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Nuove professioni Internet 2.0:
spazio anche per ruoli "umanistici"
Internet si sta diffondendo sempre di
più in Italia tra categorie di persone nuove e per utilizzi
nuovi, anche grazie alla possibilità di accesso da cellulari e smartphone a costi sempre più contenuti: qual è la ricaduta
in termini occupazionali di questo cambiamento? Chi lavora
con il web è storicamente una persona con formazione tecnica o
comunque uno "smanettone", ma adesso che Internet sta diventando
di primaria importanza in più ambiti, si aprono spazi per
professionalità più legate al campo umanistico. Professionisti
che operano non solo sulla struttura o sulla grafica dei
siti ma anche sulle comunità di utenti che vi stanno intorno,
sui social network, sulla creazione e selezione di contenuti,
sulla reputazione del marchio o del nome su Internet, sulla
pubblicità mirata ed adattata a seconda dei diversi canali
online.
Altri ruoli che stanno acquistando importanza stanno a
metà tra una figura tecnica ed una più umanistica: esperti di
usabilità, di SEO per il posizionamento ottimale sui motori di
ricerca e di dati di navigazione per conoscere meglio gli utenti
del proprio sito e scovare i suoi problemi a partire dai loro
comportamenti.
Con la diffusione di Internet su scala sempre più
ampia anche in Italia ed il suo utilizzo per una molteplicità di scopi da parte
di pubbliche amministrazioni ed aziende private, dai servizi online al cittadino
ad all’utilizzo sempre in crescita dell’e-commerce, si stanno creando queste
opportunità lavorative e figure professionali nuove oltre a quelle
tradizionalmente legate a Internet e riservate prevalentemente a programmatori,
grafici, webmaster e così via. |
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I
numeri ci dicono che nel nostro Paese ormai il 62% della popolazione (circa
36 milioni di persone) si collega ad Internet, anche se le potenzialità di
crescita sono ancora molte, dato che sono solo 14 milioni gli Italiani che
usano la rete in modo assiduo e continuativo e che la media europea è del
68%. C’è
inoltre da registrare la crescente diffusione del web 2.0,
ossia quello dei blog, dei social network, di Youtube, Wikipedia
e simili, che rende l’utente non più solo un fruitore passivo di
contenuti, ma gli dà la possibilità di creare e condividere
facilmente contenuti di ogni tipo (testi, foto, video ecc.) e di
creare delle comunità legate da interessi o altri fattori che le
accomunano e di interagire con molteplici strumenti, sia
attraverso il PC che in mobilità con cellulari e smartphone.
Per questi motivi, tra le nuove
professioni ci sono figure che sono legate non solo alle
discipline tecnico/informatiche, ma vanno acquisendo sempre più
rilevanza i ruoli che stanno in mezzo tra il tecnico e
l’umanistico, soprattutto quando si va a toccare il web 2.0,
sfruttato da molte aziende per creare un canale di comunicazione
diretto con i propri clienti effettivi e potenziali, per creare
e fidelizzare delle comunità di appassionati utilizzatori del
prodotto o servizio che si propone, per fare branding,
ossia far conoscere e poi consolidare sempre di più il proprio
marchio attraverso iniziative di vario genere che prevedano un
ruolo attivo da parte degli utenti (scrivere una storia, fare un
video ecc).
In
passato una singola figura professionale tendeva a
svolgere più attività diverse, spesso senza avere una base
teorica sufficientemente approfondita di ognuna, a causa di un
livello di sviluppo più limitato del web e conseguentemente di
investimenti meno consistenti nel settore. Ad esempio, un
webmaster spesso si trovava a gestire struttura e grafica del
sito, a progettarlo seguendo le normative di usabilità (rendere
facile per gli utenti il raggiungimento degli scopi per cui il
sito è stato costruito) ed accessibilità (rendere il sito
usufruibile da tutti i tipi di studenti indipendentemente dalla
dotazione tecnologica, incluso gli apparecchi a disposizione
delle persone portatrici di diversi tipi di disabilità).
