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L'estratto di foglie di Stevia è un dolcificante naturale privo di calorie.
Scopriamo i motivi del suo crescente utilizzo come alternativa salutare allo
zucchero.
Immaginate di poter
usufruire di uno zucchero light, o meglio di uno zucchero eccezionalmente
senza calorie, che possa essere utilizzato nella preparazione di dolci e gelati
che non aggiungono calorie e che quindi non ingrassano e che può essere preso a
volontà anche dai diabetici...non è un sogno ma sembra una cosa del tutto reale:
questi benefici miracolosi sarebbero riconducibili a una una piccola pianta che
cresce spontanea nelle regioni umide dell'Amazzonia, la Stevia.
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Gli indigeni dell'America latina, i
Guarani, la chiamano da sempre "Pianta dolce" e la usano sin dall'antichità
non solo per le proprietà dolcificanti ma anche per quelle curative.
Questo dolcificante senza calorie sta facendo la sua
comparsa ovunque. Si trova nei succhi, nello yogurt e
persino nella salsa di soia. Si differenzia dall'aspartame e
dal saccarosio per la sua origine del tutto naturale, il che
lo rende la scelta ovvia per i consumatori che diffidano
degli ingredienti creati in laboratorio.
L'estratto di stevia si distingue anche dallo zucchero di
canna perché il suo apporto calorico è assolutamente nullo,
il che suscita l'interesse delle aziende di bevande
analcoliche interessate a ridurre il'impatto energetico dei
loro prodotti. Infatti, sempre più consumatori evitano di
"bere le calorie" e di mangiare cibi dolci. L'obesità sta
prendendo il sopravvento da tante parti e l'International
Journal of Biology stima che 346 milioni di persone in tutto
il mondo soffrona di diabete.
Ma cos'e' esattamente Stevia? Perche' all'improvviso e'
cosi' popolare?
Chi la
studia, la conosce con il nome scientifico di Stevia Rebaudiana Bertoni,
una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle più comuni
margherite (Compositae), resistente al freddo e capace di conservare le sue
proprietà anche ad altissime temperature. Le sue foglie, attraverso un processo
di essiccazione, sarebbero in grado di produrre un alto potere edulcorante,
di quasi 300 volte superiore al comune zucchero.
Molti gli scienziati che in campo alimentare, nutrizionale e sanitario in
generale, ne stimano il notevole beneficio per l'intera umanità, tale da ridurre
problemi di diabete e obesità infantile e ridurre i costi sanitari e sociali di
diverse decine di miliardi di euro. Gli indigeni dell'Amazzonia ne conoscevano anche le proprietà curative
e medicamentose a beneficio del pancreas, servendo anche come antibatterico e
antifungino. Inoltre sono oggi sotto analisi le sue proprietà contro la
iperattività, l'ipertensione e le indigestioni.
I
benefici non si fermerebbero qui, l'utilizzo della pianta Stevia nella
produzione dello zucchero light porterebbe giovamento anche a settori come
quello ecologico ed economico, visto il grado di sostituzione dello zucchero e
derivati (che potrebbero essere utilizzati per altri scopi, non ultimi quelli
energetici, come per esempio per la produzione di etanolo in brasile); ma non
tutti la pensano così.
Da noi in Italia
la pianta era del tutto sconosciuta e fino ad ora se ne era parlato poco o
niente, non fosse per alcuni giornali nazionali che nelle ultime settimane del
2008 vi hanno dedicato intere pagine nelle proprie rubriche d'attualità. Negli
anni successivi l'interesse per la stevia è cresciuto fino alla sua introduzione
anche in Italia dal 2012.
All'estero negli anni Settanta, furono i giapponesi per primi a scoprirne
le grandi virtù. Oggi, nel paese del Sol Levante lo zucchero della Stevia
sostituisce di già il 40% del mercato degli edulcoranti, viene usato per esempio
nella produzione di bibite light come la Diet Coke, di caramelle e alimenti
secchi usati come prodotti per la prima colazione.
Negli
Stati Uniti, l'uso delle proprietà benefiche della Stevia è recente. Nel
dicembre del 2008 l'istituto americano della Food and Drug administration,
l'organismo federale statunitense che decide la messa in commercio di
prodotti e medicine, ha infatti consentito alla libera circolazione della
pianta e dei suoi derivati in America, tanto che grandi compagnie come la
Coca-Cola e la Pepsi ben presto lanceranno nel mercato alcuni
prodotti dietetici a base dello zucchero light. Cina, Israele, Thailandia, parte
dell'America del sud, come Brasile e Paraguay, ne hanno da tempo approvato l'uso
e consigliato il consumo. In Europa solo
la Svizzera consentiva la sua commercializzazione inizialmente, poi
successivamente la Francia dal 2010.
