Sei qui:
Articoli informagiovani
> Alimenti alterati
Prodotti contraffatti, cosa mangiamo davvero? I prodotti
contraffatti o alterati possono rappresentare un serio
rischio per la salute dei consumatori. È importante imparare
a riconoscerli, comprendendo le differenze rispetto agli
originali per evitare spiacevoli conseguenze. Analizziamo
alcuni consigli utili.
Abbiamo i prodotti alimentari
migliori al mondo in Italia, ma possiamo stare tranquilli
riguardo a ciò che c'è nel nostro piatto? E all'estero, il
cibo italiano è davvero italiano?
Mozzarelle di bufala prodotte con
latte scadente, olio d'oliva prodotto con olive non italiane
e deodorato, pesce conservato con metodi non sicuri, vino e
altri prodotti di dubbia provenienza importati e marchiati
come Doc italiano... alterazioni e contraffazioni
talvolta on
prive di fantasia... sostanzialmente truffe e pericoli per
la nostra salute, cosa fare?
Nello
scorso anno sono stati sequestrati 24 milioni di chili
di
prodotti
alimentari alterati o contraffatti,
in particolare prodotti tipicamente italiani e conosciuti
nel mondo per l'alta qualità delle nostre produzioni.
Ogni
anno, Legambiente e il Movimento difesa
del cittadino
redigono un
rapporto sulla sicurezza alimentare chiamato "
Italia a
tavola", in cui
analizzano tutti i problemi legati alla contraffazione e
all'alterazione di prodotti alimentari che le forze dell'ordine hanno rilevato nell'ambito di
programmi di indagine
nell'anno precedente . Una varietà sempre più grande di
prodotti vengono controllati e sequestrati da opera di
Agenzie di Dogana, Capitanerie di porto e nuclei vari ci
Carabinieri, Polizia, Forestali e così via. Di anno in anno,
si amplia la gamma delle alterazioni illegali o delle
contraffazioni di una varietà sempre più ampia di prodotti.
E la fantasia non manca...
Italia al
top per prodotti imitati
Come
gli anni precedenti,
l'Italia si conferma la
prima Nazione
europea per segnalazioni di contraffazioni
e alterazioni alla Commissione Europea, il 14.8 % sul
totale, seguita dal Regno Unito e Germania.
Questo non significa necessariamente che da noi le frodi
alimentari siano più frequenti, su questo numero influisce
soprattutto
l'abbondanza dei prodotti di qualità che vengono
dall'Italia. Oltre 1000 sono infatti i prodotti
italiani iscritti nei
registri DOP (denominazione di origine protetta), STG
(specialità tradizionale garantita) e IGP (indicazione
geografica protetta) in Europa, e il fatturato al
consumo
delle denominazioni di origine italiana si aggira sui 10
miliardi di euro.
�
compito dell'Agenzia
delle Dogane
controllare in tempo reale le merci sulla base dei documenti
e delle certificazioni presentate ed analizzando i vari elementi
(provenienza e qualità della merce, tipo di operatore che la
gestisce e suoi eventuali precedenti).
Quali
contraffazioni sono fatte?
Esistono quattro tipi di
controllo su altrettante possibili contraffazioni:
-
prodotti ordinari certificati come biologici
-
prodotti
contraffatti con falsi marchi di qualità garantita
- assenza
di tracciabilità
- condizioni igieniche o di
conservazione dubbie
Bisogna
anche distinguere tra l'agropirateria,
cioè la contraffazione vera e propria, illecito perseguibile
penalmente, e
l'italian sounding che
è un gran bel business che si muove tra le maglie della
legge. All'estero impazza l'italian
sounding: nomi storpiati, difficilmente
riconoscibili per un non italiano poco attento, come
"
buffala mozzarella" o simili, che nascondono un
prodotto ben diverso dall'originale per qualità, provenienza
e spesso prezzo. Sia per
le mozzarelle che per gli altri prodotti, tutto ciò può
costituire un potenziale rischio per la salute
dei consumatori o, in ogni caso, una
truffa
a danno della qualità, così come un danno per i produttori
in regola e sicuramente per l'immagine dell'Italia
all'estero. L'Italian sounding negli Usa va forte e tre
prodotti su quattro vengono spacciati per italiani, ma sono
solo imitazioni!
Quali
sono i prodotti italiani più imitati?
