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Storia dell'Inghilterra per ragazzi
- Charles Dickens
Tutti
conoscono
Charles Dickens, uno dei massimi letterati inglesi di tutti i tempi, scrittore e
giornalista dell'Età vittoriana e autore di numerosi libri tra i più
letti al mondo. Tra i suoi scritti c'è un libro però che rimane a tutt'oggi poco conosciuto (se non del tutto sconosciuto) al grande pubblico: A Child's History of England, in pratica, la Storia dell'Inghilterra per
ragazzi, avvenimenti e personaggi in un
periodo compreso tra il 50 a.C. e l'anno 1689, e terminato con un capitolo
breve che riassume le vicende da allora e fino all'avvento al trono della regina Vittoria.
Sconosciuto si, eppure siamo di fronte ad una delle sue opere più intense,
sicuramente lunghe (come di consueto) e così ricca di dettagli da diventare
un vero e proprio manuale di storia. Il libro in questione non ha al
momento una vera e propria analisi critica, e quella fino ad oggi
conosciuta è riferita al suo tempo, che giudica lo scritto come debole e
semplicistico. Così si è ritenuto. Sicuramente oggi, seppur con una
scrittura lontana dall'attuale moderna ritmica, riaffiora un libro da
rivalutare, perché incredibilmente veritiero, seppur condito dei soliti
toni satirici 'dickensiani'.
Il motivo della scarsa attenzione nei riguardi dell'opera va forse ricercato
nelle idee politiche o religiose dell'autore, o semplicemente nelle simpatie
o antipatie da lui espresse nei confronti dei personaggi storici descritti.
Dopotutto nel suo lavoro diviso in tre volumi si è lasciato andare a più di
una presa di posizione. Forse potrebbe semplicemente trattarsi di una
questione di mode. D'altra parte, come per gli altri romanzi di Dickens,
che hanno trattano di questioni sociali più contemporanee, come la povertà
urbana e il sistema legale britannico, la differente considerazione da
parte del suo pubblico può essere semplicemente considerata una questione
di gusto, che va a ridurre di gran lunga “l'apprezzamento? per le
innumerevoli decapitazioni che si sono succedute lungo i secoli all'ombra
della
Torre di Londra. Si capisce inoltre che questa è un'opera diversa dalle altre, anche per
il fatto che non è stata scritta di pugno dallo stesso autore. Viene
confermato infatti – da una sua stessa lettera – che Dickens abbia dettato
lo scritto "mentre camminava per la stanza" a sua cognata Georgina.
L'opera, pubblicata nel 1852, e dedicata ai suoi "cari figli",
e si evince sia stata scritta proprio per loro, e per tutti gli altri
ragazzi, affinché "essi" – piano piano – possano interessarsi all'argomento
ed entusiasmarsi alla lettura della storia della loro terra, l'Inghilterra,
appassionandosi così tanto delle nozioni apprese, da rendere appetibili
altre pubblicazioni 'migliori' (come dice) sull'argomento. Da questo
s'intravede come Dickens abbia potuto scrivere l'opera per offrire una
possibilità educativa ai bambini e ai giovani appartenenti alle classi più
povere (e questo si evince anche da come lo scrittore sia sempre stato
coinvolto in progetti di beneficenza). Ricordiamo inoltre che i personaggi
di Dickens, nella sua generica narrazione, sono spesso bambini e ragazzi: tra tutti David Copperfield o Oliver Twist. Sicuramente, considerata la
sua difficile infanzia, il grande narratore inglese non ha inventato
nessuna delle disavventure occorse ai giovanissimi personaggi delle sue
storie. E si rafforza la sua intenzione di utilizzare anche questo libro
per risvegliare nei suoi giovani lettori un interesse per la storia,
impedendo allo stesso tempo al libro di essere un noioso riciclaggio di
fatti ed eventi storici come quelli proposti da altri scrittori.
Oggi incuriosisce e fa riflettere l'opinione espressa, a suo tempo, su Enrico VIII, il re dei re, sicuramente quello più conosciuto dagli
amanti della storia inglese. Dickens dichiara di come la sua fama sia stata
favorita da alcuni scrittori di credo protestante, in quanto a lui si deve
l'inizio dell'anglicanesimo e della Riforma in Gran Bretagna; allo stesso tempo non
si risparmia nell'esprimere quanto questo re sia stato in verità il più
intollerante di tutti, “una vergogna per la natura umana? e una
macchia infame per la storia dell'Inghilterra. Un re, in poche parole,
ridotto ad un mostro da Dickens. La sua opinione ugualmente espressa sul
tema della Dissoluzione dei monasteri in Inghilterra non è da meno,
nonostante questi siano, come scrive “
stipati di monaci pigri e indolenti... adulatori di immagini che
pretendevano essere miracolosamente mosse dal cielo; frammenti di
immondizia chiamati Reliquie, adorati dalle persone ignoranti
?. Eppure, allo stesso tempo critica pesantemente la barbara punizione da
parte del re nei confronti di monaci buoni e delle 'preziose' biblioteche e
dei pezzi d'arte ivi custoditi, ritenendola una “grande ingiustizia
?. Forse furono questi giudizi a proporre una scusa a chi ne ha criticato o
in assoluto ignorato l'opera.
Crediamo che il resoconto di Dickens della storia inglese (così
frequentemente intrecciata con quella francese), così come da lui
rappresentata, nella lunghezza temporale che le è propria, non sia affatto
distorta, come affermato dalle poche analisi espresse in passato. In
realtà, le sue considerazioni incuriosiscono e permettono al lettore di
cogliere la vena umoristica espressa da Dickens nella composizione.
D'altronde Dickens è anche maestro di ironia e satira: indimenticabili le
bizzarre caricature del Circolo di Pickwick. E dopo tutto, la vera
grandezza di Dickens sta nell'attualità della sua linea narrativa e nell'adattamento riflessivo che deriva dalla
modernità del soggetto rappresentato. Accade questo nella lunga storia di
avvenimenti raccontati, realmente accaduti e con personaggi realmente
esistiti. A noi tutti presentati dal passato per essere analizzati e
giudicati nel presente. Quasi come un monito.
Articolo di
Masamo Era per Informagiovani Italia
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