L'Unione
Europea ne vietava addirittura l'uso
e il consumo, con la giustificazione che la piccola piantina e il processo di
produzione del suo zucchero, ancora ad oggi (dopo decenni di studi) non hanno
superato i dovuti test sanitari. Questo appariva paradossale visto i centinaia di
studi che provano la pericolosità degli zuccheri tradizionali. Le
giustificazioni, di ordine burocratico, dietetico e sanitario, sono state tali
da far si che il processo di commercializzazione abbia incontrato notevoli
ostacoli, rimanendo a lungo chiuso nei
cassetti di qualche alto funzionario della Commissione Europea a Bruxelles.
Ed è facile capirne il perché: l'Unione Europea è il maggiore produttore e consumatore al mondo di zucchero
da saccarosio e aspartame: la media di consumi europea è di 36 kg a persona
(con punte massime di 45 kg in nazioni come il Belgio e l'Irlanda), contro i
21,5 kg di consumo per persona nel resto del mondo. In Italia la media è di 25,5
kg. Un alto consumo degli zuccheri della pianta Stevia avrebbe sgradevoli
effetti sul mercato dei dolcificanti artificiali e dello zucchero, tanto da
minacciare le grandi lobby chimico-farmaceutiche europee.
Non sono
pochi gli scienziati, tra ecologisti e nutrizionisti, che si sono
attivati contro il divieto di commercializzazione dell'Unione Europea. Sin dal
2000, anno di divieto ufficiale europeo, il numero di persone competenti a
dichiararne il grande beneficio è cresciuto sempre più e sempre più sono aumentanti i
ricorsi alle autorità competenti, tra cui l'Autorità Europea per la sicurezza
alimentare che ha sede in Italia, a
Parma. Tra questi si distinguono studiosi
come Jan Geuns, professore biologo presso l'Università di
Lovanio e
presidente dell'Associazione nata per promuovere l'utilizzo della pianta Stevia.
La
polemica nell'ambito dell'Unione Europea è legata ai principi attivi contenuti
nella pianta: la Rebaudiosite A e la Stevioside, che secondo
alcuni potrebbero produrre delle sostanze ritenute cancerogene. Gli studi hanno
tuttavia dimostrato come queste sostanze (secondo il Fattore di sicurezza della
FAO e del OMS) siano del tutto innocue, soprattutto se paragonate agli effetti
causati dall'uso di Aspartame e simili presi a grosse percentuali. La sospetta
tossicità della Stevia era altamente controversa e chiamata in causa ragioni
politico-economiche più che sanitarie.
2012
Nel 2012 finalmente è arrivata l’approvazione
all’utilizzo della Stevia da parte della Commissione europea e la pianta,
dichiarata non cancerogena, né genotossica e senza rischi di tossicità per la
riproduzione o lo sviluppo dell’organismo umano, è comparsa anche nei
supermercati italiani.
2013
Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze
agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa (il primo a
studiare la stevia negli anni '90), in collaborazione con il Laboratorio
Utagri-Inn del Centro di Ricerche Enea della Casaccia, stanno studiando la messa
a punto di un metodo di estrazione, purificazione e formulazione delle foglie di
stevia rebaudiana partendo da una filiera produttiva italiana. L'estratto
ottenuto può essere impiegato nel settore alimentare anche per i prodotti
biologici e in quello farmaceutico. Gli estratti di stevia attualmente in
commercio provengono difatti dall'Asia e non sempre rispondono a criteri di
qualità e sicurezza.
Volete
saperne di più sulla stevia?
1. La Stevia è un arbusto della famiglia dei girasoli noto per le sue dolci
foglie. Originario del Paraguay, si trova comunemente in Sud America, America
Centrale e Messico.
2. Secondo l'International Journal of Biology, l'estratto di stevia è più
potente dello zucchero. Quindi possiamo usarlo meno.
3. In piccole dosi, l'estratto di stevia può addolcire una ricetta senza darle
un retrogusto. Se consumato in quantità maggiori, il suo sapore ricorda la
liquirizia.
4. Il botanico spagnolo Pedro Jaime Esteve (conosciuto anche con il nome
latino di Petrus Jacobus Stevus Stevus) è stato il primo a studiare
questa pianta nel 1500 - motivo per cui ora si chiama stevia.
5. I Guarani (indigeni del Paraguay) usano da secoli le foglie di stevia come
infuso per trattare bruciore di stomaco, obesità e ipertensione.
Altre notizie su:
Stevia.net
in inglese
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