Ad essere colpiti, insieme al
prosciutto di Parma, sono i prodotti più rappresentativi
dell'identità alimentare: dal Parma salami del Messico al
Parmesao del Brasile fino al Parmesan diffuso praticamente
in tutto il mondo, che in Brasile è Parmesao, in Argentina
il Regianito, nel Sudamerica, in generale, il Parmesano, in
Cina, il Parmeson... E poi i pomodori San Marzano coltivati
in Usa, lo Spicy Thai Pesto statunitense, l'olio Romulo con
tanto di lupa venduto in Spagna, il Chianti prodotto in
California, ma anche una curiosa mortadela siciliana dal
Brasile, un salami calabrese prodotto in Canada, un barbera
bianco rumeno e il provolone del Wisconsin. Ma non mancano
le penne Napolita prodotte nel Lancashire, i fusilli Di
Peppino confezionati in Austria, e poi il Brunetto, Napoli
Tomato, il Caffè Mario... Vediamo uno ad uno i
problemi che possono presentare i prodotti dell'eccellenza
enogastronomica italiana.
MOZZARELLA
� un calvario quello che da anni
vede protagonista la mozzarella di bufala: nel 2008 furono
scoperte mozzarelle alla diossina in Campania, dove l'anno
successivo furono trovate bufale ottenute con l'utilizzo di
somatropina, un ormone somministrato perprodurre più latte,
ma potenzialmente cancerogeno per gli esseri umani. Lo
stesso anno il presidente del Consorzio per la tutela delle
bufale fu destituito perché nella sua azienda il latte
veniva annacquato. Il 2010 fu l'anno delle mozzarelle
(ordinarie, non di bufala) blu trovate in vari supermercati
perché rese non commestibili da un batterio anche ben prima
della data di scadenza. Oltre a tutto ciò, si sprecano le
contraffazioni, in particolare della Bufala Campana DOP,
spesso qualificata tale in modo non veritiero perché fatta
di comune latte vaccino, o con origine geografica (italiana
e non) diversa da quella dichiarata, non appartenente alla
zona di produzione del marchio Dop campano.
OLIO
Una
delle sofisticazioni più diffuse per camuffare l'olio
extravergine italiano è la
miscelazione dell'olio di oliva con oli di semi
o di
altro genere e la
colorazione con la clorofilla
per mantenere il colore tipico dell'extra vergine. Inoltre,
l'operazione di
deodorazione
è un metodo nuovo che serve a far sparire il cattivo odore
che deriva dalle sostanze che normalmente compongono un olio
misto, oppure fatto con olive conservate male o trattate con
metodi illegali in Italia ma non in altri Paesi.
Anche
qua non mancano i casi di
italian sounding
che sfruttano il falso made in Italy per scopi di marketing
e mascherano come olio di qualità italiano un prodotto di
provenienza non certificata.
PESCE
Le
irregolarità sui prodotti ittici sono molteplici, e anche
molto gravi e
pericolose:
pesce decongelato (e talvolta anche ricongelato),
allevamenti di cozze in acque non pulite, pesce di
provenienza extraeuropea (da Cina, Sudamerica, Africa)
scaduto durante il periodo di stoccaggio e poi
riconfezionato e rietichettato
con spostamento della data
di scadenza anche di molti mesi senza alcuna verifica del
prodotto. Inoltre, proprio sulle etichette sono numerose le
irregolarità relative a veridicità e tracciabilità. Oltre a
tutte questi elementi, potenzialmente molto pericolosi per
la salute, bisogna considerare i danni ai prodotti ittici
derivanti dall'inquinamento di mari e fiumi
per via di batteri (esterichia coli, salmonella etc.) e
metalli pesanti scaricati in mare (mercurio, piombo e così
via).
Infine
c'è il rischio in costante aumento dei parassiti, in
particolare l'anisakis, che si trova nelle viscere di molti
prodotti ittici (soprattutto pesce azzurro) e che può
contagiare l'uomo in
caso ingerisca pesce crudo
o lievemente affumicato. Qualora il pesce si sia infettato
con questo parassita mangiando gamberetti infestati da
larve, in caso l'uomo lo mangi crudo può rischiare reazioni
anche molto forti, come shock anafilattico, o necessità di
interventi chirurgici dato che le larve rischiano anche di
bucare l'intestino dell'uomo. Con il moltiplicarsi dei
ristoranti giapponesi che offrono sushi e pesce crudo in
tutte le salse, il problema rischia di diffondersi sempre di
più, ma c'è un modo per azzerare le possibilità di
contagio? Tutti i
prodotti ittici destinati al consumo senza essere cucinati
(o che devono essere sottoposti ad affumicatura a freddo)
devono essere congelati ad una temperatura inferiore ai -20°
centigradi per minimo 24 ore. Non solo il sushi, ma anche
prodotti più tradizionali nel nostro Paese che sono
destinati ad essere marinati o messi sotto sale (aringhe,
alici, sgombri, salmone ecc.).
