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Che Guevara. La vita, le lotte e il controverso lascito del
rivoluzionario e guerrigliero argentino che ha militato con
Castro per i diritti dei popoli oppressi in America Latina
diventando un'icona politica globale.
Ernesto
"che" Guevara (Ernesto Guevara Lynch) celebre leader rivoluzionario, nacque a Rosario
(per caso) nella provincia di Santa
Fe, in Argentina, giovedì 14 giugno 1928 in una
famiglia borghese. Era il primo figlio dei cinque
figli di Ernesto Rafael Guevara Lynch un
ingegnere di origine spagnola e irlandese e di Celia Serna y Llosa, donna colta, grande
lettrice e energicamente anticlericale.
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Studente
sensibile alla miseria dei più poveri, Ernesto e il suo amico
Alberto Granado intrapresero da giovani un viaggio attraverso
l'America Latina che fece nascere in lui il desiderio
di aiutare il popolo, combattendo l'ingiustizia sociale.
Ernesto o "Teté", come presero a chiamarlo i suoi genitori,
ebbe quattro fratelli e sorelle come dicevamo: Roberto, Celia, Ana
Maria e Juan Martín.
I genitori si erano sposati nel 1927
per trasferirsi poi a Puerto Caraguatay, nella provincia di
Misiones, dove avevano preso una fattoria. Essendo Celia
incinta, per la sicurezza del parto con il marito decisero di
andare a Buenos Aires in barca sul fiume Paraná. Il 14
giugno 1928, il battello doveva fare scalo nel porto di
Rosario, Provincia di Santa Fe ma Celia partorì prima del
previsto, e il bambino venne al mondo per una casualità nel reparto maternità
dell'ospedale Centenario a Rosario. I suoi genitori lo
chiamarono Ernesto Rafael. Alla fine del 1929, la famiglia
si trasferì a Calle Alem, nel quartiere di San Isidro, a
Buenos Aires. La sorella di Ernestito, Celia, nacque qui il
31 dicembre dello stesso anno. Nel 1930, Ernesto, che non
aveva ancora due anni, si ammalò ed ebbe la sua prima crisi
d'asma, asma che lo accompagnò tutta la vita anche durante
le operazioni di guerriglia.
Nel
1931, la famiglia si trasferì in un elegante sobborgo
della capitale, Calle Bustamente y Peña, dove
nacque il fratello Roberto, nel 1932. A causa dei
problemi di salute di Ernesto, la famiglia fu costretta a
cambiare
residenza più volte fino a quando un medico consigliò loro
di andare ad Alta Gracia, nella provincia di Córdoba:
il
clima più secco di questa regione avrebbe giovato ad
Ernesto. La famiglia decise così di affittare una casa a Villa Carlos
Pellegrini (Colonia Carlos Pellegrini). La casa a due
piani si chiamava "Villa Chiquita", ed è lì che nacque Ana
María.
I problemi di salute di Ernesto portarono sua madre Celia
a farsi carico personalmente della sua istruzione primaria. Ernesto grazie
all'influenza materna, fece proprie in parte le
passioni materne, diventando un accanito lettore, sia nella
sua lingua madre che in lingua inglese e francese. Tutta la famiglia
fu
costretta a spostarsi più volte per i problemi d'asma di
Ernesto, fino ad arrivare a Cordoba, dove il futuro "Che"
visse dai 5 ai 17 anni.
Ernesto negli studi si dimostrò molto brillante, ma sin
da subito amava approfonditamente solo gli argomenti che
stuzzicavano il suo interesse e la sua curiosità, evitando
gli altri. Da ragazzo, costretto a stare molte ore al giorno
a letto per via dell’asma, imparò a giocare a scacchi e
partecipò anche ad alcuni tornei a livello locale, con buoni
risultati.
A 13 anni iniziò a lavorare in un vigneto ma gli attacchi
d’asma continui gli impedirono un lavoro duraturo in questi
anni. Si iscrisse al liceo pubblico, dove si interessò alla
psicologia , in quegli anni nonostante i problemi di salute
praticò il rugby.
