Abitanti
della Sardegna
L' origine dei sardi
è incerta. È probabile che i primi abitanti dell’isola
provenissero da Italia e Grecia, anche se i sardi conservano
caratteristiche genetiche specifiche che li rendono diversi
dalle altre popolazioni europee. Recenti studi basati
sull’analisi del corredo genetico hanno dimostrato che le
“eccezioni? nel patrimonio genetico sardo, a causa
dell’isolamento e della ridotta presenza di "incontri e
mescolanze genetiche", hanno inciso maggiormente sulle
caratteristiche della popolazione. In pratica le eccezioni
hanno prevalso a causa dell'isolamento e hanno
caratterizzato fortemente la popolazione sarda.
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I primi insediamenti umani sono stati accertati nel nord della Sardegna, in
Anglona, con il ritrovamento di manufatti in selce. Lungo il corso
del Rio Altana, in provincia di Sassari, in località Perfugas e a
Laerru, sempre in provincia di Sassari, è documentata la presenza di
reperti databili intorno a 500.000 anni fa. Gli scavi nella grotta di
Corbeddu di Oliena a Nuoro, hanno portato alla luce di versi strati di
reperti. Quelli a livello più superficiale, erano rappresentati anche da
resti umani, in particolare un frammento di falange datata intorno a 22.000
anni, che è ad oggi il più antico fossile umano dell’isola e fossili di
crani umani, risalenti a circa 8.750 anni fa. La mascella di questi umani
appare anomala rispetto a quella dell’Homo sapiens in generale e potrebbe
essere il risultato dell’isolamento in Sardegna di un gruppo umano.
Intorno al 1600 a.C. iniziò il lungo cammino della civiltà nuragica,
nata dall’incontro di genti mediterranee di culture diverse. Successivamente
una serie di eventi provocò una profonda trasformazione nelle comunità
sarde, che con l’arrivo di nuovi popoli, attratti probabilmente dalle
ricchezze minerarie, videro importati anche nuovi modelli di vita e
competenze tecniche. Vennero costruiti i primi edifici fortificati e nel
1500 a.C. i primi veri nuraghi, torri coniche, troncate nella parte alta,
costruite in posizione dominante, sovrapponendo grandi massi fra loro,
equilibrandoli senza usare nessun materiale per farli stare insieme. La
Sardegna è letteralmente piena di nuraghe, ovunque si scorgono, come
sentinelle sul mare.
Giovanni Lilliu è l’archeologo che ha gettato le basi per le moderne
conoscenze sul passato della Sardegna, combinando uno studio fondato su
scavi e dati concreti a intuizioni geniali, come ad esempio la scoperta
della reggia nuragica di Barumini. Dalla sua ricostruzione
socio-economica degli antichi sardi è emersa l’idea di un momento d’oro del
passato isolano, quando nella Sardegna preistorica gli abitanti vivevano di
agricoltura e caccia ed erano un popolo pacifico di laboriosi artigiani.
Grande era il fermento culturale, molto importanti erano le corporazioni
degli artigiani a cui si deve la bellezza delle opere di architettura sacra,
dei gioielli e degli ornamenti ritrovati nelle sepolture, le belle ceramiche
decorate nel periodo in cui i sardi producevano in abbondanza e si
dedicavano ai commerci, spingendosi in ogni angolo dell'isola e anche oltre
il mare, tanto che tracce della loro cultura si sono ritrovate in Francia e
in Spagna.
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