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Cosa
mangiare a San Gimignano - Piatti tipici a San Gimignano
San Gimignano, lo sappiamo, è uno dei borghi più
visitati e conosciuti in Toscana. Scrigno di
capolavori d'arte medievale e rinascimentale unici al mondo,
maestosa località anche conosciuta un tempo con il nome di “Città
dalle 100 torri?. Questa bella e piccola località
della provincia di Siena si scopre ricca anche di
altre suggestioni, come quelle legate ai
prodotti eno-gastronomici,
che andiamo a scoprire leggendo di seguito.
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Vernaccia, olio e zafferano a
San Gimignano. Sono questi i tre prodotti
tipici della cucina di San Gimignano. Ingredienti
sappientemente usati un tempo, dal Medioevo e Rinascimento.
La
Vernaccia di San Gimignano
è un vino bianco secco e corposo e dal tratto amaragnolo,
dal tipico colore giallo paglierino, dorato quando
invecchiata, frutto della tradizione locale e il primo vino
italiano ad aver ricevuto la denominazione DOC nel 1966
(Docg dal 1993, cioè con l'aggiunta non solo della
denominazione Controllata, ma anche Garantita). Quella che i
latini chiamavano 'vernaculum', e cioè vino del
posto, ma che probabilmente deriva da un territorio poco
lontano, affacciato sul mare, e cioè
Vernazza, nelle
Cinque Terre, ed ha origini molto antiche: ne
parlava anche Dante, il sommo poeta fiorentino, nell
sua Divina Commedia (Purg. XXIV,19-24). A San
Gimignano alcuni documenti storici riportano di un inizio
produzione già nel XIII secolo, con un commercio
fiorente e redditizio, così come quello di un'altra località
della costa ligure,
Corniglia, sempre nelle Cinque Terre, ma
anche di un vitigno lombardo – Cellatica – e
calabrese (Santo Noceto). Quella di San Gimignano era
comunque così nota, che risulta documentata la richiesta di
“una tassa di tre soldi? per ogni somma di Vernaccia
esportata fuori dal Comune.
In molti nella storia hanno apprezzato le qualità della
Vernaccia di San Gimignano, personaggi come Cecco
Angiolieri, Boccaccio e tanti altri. Nel 1427 nel
territorio di
Firenze il prezzo della Vernaccia
sangimignanese arrivava a 3,90 fiorini. Il primo produttore
storico risulterebbe un tale Vieri de' Bardi. Anche
nel Rinascimento, il vino di San Gimignano
risultava tra i preferiti di Lorenzo il Magnifico, le
cui richieste di approvvigionamento sono documentate. E,
come documentato e riportato dal Consorzio della
Vernaccia DOCG di San Gimignano, anche Ludovico il
Moro, signore di
Milano, nel 1487 'pretese' dal Comune ben 200
fiaschi di Vernaccia da consumarsi durante il matrimonio
di un Visconti con Isabella, figlia del re di Napoli.
Oltretutto, lo stesso Consiglio Comunale di San Gimignano un
decennio prima ebbe a istituire due assaggiatori ufficiali a
certificare le migliori caratteristiche del buon vino dolce,
che infatti arrivava fino alle cantine papali a Roma.
La Vernaccia rallegrava i banchetti di tutta Italia nell'epoca
rinascimentale, ne è chiara dimostrazione anche l'opera che
ci ha lasciato
Giorgio Vasari (Allegoria di San
Gimignano e Colle Val d'Elsa) a
Palazzo Vecchio (Piazza della Signoria), nel
Salone de' Cinquecento, a Firenze, dove si
nota un giovane bacco con i grappoli del celebre vino “che
beve la vernaccia di quel luogo?.
Il vitigno Vernaccia San Gimignano è esclusivo della
zona, altri vitigni sono autorizzati a concorrere alla
produzione solo con rigide restrizioni (per esempio quelli
Sauvigno e Riesling nella misura del 10%, ma non altri come
il Moscato bianco o la Malvasia di Candia). Il tipico
abbinamento è con piatti a base di pesce e crostacei,
ad antipasti leggeri e primi piatti (come le zuppe, tra cui
la ben nota Ribollita toscana), ma anche con verdure e
formaggi.
Certo è che a San Gimignano da secoli si produce vino rosso
e non solo bianca Vernaccia. A questo si affianca anche la
produzione di Vinsanto: le prime testimonianze di
questo vino risalgono al 1348, e cioè a quando venne
documentato nel senese il tentativo da parte di un frate
francescano di placare i sintomi nefasti della peste proprio
con l'utilizzo di questo tipo di vino, dolce; tanta fu la
convinzione delle sue proprietà miracolose che prese il nome
che oggi conosciamo. Ma questa è solo una delle leggende
legate alle origini del vinsanto, che oggi conosciamo anche
per accompagnarsi spesso ai famosi biscotti Cantucci
toscani, oppure, come accade in Umbria, ad
altri tipi di biscotti, di solito pasquali. La produzione di
vino rosso nel territorio di San Gimignano in effetti è
sempre stata superiore a quella del bianco, come affermato
dal consorzio di tutela dei vini del territorio, e così fu
anche durante il periodo medievale e rinascimentale, con la
produzione del vino ‘vermiglio', un rosso corposo a
quei tempi già molto stimato.
Altro prodotto tipico, sicuramente non secondario, è lo
Zafferano di San Gimignano.
