Sei qui:
Articoli
informagiovani >
100 edizioni del Giro d'Italia.
Ritratto della più amata corsa ciclistica del calendario nazionale in un
anno speciale che ne segna il centenario all'insegna della passione e
tradizione popolare.
Era il 13
maggio del 1909 ed iniziava una delle manifestazioni
sportive più seguite di tutti i tempi, il Giro d'Italia.
Al via partirono 127 corridori. Nel 2017 si festeggiano le 100
edizioni perché si sono saltate le edizioni durante le guerre,
tra 1915-18 e il 1941-45. Questa gara rappresenta per gli amanti
del ciclismo e dello sport in generale, un appuntamento da non
perdere. L'idea della corsa fu di Tullio Morgagni, un
giornalista. |
|
Garibaldi e le tappe del Giro d’Italia
Quel
13 maggio 1909, i pionieri del Giro numero 1, partirono durante
la notte da Milano ed arrivarono a Bologna dopo ben 14
ore. La partenza da Milano, avvenne in un piazzale Loreto
stracolmo di gente. Quando giunsero a Bologna avevano percorso
307 chilometri, sui 2.448 chilometri totali, così come previsto
dal Garibaldi, ovvero il libro del Touring Club Italiano che
spiegava dettagliatamente tutte le tappe per percorrere
l’Italia. Il girò terminò a Milano il 30 maggio, dopo 8 tappe.
Il primo vincitore
Il vincitore della prima edizione del Giro d'Italia fu Luigi
Ganna, muratore di Milano, al quale venne dedicato anche un
francobollo. Il suo allenamento consisteva nel recarsi
quotidianamente al lavoro in bici, facendo 200 chilometri al
giorno. Dopo il suo periodo di gloria, nel campo del ciclismo,
divenne imprenditore fondando una fabbrica ed una squadra di
biciclette.
Girardengo e la sua canzone
Il Giro continuava ed i campioni si susseguirono, da Ganna a
Galetti, fino ad arrivare ad un campione rimasto nella
storia, il mitico Girardengo, la sorpresa del dopoguerra
(durante la prima e la seconda guerra mondiale il Giro non si
corse) il vincitore del 1919. Nato a Novi Ligure nel 1893, fu
per due volte campione del Giro d'Italia, ma vinse anche la
Milano – Sanremo e il Giro di Lombardia. Ciò che colpì tutti fu
la grande umiltà di Girardengo, di modeste origini, aveva
trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza come venditore di
un mercato e si allenava portando a domicilio, con la bici, le
galline e le uova. Molti ricordano Girardengo come il
protagonista della canzone "
Il Bandito e il campione"
cantata da Francesco de Gregori, ma scritta da suo
fratello Luigi, ispirandosi ad una storia vera, la vicenda tra
Girardengo e Sante Pollastri. Pollastri era un
fuorilegge (furti e omicidi) anarchico italiano, a lungo
latitante ed era concittadino e amico del noto ciclista
Girardengo. A causa di questo legame Girardengo dovette
testimoniare ad un processo su alcuni incontri avuti con
Pollastri. Ricordate il ritornello…. "
Vai Girardengo vai grande
campione, nessuno ti segue su quello stradone".
Coppi e Bartali, quando il fair play conquistò gli
italiani
Alfredo Binta fu il vincitore assoluto fino al 1933,
vinceva sempre lui, al punto che non gli fecero correre il Giro
del 1930. In questo periodo si affacciava tra i tornanti del
Giro un altro grande campione, Fausto Coppi, che vinse le
edizioni comprese tra il 1940 e il 1953. Coppi è stato il più
giovane re del Giro, nel 1940 aveva infatti 20 anni e 8 mesi.
Accanto a Fausto Coppi c’era il nemico/amico di sempre, Gino
Bartali. Le rivalità tra i due fu una delle questioni più
appassionanti del mondo dello sport dell’epoca, con la
celeberrima foto della borraccia di cui vi parleremo tra poco.
La rivalità, tra due delle prime e più grandi personalità dello
sport italiano, riempì per oltre 10 anni le cronache sportive e
mondane, contribuendo in modo decisivo a rendere il ciclismo uno
sport conosciuto da tutti. Ma veniamo all’episodio della
borraccia: durante una tappa del Tour de France del 1952, Fausto
Coppi conduceva la gara e durante una impegnativa salita, un
fotografo scatto una foto in cui si vedeva un passaggio di una
bottiglia tra i due eterni rivali (di norma la storia viene
raccontata come il passaggio di una borraccia). Ma era stato
Coppi a passare la borraccia a Bartali o il contrario? La foto
divenne comunque in poco tempo il simbolo della rivalità
sportiva cavalleresca, del fair play ma la verità sullo scatto
pare sia diversa. La fotografia era stata infatti creata "
a
tavolino" d’accordo con i due ciclisti e con la direzione della
corsa. Bartali e Coppi non si passarono una borraccia, ma una
bottiglia d'acqua. Sembra che la scena fosse accaduta davvero,
nella tappa precedente (ma nessuno l'aveva ripresa) e che si
decise di "
rifarla". Carlo Martini scattò la foto, la bottiglia
fu Bartali a passarla a Coppi e non viceversa.
Moser e Saronni
Dal 1956 i vincitori iniziarono ad essere sempre di più
stranieri, tranne qualche italiano come Nencini e Gimondi.
Gli anni '70 del giro sono segnati da un altro grande scontro,
quello tra Francesco Moser e Giuseppe Saronni, la
rivalità infiamma l'Italia come ai bei tempi di Coppi e Bartali.
