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Protocolli dei Savi di Sion - Esempio di
Patacca storica
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A volte
la maldicenza, la diceria, il sentito dire, sono modi nefasti per
attaccare qualcuno, far credere alle persone o alla pubblica opinione,
qualcosa di non vero, per mettere in cattiva luce, per provocare una
reazione negativa verso la vittima stessa della maldicenza, della falsa
diceria. I cosiddetti "Protocolli dei Savi di Sion" possono
essere considerati come uno degli esempi più grandi e nefasti di
maldicenza e patacca storica contro un intero popolo. Essi hanno sempre
cercato, manipolando la parte più ignorante dell'opinione
pubblica, di giustificare in qualche modo (o tentare di farlo),
l'ingiustificabile: il razzismo, l'odio e il pregiudizio (insieme a vari crimini che questi sentimenti hanno sempre
provocato e provocano ancora oggi in termini di violenze, uccisioni e
lo sterminio di interi popoli. |
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Il
libro "I Protocolli dei Savi Anziani di Sion" apparso in Russia nei
primi anni del Novecento descriveva il piano di conquista del mondo da
parte della comunità ebraica, che si sarebbe dovuto realizzare
attraverso il controllo dei punti nevralgici delle moderne società
occidentali, quali la finanza, la stampa, l’economia, gli eserciti
militari, la morale e la cultura. Questi testi presupponevano e davano
per certa l'esistenza di un piano politico segreto di grandi vecchi
ebrei e massoni, che prospettavano un regno a venire, che si sarebbe
affermato in tutto il mondo tramite anche l'usura e la manipolazione di
denaro, etichette e pregiudizi che tornano all'infinito.
Nonostante la palese falsità di questi scritti, appurata subito dopo la
loro uscita in innumerevoli sedi, ci sono sempre stati coloro a cui la
verità non è mai interessata. I "Protocolli" andarono a ruba nell'Italia
fascista e nella Germania nazista, dove tanta gente cercava
di zittire la propria coscienza accettando l'abominio giornaliero cui erano
sottoposti gli ebrei. Chiunque volesse attaccare il popolo ebraico per
un motivo o per un altro, da destra e da sinistra, tirava fuori,
omettendone la falsità, questi scritti. Ancora oggi razzisti e fanatici
religiosi di diverso credo pubblicano i Protocolli cercando di
instillare nei loro lettori qualche il dell'odio. Se provate a cercare
sui motori di ricerca vedrete che tanti siti hanno pubblicato
integralmente questa patacca storica, senza il minimo commento sulla
sua totale falsità.
I
"Protocolli" apparvero, come detto, per la prima volta all'inizio del
'900 in Russia in forma di documento segreto nel quale si leggeva
di un piano di cospirazione ebraica che aveva l'obiettivo di
impadronirsi del mondo. Già nel 1903 fu appurata la natura
di falso dei documenti; nel 1921, il Times di
Londra dimostrò che il testo
era frutto di un collage di opere di satira politica precedente, che
nulla avevano a che fare con gli ebrei, in particolare il pamphlet antinapoleonico del
1864 intitolato Dialogue aux enfers entre Machiavel et Montesquieu
(Dialoghi agli inferi tra Machiavelli e Montesquieu) scritto dal
satirista Maurice Joly (quest'ultimo era stato ispirato a sua volta
da un romanzo di
Eugène Sue, I misteri del popolo, nel quale il ruolo di
cospiratori era affidato ai Gesuiti). Nel 1868 l'ex impiegato
delle poste tedesco antisemita Hermann Goedsche, pubblica con lo
pseudonimo di Sir John Retcliffe un'opera dal titolo Biarritz,
nel quale riprende i dialoghi antinapoleonici di Joly e in cui immagina
che i rappresentanti delle 12 tribù di Israele si incontrino ogni 100
anni per organizzare il loro piano di conquista del mondo. Quest'ultima
trovata si rifà a un episodio narrato nel libro di Alexander Dumas
dedicato al Conte di Cagliostro, Giuseppe Balsamo, dove
si racconta di una cospirazione messa in atto dal conte per impossessarsi
di una collana di diamanti. Questi furono gli ingredienti dei
Protocolli. Un minestrone di letteratura di vario genere e di dubbia
qualità.
