Sei qui:
Assisi: cosa vedere >
Basilica di
San Francesco ad Assisi
La
Basilica di San Francesco, è un capolavoro
assoluto di arte medievale iscritto dal 2000 nella
lista dei Patrimoni dell'Umanità tutelati dall'UNESCO.
Fu costruita appena fuori dalle mura cittadine a
partire dal 17 luglio 1228 quando fu posta la prima
pietra, 2 anni dopo la morte del santo. La
consacrazione avvenne nel 1253. È di una tale
ricchezza artistica e visiva che diventa qualcuno in
passato, nonostante la sua bellezza, lo ha
considerato indecente in rapporto allo spirito di
povertà predicato da San Francesco. |
|
Una delle sue particolarità è che consiste di due chiese,
una sopra l'altra, in cima ad una roccia: un grande
monumento concepito come esaltazione della figura del santo
e dei messaggi della sua filosofia. La ricchezza della
chiesa portò alle proteste di alcune frange ortodosse
dell'ordine francescano che era contro questa glorificazione
personale che era in aperta opposizione ai precetti di
Francesco. Fra Elia, vicario dell'ordine, trovò la soluzione
nella forma di una doppia chiesa: la parte inferiore,
costruita intorno alla cripta sacra, ricorda la temperanza
del santo, mentre la parte superiore era destinata alla
celebrazione delle funzioni religiose.
Storia della
costruzione del complesso della Basilica di San Francesco e del Sacro
Convento
Alla morte di
San Francesco, avvenuta presso la Porziuncola il 3
ottobre 1226 (dove ora si trova la Basilica di Santa Maria degli
Angeli), la salma venne trasportata dalla cappella tra i boschi
nella valle alla Chiesa di San Giorgio (dove ora si trova la
Basilica di Santa Chiara) nell’immediata periferia di Assisi,
per scongiurare eventuali tentativi di furto da parte dei rivali
perugini.
La terra dedicata al monastero fu donata alla chiesa il 29 marzo
1228 da un certo Simone Pucciarello, un cittadino devoto
di Francesco, e si trova a ovest del centro storico di Assisi,
fuori dalle mura della città, su un promontorio roccioso del
Monte Subasio. Fu lì che Francesco chiese di essere seppellito.
Questa collina era conosciuta come "Colle dell’Inferno",
in quanto vi si trovano le forche per eseguire le pene capitali.
Quando si verificavano epidemie il colle diventava una sorta di
lebbrosario. Qui Francesco, subito dopo la sua conversione si
ritirava in meditazione. Oggi è chiamata "Collina del
paradiso".
Il 29 aprile
papa Gregorio IX annunciava di voler edificare una "specialis
ecclesia", una chiesa speciale, che fungesse insieme da tomba
del santo e da casa madre dell'ordine dei frati minori,
concedendo indulgenze a coloro che avessero contribuito alla sua
costruzione. Fra’ Elia da Cortona ebbe l'incarico di raccogliere
offerte in denaro per la costruzione della chiesa e di un
convento per i religiosi, quello che oggi si chiama Sacro
Convento.
Gregorio pose la prima pietra della basilica e del convento il 17 luglio
1228, il giorno dopo la canonizzazione di San Francesco. Gli storici
concordano sul fatto che il complesso fu completato in 11 anni, entro il
1239.
Nelle intenzioni originarie, l’edificio doveva presentare un aspetto assai
semplice, ispirato agli ideali pauperistici del primo Francescanesimo, che
doveva basarsi cioè solo sugli insegnamenti e sugli esempi di povertà e
umiltà Gesù, che predicavano altruismo e una vita modesta. Ma non andò
proprio così. San Francesco era già un santo molto conosciuto e con
numerosissimi devoti, per cui le donazioni per la costruzione della chiesa
arrivarono altrettanto numerose e importanti. I lavori furono eseguiti molto
speditamente se si tiene conto che alcune grandi chiese furono costruite in
decenni se non i secoli, tanto che già il 25 maggio del 1230 la salma del
Santo, poté essere collocata in una cella appositamente costruita sotto
l'altare maggiore.
La parte già
costruita venne trasformata in un’enorme cripta che, per la
natura scoscesa del sito, servì da basamento ad una seconda
chiesa che fu ad un tempo aula monastica, chiesa della
predicazione e cappella papale. La primitiva copertura a
capriate venne sostituita da massicce volte a crociera, con
grossi costoloni ispirati alle forme del Romanico lombardo,
sotto lo sguardo vigile di fra’ Elia, al quale le fonti
francescane assegnano il merito della costruzione, almeno nella
fase iniziale.
