Eliminare gli imballaggi   

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Analisi delle soluzioni su cui stanno lavorando aziende e centri di ricerca per ridurre drasticamente gli involucri, a partire dalla plastica, minimizzando i materiali a perdere. Si studiano alternative ecosostenibili, prevenzione alla fonte, vuoto a rendere, packaging riciclabili. Obiettivo ambizioso: ripensare intere filiere perché il concetto di rifiuto scompaia. 

 

Le 4R, che oramai molti conoscono, per salvare il pianeta dall'immondizia sono:

Riduzione della spazzatura

Riutilizzo

Riciclaggio

Recupero di energia

 

ImballaggiMolto si è parlato di riciclaggio e produzione di energia dai rifiuti, molto poco di prevenzione. Oggi più che ridurre si deve fare prevenzione, ovvero "non produzione" del rifiuto. Partire per esempio dalla riduzione o eliminazione degli imballaggi è un'ottima idea (la campagna di Legambiente "Disimballiamoci" per esempio).

 

Quanti imballi passano dalla borsa della spesa direttamente nel cestino della spazzatura?  La scatola del dentifricio e della maionese, il cartone che tiene insieme i pelati o le scatolette di tonno, il polistirolo e la plastica delle vaschette di frutta, verdura, formaggi e carne e poi la confezione di plastica che tiene insieme le 6 bottiglie di acqua, le bustine fragili con cui si pesano frutta e verdura alla bilancia... Guerra sia allora agli imballaggi inutili e inquinanti, all'incredibile numero di flaconi, pacchi, bottiglie di plastica che produciamo, imballaggi che pensate occupano il 50% dello spazio nella spazzatura.

 

L'idea è semplice: l'eliminazione degli imballaggi è possibile a patto di comprare sfuso, alla spina, un po' per volta è senza esagerare e soprattutto senza sprecare, gettando inutilmente plastica, lacci, scatole. Alcuni alimenti e prodotti si possono acquistare alla spina, usando contenitori riciclabili che di volta in volta si portano a casa, si svuotano, si riempiono di nuovo. Mancano le confezioni imbellettate dalla pubblicità ma per il resto è conveniente, comodo e ecologico.

 

Il consumatore trae due volte vantaggio da questo approccio: un risparmio economico (che va dal 20% al 70% del prezzo), un risparmio virtuoso in termini di impatto ambientale, grazie all'uso ragionato e intelligente delle proprie facoltà di spesa e di scelta, una notevole soddisfazione personale per aver contribuito, davvero e in prima persona a "salvare il mondo". I nostri nonni già conoscevano questo tipo di eco-spesa e forse in passato acquistavano pasta, caffè, riso un poco per volta, quando i soldi lo permettevano. Il ritorno al passato in questo caso in chiave moderna è la ricetta giusta per vincere la guerra all'immondizia.

 

Pensateci prima di fare acquisti e mettete la vostra spesa nelle borse di tela invece che in quelle di plastica, rifiutate la miriade di buste e bustine che ogni negoziante distribuisce in quantità, tante cose entrano nella borsa o nelle borsine di stoffa che si possono comodamente portare con noi. Riflettete sul tempo che impiega la natura per smaltire certi rifiuti: 1000 anni per smaltire un oggetto di plastica, 450 per un pannolino, 5 per una gomma da masticare. È necessario cercare di eliminare il superfluo, di riutilizzare per quanto possibile e trovare degli usi alternativi per i materiali. Abbiamo anche scritto un articolo sulle buste biodegradabili, migliori certo delle altre, ma pur sempre un rifiuto da smaltire.

 

Le iniziative per risparmiare sugli imballi stanno avendo successo, sarà per la crisi economica o per la voglia di ecologia, ma le cose stanno cambiando. In Italia il Piemonte è stata la prima regione che nel 2006 ha sovvenzionato un progetto di vendita sfusa di detersivi tramite un sistema di self-service. Il cliente acquista il flacone una sola volta e ogni volta si rifornisce utilizzando lo stesso contenitore, incolla il tagliando adesivo sul contenitore stesso è paga alla cassa. Per i detersivi è stato un vero successo e i progetti vanno avanti nelle grandi catene di distribuzione come Coop e Auchan ma anche in tanti piccoli negozi biologici.  In vendita sfusi anche pasta, latte, caffè, dentifricio e altro. Provate il prodotto e giudicate voi stessi. C'è chi poi dai rifiuti ha saputo trarre un'opportunità. È il caso di Terracycle che ha realizzato un fertilizzante ricavato dalla spazzatura organica e raccoglie rifiuti in tutto il mondo per trasformarli in oggetti utili e di design. Leggiamo la storia di Terracycle.

 

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