Chiesa di Santa Maria di Nazareth a Venezia

Chiesa di Santa Maria di Nazareth a Venezia

 

All'altezza del Ponte degli Scalzi sulla riva sinistra si erge maestosa sulle fondamenta degli scalzi la facciata barocca della Chiesa di Santa Maria di Nazareth o degli Scalzi. La chiesa fu iniziata su commissione dei padri carmelitani scalzi da Baldassarre Longhena nel 1670, ma fu terminata e consacrata nel 1705. La facciata è opera di Giuseppe Sardi, singolare esempio di Barocco veneziano ispirata a forme classiche.

 

Il trasporto della casa di Loreto - TiepoloL'ordine dei Carmelitani Scalzi ottenne nel 1633 dal Senato di Venezia la facoltà di istituire in città un ospizio; ma solo nel 1649, dopo una travagliata ricerca di un luogo idoneo alla costruzione del complesso conventuale, si stabilì a Santa Lucia, acquistando un'area occupata da orti lungo il Canal Grande. La realizzazione del convento e della chiesa — affidata all'architetto Baldassare Longhena — iniziò subito, ma i lavori si protrassero per parecchi anni. Nel 1672, terminata la fabbrica della chiesa — ad una sola navata con cappelle laterali e profondo presbiterio e coro, in seguito riccamente decorati — si iniziò la realizzazione della facciata per opera di Giuseppe Sardi, che venne a sostituire il Longhena. A lui infatti si deve il progetto del prospetto commissionatogli dal nobile Girolamo Cavazza. La facciata consta di due ordini di colonne binate poggianti su alto basamento ed è arricchita negli interspazi dalle statue di San Sebastiano, Santa Maria Maddalena, Santa Margherita, San Giovanni e dalla Madonna col Bambino nell'ordine superiore, attribuite a Bernardino Falcone; è completata infine da un timpano triangolare con ricco fastigio.

 

Il trasporto della casa di Loreto - TiepoloAnche se espressione del barocco veneziano, di cui Sardi fu uno dei più attivi interpreti, la fabbrica rivela una compostezza classicheggiante, che si allontana dalle più eclatanti realizzazioni contemporanee della Chiesa dell'Ospedaletto sempre di Baldassare Longhena o della Chiesa di San Moisè di Alessandro Tremignon. Purtroppo, nel 1915, durante un bombardamento austriaco nella Prima Guerra Mondiale, la chiesa fu colpita da una bomba incendiaria, che ne distrusse completamente il soffitto: andò così perduto lo stupendo affresco raffigurante il Trasporto della sacra casa di Loreto, eseguito nel 1743 da Giambattista Tiepolo in collaborazione col quadraturista Gerolamo Mengozzi Colonna. Al suo posto vi è ora l'affresco del pittore moderno Ettore Tito, raffigurante la Proclamazione della maternità della Vergine al concilio di Efeso (1934). Tra le pitture che decorano gli altari della chiesa sono importanti soprattutto gli affreschi superstiti di Giambattista Tiepolo: nella Cappella Ruzzini (secondo altare a destra) si trova la Gloria di Santa Teresa, opera giovanile, ancora legata al gusto chiaroscurale, mentre nella Cappella del Crocifisso (primo altare a sinistra) si trova il Cristo nell'orto, eseguito tra il 1732 e il 1733, che mostra già tutte le stupende qualità cromatiche dell'arte matura del maestro. Notevoli sono anche alcune sculture seicentesche, che contribuiscono, assieme alla profusione di decorazione a stucco bianco e oro e all'uso di marmi policromi, a fare dell'interno della chiesa uno dei più belli ed eleganti tra quelli barocchi veneziani. Gli scultori qui impegnati furono Enrico Meyring, Bernardo Falcone e Melchiorre Barthel. L'imponente decorazione dell'altare maggiore, eretto su progetto di Giambattista Viviani, rielaborato da Giuseppe Pozzo, si compone di un gran numero di statue, opere di Giovanni Marchiori (Salvatore benedicente e Sibille giacenti, oltre alle Dieci sibille delle pareti laterali) e di Bernardo Falcone (Santa Teresa e San Giovanni della Croce).

 

Chiesa di Santa Maria di Nazareth a Venezia - InternoL'interno a navata unica presente la stessa ricchezza di decorazione che si ritrova all'esterno: stato, stucchi dorati, marmi variegati, esempi più tipici dello sforzo Barocco, opera di Giuseppe Pozzo, è coperto da un baldacchino sostenuto da otto colonne marmoree. Notevoli sono le due statue collocate ai lati dell'altare: Santa Teresa e San Giovanni della croce, anche se, appare in a scolpite da Bernardino Falcone. Nella seconda cappella a destra alla volta è decorata da un affresco di Giovan Battista Tiepolo: "Santa Teresa in gloria". Fu affrescata dal Tiepolo la prima cappella sinistra, che porta nella volta un "orazione nell'orto" e "gli angeli della passione". La seconda cappella che si apre nel lato sinistro, detta del Carmine è sepolto Ludovico Manin, ultimo doge della serenissima Repubblica di Venezia, la quale terminò di esistere come tale il 12 maggio 1797, anno dell'invasione francese.

 

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