Terminato il liceo, si iscrisse alla facoltà di ingegneria
ma dopo solo qualche mese decise di cambiare e di iscriversi
a medicina. Anche all'università studiava solo ciò che gli
interessava. Fece i primi viaggi nel 1950, lavorò come
medico e infermiere a bordo di alcuni mercantili. Grazie a
questi viaggi conobbe i problemi sociali del periodo, la povertà
diffusa negli stati del Sud America di quegli anni, le
situazioni di potere delle semi dittature e i problemi
generali delle classi sociali più deboli.
La famiglia Guevara de la Serna visse in Alta Gracia fino
all'inizio del 1943, quando Ernesto fece conoscenza con
Alberto Granado e Carlos Ferrer, con i quali sarebbe
rimasto amico
a lungo. Nell'estate di quell'anno, la famiglia si trasferisce
ancora una volta per vivere in una casa in Calle Chile a Córdoba. Juan Martín,
l'ultimo fratello, nacque qui in maggio.
Nel 1946, la famiglia si trasferì a Buenos Aires per
vivere in un appartamento della nonna paterna. Quando la
nonna Ana Isabel si ammalò gravemente, Ernesto la
assistette per 17 giorni, e quando morì, annunciò che
avrebbe studiato medicina invece degli studi di
ingegneria che aveva pianificato. Ernesto fu considerato
inabile al servizio militare a causa della sua malattia
asmatica.
Nel 1947 iniziò i suoi studi di medicina e mostrò scarso
interesse per la politica, per l'economia e anche per i movimenti di
protesta studenteschi. I genitori, e in
particolare sua madre, erano attivisti anti-peronisti. Tuttavia alla fine dell'anno conobbe Berta
Gilda Infante, detta Tita. Quest'ultima era membro
dell'associazione Giovane Comunista Argentina. Diventano
presto buoni amici e Ernesto approfondisce grazie a lei
testi marxisti e discutono la realtà politica dell'epoca.
Fu nell'ottobre del 1950 che Ernesto decise di fare il suo primo
viaggio, attraverso l'America Latina. Cile, Perù e Colombia.
In questo viaggio della maturità e della formazione fu un
attento osservatore dei problemi sociali dei poveri in
questi paesi. Nei suoi appunti citava la frase di José
Marti: "Voglio unire il mio destino con quello dei
poveri del mondo". Il 29 dicembre 1951 parte con l'amico
Alberto Granados per un viaggio attraverso il continente
sudamericano, con pochi soldi e una motocicletta come mezzo
di trasporto. Ma la motocicletta su cui viaggiano,
una Norton 500 h.c., li lasciava spesso a piedi e i due
dovevano lavorare, sia in qualità di assistente medico o
facendo lavori strani, per pagarsi le spese e continuare il
viaggio. Ernesto tornò a Buenos Aires nell'agosto 1952 per
continuare i suoi studi di medicina. Si laureò ufficialmente
in Medicina e Chirurgia con un specializzazione in
allergologia l'11 aprile 1953 presso l'Università di Buenos
Aires.
Ormai aveva le idee chiare e, influenzato dalle
teorie marxiste, e dalla miseria che aveva visto con i suoi
stessi occhi nei viaggi, da giovane adulto
Guevara concluse che unicamente grazie ad una "rivoluzione"
si potessero sanare le diseguaglianze sociali.
Il 7 luglio 1953, fece un altro viaggio attraverso
l'America del Sud e Centrale. L'accompagnava l'amico
Carlos Ferrer "Calica". In quella occasione osservò i
cambiamenti sociali indotti dal
Movimento Rivoluzionario Nazionalista salito al
potere. Poi visitarono il Perù, l'Ecuador, Panamá e Costa Rica, dove incontrarono i cubani Calixto García e
Severino Rosell, che avevano partecipato all'assalto
alla caserma Cuartel Moncada (150 giovani, guidati
dal ventisettenne Fidel Castro, assalirono la caserma
per dare il via all'insurrezione nazionale contro il
dittatore Fulgencio Batista e distribuire armi alla
popolazione). Continuarono il viaggio e visitarono
Nicaragua, Honduras e El Salvador, e finalmente arrivarono
in Guatemala. Qui Ernesto continuò la sua educazione
politica attraverso l'amicizia con l'economista Hilda
Gadea Ontali, ex membro dell'Partito Aprist
(APRA, Alianza Popular Revolucionaria Americana). In questo
periodo conobbe anche Nico López, che gli dette il soprannome con cui passò alla storia "Che".
