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Festival e manifestazioni a Napoli
Napoli, città di storie e contraddizioni, nobili e
travagliate nell'insieme. La cultura popolare partenopea si muove
attraverso innumerevoli storie di vita e lo fa con curiosa tendenza,
orgogliosa delle proprie radici.
Immaginate antichi romani e longobardi, normanni e spagnoli,
tutti nel tempo grandi protagonisti della storia millenaria di questo
territorio. Il folclore campano è fatto di tradizioni
tramandate di generazioni in generazione e in effetti si arricchisce di una
spettacolarità innata. Pulcinella ama scherzare dalla sua natia
Acerra, arrivando a Napoli da tempi lontani.
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Lo
fa con la solita aria cialtrona, ma orgogliosa;
disilluso da una turbolenta coscienza, che lo porta
attraverso le strade della città, strette e adombrate,
ad inseguire l'ennesima ingiustizia. D'altra
parte il Carnevale a Napoli rivive dei personaggi di
sempre, utili a (s)mascherare una realtà a volte troppo
pesante, e lo fa tra i ritmi più allegri della musica
napoletana, con i vari acciarini, scetavajasse, putipù,
tamburrelle e triccaballacchi. Per l'occasione la città si
veste a festa e anche il rione più antico si prepara a far
divertire passanti e turisti. Il martedì grasso per esempio,
è il giorno della Carnascialata ispirata al falò di
Sant’Antonio, mentre per tutto il periodo si evidenziano
anche i quartieri di Chiaiano, Marcellino, Montesanto, Barra
e altri.
Il sacro e il profano
trovano modo di coesistere in tutto il territorio campano, come in pochi
altri luoghi. Le feste religiose sono numerose e ancora sopravvivono, con
particolare rilievo alle feste patronali. Si avrà così modo di partecipare
alle varie San Costanzo a Capri (metà maggio), Sant'Anna ad Ischia
(26 luglio), Settimana Santa ad Amalfi o a Sorrento o alla
Madonna della Neve a Torre Annunziata
(22 ottobre).
Tra tutte pero è la Festa di
San Gennaro che porta alto il nome della Campania, e con essa quello del
suo capoluogo. San Gennaro, che viene celebrato tre volte all'anno, è il
santo simbolo di Napoli. La prima testimonianza ufficiale della
liquefazione del sangue della reliquia di San Gennaro è datata 1389,
accadeva il giorno della Festa dell'Assunta, durante l'accoglienza di un
delegato pontificio. Secondo alcuni storici questa non fu tuttavia la prima
volta, pare infatti che il sangue si sarebbe liquefatto già ai tempi di
Costantino I, durante la traslazione delle spoglie del santo in quel di
Napoli dal vicino Agro Marciano, nei pressi di Pozzuoli.
Il primo sabato di maggio
si assiste alla processione delle reliquie della Cappella del
Tesoro a Santa Chiara; detta anche
Processione delle Statue (e
in passato, Processione degli Inghirlandati,
per i particolari decori – di corone di rose e fiori vari – usati dai
sacerdoti fino al XIX secolo), si svolge il sabato precedente la prima
domenica di maggio e con la reliquia accompagnata dai busti argentei dei
santi compatroni. Dopo vari cambiamenti di percorso, accorsi nel tempo,
l'itinerario odierno parte dal Duomo di Napoli
diretto alla Basilica di Santa Chiara,
attraverso via Duomo, via San Biagio dei librai e via B. Croce; al rientro
del santo, si passa invece per via San Sebastiano e via dei Tribunali. Il
19 settembre è la
Festa del Santo: le due ampolle vitree
contenenti il sangue disciolto (sono originare del IV secolo e custodite
nella cassaforte dietro l'altare della Cappella del Tesoro di San
Gennaro), vengono esibite ai fedeli e
alle massime autorità della città, in quella che viene definita come la
festa più importante di Napoli.
