Storia di Porto Venere

Storia di Porto Venere

Un nucleo abitato chiamato Portus Veneris sembra sia esistito quando i Romani fondarono la città di Luni (177 a.C). Certamente il nucleo è menzionato come un approdo costiera nel 161 a.C noto con il nome di itinerarium maritimum imperatoris Antonini Augusti. La tradizione vuole che il nome della città derivi da un tempio pagano dedicato a Venere Ericina situato sulla punta del promontorio esattamente dove ora si trova la Chiesa di San Pietro.

Gli eventi del luogo fin dall'inizio del cristianesimo, che ha visto le isole del Tino e del Tinetto diventare importanti luoghi monastici, sono storicamente ben più documentati. Infatti, nelle due piccole isole ci sono alcuni resti cospicui di opere religiose: su Tinetto alcune rovine di una chiesa risalente al X secolo e  Tino alcune strutture monastiche dei secoli XI e XV, come l'antica abbazia di San Venerio, eremita nato in quel luogo.

I monaci lasciarono le due isole alla fine del XV secolo per trasferirsi al Monastero delle Grazie. Porto Venere in seguito divenne un centro fortificato bizantino e base navale della loro flotta, che fu conquistata e distrutta da Rotari re dei longobardi nel 641-43.

 

I pochi reperti romani, consistenti in alcune murature rinvenute sotto il piazzale Spallanzani, si rifanno all'assorto periodo cristiano-monastico dei monaci di san Colombano, con l'antica chiesa di San Pietro della diocesi di Luni. Tra i secoli VIII e XI fu oggetto di ripetuti assalti dei pirati saraceni e normanni.


I signori di Vezzano che entrarono in possesso del feudo lo cedettero  a Genova 1139, che già nel 1113, come testimoniamo alcuni documenti, aveva edificato un castello quadrangolare  sulla punta meridionale del promontorio dell'Arpaia, a fianco della primitiva chiesa di San Pietro; sempre nello stesso periodo venne costruita la chiesa di San Lorenzo e il borgo nuovo (castrum novum). Le mura vennero poi costruite nel 1161 per racchidere entrambi i borghi, vecchio e nuovo, ed è infine nel 1162 che fu sancito formalmente il passaggio delle due chiese sotto la giurisdizione del vescovo di Genova, confermando di fatto il completo dominio genovese.

Nel XV secolo, fu respinto un assalto degli Aragonesi nel 1494. Da quel periodo in poi venne meno il dualismo tra i due borghi; il borgo vecchio fu distrutto lasciando libero lo spazio che ancora oggi si può osservare tra il borgo nuovo e la chiesa di San Pietro. Sempre al dominio di Genova si devono le successive fortificazioni nel territorio di Porto Venere: la batteria di San Francesco e il Forte di Sant'Ambrogio e, nei pressi della Palmaria, della fortezza di Torre Scola nel 1606.

Con la dominazione napoleonica il territorio rientrò dal 2 dicembre nel Dipartimento del Golfo di Venere, con La Spezia capoluogo, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, il territorio di Porto Venere rientrò nel VII cantone, come capoluogo, della Giurisdizione di Golfo di Venere e dal 1803 centro principale del III cantone del Golfo di Venere. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento degli Appennini. È in questa fase storica che, nel 1812, venne realizzata la strada litoranea, denominata "Strada napoleonica" in onore dell'imperatore francese e oggi conosciuta come provinciale 530, che ancora oggi collega il centro marinaro con La Spezia passando per i paesi di Fezzano, Le Grazie e Terizzo.

Nel 1815 Porto Venere fu inglobato nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel I mandamento di Spezia del Circondario di Levante facente parte della provincia di Genova prima e, con l'istituzione nel 1923, della provincia della Spezia poi.

Apprezzata località di villeggiatura di fine Ottocento e inizio Novecento - venne visitata tra gli altri Lord George Gordon Byron . È anche per questo che la zona è molto popolare tra i turisti anglo-sassoni. In ogni caso il borgo è diventato una metà turistica di punta del panorama spezzino e ligure.

Nel 1998 ha ottenuto per i suoi beni architettonici e naturalistici l'ingresso nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità tutelati dall'Unesco - assieme ai Rolli di Genova e al suo centro storico gli unici due beni inseriti per la Liguria - e dal 2001 sede dell'omonimo parco naturale regionale.

 

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