Fra' Elia divenne Generale dell'Ordine Francescano nel 1232. Prevalse quindi
la sua linea, poco ortodossa rispetto allo spirito di Francesco, che a molti
confratelli apparve subito "ambiziosa" e materialista, di fare del monumento
che si stava costruendo una prova tangibile dell'enorme diffusione del
Francescanesimo (anche in aperta concorrenza con i domenicani). Come tutte
le grandi chiese mai costruite dovevano essere un segno inequivocabile della
potenza di dio e dei suoi vicari sulla terra. La domanda che tutti si fanno
a questo punto è: San Francesco avrebbe voluto una tale maestosità? A voi la
risposta.
Quando Elia da Cortona cadde in disgrazia, scomunicato da Gregorio IX nel
1240 per l’amicizia che lo legava all’imperatore Federico II, salì
alla testa dell’Ordine il suo avversario e accusatore, l’inglese Aimone
da Faversham. Probabilmente quest'ultimo chiamò ad Assisi maestranze
straniere, che determinarono l’adozione di forme più slanciate ed eleganti,
nella luminosa aula della chiesa superiore, confrontabili con esempi del
gotico angioino (vedere come esempio di questo stile in Italia la Chiesa di
Santa Maria dell'Incoronata a Napoli). Ancora oggi non si conoscono i nomi
degli architetti autori del progetto della Basilica di San Francesco e del
Sacro Convento. Giorgio Vasari fa il nome di un certo, Lapo o
Iacopo Todesco (autore a
Firenze
del
Palazzo
del Bargello) e padre di Arnolfo di Cambio.
La storiografia ottocentesca di lingua
tedesca indica in un ruolo di primo piano nel progetto il frate francescano
Filippo da Campello, che sembra però essere stato amministratore
della fabbrica piuttosto che architetto. La tradizione ne fece il successore
di frate Elia nella direzione dei lavori del complesso della basilica di
Assisi. Gli furono attribuite, per ragioni stilistiche, anche la Basilica
di Santa Chiara di Assisi, la Chiesa di San Francesco a Gualdo Tadino
e a
Terni
e quella di San Simone a Spoleto.
C'è anche un’altra ipotesi che vede
protagonista un’altro architetto, il maestro Paolo Luprandi (che
probabilmente ha lavorato agli ordini di Filippo da Campello), citato come
testimone in un documento del maggio 1239; un’altra ipotesi infine
identifica l’architetto della basilica superiore in fra’ Giovanni da
Penna, che nel 1238 costruiva l’acquedotto per portare acqua al
convento. La costruzione fu condotta a termine nell’arco di un ventennio.
Doveva essere già ultimata nel 1253, quando Innocenzo IV ne consacrava
solennemente gli altari, e incaricava Filippo da Campello di provvedere alla
decorazione utilizzando le elemosine lasciate dai pellegrini.
La Basilica
di San Francesco di Assisi si erge su quello che durante il
medioevo viene chiamato il "colle dell’inferno", ovvero
il luogo dove si svolgevano le esecuzioni pubbliche; fu qui che
Francesco, scelse di essere
sepolto e fu sempre qui che Papa Gregorio IX decise di
realizzare, grazie soprattutto al frate francescano Elia
che diresse i lavori, la chiesa del Poverello – come
venne
ribattezzato Francesco – che divenne immediatamente il
simbolo dell’amore e della pace.
La basilica è formata da due
chiese sovrapposte entrambe realizzate nel XIII secolo e
impiegando la pietra rosa del monte Subasio; mentre la
Basilica Inferiore è in stile romanico e contiene la cripta
che ospita le spoglie del santo, la Basilica Superiore
venne realizzata in stile gotico; risalente allo stesso periodo,
ma costruito in stile romanico-gotico è invece il campanile
all’interno del quale ben quattrocento anni più tardi venne
realizzata una sacrestia segreta dove custodire le reliquie di
San Francesco.
La costruzione della doppia chiesa fu
pensata per svolgere una duplice funzione: la prima come cripta
monumentale destinata ai pellegrini e alla venerazione delle
reliquie del santo, la seconda come aula monastica dedicata alla
preghiera e come cappella papale. Le due chiese sono collegate
tra loro per mezzo di una scala collocata nel transetto di
sinistra. La chiesa rappresenta proprio l’espressione del
passaggio dalla civiltà bizantino-romanica a quella italiana.
La facciata esterna segue
lo stile gotico della regione ed è semplice; al centro spicca
l'elegante rosone. Ma è l'interno della chiesa ad impressionare
maggiormente. Alla
realizzazione della Basilica di San Francesco di
Assisi contribuiscono i più grandi artisti di quel periodo
come Cimabue, Giotto, Lorenzetti, Simone Martini, Giovanni di
Bonino, e questo solo per citarne alcuni.
Bellissime le
decorazioni realizzate da Giotto nella chiesa superiore,
si tratta di affreschi che illustrano la vita di San
Francesco; in essi l’artista riesce in maniera impeccabile a
sintetizzare il messaggio del santo, ovvero: semplicità e
rispetto per ogni creatura vivente, amore e fratellanza tra le
creature di ogni genere e l’uomo, ricerca dell’armonia del corpo
e dello spirito come strumento per raggiungere pace e gioia.