Questo
soprannome è diventato una vera e propria icona di
libertà, e deriva dal fatto che Ernesto lo usava spesso
come
intercalare, traducibile con cioè, dunque.
Contattò il Partito laburista guatemalteco e lavorò come
medico nei sindacati. Un giorno Guevara andò a far visita a
María Antonia Gonzales. Fu attivamente coinvolto nel
progetto della politica interna del paese per la difesa del
governo democratico e rivoluzionario di Jacobo Arbenz.
Ma dopo l'invasione organizzata dalla CIA, Arbenz cadde nel
settembre 1954. Ernesto si informò dai gruppi rivoluzionari
che aveva conosciuto sulle azioni di guerriglia intraprese e
prese la ferma decisione di continuare a sua volta la lotta.
Come argentino e per la sua posizione a favore del
governo di Arbenz, Ernesto Che Guevara non poteva più
rimanere in Guatemala, e dopo aver chiesto asilo
all'Ambasciata Argentina, decise di andare a Città del
Messico, dove avrebbe lavorato come fotografo e come medico
nell'Ospedale Generale. Un mese dopo venne raggiunto da Hilda
Gadea e Nico López.
In Messico Guevara conobbe molti altri partecipanti
all'impresa contro la Caserma Mocada e gli vennero riferiti
i particolari di quell'impresa a cui avevano partecipato
anche Raúl e Fidel Castro. Il gruppo di cubani che contava
150 membri ebbe 80 caduti, molti dei quali vennero uccisi a
sangue freddo, e altri vennero torturati a morte. I
superstiti vennero messi sotto processo. Fidel Castro, che
faceva l'avvocato, si autodifese, prese 15 anni di
reclusione, ma di quel processo restò famosa la sua arringa
che si chiudeva così: "Non temo la furia del
miserabile tiranno che ha tolto la vita a settanta miei
fratelli. Condannatemi pure, la storia mi assolverà ". I
fratelli Castro vennero scarcerati grazie a un'amnistia
concessa dal dittatore Batista nel 1955. Poco dopo i due
fuggirono dal paese e si rifugiarono in Messico dove
conobbero il giovane medico argentino.
Il Che sentì subito il fascino di Fidel, che a sua volta
imparò ad apprezzarlo. Castro gli propose di partecipare,
unico non cubano (ricevette la nazionalità cubana il 9 febbraio
del 1959), allo sbarco a Cuba. Il suo ruolo sarebbe dovuto
essere quello di medico della spedizione, ma Ernesto intanto
partecipò come gli altri all'addestramento militare e
divenne anche istruttore politico dei militanti, a cui
insegnò i rudimenti del marxismo. Da allora divenne un combattente a tutti gli effetti e presto, insieme a Fidel e Camilo Cienfuegos, il principale
comandante.
Nel 1955 Che Guevara inoltre, si sposò con Hilda Gadea,
peruviana, economista, comunista e attivista, dalla quale ebbe la prima bambina, Hilda Beatrìz.
Fu probabilmente Hilda a convincere definitivamente Ernesto
che doveva spendersi in prima persona per la lotta
proletaria. La partenza per Cuba era ormai imminente, ma una retata della
polizia messicana la ritardò. Vennero catturati molti rivoluzionari, tra cui la famiglia
Guevara. Venne arrestato dalla polizia messicana nella
hacienda "Santa Rosa", a Popocatépetl, a 35
chilometri dalla capitale messicana. Quest'ultimo era il
campo di addestramento dei rivoluzionari cubani che stavano
progettando un attacco a Cuba, e che erano guidati dal
Generale Alberto Bayo, ex colonnello dell'esercito
repubblicano durante la guerra civile in Spagna.
Il 25 Novembre finalmente Guevara e Castro partirono per
Cuba, insieme ad altri 80 uomini, quasi tutti cubani, sulla
nave Granma.
Domenica 25 novembre 1956, dalla foce del fiume Tuxpán in
Messico, Ernesto Che Guevara si imbarcò sul Granma
con altri 80 uomini a bordo, su una barca con una capacità di
accoglienza di solo 25 persone che Fidel Castro aveva comprato,
ironia della sorte, da una
compagnia nordamericana. Il viaggio fu debilitante per
Guevara, che era senza inalatore antiasmatico e relegato in
un piccolissimo spazio sulla nave sovraffollata. Una
settimana dopo, domenica 2 dicembre, attraccarono a Los Cayelos, nella zona paludosa di Niquero, a est di
Cuba. Qui le truppe di Batista erano appostate e uccisero in
brevissimo tempo metà dei guerriglieri. I sopravvissuti si
divisero in gruppi e Guevara si unì al gruppo comandato da
Juan Almeida, che si stava ritirando sui monti della
Sierra Maestra. Fin dall'inizio, il Che si distinse come
combattente. Il 1 marzo 1958, venne trasmessa per la prima
volta "Radio Rebelde", una stazione radio creata dal Che.