Ovviamente parlando di contesti di
piccole e spesso anche medie dimensioni, questa situazione non è
cambiata più di tanto, ma nell’ambito di aziende ed enti di più
grandi dimensioni, con una diffusione più ampia di Internet si
arriva ad una richiesta di specializzazione molto più mirata
per le professionalità che operano nel mondo del web, quindi si
richiede restringere il campo di azione ma approfondire molto di
più ogni singolo aspetto tra quelli ritenuti cruciali per il
buon funzionamento di un prodotto o di un servizio online.
Chiaramente, questo discorso vale
soprattutto per quelle realtà che operano prevalentemente su
Internet, o per cui la rete stessa è un canale cruciale del loro
operato: e-commerce di ogni tipo, pubbliche amministrazioni che
offrono servizi online, aziende che offrono prodotti e servizi
digitali e così via. Sono ancora una minoranza i casi in cui
questi nuovi professionisti sono assunti e lavorano all’interno
dell’azienda o dell’ente: spesso sono liberi professionisti o
lavorano presso agenzie specializzate che offrono consulenze
esterne, ma con il tempo la situazione potrebbe cambiare. Queste
stesse agenzie in passato tendevano ad offrire ai clienti un
pacchetto completo (realizzazione di siti dalla progettazione
alla programmazione fino alla grafica, gestione dei contenuti,
posizionamento sui motori di ricerca, realizzazione di campagne
pubblicitarie online e gestione della presenza sui social
network), mentre oggi ci si specializza solo su alcune di queste
aree perché ciascuno di questi elementi ha acquisito
un’importanza cruciale e di conseguenza serve un livello di
specializzazione maggiore su ognuna di esse.
Queste sono alcune delle nuove
professioni che stanno trovando spazio grazie a questo
cambiamento:
-
Specialista SEO (search
engine optimization, ossia ottimizzazione per i motori di
ricerca): quello dell’esperto di posizionamento sui motori è
un ruolo a metà tra il tecnico (si lavora sui codici di
programmazione per ottimizzare ) e l’umanistico (occorre
lavorare anche sui contenuti, sul modo di scrivere e
sull’organizzazione degli stessi) ed il suo scopo è rendere
il sito il più visibile possibile online, tenendosi
aggiornato sulle dinamiche di funzionamento in particolare
di Google (che sono segrete, quindi non è agevole
districarsi tra le migliaia di pareri reperibili online) in
modo da adeguare per quanto possibile il sito in base ad
esse.
-
Esperto di usabilità web:
valuta, sia nella fase di progettazione iniziale sia in una
fase di verifica successiva, quanto un sito sia facile da
utilizzare ed efficace per le categorie di utenti per cui è
pensato, lavorando su una serie di requisiti che variano a
seconda del tipo di sito e del suo scopo, oltre che su test
concreti di vario tipo con campioni rappresentativi di
utenti reali. Il suo ruolo è fondamentale per guidare sia i
tecnici nella costruzione di un’architettura del sito
facilmente comprensibile per chi lo utilizzerà, sia i
produttori di contenuti, in modo che nel loro lavoro
conoscano nel dettaglio quali sono le esigenze e gli scopi
delle varie categorie di utenti che avranno. Spesso questo
ruolo era impersonificato dal webmaster stesso, ma per
svolgerlo in modo approfondito servono anche nozioni di
psicologia, ergonomia, linguistica.
-
Analista di dati web:
studia la miriade di dati di accesso ai siti web, li
interpreta e valuta il comportamento di diversi tipi di
utenti (ad esempio, provenienza geografica e tipo di
dispositivo utilizzato per navigare). In base a questo,
identifica ciò che va e ciò che non va in un sito e di
conseguenza individua le criticità e dà suggerimenti su cosa
cambiare e come. Studia strumenti come Google Analytics ma
può anche, insieme ai programmatori, creare strumenti che
tracciano ad esempio i percorsi di navigazione all’interno
del proprio sito di ogni singolo utente.
