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Basilica di San Petronio a Bologna
Costruita per
volere del comune di Bologna nel 1390, secondo il
progetto e la direzione dell'architetto Antonio
di Vincenzo, la Basilica di San Petronio rimane
ancora oggi dopo quasi sette secoli una delle chiese
più grandi della cristianità (secondo le fonti, il
completamento del progetto incompiuto avrebbe portato ad una
chiesa più grande della stessa San Pietro a Roma).
Le sue misure attuali risultano ad ogni modo
maestose: di 130 metri di lunghezza, 58 di larghezza e 45 di altezza, a cui
vanno aggiunti sei metri in più se si considera l'altezza della facciata.
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Questa chiesa dedicata al patrono della città è una delle più
belle creazioni dell'architettura gotica italiana. La sua
costruzione iniziò nel 1390 con la facciata che si affaccia
sulla piazza, e fu completata solo nel 1659. Una sfida che i
bolognesi si erano posti da soli, era quella di costruire la più
grande basilica del mondo. Non potendo limitarsi alla
prospettiva di una basilica che fosse più grande della Basilica
di San Pietro di Roma, il Papa decise diversamente offrendo una
nuova ala all'Università di Bologna, situata proprio accanto
alla basilica. Un modo "educato" per bloccare l'estensione della
sua costruzione. L'opera durò per secoli e fu consacrata solo
nel 1953. All'interno, si rimane affascinati dal processo di
meridiano solare stabilito nel 1655, che è in grado di dare il
tempo. Progettato sul terreno, questo calendario solare mostra
il solstizio d'estate bolognese ogni 21 giugno alle 13:16 quando
il raggio di sole riempie il corpo della navata. Sono inoltre
esposte le ventidue cappelle appartenenti alle famiglie
donatrici dell'epoca, ricoperte da affreschi del Quattrocento.
Sopra l'altare maggiore si trova l'organo più antico d'Italia.
Le
sue misure attuali sono di 130 metri di lunghezza, 58 di larghezza e 45 di
altezza, a cui vanno aggiunti sei metri in più se si considera l'altezza della
facciata. Alcuni
indicano il XVII
secolo come l'anno del suo più recente lavoro, a
tutt'oggi tuttavia la Chiesa risulta ancora da
finire, se si considera soprattutto la sua facciata
principale.
Il progetto prevedeva
infatti una struttura molto più grande di quella attuale,
estesa fino a piazza dei Celestini da una parte e via
Foscari dall'altra, con una grande cupola alta 150 metri e
larga 50. Questa caratteristica distintiva conferisce
all'edificio la curiosa bellezza per la quale oggi è
apprezzata ed amata. Ritornano alla mente i versi poetici
del Carducci (da Odi Barbare), dedicati alla piazza
che la ospita
«... Su gli alti fastigi
s'indugia il sole guardando
con un sorriso languido di
vïola,
che ne la bigia pietra nel
fosco vermiglio mattone
par che risvegli l'anima de
i secoli,
e un desio mesto pe 'l
rigido aëre sveglia
di rossi maggi, di calde
aulenti sere,
quando le donne gentili
danzavano in piazza
e co' i re vinti i consoli
tornavano.
Tale la musa ride fuggente
al verso in cui trema
un desiderio vano de la
bellezza antica. »
La
facciata della chiesa, visibilmente incompiuta, si presenta con
la parte superiore in mattoni e quella inferiore in marmo. Dei
tre portali, quello centrale (Porta Magna) è opera di
Jacopo della Quercia
e sono comunque tutti riccamente lavorati. Si
apprezzano in particolare anche le vetrate policrome situate
nelle 22 cappelle interne. A sorprendere maggiormente è
soprattutto l'interno, un ampio spazio in stile gotico a tre
navate, semplice e allo stesso tempo maestoso grazie alle ardite
volte e tuttavia diverso dalle cattedrali nordiche conosciute
per lo slancio verticale; in quello bolognese è lo spazio
orizzontale a guadagnarne in prospettiva. Di fatto i lavori
furono bloccati nel 1650, all'inizio dei lavori di costruzione
dell'Archiginnasio.
Al
suo interno, la basilica possiede importanti testimonianze
storiche ed artistiche. Risulta essere anche l'ultima grande
opera tardo gotica italiana. Nel 1530,
Carlo V venne
incoronato imperatore del
Sacro Romano Impero
proprio in questa
basilica da papa Clemente VII; all'epoca Bologna era
infatti parte dello Stato Pontificio e seconda città più
importante dopo
Roma.
Non si termini la visita senza aver osservato sul pavimento due
famose meridiane, realizzate in tempi passati come calcolo
solare grazie alle
vaste
dimensioni dell'edificio e con la possibilità di tracciare al
suolo una lunga retta con andamento Nord-Sud: la prima è detta 'gnomone'
e si riferisce alla meridiana di Egnazio Danti, del 1575,
che tuttavia si dimostrò non tanto esatta; la seconda, in sua
sostituzione, è la meridiana di Cassini, indicata come la
meridiana più lunga del mondo (misura quasi 68 metri di
lunghezza e presenta un foro di luce a 27 metri dal suolo, con
una distanza fra i solstizi di 56 metri). Anche conosciuta come
la meridiana di San Petronio, venne disegnata da
Giandomenico Cassini, nel 1656, docente di astronomia nello
studio di Bologna, che per l'importanza degli studi svolti a
Bologna divenne uno dei più noti e migliori astronomi europei
del suo tempo. Fu in particolare capace di fornire le altezze
del Sole per tutto l’anno, incluso il momento del solstizio
d’inverno. A lui si devono anche diversi studi sui pianeti
Saturno e Giove e sulla Luna.
Ciascuna delle cappelle
laterali della basilica ospita numerose opere d'arte,
testimonianza di artisti rinascimentali e rinomati architetti
dell'epoca, quali Giovanni da Modena, il Parmigianino,
Lorenzo Costa, Jacopo Barozzi da Vignola, detto il
Vignola, ed altri artisti che man mano hanno contribuito
alla realizzazione. I due portali laterali furono decorati da
diversi autori, tra cui Ercole Seccadenari, a cui si deve
anche il disegno, il Tribolo, Alfonso Lombardi,
Girolamo da Treviso, Amico Aspertini, Zaccaria da
Volterra.
Le cappelle interne della
Basilica di San Petronio in Bologna sono tutte da visitare,
abbiamo prediletto in particolare la Cappella delle Reliquie
(la XII, e già Zambeccari), con diversi reliquiari; la
Cappella dei Re Magi (IV e già Bolognini e Salina Amorini),
con la a decorazione originaria; la Cappella di S. Brigida
(XXI, già Pepoli), con il polittico di Tommaso Garelli (1477);
la Cappella della Madonna della Pace (la XXII), con la
Madonna in pietra d'Istria di Ferabech (1394); la
Cappella di S. Lorenzo (XVIII e già Garganelli, Ratta e
Pallotti) con la 'Pietà' di Aspertini; la Cappella
Maggiore, con il grande quattrocentesco "Crocefisso" ligneo,
opera di ignoto.
Basilica di San Petronio
Piazza Maggiore
Tel. +39 051 231415
40124 Bologna (BO)
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