Leggere le etichette

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Leggere attentamente le etichette dei prodotti è importante per scegliere con consapevolezza. Vediamo cosa controllare e come decifrare le informazioni.

Della serie, bisogna essere supereroi per sapere cosa si mangia... armatevi di tempo e pazienza, ne vale la pena, e impiegate 5 dei vostri minuti per leggere questo articolo.

Perché leggere l'etichetta di un prodotto alimentare?  Perché ne beneficerà la vostra salute e il vostro portafoglio e perché una volta imparato a farlo sarà facile e potrete insegnarlo ad altri. Non siamo abituati a leggere bene l'etichetta dei prodotti che mangiamo, li mettiamo nel carrello senza conoscerli bene, fidandoci della marca alla quale siamo affezionati. Del resto spesso le etichette non sono comprensibili.

Cosa fare allora? Come dice il Dr. Franco Berrino, medico famoso nel campo dell'alimentazione: " solo se la bisnonna la capisce allora l'etichetta è scritta bene"... e il prodotto è ok, aggiungiamo noi. La regola d'oro é semplice, non comprate l'alimento quando non capite come è fatto.

POCHI INGREDIENTI, CHIARAMENTE INDICATI, COMPRENSIBILI 

Anche se l'Europa si è data regole per la chiarezza delle etichette, nella realtà la situazione sugli scaffali dei supermercati, continua a non essere chiara e i furbi di turno trovano sempre un modo per aggirare il consumatore e la legge. Come sapete oramai da tempo sulle confezioni dei prodotti devono essere stampate alcune informazioni obbligatorie, come gli ingredienti, i conservanti, gli aromi ma anche la provenienza del prodotto e lo stabilimento di produzione. Si tratta di dati molto utili per tutelare la propria salute, per scegliere con criterio e anche per risparmiare, vediamo come.

●  L'etichetta che fa risparmiare

 Ingredienti, conservanti, peso e scadenza 

 Etichette, le regole dell'Unione Europea  

 Esempi concreti di risparmio

 Gli additivi, cosa sono, fanno male?  

Etichette dei prodotti biologici

Risparmiare

Forse non sapete che esistono moltissimi casi in cui un prodotto viene venduto con un determinato marchio (quello di una catena di supermercati o discount ad esempio), ma di fatto viene prodotto negli stessi stabilimenti in cui si producono prodotti di marchi più noti, spesso più "blasonati" e quindi più costosi. Il prodotto "convenienza" con buona probabilità è un prodotto, se non identico, almeno molto simile per caratteristiche a quello di marca più conosciuta, ma semplicemente venduto con un marchio diverso e, di conseguenza, ad un prezzo inferiore. Può anche darsi che gli ingredienti siano gli stessi ma vari leggermente la quantità di materia prima utilizzata, quasi sempre sono proprio gli stessi poiché su alcune linee di produzione conviene economicamente fare confezioni diverse dello stesso prodotto invece che variare la composizione degli ingredienti per ogni marchio. In ogni caso, sapere che la produzione di un "sotto marchio", probabilmente ritenuto meno valido di un altro, avviene in realtà nello stesso stabilimento può dare una maggiore garanzia di affidabilità e qualità.

Conoscere nel dettaglio tutti questi casi può portare ad un notevole risparmio per il compratore, che non si riflette però sulla qualità del prodotto stesso. Diventa fondamentale in questi casi "fare rete" tra consumatori: un progetto collaborativo come quello di ioleggoletichetta.it si basa sul consumo consapevole e sul contributo di persone attente alla salute e al risparmio, che condividono segnalazioni concrete su singoli prodotti e marchi.

Esempi concreti di risparmio

 

Questi sono alcuni esempi reali di casi riscontrati leggendo le etichette:

Lo sapevate che le Fette biscottate Coop sono prodotte da Colussi?

Lo sapevate che la Colomba Conad è prodotta da Paluani?

Lo sapevate che la la carne in scatola Carrefour è prodotta da Kraft (Simmenthal)?

Lo sapevate che il Gelato Esselunga è prodotto da Sammontana?

Lo sapevate che i Succhi di frutta Auchan sono prodotti negli stabilimenti Yoga?

Lo sapevate che il Panettone e Pandoro Despar sono prodotti da Bauli?

Lo sapevate che il Contorno surgelato Dico è prodotto da Orogel?

Lo sapevate che i Savoiardi Lidl sono prodotti da Vicenzi?

Lo sapevate che il Thè senza zucchero Eurospin è prodotto dalla S. Benedetto?

Lo sapevate che il Riso Selex è prodotto da Riso Scotti?