Sempre nella chiesa superiore si trova il presbiterio affrescato
da Cimabue, mentre la navata è decorata con Storie del
Vecchio e Nuovo Testamento. A custodire grandi tesori è
anche la Basilica Inferiore dove si trova la Cappella
della Maddalena affrescata ancora da Giotto, la
Passione di Cristo del Lorenzetti e diverse opere del
Cimabue.
Alla Basilica Inferiore
si accede dalla piazza. Rispetto alla Basilica Superiore
appare scura e schiacciata; l’effetto è tutt’altro che causale,
la prima infatti invita alla meditazione e alla penitenza, la
seconda invece alla gioia, dunque i due edifici insieme servono
a rappresentare la doppia caratteristica della vita dell’uomo,
ovvero: solo attraverso il sacrificio si può raggiungere la
perfetta letizia, la perfetta gioia. Nei quattro angoli della
volta della chiesa inferiore sono rappresentate le figure
allegoriche della santità raggiunta da Francesco, sarebbe
a dire: l’obbedienza, la castità e la povertà.
Nella
Vela dell’Obbedienza l’obbedienza, appunto, è raffigurata
nell’atto di imporre il silenzio – con un dito vicino alla bocca
-, essa è assistita dalla Prudenza raffigurata con un
doppio volto, e dall’Umiltà ritratta come una ragazza
bellissima. La Vela della Povertà rappresenta invece lo
sposalizio tra il fraticello Francesco e la Povertà,
nella scena sono presenti Gesù che benedice le nozze, la
Speranza che offre l’anello e la Carità, che
accompagnandosi alla prima e alla Fede, porta in dono il
proprio cuore. La Vela della Castità rappresenta un
piccolo tempietto all’interno del quale si è ritirata
volontariamente la Castità - raffigurata con il volto di
donna -, a difesa della quale si schierano sia la Purezza
sia la Fortezza. Nell’ultima vela della volta si trova la
Gloria di Francesco dove il frate è rappresentato seduto
in trono tra gli angeli.
La Basilica
Superiore esternamente richiama il gotico francese, mentre
all’interno si caratterizza per la presenza di una sola navata a
quattro campate con transetto e abside poligonale. Nella parte
superiore si trova un ballatoio che sale sopra il portale sotto il
rosone. Al centro della chiesa si trova l’altare e nelle vele sopra
di esso sono rappresentati i quattro evangelisti Matteo,
Marco, Luca e Giovanni quali propagatori del messaggio di
Gesù. Quest'ultima opera è stata realizzata dal Cimabue, come
pure la Crocefissione nella parete di destra. Attribuiti
a Giotto sono invece i quattro dottori della Chiesa
Geronimo, Agostino, Gregorio e Ambrogio che trovano
posto nella prima campata.
Nel complesso
basilicale si trova anche il Museo del Tesoro che
custodisce reliquiari, manoscritti, paramenti sacri e opere
risalenti al XIII secolo.
Nel
settembre del 1997 un tremendo e violento terremoto si abbatté
sulla città e anche la basilica venne fortemente danneggiata con
il crollo di alcune parti e la morte di ben quattro persone.
Prontamente partirono i lavori di restauro che restituirono la
basilica ai fedeli e ai pellegrini appena due anni dopo.
Purtroppo non fu possibile recuperare tutto il materiale
perduto, ma si è trattato in ogni caso di un’opera di
ricostruzione veloce e importante tanto che l’operazione è stata
ribattezzata con il nome di "cantiere dell’utopia" per le oltre
sessantamila ore di lavoro impiegate e per un costo di oltre
trentasette milioni di euro.
San
Bonaventura, teologo francescano autore dell’opera
Vita di san Francesco - che secondo alcune fonti storiche
sarebbe stato utilizzato da Giotto come spunto per
realizzare le scene degli affreschi di Assisi -, lo
definisce il banditore di pace proprio perché la pace è
il tema a lui più caro, la costante di ogni predica e saluto, in
conclusione afferma che Francesco è un uomo della pace, e
ciò è anche quello che rappresenta la sua tomba, ovvero un luogo
in cui uomini smarritisi per le vie del mondo possono ritrovare
la tanto ricercata pace. Dinnanzi all’umile mausoleo del
Poverello arde la lampada votiva realizzata dall’architetto
fiorentino Ugo Tarchi, si tratta di una lampada
alimentata dall’olio che ogni anno viene donato da una diversa
regione italiana in occasione del 4 ottobre, giorno della festa
del santo; sulla lampada solo una incisione del verso del sommo
poeta Dante Alighieri: "Non è che di suo lume un
raggio".
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
Dove si trova?
Ostelli
Acquisgrana
Ostelli Germania
Hotel Aquisgrana
Hotel Germania
Carte d'Allemagne
Karte von Deutschland Mapa Alemania Map of Germany
Carte
Aachen
Karte von Aachen
Mapa
Aachen Map of Aachen |