Francesco Moser è quasi all'apice della carriera quando parte,
da favorito nel Giro del 1979, ma a vincere è Beppe Saronni. È
l'inizio di una rivalità aspra condita con cattiverie varie.
Hinault, Indurain, Berzin, Ugrjumov e Pantani
Gli anni '80, invece sono stati segnati dal dominio di
Bernard Hinault, partecipò a tre giri e li vinse tutti. Il
decennio successivo fece conoscere diversi campioni come
Indurain, Berzin e Ugrjumov. Gli anni Novanta sono anche gli
anni di un campione italiano, mai dimenticato, ovvero Marco
Pantani, soprannominato il "
Pirata". Mitica la sua impresa
nel maggio del 1999 quando sulla salita di Oropa resta appiedato
per un guasto a 8,5 km dal traguardo, poi supera 49 corridore e
vince. Pantani venne escluso dal Giro del 1999 per doping e fu
trovato morto pochi anni dopo, in circostanze ancora
misteriose.
Gli anni 2000
In occasione del Giubileo, nel 2000, la partenza
del Giro fu fissata a Roma; furono questi gli anni di
Casagrande, di Gilberto Simoni e di Garzelli.
Damiano Cunego iniziò a farsi conoscere dal 2004 e il
2005 vide emergere un altro campione, Ivan Basso. Iniziò
a farsi spazio anche Alberto Contador, lo spagnolo che
riuscì a sbaragliare tutti gli avversari.
Nel 2017 si festeggiano le 100 edizioni del Giro d'Italia,
mentre nel 2009 si festeggiò il centenario dalla prima corsa e
la gara partì da Venezia per terminare a Roma, fu questo l'anno
di Di Luca, che primeggiò fin da subito. Gli ultimi anni
hanno visto la rivalità tra Carlos Sastre, Basso, Arroyo e
Vincenzo Nibali.
Le curiosità più
belle sul Giro d'Italia
Le maglie
Il Giro d'Italia viene associato sempre alla Maglia Rosa,
che è la maglia che viene indossata dal primo in classifica, il
colore di questa maglia è il colore del La Gazzetta
dello Sport, che ieri come oggi, organizza la gara. Oltre
alla maglia rosa ce ne sono altre: la maglia azzurra,
indossata dal miglior scalatore, quella ciclamino
indossata da chi ha più punti, la maglia bianca portata
dal più giovane miglior classificato.
Rosa come… Alfonsina Strada. E stata l’unica e mitica
donna a partecipare al Giro, nel 1924 quando il direttore della Gazzetta,
Emilio Colombo, decise di ammetterla. Il marito le regalò la
bicicletta per realizzare il suo sogno. All'inizio Alfonsina
andò fortissimo, classificandosi prima di molti uomini, poi a
causa del maltempo e di numerose forature, arrivò fuori tempo
massimo e venne squalificata. Colombo, che aveva capito
l'interesse del pubblico verso Alfonsina, pagò però di tasca sua
perché Alfonsina continuasse il suo Giro fino al traguardo
finale.
Le tappe
Le tappe del Giro d'Italia sono diverse per conformazione,
quelle in assoluto più appassionanti sono le tappe di
montagna, dove sono la pendenza e la fatica dei ciclisti a
emozionare e si svolgono tra le Alpi e l'Appennino. Le tappe
pianeggianti sono quelle degli arrivi in volata. Le squadre
dei velocisti si organizzano in "
treni di corridori" per
lanciare nel finale la volata al loro velocista. Vi sono, poi,
le tappe a cronometro, nelle quali i corridori non
partono tutti insieme, ma a distanza di pochi minuti gli uni
dagli altri, per cercare di raggiungere il tempo migliore in
solitaria. Il Giro che è durato meno è quello vinto da Nibali
nel 2013 con il tempo di 84 ore 53’28".
Fin dalla sua prima edizione il Giro d'Italia è sempre iniziato
ed è sempre finito a Milano, perché è in questa città che
La Gazzetta dello Sport ha la sua sede. Dal 1960 i poi sono
cambiati i luoghi di arrivo e di partenza. Dal 1990 è stato
riportato l'arrivo a Milano, così come da tradizione.
Il Giro d'Italia si corre in Italia, anche se spesso abbiamo
assistito a partenze o arrivi in Paesi esteri come Svizzera,
Belgio, Regno Unito, Austria, Francia, Slovenia, San Marino.
Torna su
I più vittoriosi
Il belga Eddy Merckx, con 78 giorni in maglia rosa, è colui che
ha indossato più di tutti la maglia rosa nella storia del Giro
d’Italia. Lo seguono Alfredo Binda (59 giorni) e Francesco Moser
(57 giorni). Il numero maggiore di vittorie spettano a Merckx,
Binda e a Coppi, ognuno 5 vittorie. L’uomo che ha vinto più
tappe è Mario Cipollini, con 42 vittorie ottenute tra il 1989 e
il 2003.
I grandi vecchi
Il più anziano ciclista (34 anni e mezzo) arrivato in maglia
rosa fino al traguardo finale è stato Fiorenzo Magni nel 1955.
Giovanni Gerbi che era arrivato terzo nel 1911, si presentò alla
partenza del Giro nel 1932, quando aveva 47 anni. Non concluse
il giro e si ritirò all’ottava tappa.
La bicicletta è la penna che scrive sull’asfalto.
(Guy Demaysoncel)
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
Torna su
|