-
Community manager: attrae
gli utenti verso una comunità o uno spazio creato attorno a
un prodotto o servizio e li rende partecipi ed attivi con
varie strategie: concorsi, iniziative particolari che
sfruttano multimedialità e il web 2.0. Ad esempio, si chiede
agli utenti di raccontare la loro esperienza di utilizzo di
un prodotto con un video, un racconto testuale, delle
fotografie in cambio di premi, materiale promozionale,
sconti o quant’altro serva a fidelizzare il cliente ed a
farlo sentire partecipe. Lavora molto sul lato emozionale
delle persone: un prodotto non si consuma e basta, ma ci si
identifica con le emozioni che esso dà a noi o ci si
confronta con quelle degli altri. Sui social network,
interagisce direttamente con gli utenti, dando valore ai
loro contributi, gestendo nel miglior modo critiche,
suggerimenti e così via.
-
Web editor: crea contenuti
di diverso tipo (testi, audio, video), adattandoli alle
caratteristiche dei diversi media o delle diverse forme
espressive (lavorando sulla multimedialità). Allo stesso
tempo, può lavorare sulla cross-medialità, ossia creare
sistemi complessi di contenuti che utilizzano
contemporaneamente diversi mezzi di comunicazione online
sfruttando peculiarità e vantaggi di ciascuno di essi, ad
esempio inserendo in una stessa pagina un testo, delle foto,
un video, un’animazione, con ognuno di questi elementi dà
all’utente un’informazione diversa e di tipo diverso. Deve
essere attento a filtrare le fonti e cercare di creare
contenuti che ispirino un dibattito all’interno della
comunità di utenti destinatari.
-
Pubbliche relazioni digitali:
sviluppa e gestisce relazioni e contatti utilizzando gli
strumenti che il web, soprattutto il 2.0, mette a
disposizione. Sa muoversi tra ogni tipo di comunità online
sapendo sfruttare il canale giusto e le sue diverse
peculiarità (blog, Facebook, Twitter) per ogni scopo, ma
allo stesso tempo cura le stesse relazioni anche offline,
visto che per coltivare contatti e crearne nuovi resta
fondamentale il rapporto personale: solo quando si conosce
dal vivo un contatto si trasforma in una relazione.
-
Advertiser: creatore di
nuove strategie di pubblicità e promozione sfruttando
diversi canali e mezzi di comunicazione, integrando tra di
loro questi canali, sia online che offline. Ad esempio, un
advertiser può voler sfruttare le potenzialità degli
smartphone (che sono collegati costantemente in Internet e
dispongono di GPS), ad esempio facendo apparire ad una
persona che si trova all’interno di un negozio una
pubblicità mirata che gli offre una particolare promozione
da utilizzare al momento all’interno dello stesso punto
vendita.
-
e-reputation manager:
monitora e si occupa di curare la reputazione online di un
marchio o un prodotto, fungendo da termometro di quello che
la rete scrive, recensisce, discute al proposito. La sua
funzione è cruciale dato che le macchine, per quanto
soggette a miglioramenti su ogni aspetto, non saranno mai in
grado di comprendere le sfumature di linguaggio o di
contestualizzare al modo giusto dei discorsi come può fare
un essere umano. Allo stesso modo, deve saper tessere
relazioni con opinion leader e fonti influenti nel mondo del
web (blogger, opinionisti di settore) ed in grado di
valutare l’attendibilità e filtrare le fonti nella sua
attività di monitoraggio del web. Spesso questa figura è
utilizzata anche durante le campagne elettorali, all’interno
di progetti di comunicazione politica.
-
Curatore dei contenuti:
cerca e seleziona notizie e spunti online, li filtra per poi
riproporli in maniera elaborata e critica a seconda dei
propri scopi ogni volta. Non si tratta di prendere contenuti
e condividerli così come stanno, bensì di sfruttare in modo
consapevole determinate fonti online di tipo diverso (usando
anche il web 2.0) e far valere le sue capacità di selezione,
revisione e sintesi ed allo stesso tempo di PR digitali, per
avere un rapporto diretto con le fonti e creare tra di esse
ed i loro autori un network di relazioni.
Essendo come sempre in divenire,
Internet lascia spazio alla creatività ed all’inventiva di
ognuno, quindi quelle sopra descritte non possono che essere
alcune delle professionalità che probabilmente si affermeranno
sempre più con la diffusione del web e della cultura digitale,
ma non vogliono essere una lista esaustiva o chiusa, c’è
sempre spazio per inventarsi un nuovo progetto che può
diventare una vera e propria professione.
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