Lo sapevate che le Fette biscottate Pam Panorama sono prodotte da Grissin Bon?

Trovate la lista completa dei prodotti suddivisi per marchio in questa pagina. Importante: sono possibili le segnalazioni dei consumatori attenti, e anche voi potete dare il vostro contributo per allungare la lista.

Ma in generale, che informazioni contiene un'etichetta e come si legge?

Etichette come fare a capirleLe informazioni obbligatorie sono:

 1  l'elenco completo di tutti gli ingredienti (tra gli ingredienti sono compresi gli additivi, - come coloranti, conservanti, antiossidanti, emulsionanti, addensanti);

 2   la quantità (peso netto, lordo, peso sgocciolato ecc.) Questa informazione è molto importante perché permette di controllare la quantità netta contenuta nell’unità di vendita, rapportandola al prezzo. Per tanti prodotti la comparazione si fa velocemente guadando nell'etichetta del supermercato il prezzo al Kg. Un esempio: vediamo 2 tavolette di cioccolato delle stesse dimensioni. La prima costa 1 euro ed è spessa 1 cm (pesa 100 grammi), mentre la seconda costa di meno, solo 0,90 € ma è spessa 0,6 cm (quindi pesa 60 grammi). Se si sceglie il cioccolato in base alla dimensione della confezione si preferirà la seconda tavoletta che in realtà è fatta da meno cioccolato e quindi è più costosa;

 3  la data di scadenza. Si distingue tra "da consumarsi preferibilmente entro …" e "da consumarsi entro il …". Nel primo caso è meglio consumare il prodotto entro la data indicata, ma lo si può consumare senza rischi se lo si consuma anche poco dopo. Nel secondo caso invece il termine è perentorio, ovvero è obbligatorio consumare il prodotto entro quella data. Si tratta difatti di  prodotti altamente deperibili;

 4  le modalità per la conservazione. Ovviamente il prodotto, per restare buono e sano nel rispetto della scadenza, deve essere adeguatamente conservato, in ambienti adatti, alle temperature previste, lontano da fonti di calore, in luoghi asciutti ecc., altrimenti potrebbe risultare avariato anche prima di quanto previsto;

 5  il nome e la sede dell'azienda;

 6  lo stabilimento di produzione;

 7  il lotto di produzione. Indicato come numero a più cifre o in forma alfanumerica (numeri e lettere) è preceduto dalla lettera "L"; prodotti facenti parte dello stesso lotto hanno le stesse caratteristiche. Il numero del lotto è importante per individuare prodotti non conformi che devono essere ritirati dal mercato.

Oltre a quello che prescrive la legge, e che quindi troviamo su ogni confezione, è bene sapere alcune cose che possono aiutarci nella scelta:

  • la lista degli ingredienti è in ordine decrescente da quello presente in quantità maggiore in giù, quindi il primo sarà quello più in abbondanza;

  • se l'etichetta riporta più informazioni rispetto a quelle minime stabilite per legge, mettendo in evidenza anche l'origine dei singoli ingredienti o i valori nutritivi, ciò è possibile che sia indice di maggiore qualità e trasparenza

  • ricordate che la fotografia sulla confezione è, come specificato quasi sempre in caratteri minuscoli, solo un esempio che richiama l'apparenza del prodotto, ma non si tratta di una rappresentazione fedele;

  • occhio ai "trucchi" sul peso (esempio: evidenza del peso lordo della confezione rispetto al netto o sgocciolato, ad esempio nei barattoli di olive, guardate poi sempre il prezzo al kg...);

  • attenzione alla confezione: talvolta se si è distratti e non si legge il peso, sembra che una confezione contenga più prodotto di un'altra ad esempio perché più larga, ma più sottile (ad esempio una tavoletta di cioccolato);

  • valutate bene la data di scadenza: non sempre una conservazione più lunga è da valutarsi positivamente, non è detto che un prodotto che scade prima sia più vecchio, ma magari può contenere quantità anche molto minori di conservanti artificiali e additivi, che possono migliorarne durata, sapore e aspetto, ma non sempre sono completamente innocui;

  • ove possibile, a parità di rapporto qualità/prezzo preferite le confezioni realizzate con materiali riciclati e riciclabili al 100%, in modo da aiutare l'ambiente.

Gli additivi cosa sono, fanno male?

