Raccolta differenziata in Italia

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Raccolta differenziata in Italia... a che punto siamo? Report dettagliato basato su dati aggiornati per analizzare pregi e difetti del sistema italiano di smaltimento e recupero dei rifiuti; focus sul divario Nord-Sud, best practices locali e obiettivi ancora disattesi, con parallelo con modelli esteri più efficaci da cui trarre ispirazione.  

 

Diamo un’occhiata all’Italia che fa la raccolta differenziata. Prima di farlo se non avete le idee chiare, leggete l'articolo su cosa significa Raccolta differenziata dei rifiuti. Ogni anno in dicembre viene pubblicato un rapporto sullo stato della situazione, "L'Italia del Riciclo" promosso da Unire (l'Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Il rapporto più recente è attualmente quello del 2014, che si riferisce però a dati passati (il trend resta comunque lo stesso).

Legambiente pubblica il suo rapporto "Comuni ricicloni". Varia (si alza ovviamente, periodicamente) la percentuale al di sotto della quale non si è ricicloni (e sono pertanto di meno i comuni che si possono chiamare così). ? virtuoso il comune che differenzia oggi almeno il 65% dei rifiuti.

L'Italia del riciclo

In Italia solo il 33% dei rifiuti urbani viene recuperato (in Europa mediamente si recupera il 42%).  Il 49% dei rifiuti prodotti va a finire in discarica, contando si tratta di 15 milioni di tonnellate ogni anno. I paesi europei buttano in discarica il 30% dei rifiuti. Siamo messi male dunque, peggiori di noi solo Portogallo e Grecia. Al sud la situazione è ancora peggiore: quasi tutte le Regioni portano in discarica oltre il 60% dei rifiuti, con la percentuale record negativa della Sicilia che butta praticamente tutto, il 93%!

In Italia recuperiamo sotto forma di materia solo il 20% dei rifiuti (escluso il compostaggio) contro una media europea del 26%; anche il compostaggio e il recupero energetico si mantengono sotto la media europea attestandosi al 13% (in Europa il compostaggio è al 16%) e al 18% (in Europa il recupero energetico è al 29%). Migliora in Italia il riciclo degli imballaggi  +2%, quello della carta (+3%), plastica (+4%) e vetro (+7%), in calo acciaio (-1%), alluminio (-13%) e legno (-5%).

Rapporto Legambiente

Secondo la classifica di Legambiente 2013 il Veneto è il primo della classifica con quasi il 66% dei comuni che si può qualificare come virtuoso  seguono il Friuli Venezia Giulia, con il circa il 34%, il Trentino 28% la Lombardia con il 21% e il Piemonte con il 19%. Migliora il sud, con la Campania al 11% che si piazza alla posizione n. 8 della classifica, e la Sardegna al 10%. In Campania sono 60 i comuni virtuosi nella differenziata, con Salerno in testa.

Nel complesso:

---> 85% dei comuin ricicloni è al Nord

---> solo il restante 15% è al Centro Sud

Il sud fa meglio del centro (sono infatti 105 i virtuosi del meridione contro gli 83 del Centro).

Nel totale i comuni virtuosi 2013 nel riciclaggio sono 1293 su 8101. La percentuale è stata alzata e dunque si sono ridotti i numeri rispetto allo scorso anno. Il vincitore assoluto dell’edizione 2013 è ancora (una conferma da diversi anni) il comune di Ponte nelle Alpi (BL), con una raccolta differenziata al 87,5%; Salerno, miglior capoluogo del Centro Sud, raggiunge il 68,5% di raccolta differenziata.

Tra i comuni sopra i 10 mila abitanti si distinguono per il Nord, Zero Branco (TV), al Centro Serravalle Pistoiese (PT) e al Sud il Comune di Monte di Procida (NA).

Tra i comuni con meno di 10 mila abitanti vincono Sant’Orsola Terme (TV) per il Nord, Montelupone (MC) per il centro e per il Sud Casal Velino (SA).