Nonostante le iniziali perdite, il numero di guerriglieri
cresceva sempre di più, anche per via delle reclute
contadine oppresse dal governo Batista che si
arruolavano come volontari. Guevara assunse il primo ruolo
importante nella guerriglia nel luglio 1957, quando Castro
lo nominò comandante della seconda colonna dell'esercito
rivoluzionario. Venne iniziata contemporaneamente la stampa
del giornale rivoluzionario, El Cubano Libre, su idea
proprio del "Che".
Alla fine di aprile 1958, Ernesto venne inviato da Jibaro,
nella Sierra Maestra, a capo dell'ottava colonna alla
regione centrale del paese. Arrivarono nella Sierra del
Escambray, provincia di Las Villas, dove
allestirono un campo base. Il Che partecipò con grande
entusiasmo ai combattimenti e, in particolare, alla
Battaglia di Santa Clara il 1° dicembre 1958 dove si
distinse particolarmente. Una battaglia decisiva in cui la
colonna del Che si distinse e grazie
alla quale gli alti comandi di Batista negoziarono per una
pace. Il 31 Dicembre 1958 Fulgencio Batista scappò nella
Repubblica Dominicana.
Il 2 gennaio, un altro degli eroi della rivoluzione cubana
Camilo Cienfuegos Gorriarán (poi tragicamente
scomparso in un incidente aereo lo stesso anno) entrò all'Avana,
paralizzata da uno sciopero generale. Il giorno seguente le
truppe del Che entrarono in città, con il favore del popolo.
Domenica 8 gennaio, anche Fidel Castro entrava con successo
nella capitale.
I genitori del Che arrivarono a Cuba il lunedì successivo, 6
anni dopo l'ultimo incontro con il figlio. Il 21 gennaio,
Hilda Gadea e Hildita vennero a vivere all'Avana. In
riconoscimento dei suoi servizi a Cuba, Ernesto Che Guevara
venne dichiarato cittadino cubano. I ministri del nuovo
governo rivoluzionario giurarono il lunedì 9 febbraio 1959.
Nel marzo 1958, Ernesto incontrò una ragazza cubana di 22
anni a Escambray, Aleida March Torres, lei era
ricercata dagli uomini di Batista, lui si preparava insieme
a Fidel Castro a sferrare gli ultimi colpi al dittatore. Si
sposarono il 2 giugno
1959, un nuovo matrimonio, dopo il
divorzio tra il Che e Hilda Gadea (da cui
era da tempo separato). Non vissero molto insieme, perché
lui rimase il guerrigliero che lei aveva conosciuto,
occupato ad esportare la Rivoluzione nel mondo. Ebbero
quattro figli: Aleidita, Camilo, Celia e Ernesto.
Dal 12 giugno al 5 settembre, Ernesto Che Guevara andò in
missione per il governo cubano in Egitto, Sudan, India,
India, Birmania, Indonesia, Ceylon, Giappone, Marocco,
Jugoslavia e Spagna. Per diversi anni ricoprì cariche
ufficiali nel governo cubano. Tra queste vari uffici
governativi, militari ed economici, tra cui la nomina a capo
delle forze armate.
Rivoluzionario, il 26 novembre 1959 divenne Ministro
dell'industria e della riforma agraria e ricoprì anche
l'incarico di Presidente della Banca Nazionale di Cuba,
ruolo che secondo lui non gli si addiceva.
Il 4 marzo 1960, in un attacco organizzato dalla CIA, la
nave belga "La Couvre", che portava armi a Cuba, esplose nel
porto dell'Avana. Il giorno dopo, Alberto Korda
scattò la famosa foto del Che in omaggio alle vittime
dell'attentato, e durante la cerimonia di Fidel Castro,
pronunciò una frase che passerà alla storia: "Patria o
muerte. Venceremos!" (Patria o morte. Vinceremo!).