Gli additivi sono sostanze chimiche per lo più senza nessun valore nutrizionale. Servono a "migliorare" certe caratteristiche del prodotto, ad esempio allungano la conservazione,  danno cremosità o croccantezza ecc. Possono essere di vari tipi, principalmente sono: coloranti, emulsionanti, antiossidanti, edulcoranti. L'uso degli additivi è ammesso dalla legge italiana solo per determinati alimenti e in quantità ben precise. Ne esistono centinaia e ad ognuno corrisponde una sigla (che può essere sostituita dalla dicitura esatta dell'additivo) costituita dalla lettera E e da un numero: le sigle da E100 a E199 indicano i coloranti, quelle da E200 in su si usano invece per gli altri tipi di additivi. Le sostanze aromatizzanti vengono indicate nell'etichetta come "aromi naturali" o "aromi", di origine sintetica. Anche se autorizzati dall'Unione Europea, è ovvio che è sempre meglio preferire i prodotti a più basso contenuto di additivi.

Le regole Europee per l'etichettatura

Gran parte del regolamento dell'Unione Europea 1169 del 2011 è entrato in vigore nel 2016. Vediamo in sintesi le regole approvate:

Etichette leggibili, vietate le informazioni nelle pieghe delle confezioni e a caratteri minuscoli. I caratteri di scrittura devono essere almeno 1,2 millimetri (resta il problema irrisolto sul colore dei caratteri e contrasto con lo sfondo, escamotage spesso utilizzati dai produttori per rendere poco leggibili informazioni scomode, ma obbligatorie);

L'indicazione " da consumarsi entro" è obbligatoria su ogni singolo pre-imballo, anche se il prodotto fa parte di confezioni " multipack". A partire dal giorno successivo alla scadenza, i prodotti sono considerati a rischio;

Oli e grassi vegetali, se ne deve indicare la natura esatta, basta con "oli vegetali" che non vuol dire niente, si deve specificare olio di palma, colza, girasole, oliva, soia ecc.;

Gli ingredienti che possono dare allergie (allergeni) devono venire evidenziati (es. in grassetto, sottolineato, altro colore) rispetto agli altri presenti. Nel caso degli alimenti per cui non è previsto l’obbligo di riportare la lista degli ingredienti, il nome dell’allergene dovrà essere segnalato sull’imballaggio dopo la parola contiene: per esempio "contiene soia";

Acqua aggiunta. Quando al prodotto viene aggiunta acqua in una percentuale superiore al 5% deve essere indicato " con acqua aggiunta" (es: carni e preparati di carni, prodotti ittici non processati e molluschi bivalvi vivi quando siano presentati in forma di fetta, filetto o porzione – esclusi, chissà perché, salsicce e würstel);

Etichettatura nutrizionale. Sette elementi obbligatori: valore energetico (in Kjoule e Kcal), grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine, sale (inteso come sodio);

Finalmente fuori legge il " cartello unico degli ingredienti", impiegato in gastronomia, pasticceria, panetteria. Per gli alimenti venduti sfusi e i cosiddetti " preincartati" devono essere indicati gli allergeni;

Indicazione d’origine obbligatoria per le carni fresche, refrigerate e congelate, delle specie suina, ovina, caprina e di pollame (inclusi anatre, oche, tacchini, faraone. Esclusi i fegati). L’origine non è invece ancora prevista per le carni equina, di coniglio, lepre e quaglia.

Etichette prodotti biologici

EtichetteLa coltivazione di prodotti bio è sottoposta a precise norme tecniche di produzione, e limitati e con determinate caratteristiche sono i prodotti utilizzabili per la difesa, la fertilizzazione, la preparazione e la conservazione dei prodotti. I prodotti bio non possono contenere OGM né possono essere stati sottoposti a radiazioni ionizzanti (a volte usate per non far germogliare cipolle e patate ad esempio). A parte alcune eccezioni in agricoltura biologica non è ammesso l'uso di additivi. Specifici sono anche le regole per l'etichettatura dei prodotti da agricoltura biologica, a partire dall'attribuzione dell'aggettivo bio. Una prima denominazione si basa sul quantitativo di ingredienti biologici contenuti nel prodotto, e il periodo di adesione dell'azienda produttrice al metodo biologico.

L'etichetta deve obbligatoriamente riportare alcune informazioni (tipo di agricoltura di provenienza, ente certificatore, autorizzazione ministeriale, dati sulla produzione ecc. leggi in proposito  Cosa vuol dire prodotto bio e come sono etichettati i prodotti biologici,

Un ultimo consiglio... in generale, quando si tratta di acquistare cibo, sarebbe meglio preferire l'acquisto di prodotti freschi, dato che quelli confezionati o precotti è più probabile che contengano additivi in più, e di conseguenza risultino più dannosi per la salute, tra l'altro non sono nemmeno più economici nel prezzo. Leggi anche  mangiare sempre frutta e verdura di stagione.

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