Boom di Suicidi in Italia

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Boom di Suicidi in Italia

 

La crisi economica è mutata rapidamente in crisi sociale in questi ultimi anni. La conferma dal rapporto Eures sui suicidi in Italia. In passato lo studio indicava che nel nostro Paese tra il 2008 e il 2010 i casi di morte volontaria erano aumentati del 44,7%. Si tratta di circa 360 all'anno: 1 suicidio al giorno. Nell’anno 2014 sono state complessivamente 201 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni economiche. Gli anni precedenti i suicidi erano stati 89 nel 2012 e 149 nel 2013. In tre anni sono 439 i suicidi per motivi legati alla crisi economica registrati in Italia.

 

L'identikit delle vittime? Uomini di mezza età, imprenditori o dipendenti, residenti nelle regioni centro-settentrionali. Un fenomeno che allarma se si considera che, come riportato dallo studio, non risparmia neppure i giovani. Il numero di under-25 che decidono di togliersi la vita, infatti, pur rappresentando una piccola minoranza del totale, ha registrato un aumento nel periodo in esame. Leggiamo insieme i dati del trienni 2008/2010 e di quello 2012/2014.

 

Il rapporto Eures 2008/2010

 

Boom di suicidi in ItaliaSuicidi in aumento, soprattutto tra gli uomini – Sono stati 2.986 i suicidi commessi in Italia nel corso del 2009, con un aumento del 5,6% rispetto all’anno precedente (2.828 i casi  nel 2008), invertendo la dinamica decrescente dell’ultimo biennio. L’incremento registrato investe sia la componente femminile della popolazione (+1,6%, con 643 casi rispetto ai 631 del 2008), sia soprattutto la componente maschile (+5,6%, passando da 2.197 a 2.343). Conseguentemente, l’incidenza della componente maschile (78,5% contro il 21,5% di quella femminile) raggiunge nel 2009 il valore più alto mai registrato negli ultimi decenni, con un indice di mascolinità pari a 364,4 suicidi compiuti da uomini ogni 100 femminili (si tratta anche in questo caso di un valore record). In costante aumento l’incidenza della componente maschile anche nei tentati suicidi: dopo il " sorpasso" avvenuto nel 2001, quando per la prima volta in Italia i tentati suicidi degli uomini hanno superato quelli delle donne (con il 50,2% dei casi contro il 49,8%), nel 2009 i tentati suicidi degli uomini rappresentano il 53,8% (contro il 46,2% femminile) e l’indice di mascolinità ha raggiunto un valore record pari a 116,4.

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Dati del trienni 2012/2014

Debiti, fallimenti, licenziamenti, stipendi non pagati e disoccupazione sono sempre più motivazioni per scelte estreme. Dal 2012 al 2014 il fenomeno dei suicidi per motivazioni economiche ha modificato in parte volto interessando fasce sempre più ampie della popolazione, senza distinzione geografica, investendo non più solo titolari di azienda ma anche sempre più disoccupati; i numeri parlano chiaro: 45% sono gli imprenditori suicidi, 42% i disoccupati che si tolgono la vita.

Non ci sono più differenze geografiche, la crisi colpisce da nord a sud. Nel triennio preso in considerazione, il  nord est registra il tasso più alto con il 25,3% del totale dei suicidi, il centro Italia il 22,3% dei suicidi, il sud il 20,3%, il nord-ovest il 20% e le Isole l’11,8%. Dal 2012 si è verificato un abbassamento dell’età delle vittime. Sono aumentati i suicidi relativi ai giovani dai 35 ai 44 anni, così come quelli relativi alla fascia tra i 25 e i 34 anni (nel 2014 il 4% delle vittime) e under 25 (2,5% nel 2014).

Alla fine del 2014 si è registrato fortunatamente un segnale positivo, la diminuzione del numero di suicidi.

 

 

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