In generale, spetta anche all'impresa (ristorante,
pescheria, supermercato) che acquista prodotti ittici
valutare le materie
prime o gli ingredienti che acquista e se ha il sospetto che
possano essere in qualche modo contaminati, ed il minimo che
si può fare è un accurato controllo visivo in base
all'esperienza prima dell'acquisto e dell'utilizzo per fini
culinari o di vendita.
POMODORI
Il pomodoro è uno dei primissimi prodotti
dell'export italiano:
ne esistono ben 500 specie in Italia, di cui alcune
protette, come il San Marzano dell’Agro sarnese-nocerino
DOP. Negli anni passati un caso eclatante: ben 34 tonnellate contraffatte di questo
prodotto sono state sequestrate mentre stavano per essere
esportate. Non si trattava di pomodori provenienti dalle
zone in questione (in provincia di Napoli e Salerno),
preparati secondo i metodi indicati dal consorzio di tutela,
bensì di prodotto più scadente proveniente da altre zone.
Addirittura, sono moltissimi i
casi di concentrato di pomodori importato dalla Cina e poi
etichettato come prodotto italiano. In questi casi, il
contravventore commette il reato di "
vendita di prodotti
industriali con segni mendaci" e rischia mesi di reclusione
e migliaia di euro di multa. � sempre importante leggere le
etichette, vedi
come si leggono le etichette alimentari
ma se volete essere certi dalla bontà del
prodotto comprare il San Marzano dell'Agro Sarnese Nocerino
intero!
VINO
Il mercato del vino è in
crescita da vari anni e il vino italiano è sempre apprezzato in particolare
all'estero per qualità e tradizione. Come il mercato è in
crescita, così lo sono le contraffazioni e le frodi: pare
che i prodotti vitivinicoli siano quelli che hanno subito il
più alto numero di sequestri. Esistono vari metodi di sofisticazione
del prodotto: arricchimento con mosto concentrato,
annacquamento o zuccheraggio, utilizzo di trattamenti con
sostante proibite o presenti in quantità superiori a quelle
stabilite dalla legge, vendita di prodotti non elencati
nella documentazione ufficiale della cantina, vendita di
vini come DOP o IGP anche se non ne soddisfanno i requisiti
e sono privi dell'autorizzazione per l'utilizzo di queste
diciture da parte dei consorzi di tutela. Con sole 33
sterline (poco più di 40 euro) è possibile, in Gran
Bretagna, con un kit per l’autoproduzione fare ben 30
bottiglie di "
vino doc" Valpolicella, grazie a una magica
polvere da sciogliere in una bottiglia d’acqua. Certo che
c'è anche un po' di strumentalizzazione, in tanti articoli
sul fenomeno sofisticazione si mostra la foto di un
bicchiere con una bustina della Trek’n Eat e la si accusa di
fare il vino con la polvere, ma la società si limita a
proporre una bustina per un "
red wine" da escursionisti, da
mettere nello zaino, al posto magari di una qualsiasi altra
bevanda, da dove esce fuori il rischio del falso Chianti?
Il rapporto di
Legambiente
ci dà un quadro completo di una moltitudine di possibili
illeciti, ma quali sono le
iniziative che si possono intraprendere per contrastare
questo fenomeno in
potenziale crescita?
-
Maggiore coordinamento nei
controlli a tutti i livelli, magari con la costituzione
di un'agenzia nazionale che si occupi di sicurezza
alimentare a tutto tondo?
-
non solo controlli ma anche
ricerca e comunicazione ai consumatori?
-
pene più severe contro le
frodi di tipo alimentare?
-
etichette veritiere e
trasparenti, definite da una normativa unica, chiara e
possibilmente unificata in tutta Europa;
-
scambio di informazioni tra
consumatori e istituzioni, ad esempio con l'istituzione
di un canale (telematico e telefonico) per le denunce di
possibili contraffazioni da parte dei consumatori, per
informare e tutelare i cittadini ed i prodotti italiani
stessi.
-
cercando un accordo suo
internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni
dai falsi. Ma è anche necessario fare chiarezza a
livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a
tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta
l'origine dei prodotti alimentari
I nostri produttori devono
comunque confidare nelle
proprie capacità di farsi riconoscere sul mercato e di
comunicare efficacemente quali sono le differenze fra un
prodotto e l'altro. DOP, IGT, DOC vanno bene ma oggi il
consumatore vuole anche il giusto rapporto qualità prezzo e
la qualità rischia di diventare un lusso per pochi. Gli
altri possono far finta di mangiare italiano... leggi anche
cosa vuol dire
prodotto bio.
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
|