Storia
di Pietrasanta
La zona di
Pietrasanta
è abitata da tempo immemorabili, tuttavia il centro abitato
della città toscana
ha origini medievali, è si è sviluppato intorno ad una fortezza longobarda,
primo
nucleo abitato. In antichità il territorio era comunque
frequentato e abitato, come attestano testimonianze storiche
relative alla popolazione dei Liguri e anche degli
Etruschi, che a differenza dei primi e
a lungo
isolati, si espansero nel territorio come già avevano
fatto nel resto della Toscana.
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Tempi romani
I Romani
presero possesso della zona a partire dalle vicine
Lucca (già colonia romana nel 180 a.C.) e Luni,
fino a quando nel 570, i Longobardi non occuparono il
territorio lucchese. Diventarono loro i padroni dei
cosiddetti "fundi"
romani, raggruppati nelle cosiddette 'masse' (o 'massariciae'), che a loro volta sono all'origine della toponomastica
locale: Massarosa (da Massa Grausi),
Massaciuccoli (da Massa Cuccoli) per esempio.
Sala Versiliae era il nome della rocca
che ancora oggi potete vedere a Pietrasanta; il nome "Sala"
deriva dal nome di una
villa di origine romana, poi trasformata in castello
fortificato. Prima di questo
periodo non si può parlare di una vera e propria storia di
Pietrasanta come oggi conosciuta.
Il Medioevo
Tutto parte dalla
fortificazione edificata nel Medioevo e in particolare dal
1255, anno in cui compare un nobile milanese, un certo
Guiscardo Pietrasanta, la cui famiglia, di fazione guelfa,
aveva partecipato alle lotte contro Federico II. Costui fu podestà a Genova nel 1252, a
Firenze nel 1254 e a Lucca (1263-1264) e anche Rettore del
Patrimonio di S. Pietro in Tuscia sotto il pontificato di
Urbano IV. Fu proprio quest'ultimo incarico a costargli la vita,
mentre era intento a ricostruire i domini della Chiesa. I governanti
lucchesi in questo periodo, perseguivano una politica aggressiva,
lottando con i feudi dei dintorni, soggiogando i signorotti locali
e i vicini protettorati della Versilia. Le famiglie Corvaia e
Vallecchia, due importanti signorie locali, furono per
esempio estromesse dopo varie vicissitudini e costrette a
giurare fedeltà a Lucca.
Nei secoli
successivi, il centro abitato crebbe progressivamente ai piedi
del castello, su una pianta rettangolare e con mura difensive a
proteggere l'ingresso della città. In Toscana, questo di
Pietrasanta, viene
spesso indicato come il primo esempio di urbanistica
programmata, probabilmente influenzata dall'importanza del vicino porto di Motrone (un
porto oramai scomparso che si trovava alla foce del fiume Versilia). In
questo porto facevano scalo navi da e per Marsiglia, Genova, Portovenere,
Piombino, Roma e Gaeta. Oltre che come scalo tecnico il porto di Motrone
era strategico in quando Pietrasanta, distante poco più di 3
chilometri dal porto, era il crocevia dei trasporti marittimi di Lucca e
anche di Prato e Firenze.
Il 1300/1400
Le mura vennero poi ulteriormente
rafforzate con l'arrivo di
Castruccio Castracani, che fu signore di Lucca dal
1316 al 1328. Al periodo appartengono le costruzioni della 'rocca
ghibellina' (già rocca di Sala), del Duomo di
Pietrasanta, del Convento di Sant'Agostino e del
Palazzo Pretorio. Data l'importanza il
territorio divenne oggetto di una crescente
contesa tra pisani, genovesi (che in pegno presero Pietrasanta
per 150mila ducato d'oro) e lucchesi. I genovesi presero il controllo per mezzo
secolo e poi fu la volta dei fiorentini nel 1484.
Il dominio di Firenze
Dopo un breve
periodo controllato dai francesi di Carlo VIII, Pietrasanta
passò nuovamente ai lucchesi, fino al lodo papale di Leone X
(de' Medici) che la consegnò definitivamente a
Firenze nel 1513. Pietrasanta divenne quindi parte
del cosiddetto Capitanato fiorentino, ottenendo
buoni risultati economici e prosperità in generale. La città
conobbe anche un periodo di florida crescita culturale, come
d'altronde avvenne in tutta la Toscana nel
Rinascimento.