Problema grandi città

Tra le grandi città, solo il 5% dei capoluoghi ha superato la soglia stabilita per rientrare nella classifica virtuosa. Nessuna città grande, oltre i 200 mila abitanti ce l'ha fatta. Il Piemonte è la regione col maggior numero di città capoluogo virtuose: Novara, Asti, Cuneo, Verbania e Biella.

La provincia nella quale risiedono il maggior numero di cittadini virtuosi è Torino dove i comuni premiati quest’anno sono ben 106.

La spaccatura insomma non è più tra un’Italia virtuosa nel Nord e una in ritardo nel Centro-Sud, ma tra comuni piccoli e virtuosissimi e le sprecone maggiori città.

Comuni rifiuti free

Sono 330 i comuni rifiuti free. Pensate contro la media di produzione di rifiuti di 550 kg per abitante, questi magnifici comuni producono meno di 75 kg di spazzatura per abitante. Tra di loro vince il toscano Empoli, 48.000 abitanti molto educati e ben incentivati dall'amministrazione locale.

Il problema dell'umido

Uno dei problemi è la raccolta dell'umido,  impossibile non fare il porta a porta, difficoltosa da organizzare efficacemente ma essenziale poiché la raccolta capillare dell'umido rappresentail 30-35% dei rifiuti domestici. L’umido è la parte organica della spazzatura, fatto da scarti vegetali di giardini e scarti alimentari. Dall’umido, tramite un processo che si chiama compostaggio, si ottiene il compost, un concime naturale, usato in agricoltura o nei giardini. Oltre a diventare un prodotto di cui si fa uso come fertilizzante, l’umido compostato evita che milioni di kg di rifiuti finiscano in discarica. Negli ultimi 15 anni sono notevolmente aumentati in Italia gli impianti di dimensione industriale che trattano l’umido. La crescita della raccolta è costante, con notevoli differenze regionali. Il nord procede meglio del sud, con le dovute eccezioni, attestandosi sui livelli europei, Sicilia, Calabria, Basilicata, Molise, ma anche Lazio, registrano ancora notevoli ritardi. Grandi passi in avanti li ha fatti la Sardegna, realizzando molti impianti ed aumentando la raccolta differenziata porta a porta. Una tendenza da segnalare è la crescita del numero di impianti che trattano i rifiuti organici attraverso la digestione anaerobica (DA) con produzione congiunta di biogas e compost di qualità. Le incertezze riguardanti gli eventuali incentivi alla produzione di energia rinnovabile potrebbero causare un rallentamento in questi investimenti.


Importanti sono stati gli interventi legislativi che hanno costretto le autorità competenti a trovare alternative allo smaltimento in discarica delle frazioni organiche.

 

Qualche regola utile per separare bene:

 

Sì, nell'umido vanno
* Resti di frutta, ortaggi
* Carne, pesce a piccoli pezzi
* Gusci d'uova
* Alimenti deteriorati
* Fondi di caffè o tè
* Erba secca
* Foglie e terriccio e potature
* Pane, pasta, riso
* Lettiere di animali domestici
* Paglia, cortecce, segature
* Sfalci e potature di alberi, erba e foglie

solo in piccole quantità (se sono grandi quantità devono essere pretrattate prima di mescolarsi all'umido)

No, nell'umido non si devono gettare
* Tovaglioli sporchi con sostanze non organiche (olio di macchine, terra, ecc.)
* Gusci di cozze, arselle, lumache ecc.
* Terra e sassi

* Sassi della lettiera del gatto

*Non inserire nel sacchetto cibi caldi per non danneggiarlo

 


Se la frazione verde (erba, foglie, ramaglie, ecc.) è presente in grandi quantità, deve essere divisa dall'organico (resti di frutta, carne, pesce a piccoli pezzi, ecc.) e messa in un apposito sacchetto biodegradabile.

 

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