Il Che presiedette numerose missioni ufficiali per conto del
Governo Rivoluzionario. Dal 22 ottobre al 9 dicembre, fu a capo della missione economica cubana, in visita in
URSS, Cecoslovacchia, Repubblica Democratica Cinese e
Repubblica popolare cinese.
Guevara finì di scrivere il proprio libro più famoso , "La
guerra di guerriglia" nel 1960. Il 19 ottobre 1960,
gli Stati Uniti decretarono l'embargo commerciale di Cuba.
Il 3 gennaio 1961, gli Stati Uniti
interruppero le relazioni diplomatiche con Cuba. Il 23
febbraio 1961, il Che viene nominato ministro dell'industria
e membro del Consiglio centrale di pianificazione. Tra il
1961 e il 1965 il Che divenne ministro dell'industria e dell'economia, ma i suoi ideali non gli permisero di svolgere al
meglio questo genere di incarichi.
Il 20 maggio 1962 nasce il figlio Camilo, nome che gli gli
fu
dato in omaggio al compagno Camilo Cienfuegos Gorriarán, morto tragicamente in un incidente aereo.
Dal 17 al 20 aprile 1961, Ernesto Che Guevara occupò il
comando militare di Pinar del Río durante l'attacco
mercenario sulla spiaggia di Girón, nella Baia dei Porci
(Bahía de los Cochinos), durante la quale 1500
controrivoluzionari cubani tentarono di invadere l'isola con
un'operazione organizzata e finanziata dalla CIA. I
rivoluzionari cacciarono i mercenari in meno di 72 anni ore.
Il 4 agosto, il Che guidò la delegazione cubana alla
Conferenza delle Americhe a Punta del Este in
Uruguay. La delegazione venne ricevuta all'aeroporto
nazionale di Carrasco da migliaia di persone che cantavano slogan anti-anericani e gridavano "Viva la Rivoluzione Cubana".
Nell'ottobre 1962 e fino al novembre dello stesso anno,
Ernesto occupò il comando militare delle truppe di Pinar del
Río durante la crisi di ottobre.
Il 14 giugno 1963 nasce il quarto figlio del Che, il terzo
con Aleida, Celia, così chiamata in
omaggio a sua madre. Il 19 marzo 1964, nacque Omar Pérez,
frutto del rapporto extraconiugale con Lidia Rosa Rosa
López. Dal 20 marzo 1964 al 13 aprile, il Che guidò
la delegazione cubana durante la conferenza delle Nazioni
Unite per il commercio e lo sviluppo a Ginevra, in Svizzera.
Dal 15 al 17 aprile fu in visita in Francia, Algeria e
Cecoslovacchia. Visitò l'URSS e
partecipò al 47° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre.
Fu di nuovo presidente della delegazione cubana all'Assemblea
generale dell'ONU a New York dal 9 al 17 novembre.
Nel 1964 ebbe la possibilità di parlare
all'assemblea generale dell'ONU, a New York. Nello stesso
anno, visitò l’Europa, L’Africa e l’Asia. Ritornò a Cuba il
14 Marzo 1965, ma da allora non fece più apparizioni in
pubblico.
Sempre nel 1964, nel suo discorso ad Algeri, Che Guevara accusò il
regime sovietico di non essere socialista (cose che mise in
seria difficoltà Fidel Castro a Cuba), poi nel 1965 ripartì
per l'America Latina per organizzare i guerriglieri a
nuove rivoluzioni.
Nel gennaio 1965 Ernesto Che Guevara si trovava nella
Repubblica Popolare Cinese, poi in Mali, Congo
(Brazzaville), Guinea, Ghana, Dahomey, Tanzania, Egitto,
Algeria e ritornò all'Avana il 14 marzo.
Il suo ultimo intervento pubblico a Cuba è stato il 15
marzo, quando riferì dei suoi viaggi all'estero
davanti ai suoi dipendenti del Ministero dell'Industria.
Per continuare a perseguire i suoi ideali libertari, chiese
alla Direzione Rivoluzionaria Cubana il suo distacco dalle
responsabilità che lo legavano a Cuba, per riprendere la
lotta armata in favore dei popoli oppressi del mondo.
Il 1° aprile 1965 scrisse diverse lettere d'addio ai suoi
genitori, ai figli e a Fidel Castro, e partì per il Congo Congo. Fu
proprio in quest'ultimo paese che apprese della morte della
madre.