Ad invocare il miracolo sono alcune donne, chiamate 'parenti
di San Gennaro', che con antico
fervore cercano di assicurarsi l'intervento 'divino'. Le loro sono preghiere
in dialetto e non si resti sorpresi della confidenza prestata al santo, tra
scongiuri e invocazioni varie, capiterà infatti di sentire parole tipo: 'a
faccia ngiallita' o 'guappone',
tutto parte della tradizione popolare napoletana.
La liquefazione del sangue di
San Gennaro è avvenimento di buon
auspicio per la popolazione, tanto che nel tempo la superstizione si è
colorata di testimonianze reali, come quella avvenuta nel 1631 all'epoca
dell'eruzione del Vesuvio:
era il 16 dicembre e per l'occasione i napoletani fecero edificare la guglia
a San Gennaro, in segno di ringraziamento per aver protetto la città dalla
lava. A tutt'oggi, non è stato possibile spiegare con scientifica certezza
il fenomeno della liquefazione del sangue di San Gennaro e questo nonostante
alcuni studiosi riferiscano di un fenomeno detto di tissotropia,
con il quale alcuni materiali potrebbero diventare fluidi se meccanicamente
sollecitati (la loro teoria tuttavia allo stato attuale non ha ancora
trovato valide conferme). Ricordiamo a tal proposito un interessante
itinerario alla scoperta dei luoghi simbolo di Napoli,
il cosiddetto Miglio Sacro
ripercorre le tappe salienti dedicate al santo patrono: dalla
tomba di San Gennaro al suo tesoro,
passando attraverso il Rione Sanità,
la Basilica di San Gennaro dei poveri,
le Catacombe di San Gaudioso,
il Palazzo di San Felice,
Porta San Gennaro, il
Battistero di San Giovanni in Fonte,
ed altri luoghi sacri come per l'appunto la Cappella del Tesoro di
San Gennaro, le Catacombe di
San Gennaro, la Basilica di
Santa Maria e la Cattedrale
di Napoli.
Le feste religiose nella
regione partenopea sono profondamente legate ai momenti più importanti
della vita di Gesù, così Pasqua e Natale. Sono eventi estremamente
sentiti dalla popolazione. Al
Natale di Napoli abbiamo dato risalto in una sezione
appositamente dedicata, a cui rimandiamo la lettura. Durante il soggiorno a
Napoli si consiglia la visita alla chiesa di Santa Maria del Carmine,
di bella architettura barocca e conosciuta per custodire l'icona della
Madonna Bruna, per essere il
luogo di sepoltura di Corradino di Svevia e per essere stata
testimone della morte Masaniello, nel 1439. La chiesa è ricordata
anche in particolare lper a commemorazione del miracolo di Santa Maria
del Carmine: dal lontano 1439 si racconta che la testa del Gesù del
crocifisso ligneo tuttora presente sia così china per aver evitato
i colpi di una bombarda sparata dagli aragonesi agli ordini dell'infante
Pietro di Castiglia; il
crocefisso non fu distrutto e il giovane Pietro, a sua volta, fu colpito da
una simile bombarda partita dal campanile della stessa chiesa. La bombarda
evitata dal Cristo, nota come la
Messinese,
è ancora esistente e si trova conservata nella cripta della chiesa, mentre
il crocefisso "
... di tanta rara
scultura quanto può ogni devoto desiderarsi di vederlo al naturale"
(come attestato dalle cronache dell'epoca) sin dal 1459 è custodito nel
tabernacolo appositamente fatto costruire dal fratello dell'infante, re
Alfonso, in segno di devozione. Da allora, ogni 26 dicembre, il Cristo in
croce viene esposto al pubblico per otto giorni fino al 2 gennaio, con
sontuose celebrazioni di folclore popolare. Anche la icona della
Madonna Bruna, custodita nella chiesa
e arrivata in origine da un antico monastero vicino, è oggetto di
celebrazioni da oltre cinque secoli e cioè da quando, nel 1500 venne portata
in processione a
Roma in occasione dell'Anno
Santo. Quello di Santa Maria del Carmine è uno dei due più importanti
santuari mariani nel napoletano,
l'altro è il Santuario di Santa Maria di Piedigrotta.
