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Marco Polo e il senso del viaggio
Qualcuno
una volta ha scritto, "La poesia è quel momento di tranquillità
in cui atterrano le emozioni forti". E quanta poesia si
riesce a catturare in viaggio. Chissà quanti di voi staranno
progettando e sognando il prossimo viaggio, la prossima estate
della vostra vita (che può essere anche in inverno per intenderci).
Le aspirazioni di un viaggio sono tante, ma se mi permettete
di riassumerle in una parola che dovrebbe essere scolpita nell'anima
di tutti noi, userei la parola "speranza". La speranza
è vita, qualsiasi sia il vostro viaggio. Un grande portatore
sano di speranza per i viaggiatori è stato Marco Polo, che ha
ispirato dopo di lui generazioni di viaggiatori alla ricerca
dell'ignoto e di
loro stessi.
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Cristoforo Colombo, per esempio, si portò
dietro il Milione, durante la sua ricerca delle Indie
che lo portò a imbattersi nel continente americano. Anche
Jack Kerouac e Bruce Chatwin lo lessero, anche se
non sapremo mai fino a che punto ne furono influenzati. Una
volta, all'università di Londra vidi una conferenza di una storica
che si chiama Frances Wood che presentava un suo libro
(che poi avrebbe avuto un discreto successo) dal titolo,
Did Marco Polo go to China? Marco Polo è stato veramente
in Cina?. Secondo la professoressa Wood, Marco Polo
arrivò al massimo al Mar Nero, e tutto ciò che raccontò lo sentì
dalla bocca dei carovanieri e di altri viaggiatori e poi lo
riportò abbellito al compagno di cella Rustichello da Pisa,
che lo abbellì ancor di più. Gli esperti di tutto il mondo della
materia si divisero sull'argomento se fosse o meno andato in
Cina (ci sono più prove a favore del fatto che andò che il contrario).
Tutti, ad ogni modo, compresa la Wood rimarcarono il contributo
fondamentale che il Milione diede all'immaginario collettivo
dell'occidente. Non aveva importanza che il suo viaggio fosse
stato vissuto o solo immaginato, importa quello che ha prodotto.
Un altro esempio di casa nostra è
Emilio Salgari, che
non lasciò mai l'Italia ma scrisse di luoghi mai visti, ispirandosi
a letture e alle sue curiose visite al
Museo regionale di Storia Naturale di Torino. Chissà
se anche lui lesse il Milione...
Marco
Polo, (1254-1324) come
tutti sanno nacque a
Venezia, alcuni
anni prima dell'ultima crociata.
>Suo padre era un ricco mercante
che si recava spesso in viaggio per scambiare merci in terre
lontane. Nel 1271, quando Marco Polo aveva diciassette anni,
accompagnò il padre e lo zio in un viaggio attraverso la
Terra Santa,
la Persia e la Tartaria,
arrivando fino all'impero della Cina,
che allora si chiamava Catai.
Ci vollero tre anni per raggiungere le terre dell'estremo
Oriente. Dopo quasi
otto secoli da questi viaggi, la sua memoria e i suoi racconti
ancora vivono nelle menti di tutti noi.
Considerato come uno dei più grandi viaggiatori di tutti i tempi,
Marco Polo fu uno dei pochi a raccontare ciò che i suoi occhi
e il suo spirito avevano visto e sentito. Il più famoso degli
occidentali ad aver viaggiato lungo la mitica Via della Seta.
Superò tutti gli altri viaggiatori in determinazione, in scrittura
e influenza. Il suo viaggio attraverso l'Asia durò in totale
24 anni; egli riuscì ad integrarsi così bene in una società
a lui sconosciuta che divenne uno dei massimi confidenti del
grande Kublai Khan(1214-1294). Rientrato in Italia raccontò la sua storia, che
diventò
il più
grande diario di viaggio di tutti i tempi,
il Libro delle Meraviglie,
anche conosciuto come il Milione.
Come
abbiamo detto, alcuni sono scettici circa l'autenticità
del suo racconto,
tanto che parte dei suoi racconti sono stati considerati troppo
fantasiosi. È il caso per esempio di quando Marco parla
dello strano olio a Baku o di un uccelli mostruosi (da lui indicati come gli
uccelli di Roc)
che divorano elefanti dopo averli afferrati in volo e lasciati
cadere a terra. Nei suoi viaggi non si fa alcuna menzione della
Grande Muraglia,
ed oltre tutto egli non fa alcun accenno alla lingua cineseimparata, né indica una serie di usanze e avvenimenti della
vita quotidiana del luogo, come per esempio la calligrafia.
In aggiunta, il nome di Marco Polo non è mai stato ritrovato
negli Annali dell'Impero
di Yuan Shih,
che ha registrato nomi di ospiti stranieri di gran lunga meno
importanti ed illustri rispetto ai lui o ai suoi due accompagnatori.
Fantasia o realtà, pura narrativa o autobiografia, sta di fatto
che i suoi viaggi hanno conquistato i lettori attraverso i secoli.
I suoi racconti, su un mondo così tanto diverso da quello che
lui aveva lasciato, la società medievale veneziana, apriva una
finestra su uno scenario mai visto, solo accennato nell'immaginario
collettivo di pochi illustri signori e mercanti. Era come se
le sue parole corressero all'impazzata sul rigo che diveniva
libro, il primo diario di viaggio del mondo antico. Quanti
ne sarebbero seguiti. Grazie anche alle doti letterarie di
Rustichello da Pisa,
la mano che scrisse i racconti del viaggiatore, il libro è stato
riconosciuto come uno dei più importanti libri di sempre. Oggi
ci sono più di 80 copie manoscrittein varie versioni e in lingue diverse di tutto il mondo. La
più pregiata, del XV secolo, è custodita nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
Come detto, ancora oggi gli esperti della materia dibattono
sulla autenticità dei racconti di Marco Polo. Molto di ciò che
è stato scritto, guardato con sospetto soprattutto al tempo
medievale, è stato confermato dai viaggiatori dei secoli successivi,
del XVIII e XIX secolo, e l'olio di Baku sopra accennato altro
non era che petrolio. Nel tempo, il libro è diventato di grande
valore anche per gli
storici cinesi,
assistiti nella comprensione di alcuni degli eventi più importanti
del XIII secolo, come l'assedio
di Hsiangyang,
il massacro di Ch'angchou,
e le tentate conquiste
del Giappone.
Marco Polo e il suo senso del viaggio suscitò e stimolò l'interesse
alla conquista dei
mercati di luoghi solo immaginati,
aprendo un nuovo capitolo nella storia europea, forse
decisivo. Dopo pochi secoli la grande era dell'imperialismo
europeo avrebbe
cambiato il mondo, (a volte in peggio bisogna dirlo), e solo
poco meno di due secoli dopo la sua morte, Cristoforo Colombo avrebbe servito l'America su un piatto d'argento ai sovrani
spagnoli. Marco Polo è stato capace di aprire la mente dei suoi
contemporanei a mondi diversi, di stimolare l'immaginazione.
Chi sarà il prossimo Marco Polo dell'umanità, uno (o una) che
con lo stesso impeto e la stessa capacità di viaggiare cambierà
ancora una volta la nostra immaginazione.
Lasciamo alle sue parole spiegare il senso del viaggio "Io
credo che era volontà di Dio che dovessimo tornare indietro
dal nostro viaggio, in modo che gli uomini potessero conoscere
le cose che sono nel mondo...".
Articolo di M.S. per informagiovani-italia.
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