Fidel Castro rese pubblica la lettera senza data mandatagli
da Guevara, in cui il Che spiegava la necessità di andare a
combattere per esportare in altri paesi i suoi ideali
rivoluzionari. Per andare via da Cuba e sfuggire ai servizi
segreti occidentali (in particolare alla CIA) venne fatto
uscire in segreto dal paese travestito da agente di
commercio.
Dopo Cuba, Guevara prima si recò in Congo, per guidare la
prima azione militare cubana in Africa. Le tribù che
incontrò però erano primitive ed opposte e Guevara e agli
altri cubani, dopo 7 mesi di tentativi dovettero abbandonare
il paese africano.
Guevara, per la lettera desecretata da Castro decise di non
tornare a Cuba. Un anno dopo, giovedì 3 novembre 1966,
Ernesto Che Guevara arrivò a La Paz, capitale della
Bolivia, passando per Madrid e San Paolo. Era entrato
illegalmente in Bolivia con il nome di Adolfo Mena
González, funzionario pubblico peruviano
dell'Organizzazione degli Stati americani e possedeva in
caso di necessità , un passaporto uruguaiano a nome di
Ramon Benítez Fernández.
In Bolivia il
Che cercò di fomentare, senza successo, i contadini locali a
prendere le armi contro un ordine costituito fatto di
privazioni e sfruttamento. Il 7 novembre si trovava in una
hacienda a Ñancahuasú dove, con un piccolo gruppo di
combattenti boliviani, cubani e di altre nazionalità, aveva
fondato l'Esercito di liberazione nazionale della Bolivia (Ejército
de Liberación Nacional de Bolivia). Durante il suo soggiorno
in Colombia, era conosciuto come "Comandante Ramón", e anche
"Fernando el sacamuelas".
La Cia subito
si mise in moto per catturarlo e dopo vari tentativi il Che
fu braccato e catturato dall'esercito boliviano con
l'appoggio dei servizi segreti americani, l’8 ottobre 1967.
Alcune pallottole che lo avevano raggiunto nel pomeriggio di
domenica 8 ottobre sulla Quebrada de Churo ma non erano
stati colpi mortali, e se fosse stato trasportato in serata
a Vallegrande si sarebbe quasi sicuramente salvato. Il Che
non morì in un agguato, e non morì soltanto perché gli
furono negate le cure necessarie, fu giustiziato dai soldati boliviani
guidati da agenti della CIA, nella piccola scuola nel
villaggio di La Higuera, nella provincia di Chuquisaca.
L'immagine drammatica di Ernesto Guevara con gli occhi e la
bocca semiaperti, scattata poco dopo la sua morte, fa il
giro del mondo. A Vallegrande, dove viene trasferito il
cadavere, il maggiore Roberto Quintanilla esibisce il
nemico ucciso facendo mettere il corpo sopra un lavatoio
pubblico. Ma l'effetto non è quello sperato, l'esibizione lo
rende ancora più iconico. Trenta anni dopo la sua morte, nel
giugno del 1997, i resti del Che vengono trovati e
identificati e portati a Cuba, nel mausoleo di Santa Clara.
Mancano me mani, tagliate per confrontare le impronte
digitali e mai più ritrovate.
Il 18 ottobre 1967, in Piazza della Rivoluzione, Fidel
Castro informò il mezzo milione di cubani presenti della
morte del Comandante Ernesto Che Guevara: "Lui è
scomparso fisicamente, ma la sua immagine e i suoi ideali
rimangono e rimarranno presenti in noi, perché quelli che
non potranno mai ucciderli. con i proiettili."
Le opere più famose del Che sono: "Diario de Bolivia",
"Discurso en Argel","Discorso alla 19a Assemblea
Generale delle Nazioni Unite", "El cuadro, columna
vertebral de la revolución", "El Socialismo y el
Hombre en Cuba", "La Guerra de Guerrillas", "Mensaje
a los Mensaje a los Pueblos del mundo a través de la
Tricontinental", "Pasajes de la Guerra Revolucionaria",
"Reforma Universitaria y Revolución", "Sobre la
construcción del Partido", "Solidaridad con Vietnam
del Sur", "Táctica y Estrategia de la Revolución
Latinoamericana".
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