Lo zar
Nicola II, ultimo zar di Russia, che venne ucciso durante la Rivoluzione
d'Ottobre
insieme alla sua famiglia, scrisse nel 1905 a margine della sua copia
dei "Protocolli":
«
Con che precisione eseguono il loro programma!" » Riferito agli
ebrei.
« La
rivoluzione del 1905 fu chiaramente orchestrata dai Savi Anziani di
Sion!" »
«
L'impronta della mano distruttrice degli Ebrei è visibile ovunque" »
I
"Protocolli" dalla Russia, attraverso i "Bianchi" antirivoluzionari si
diffusero in Inghilterra e poi in America. Henry Ford, uno
dei simboli dell'industria automobilistica mondiale finanziò la
pubblicazione di 500.000 copie del libello e fino al 1927 pubblicò una
serie di articoli antisemiti sul Dearborn Independent, un
giornale da lui controllato. Nel 1921 citava i Protocolli come una prova
della minaccia ebraica, ma nel 1927, tuttavia, Ford ritrattò le sue
pubblicazioni e si scusò, sostenendo di essere stato ingannato dai suoi
assistenti. Ritrattò giusto in tempo perché, prima il Times nel
1921, e poi un documentato libro dal titolo "History of a Lie"
(Storia di una bugia) di Herman Bernstein, fecero piena luce sulla
falsità storica dei Protocolli.
Nonostante
le numerose prove
inconfutabili, tuttavia i Protocolli continuarono a circolare e ad essere citati
dagli antisemiti come attendibili. Così fece il nazismo, che li
usò a piene mani per la sua propaganda. Hitler scrisse nel
Mein Kampf:
«Fino a che punto l'intera esistenza di questo popolo sia fondata sulla
menzogna continua è incomparabilmente mostrato dai Protocolli dei Savi
di Sion... »
I
Protocolli divennero parte dello sforzo propagandistico del Nazismo di
giustificare la persecuzione degli ebrei e divennero anche una lettura
obbligatoria per gli studenti tedeschi. In Germania, dopo la Prima
Guerra Mondiale, furono usati per spiegare tutti i disastri che
avevano afflitto il paese: la sconfitta nella guerra, la fame,
l'inflazione devastante.
In
Italia i Protocolli vennero pubblicati per la prima volta nel 1921, ma
la loro massima diffusione si ebbe a partire dal 1937, all'epoca della
promulgazione delle leggi razziali fasciste, grazie all'edizione italiana
(ristampata più volte in pochi anni) curata da Giovanni Preziosi
con un saggio introduttivo di Julius Evola. Quest'ultimo, pur
ritenendo palese che i Protocolli fossero un falso storico, sosteneva
tuttavia che le idee e i pensieri in essi esposti stavano piano piano
verificandosi e trovavano riscontri negli avvenimenti della storia
contemporanea (?!).
Oggi i
Protocolli vengono ritenuti autentici per motivi di opportunità
propagandistica da un gran numero di regimi e di leader arabi e
musulmani del Medio Oriente. Ma anche nel resto del mondo il "Fango
storico", ogni tanto riappare. Per
esempio, la catena americana di supermercati Wal-Mart è stata
criticata per aver venduto i Protocolli dei savi di Sion sul suo
sito web con una descrizione che ne suggeriva la possibile veridicità.
Furono ritirati dalla vendita nel settembre 2004, in seguito a proteste.
Per ulteriori informazioni ascoltate il
podcast dedicato all'argomento dalla bravissima Enrica Salvatori
di History Cast
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