Storia di Ajaccio

Storia di Ajaccio

Secondo la tradizione Ajaccio venne fondata dal mitico eroe greco Ajace. Non vi è alcuna prova di una presenza greca sulla costa occidentale della Corsica, oltre tutto gli Ioni presenti sulla costa orientale furono cacciati dagli Etruschi molto prima della dominazione romana. Il nome originale rimane pertanto sconosciuto ed è di probabile origine indigena. La conferma di un movimento preistorico nella costa ci è data per esempio dalle vicine testimonianze del sito archeologico di Filitosa, nei pressi di Propiano.

Secondo gli storici comunque la stessa storia di Ajaccio è molto antica, datata oltre 2000 anni, ed il suo territorio iniziò a popolarsi quasi sicuramente attraverso un Castrum romano: la tradizione popolare racconta di un Castello Vecchio della Cittadella di origini romane, ma si è scoperto poi essere di un periodo successivo. Anche le cronache della storico genovese Giovanni della Grossa (1388-1464) testimoniano l'esistenza, intorno al VII secolo d.C., di un borgo nel luogo esatto delle attuali rovine del castello, situato su un poggio a ridosso della penisola della cittadella. Altre fonti storiche confermano che durante la dominazione romana dell'isola, il centro conobbe una certa prosperità grazie all'insediamento di popolazioni indigene adibite alla bonifica della piana della Gravona e all'apertura di alcune vie di comunicazione interna.

Distrutto successivamente dai saraceni nel X secolo, il nucleo verrà ricostruito dai genovesi 2 km più a nord, in posizione meglio protetta, nel sito ancor oggi chiamato Vigne di San Giovanni. La ricostruzione è da inquadrare nel vasto disegno di fortificazioni e lottizzazioni agrarie operato da Genova a partire dalla fine del XIII secolo. La città venne ufficialmente fondata sul sito attuale, su progetto del milanese Cristoforo da Gandino e di Pietro da Navaria, grazie al finanziamento dal 1492 del Banco di San Giorgio, la potente banca d'affari della Repubblica Marinara (molti dei territori d'oltremare erano governati e posseduti direttamente dalla banca, che nel corso del Rinascimento diventò talmente potente da avere influenze su molti governanti in tutta Europa, tra i suoi clienti vi furono anche Carlo V e i re Cattolici, Ferdinando e Isabella di Aragona-Castiglia). Ajaccio andò sviluppandosi sulla penisola settentrionale di una piccola baia protetta dai monti: si inseriva in un ampio sistema difensivo, centrato su una serie di torri d'avvistamento (Parata, Capitello, Isolella, Castagna, Muro). Inizialmente, all'interno delle sue mura si stanziarono un centinaio di famiglie della Lunigiana, da allora la città crebbe rapidamente saturando, intorno alla seconda metà del XVI secolo, lo spazio chiuso dalle mura.

Uno degli eroi isolani, Sampiero Corso, s'impadronì della città nel 1553, durante il primo intervento francese (1553-59) e la consegnò al maresciallo de Thermes. Egli aprì inoltre la città murata a pescatori e contadini corsi che avevano costruito un popoloso sobborgo a ridosso delle mura (sarà loro accordato il diritto di cittadinanza solo nel 1592). Sul capo a mare della penisola, il maresciallo de Thermes nel 1554 iniziò la costruzione dell'attuale cittadella che verrà ultimata nel 1559. Un lungo fossato separava dall'abitato le massicce e basse mura rafforzate da baluardi, rivellini e cannoniere. L'abitato prese quindi a svilupparsi fuori le mura (demolite nel 1801) e verso nord, dando vita, sull'asse dell'attuale via cardinal Fesch, all'attuale Borgo. Le attività principali erano il commercio e la pesca del corallo. Un secolo dopo il piccolo borgo poté considerarsi già una città. Nel 1723 Ajaccio divenne capitale della provincia "al di la dei monti" e sede del relativo governatore, con le stesse prerogative di Bastia, il capoluogo dei territori "al di qua dei monti".