Altro importante evento napoletano è la
Festa di 'O Munacone,
dedicato a San Vincenzo Ferrer
(o Ferreri), santo venerato nel Rione Sanità
e nella chiesa di Santa Maria della Sanità.
In un misto armonioso di architetture paleocristiane e barocche, due volte
all'anno (aprile e luglio), la chiesa festeggia San Vincenzo
Ferrer, anche detto O'
Munacone, spagnolo di
Valencia, vissuto tra il XIV e
XV secolo, a cui viene attribuito il miracolo della fine del colera; dei
festeggiamenti rimane impresso in particolare il momento del rito
di 'trase e jesce',
e cioè quando i portantini del santo si esibiscono in una sorta di danza
pittoresca, saltellando a ritmo con passi in avanti e indietro. I
festeggiamenti vengono ben descritti da Luciano De Crescenzo,
nel suo 'Così parlò Bellavista',
che così scrive
"
la
festa era ancora essenzialmente religiosa e coinvolgeva mezza Napoli, dal
quartiere Stella fino alla piazza del Reclusorio.... il figlio di Rachelina
era stato vestito da fraticello domenicano ed insieme ad una ventina di
altri bambini "
miracolati" era in attesa davanti alla chiesa di S. Maria
alla Sanità; all’arrivo del Santo, in una enorme confusione di folla, i
bambini furono sollevati a braccia dalle mamme e tra applausi, grida e
pianti di ringraziamento offrirono ognuno una candela a S. Vincenzo,
ricevendone in cambio una benedizione e uno scapolare".
Come scrive lo stesso De Crescenzo, la
festa è oggi caratterizzata da uno spettacolo canoro, di sicuro interesse,
visto i big della canzone italiana spesso presenti. Non si manchi tuttavia
una vista ben più dettagliata alla chiesa di Santa Maria della Sanità e in
particolare alle annesse Catacombe di San Gaudioso,
antico cimitero di epoca paleocristiana sviluppatosi da una preesistente
necropoli greco-romana e rimodernato nei secoli successivi. La stessa chiesa
di Santa Maria venne infatti costruita sopra la parte più antica della
chiesa di San Gaudioso.
L'interno offre importanti opere di antico pregio artistico, tra cui una
bella pavimentazione in maiolica (XVIII secolo) nell'ingresso alle
catacombe; un'antica raffigurazione della Madonna della Sanità (del V
secolo); alcuni affreschi di Bernardo Fera,
nella cripta; la tomba e il mosaico raffigurante San Gaudioso
(VI secolo); altri affreschi del V e VI secolo, tra cui il Cristo
morto alla sinistra dell'ingresso, del
XVII secolo.
Tra gli eventi culturali di
Napoli si segnalo vari programmi stagionali, dal Pizzafest al
Napoli Teatro o alla Fiera del Libro di Napoli (Galassia Gutenberg).
La città è viva e mostra al mondo intero il suo importante patrimonio
storico, artistico e culturale. Così i dintorni di Napoli, che di
sicuro sono già noti. Non si perda occasione di assistere al Festival
musicale di Ravello, nei mesi estivi, così come al Festival della
musica di Neapolis. Altre manifestazioni includono, il Festival
Ethnos, per chi ama la musica tipo etnico, e gli eventi estivi musicali
e cinematografici, come il Giffoni Film Festival, o gli eventi di
piazza del Plebiscito. Come ogni anno, le 'O notte bianca (Notti
Bianche), riempiono le serate autunnali dei napoletani, tra spettacoli e
performance musicali in genere.
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