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Guarite
da anoressia e bulimia
  
Anoressia mentale e bulimia sono classificate come
disturbi del comportamento alimentare, malattie legate all'alimentazione e
caratterizzate da una eccessiva preoccupazione per il peso e l’esteriorità. Alla
base di questi disturbi ci sono problemi psicologici ed è fondamentale
riconoscere la malattia il prima possibile. Lo psicofarmaco non è la risposta.
Regole e attività sono le armi contro ogni dipendenza, incluse anoressie
bulimia, gli strumenti da scegliere quando si arriva un bivio, gli strumenti che
aiutano a vedere cosa succede scegliendo la strada della vita.
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La guarigione è affidata a lunghi processi
psicoterapeutici, di costruzione, rafforzamento, disponibilità a cambiare
comportamento e affrontare il disagio psicologico. Resta chiaro che nei casi di
estrema denutrizione è indispensabile ricorrere al ricovero in ospedale e
all'alimentazione artificiale. In molti casi la problematica si può comunque
affrontare ambulatorialmente.
Qualche dato per capire cosa cambia dentro, percentuali di perdita di peso
degli organi interni a causa della denutrizione:
1. fegato - 8%
2. rene 10 -15%
3. milza - 15%
4. cuore - 15-20%
La cura dei disturbi del comportamento alimentare prevede l’intervento di
differenti specialisti che lavorano a livello interdisciplinare (psichiatra,
nutrizionista, dietologo, psicoterapeuta, terapista familiare) e concordano un
progetto terapeutico personalizzato basato sulla gravità della
situazione, il quadro psicologico, la storia personale, familiare e sociale. Si
elaborano strategie per aumentare la consapevolezza del disturbo e la
disponibilità a cambiare comportamento e ad affrontare il disagio psicologico.
In Italia sono diversi i centri pubblici per la cura dei disturbi alimentari,
ne citiamo alcuni: la ASL 10 di Portogruaro, la ASL Roma E, la ASL 2 di Pietra
Ligure, provincia di Treviso ULSS 7, ULSS 8, ULSS 9, ASL 3 di Lagonero in
Basilicata.
Età a rischio
Anoressia mentale e bulimia insorgono soprattutto durante il periodo
dell’adolescenza, quando si assiste a tanti cambiamenti fisici e psicologici e
si modificano i rapporti interpersonali. L’età più a rischio è quella dai 15 ai
25 anni, ma sempre più di frequente il fenomeno inizia precocemente anche a 10
anni. E’ risaputo che le ragazze sono più colpite rispetto ai ragazzi. Circa il
9% degli adolescenti soffre di disturbi dell’alimentazione e tra questi una
percentuale di circa lo 0,5% soffre di anoressia e circa l’1% di bulimia.
Le cause
Molti sono i fattori che concorrono all’insorgere del disturbo (fattori
genetici, psicologici, ambientali). Eventi fortemente stressanti quali lutti,
conflitti in famiglia continui, fine di rapporti importanti possono far
precipitare la situazione. I cambiamenti fisici che si producono concorrono a
rafforzare la volontà di mantenere la situazione e non volerla affrontare.
Purtroppo anche la reazione sociale (maggiore accettazione, migliori relazioni
per motivi puramente estetici) al dimagrimento contribuisce come "
fattore di
mantenimento" (maggiore accettazione = perché cambiare e ritornare come prima,
sana ma meno magra). La pressione sociale verso la magrezza è in molti casi una
premessa fondamentale all'esordio della malattia. Medici e nutrizionisti
dovrebbero sempre tenere presente il rischio di un disturbo alimentare in caso
di diete prescritte alle adolescenti.
Aspetti psicologici
Anoressia e bulimia sono entrambe caratterizzate dalla necessità di controllare
il proprio comportamento (e il proprio peso di conseguenza). L’autostima è
legata al peso corporeo e all’estetica. Quando non si riesce a controllarsi si
sente grande frustrazione e si forti sono le oscillazioni dell'umore a seconda
di quando si pensa, o meno, di essere riusciti nell’esercizio di autocontrollo.
Nell’anoressia la realtà lascia posto a una concezione personale e distorta del
proprio corpo e ci si ritiene sempre grassi anche quando si è già sottopeso.
Nella bulimia è presente anche un forte senso di vergogna per il vomito che ci
si auto induce. Vomitare di nascosto fa ulteriormente ridurre l’autostima.
Spesso insonnia, instabilità emotiva e ossessione si mescolano al disturbo.
Inizialmente il disturbo alimentare è solo un modo per cercare di superare una
forte difficoltà emotiva. Poter controllare l’alimentazione, rifiutare il cibo o
liberarsene una volta ingerito, appaiono come gesti liberatori, gesti che
sembrano poter alleggerire la pesantezza interiore, almeno provvisoriamente. E
poi il corpo cambia, potere sul corpo, modificazione del corpo secondo la
propria volontà. Questo primo periodo in cui l’autostima sembra giovarsi del
meccanismo dura poco e lascia il posto a uno stile di vita dettato dalla
costrizione, in cui ogni giorno, ogni comportamento, ogni relazione viene
condizionata dall’alimentazione.
Il pensiero del cibo e l'angoscia dell'aumento del peso riempiono la mente e
rubano il tempo e l’energia per lo studio, il lavoro, la vita di relazione, le
uscite. Le relazioni tendono a divenire più conflittuali, incomprensione e
solitudine crescono. Spesso tutti intorno si concentrano sul problema alimentare
e si trascurano gli aspetti emotivi e psicologici.
Come riconoscere i sintomi dell’anoressia
Spesso per riconoscere l’anoressia si fa riferimento ai criteri determinati
dall’Associazione Psichiatrica Americana, ovvero:
1) rifiuto di un peso corporeo minimo normale;
2) forte paura di prendere peso o di diventare grassi, anche quando ciò è
ingiustificato (es: si è già sottopeso);
3) alterazione della percezione del proprio peso o della propria forma corporea
o eccessiva importanza sull’autostima di peso e esteriorità;
4) rifiuto di ammettere il disturbo e la gravità della condizione di sottopeso;
5) amenorrea (saltano almeno tre normali cicli mestruali di seguito).
Di seguito indichiamo alcuni comportamenti restrittivi messi in atto per
limitare l'assunzione di cibo: riduzione del cibo ingerito, eliminazione dei
cibi che si pensano ingrassanti (anche a torto), cibo sminuzzato in piccoli
pezzi per assumerne di meno, rifiuto della convivialità (cene fuori, colazione
al bar, aperitivo…).
Come riconoscere i sintomi della bulimia
Abbuffate + comportamenti finalizzati a contrastare l'incremento del peso.
Autostima legata eccessivamente al peso corporeo e all’estetica.
Comportamenti di perdita di controllo: abbuffate in cui si mangiano in poco
tempo, spesso da soli, grandi quantità di cibo, con preferenza per gli alimenti
molto calorici. vengono assunti, in un tempo molto breve, grandi quantità di
cibo in genere quelli ritenuti più calorici.
Le prime manifestazioni possono essere l’abbuffata "
compulsiva" una specie di
must a cui non ci si può esimere (l’abbuffata come obbligo a cui non è possibile
sottrarsi) oppure l’eccezione al controllo sul desiderio di cibo (mi posso
permettere un’abbuffata incredibile).
Inizialmente si prova sollievo, alleggerimento della tensione ma rapidamente si
presenta il senso di colpa e per contrastare l’aumento di peso si auto induce il
vomito, si fa un’intensa attività fisica, si riduce l’alimentazione usando
talvolta anche lassativi.
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