La città crebbe
ancora, le mura difensive vennero ampliate e rafforzate. Le
attività economiche (come l'estrazione e la lavorazione
del ferro, l'apertura delle cave di marmo e la bonifica
del territori malsani) si svilupparono grazie al governo di Cosimo
I de 'Medici. Fu
questo il periodo di massimo splendore nell'arte scultorea e
il grande
Michelangelo Buonarroti
andò proprio in Versilia
per scegliere i marmi più pregiati per le sue sculture.
Michelangelo soggiornò a Pietrasanta, tra il 1516
e il 1519, periodo nel quale avvenne
l'estrazione dei marmi per la realizzazione della facciata della chiesa di San Lorenzo a Firenze,
come voluta da papa Leone X. Secondo alcuni studi più recenti,
potrebbe essere proprio di Michelangelo il progetto del
campanile del Duomo di Pietrasanta,
celebre per l'originale scala autoportante a forma elicoidale, da sempre
attribuita all'architetto e scultore fiorentino Donato
Benti (che nel periodo era il direttore dei lavori). Da
questo lontano passato in poi, Pietrasanta si fa conoscere in tutto il mondo
per la lavorazione del marmo, diventando crocevia di scultori
affermati e artisti emergenti.
Dal 1600 alle Guerre Mondiali
Intorno al
Seicento, con il diminuire del potere dei Medici,
Pietrasanta visse un periodo di crisi economica ed
urbanistica, riprendendosi solo nel Settecento con
l'instaurarsi del Granducato di Leopoldo di Lorena.
Leopoldo fu
sovrano illuminato e mise in atto una valida politica
agraria, accompagnata da riforme del commercio,
dell'amministrazione pubblica, della giustizia,
dell'amministrazione ecclesiastica (soppressione dei conventi,
abolizione dei vincoli della manomorta).
Pietrasanta venne rinvigorita dalle agevolazioni
fiscali e doganali concesse, e in città si sviluppò ulteriormente
l'edilizia urbana.
A fine XVIII secolo
la Versilia divenne parte dell'Impero Francese in quanto
territorio facente parte del Regno d'Etruria. Gli antichi
ordinamenti vennero ripristinati solo dopo la caduta
dell'Impero Napoleonico. Vennero riattivate la
lavorazione del ferro e l'estrazione del marmo, con
grande fermento degli artigiani locali, un
nuovo sviluppo economico e culturale.
Allo scoppio della prima guerra mondiale le miniere
vennero nazionalizzate passando sotto il diretto controllo
dell'Edison che le ha gestì fino al 1945. Interessante notare
come il padre di Giosuè Carducci (originario di
Valdicastello di Pietrasanta) fu il medico delle
miniere.
Pietrasanta oggi
Da allora
Pietrasanta ha mantenuto il suo fascino antico, ha valorizzato
la lavorazione del marmo ed è diventata la città degli artisti,
con laboratori artigiani e tanti ospiti scultori provenienti da
tutto il mondo. Tra questi hanno legato il proprio nome alla
città Igor Mitoraj, Jean Michel Folon,
Fernando Botero, Pietro Cascella, Arnaldo
Pomodoro, Joan Mirò, trasformando Pietrasanta in un
grande museo all'aperto. Per gli amanti della scultura
imperdibile una visita al
Museo dei Bozzetti.
Tra i personaggi
illustri locali, il poeta e premio nobel Giosuè Carducci, che nacque a Valdicastello,
frazione di Pietrasanta, nel 1835 (nel borgo si trova la casa natale),
Eugenio Barsanti,
inventore con Felice Matteucci del motore a scoppio (vedi il
museo cittadino a lui dedicato), lo
scultore Stagio Stagi (1479-1561), lo storico e scultore
Vincenzo Santini (1807-1876). Hanno soggiornato a Pietrasanta
Gabriele
D'Annunzio, lo scultore polacco Igor Mitoraj, lo scultore colombiano Fernando Botero, Henry Moore
e gli artisti Cascella, Kan Yasuda,
Thimer.
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