualche tempo prima il suo talento a
Londra e precisamente al Her Majesty's Theatre di Haymarket.
A Londra il Verdi conobbe Mazzini, e dietro suo suggerimento compone l'inno
Suona la tromba, su versi di Goffredo Mameli. Nel periodo Verdi fu
insignito della Legion d'Onore.
Verdi
rientrò a Milano subito dopo aver ricevuto notizia delle Cinque giornate
di Milano (18-22 marzo 184u8),
arrivando in città il 5 aprile, felice degli eventi preludio
dell'indipendenza italiana. D'altronde uno come Verdi s'incastrava
perfettamente nel contesto risorgimentale italiano: il melodramma
diventava senz'altro uno dei mezzi più efficaci per far conoscere le nuove
idee di libertà, indipendenza e patriottismo e non si può negare che quelle
verdiane avessero tutte una forte componente patriottica.
In occasione del
centenario della morte di Verdi, si disse: "Se l'Italia divenne una sola
nazione lo si deve anche a lui e alla forza del suo linguaggio musicale"
(presidente della Repubblica C.A. Ciampi). A tale proposito viene ricordata
la comunicazione epistolare che nel periodo Verdi fece all'amico Piave, il
21 aprile 1848: "L'ora è suonata, siine pur persuaso, della liberazione.
É il popolo che la vuole... e quando il popolo la vuole, non vi è nessun
potere assoluto che può opporre resistenza! ".
Il
Rigoletto, il Trovatore e la Traviata, presentata al
Teatro La Fenice nel 1853, furono prodotte intorno alla metà del XIX secolo.
Nel 1859 Verdi sposò Giuseppina Strepponi e essa andò ad abitare nel
Piacentino, in una tenuta di Villanova sull'Arda, non molto lontano
da Bussetto, dove si dedicò a tutt'altre attività (sicuramente l'arte, la
politica, ma anche l'agricoltura). Nel periodo, fu eletto consigliere di
giunta della provincia di Piacenza, senza abbandonare la sua attiva
principale. Nel 1861, Verdi fu eletto deputato nel primo Parlamento
dell’Italia Unita presenziato da
Cavour e stanziatosi a
Torino (18 febbraio 1861 - 7
settembre 1865). Nel 1874 compone la Messa da Requiem in memoria di
Alessandro Manzoni, anche lui tra i grandi protagonisti del
Risorgimento. Certo è che gli ideali repubblicani, e prima ancora,
rivoluzionari, andarono man mano indebolendosi e tra i nomi che più tardi
passeranno alla causa monarchica non si può sicuramente escludere quello di
Giuseppe Verdi. Nel 1874 divenne senatore del Regno d'Italia, carica
che conserverà fino alla morte. Non smise mai di produrre musica: Aida
(1871), Otello (1887), Falstaff (1893) tra gli altri. Nel 1888
Verdi fece realizzare un ospedale attrezzato per la popolazione locale, non
lontano dalla sua tenuta di Villanova sull'Arda.
Giuseppe
Verdi morì a Milano il 27 gennaio 1901, qualche anno dopo l'amata
consorte. Nel 1899, poco prima della sua scomparsa, volle istituire a Milano
l'Opera Pia Casa di Riposo per i Musicisti, meglio conosciuta come
Casa Verdi, sita in piazza Buonarroti 29, per assicurare una vita
dignitosa agli artisti che avessero potuto trovarsi in difficoltà economica.
Le sue spoglia sono conservate in questa dimora, insieme a quelle di
Giuseppina Strepponi.
"Delle
mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a
Milano
per accogliervi i vecchi
artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero
da giovani la virtù del
risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita!
Credimi,
amico, quella Casa è veramente l’opera mia più bella."
(Giuseppe
Verdi in una lettera all’amico Giulio Monteverde)
Vedere anche:
Ritratto di Giuseppe Verdi di Giovanni
Boldini
Torna su
Ostelli Parma
Ostelli Italia
Auberges de Jeunesse Italie
Hotel Parma
Carte Parme
Karte von Parma
Mapa Parma
Map of Parma
Carte Emilie Romagne Karte von Emilia Romagna Mapa Emilia Romaña Map of Emilia Romagna
Carte d'Italie
Karte von Italien
Mapa Italia
Map of Italy
|