Prodotto conosciuto sin dall'antichità, oggi a denominazione
di origine protetta. Lo zafferano è estratto dalla pianta
del Crocus sativus, così come prodotto nel territorio
del comune di San Gimignano. Pianta prodigiosa secondo la
tradizione, la cui produzione locale e commercializzazione è
molto bene documentata a San Gimignano sin dalla fine del
Duecento. All'epoca risultavano infatti numerose le le
famiglie arricchitesi con lo zafferano, le stesse che poi
ebbero ad innalzare le famose
Torri di San Gimignano a testimonianza del
proprio prestigio. L'esportazione poi avveniva in tutta
Europa e nel vicino Mediterraneo orientale, grazie alle
vicine
città marinare italiane. Si noti che lo
zafferano non costituiva a quei tempi solo prodotto
gastronomico, ma il suo utilizzo era vario: veniva per
esempio usato nella tintura di tessuti e della lana,
secondo precise disposizioni e regolamenti comunali; nel
Trecento sono documentati anche gli usi in ambito medico
e farmacopeo, vedi quelli custoditi nella
Spezieria di Santa Fina di San Gimignano; lo
zafferano veniva infine anche usato nella pittura,
immaginiamo quindi l'utilizzo nelle varie botteghe della
scuola senese e di quella fiorentina che hanno arricchito lo
scenario del piccolo borgo e di cui oggi l'Italia va tanto
fiera; non ultimo, l'utilizzo culinario dello
zafferano a San Gimignano è testimoniato sin dal 1228,
quando una delibera dell'epoca del consiglio comunale ci
permette di conoscere il piatto consumato dall'allora
podestà Gregorio (uno chapone, una ghallina et quatuor
fercolis carnium porchi et in ovis et pipere et croco...
quest'ultimo comunemente noto come zafferano).
Anche l'Olio Extra
Vergine d'Oliva di San Gimignano è una eccellenza
locale, prodotto da aziende del territorio. Gli ettari
coltivati ad oliveto sono più di 800 e le varietà più
coltivate sono il moraiolo, il frantoiano, il leccino. Tra
le aziende di San Gimignano produttrici di Olio Extra
Vergine d'Oliva
si visitino quelle situate vicino alle vigne di Casale,
frazione di San Gimignano, produtrici di olio Laudemio
(fruttato), o quelle Falchini, ambedue oli
consigliabili a crudo sulle classiche zuppe toscane,
dalla Ribollita alla Zuppa di Farro, alla
tipica Pappa al pomodoro e fino ad una semplice
bruschetta di pane abbrustolito (rigorosamente pane
"sciocco" toscano) e con una spuntatina d'aglio. Tra le
aziende di Olio toscano IGP troviamo l'Azienda
agricola Le Fornaci (in via Dante 2), Fattoria
Pancole (medesima località), il Frantoio Valdelsano
(in località Le Buche), Casa Lucii (via Santa Maria),
dove trovare tutti i prodotti più tipici, dall'olio allo
zafferano ai vini, inclusa la vernaccia. Non mancano alla
vendita anche prodotti tipici come salumi, formaggi e miele,
che troverete in abbondanza nei vari negozi di souvenir
sparsi in tutto il centro storico.
Tra gli altri prodotti, non mancano i salumi come il
prosciutto toscano DOP, che infatti viene prodotto per
la maggioranza nel territorio del comune di San Gimignano
(ottimo servito con pane tipico toscano, sciocco, cioè non
salato); il salame toscano è anch'esso riconoscibile
dal tipico taglio al lardello in pezzi grossi; la
finocchiona, così chiamata per la presenza dei semi di
finocchio nella carne, e che bene si accompagna ad un buon
bicchiere di vernaccia. Troviamo poi la soprassata,
aromatizzata con scorza di limone, pepe, noce moscata, sale;
il buristo, una sorta di salame tipo sanguinaccio; e
poi ancora, i salsiccioli, la cinta senese e
tanto altro, inclusi i formaggi, pecorino in
particolare, da quello fresco a quello stagionato.
Ecco quindi cosa aspettarsi dal
menù tipico di un ristorante di San Gimignano.
Tra gli antipasti potreste scegliere i taglieri di
affettati e formaggi, di solito serviti con bruschette (da
non perdere quella al lardo di colonnata), uno sformatino
allo zafferano, se non quello di ricotta con zucchine,
oppure un tortino alle melanzane; tra i primi piatti,
si scelga tra un risotto con carciofi, mascarpone e
zafferano, tagliatelle al cinghiale, zuppe a non finire,
pasta ai tartufi o ai funghi porcini, i classici pici alla
boscaiola. Tra i secondi piatti, non mancate il
cinghiale alla vernaccia (a meno che non siate vegetariani),
oppure il coniglio alla vernaccia, o ancora, il maiale allo
zafferano, o magari una classica bistecca fiorentina. Gli
ossobuchi in umido resta uno dei piatti preferiti, cucinati
con pomodorini freschi, così come la trippa alla
fiorentina o il baccalà alla fiorentina, nella versione
mare. Ottimi anche i vari petto di pollo agli spinaci e gli
involtini di vitello ai carciofi. Tra i dolci
consigliamo un semplice zuccotto di pan di spagna allo
zafferano (preparato con panna fresca e macedonia di canditi
con cioccolato fondente e zafferano di San Gimignano).
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