Il 15 agosto 1769, qualche mese dopo la definitiva cessione della Corsica alla Francia, in rue Malerba (oggi rue St.Charles), nacque Napoleone Bonaparte (da Letizia e Carlo Maria), che prese il nome di un parente morto qualche settimana prima nella Battaglia di Ponte Novo. Fu proprio questa battaglia che pose fine al sogno indipendentista di Pasquale Paoli e convinse il padre di Napoleone (avvocato), ad abbandonare i paolisti e a giurare fedeltà alla Francia. Napoleone trascorre l'infanzia fra le strade di Ajaccio prima d'essere ammesso, a dieci anni, come borsista, al collegio d'Autun e, poco dopo, alla scuola reale di Brienne e quindi alla scuola militare di Parigi. Il giovane Napoleone divenne ufficiale di artiglieria a sedici anni e si fece in seguito distaccare in Corsica dove si ritrovò coinvolto nelle intricate lotte locali. Fu proprio qui che avvenne la rottura fra lui, propenso a seguire le idee della Rivoluzione scoppiata in Francia, e Pasquale Paoli, passato dalla parte degli inglesi con la speranza di ottenere una propria indipendenza per l'isola. Durante il periodo del Regno anglo-corso, durato solo due anni (1794-96) tutta la famiglia Bonaparte dovete trasferirsi in Francia vivendo quasi in miseria.

Nel 1793 la Convenzione aveva intanto diviso la Corsica in due dipartimenti: il Golo con capitale Bastia e il Liamone con capoluogo Ajaccio. Nel 1879 i due dipartimenti vengono riuniti sotto la giurisdizione di Ajaccio. La vecchia divisione della Convenzione sarà ripristinata nel 1975, con l'attuale denominazione di Corsica del sud (capitale Ajaccio) e di Alta Corsica (capitale Bastia).
Nel corso della Seconda guerra mondiale, dopo il giugno 1940 l'isola venne posta sotto il controllo delle truppe italiane e di un piccolo contingente tedesco (novembre 1942). Dopo l'armistizio fra l'Italia e gli alleati, le truppe italiane, in unione con i partigiani corsi, liberano la città dai tedeschi (9 settembre 1943), permettendo così qualche giorno più tardi lo sbarco del battaglione d'assalto dal sottomarino Casabianca proveniente da Algeri, che diventò la prima unità francese a mettere piede sul suolo della Francia liberata. L'8 ottobre il generale de Gaulle lancerà da Ajaccio il suo celebre messaggio alla nazione.

Negli anni '60 Ajaccio è protagonista di una forte crescita demografica alimentata dall'afflusso di manodopera proveniente dalle regioni interne, dall'immigrazione dal continente di quadri impiegatizi e dall'arrivo massiccio di rimpatriati dall'Africa del nord. La popolazione passa, dai 23.000 abitanti del 1929 e dai 31.000 del 1946, ai 50.000 del 1979. L'urbanizzazione è stata da subito piuttosto frenetica e, come in tutte le città portuali strette fra mare e monti, ebbe modo di sfogarsi scalando le pendici, infilandosi nelle conche e spingendosi lungo i litorali. Crescono i quartieri residenziali di Belvedere, Berthault, Pietrina. Vengono iniziate le grandi opere infrastrutturali, la circonvallazione a monte, l'aeroporto, una scuola alberghiera, il porto turistico, favorendo lo sviluppo del terziario.

Oggi, nel settore terziario trovano attualmente lavoro oltre 15.000 addetti. Buona l'attività portuale: 30% delle merci in arrivo sull'isola (idrocarburi e materiale edilizio in testa) e oltre 500.000 passeggeri. L'aeroporto di Campo dell'Oro-Napoléon Bonaparte è il più importante dell'isola: oltre un milione passeggeri in transito all'anno. Il turismo è il settore trainante della regione, favorito da una natura selvaggia e spettacolare. Il clima ad Ajaccio è estremamente mite, media annuale 20 °C, invernale 14 °C, e favorisce l'arrivo di numerosi visitatori in tutte le stagioni dell'anno, soprattutto dal nord Europa (gli inglesi per esempio la frequentano dall'inizio del secolo scorso, in particolare da quando la scrittrice Dorothy Carrington, qui conosciuta come Lady Rose, scrisse i suoi libri guida sulla Corsica). In città e sulle fasce litorali adiacenti è dislocato il 40% dell'intera capacità ricettiva dell'isola, con numerosi Hotel e Ostelli e altre forme di alloggio. Oltre che per conoscere la storia giovanile di Napoleone, il visitatore arriva in questa parte della Corsica per una varietà di motivi: il fascino delle spiagge di Ajaccio, la genuinità dei prodotti tipici della gastronomia locale, l'ampia offerta alberghiera, la vita notturna di Ajaccio, l'ampia gamma di attività per il tempo libero (centri nautici, velici, escursionismo), la facilità nel muoversi ad Ajaccio e delle vie di comunicazione (aeroporto, porto, ferrovia, strade), i festival e le manifestazioni culturali(canti e musica popolari, parate folcloristiche, concerti, mostre). Ajaccio è una città da non perdere, mai come oggi così vicina a noi.

 

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