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Valdichiana - Toscana
La Valdichiana si
estende per circa 100 km dalla conca di
Arezzo, a nord, alla valle del fiume Paglia a
sud e occupa parte di quelle che sono oggi le province di
Arezzo e
Siena,
toccando anche
Perugia
e
Terni.
Quello della Valdichiana è ritenuto uno dei
territori più incontaminati d'Italia e uno dei
centri più interessanti della civiltà del pane, del
vino e dell'olio. Terra di vini pregiati bianchi e
rossi fin dall'epoca etrusca, anticamente era percorsa dal Chiani (Clanis, da cui
il nome odierno) che defluiva verso il Tevere.
Lungo il corso del Clanis sorsero quattro città-stato
etrusche: Arezzo,
Cortona,
Chiusi e
Orvieto.
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Fenomeni
di alluvionamento, favoriti dalla scarsa pendenza
del corso d'acqua, fecero invertire il corso del Chiani, che
versandosi nell’Arno provocò l’impaludamento della zona.
I comuni più importanti della Val di Chiana sono Cetona,
Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano dei Bagni,
Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena in provincia di Siena,
Cortona, Castiglion Fiorentino, Civitella in Valdichiana, Foiano
Della Chiana, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino
in provincia di Arezzo, Castiglione del Lago e Città
della Pieve in provincia di Perugia e Monteleone
d’Orvieto e Fabro in provincia di Terni.
In età romana, per evitare pericoli di inondazione per
Roma, venne spostato il corso del Clanis, da affluente del
Tevere ad affluente dell'Arno. La parte
centro-sud della valle fu organizzata lungo la strada
consolare Cassia Vetus
e la Via Clodia, intorno a Cortona e Chiusi, mentre
la parte nord gravitava su Arezzo. La centuriazione, la
riorganizzazione delle proprietà e le variazioni delle
pratiche colturali (verso lo sfruttamento intensivo dei
terreni), favorirono i processi erosivi che portarono all'mpaludamento del fondovalle, intensificatosi nel
Medioevo. La popolazione valligiana si spostò nei centri etrusco-romani
di mezza costa. Ma
senza la mano dell'uomo, l'impaludamento non sarebbe
avvenuto.
Nell'alto medioevo l'intero
bacino del Clanis ebbe come unica capitale Chiusi (Clusium),
prefettura bizantina, capitale dell'omino ducato longobardo,
quindi capitale del gastaldato franco durante l'impero
carolingio e, dal 900 ca., capoluogo della marca meridionale
del ducato longobardo di Tuscia (che aveva come capitale
Lucca). Sul finire del secolo X si ricostituì
l'impero germanico e le emergenti città-stato
di Arezzo, Orvieto,
Perugia e Siena
lottarono per ampliare il loro territorio a danno della
storica capitale Chiusi.
Per conquistarla, gli Orvietani fra il 1052 e il 1055
costruirono una grande diga nel fondovalle presso l'odierna
Carnaiola di Fabro per allagare la valle e isolare Chiusi,
impedendo a Perugia di raggiungere tale città nonché a Siena
di conquistare gli opposti crinali. Il fondovalle e la
Cassia furono quindi inondati e a monte del grande invaso, a
causa dei sedimenti che si depositavano presso gli estuari dei
torrenti, quasi con un effetto a catena, cominciò l'impaludamento, che,
alla fine del secolo XI raggiunse la piana di San Zeno
presso la città di Arezzo. Dante racconta che, da queste
terre, "tal puzzo n'usciva qual suol venir de le marcite
membre" (Inferno, XXIX, 50-51).
La diga, chiamato Muro
Grosso, allagava una valle con una piccola pendenza che fungeva da serbatoio per il mulino di Ficulle. Il
Comune di
Firenze cercò di migliorare la situazione nel XIV
con la costruzione di un canale artificiale (fossatum novum)
per drenare le acque paludose dalle Chiane fino all'Arno.
Tuttavia questo non migliorò la salubrità della valle dove
purtroppo si moriva spesso di malaria. Nel 1490 lo Stato
Pontificio deviò i torrenti Tresa e Rigo Maggiore dal
Trasimeno verso le Chiane, peggiorando ulteriormente la
situazione tra Chiusi e Foiano della Chiana. All'inizio del
Cinquecento
Leonardo da Vinci rappresentò nel Codice
Atlantico la Valdichina completamente impaludata.
Nel 1551 fu iniziato lo scavo
del Canale Maestro, poi prolungato fino al Lago di
Montepulciano. I Medici iniziarono i primi parziali
tentativi di bonifica, ma solo a metà '600 iniziò il
prosciugamento tramite colmate (grazie agli studi di Enea
Gaci, Galileo Galilei, Evangelista Torricelli).
Nel 1780 un concordato fra Toscana e Stato Pontificio
istituì presso Chiusi uno spartiacque artificiale fra Tevere
ed Arno, che consentì di portare a termine le bonifiche
intraprese dai Lorena.
A sud del Lago di Chiusi, nel 1780 fu costruito
un argine, trasversale al solco (alto 1,50 m e largo 2), che
creò così uno spartiacque artificiale tra il bacino del
Tevere e quello dell’Arno. Nel 1910 venne allargato il
Canale Maestro fra Porto a Cesa e la chiusa dei Monaci. La bonifica, proseguita
poi dopo l'Unità d'Italia, fece ripopolare rapidamente la valle, oggi
intensamente coltivata (grano, vite, foraggi, bietole,
alberi da frutto) e caratterizzata da un forte allevamento
di bestiame bovino da carne e da lavoro ( azza chianina,
che da qui si è diffusa in quasi tutta la Toscana e in
Umbria).
Il
Lago di Chiusi e il
Lago di Montepulciano si trovano non
molto lontano dal più grande Lago Trasimeno, e costituiscono altrettanti
gioielli della valle. In epoca quaternaria fu percorsa da un
fiume che, provenendo dal Casentino, raggiungeva il Tevere e
che si chiamava Clanis (che significava il corso
d'acqua fangoso). Terra molto fertile alterna paesaggi
verdi a campi di grano, girasole, foraggio fino alle vigne e
gli uliveti. Storicamente, la Valdichiana fu il granaio
dell'Etruria: fra il V e il VI secolo a.C. sorsero
insediamenti importanti come
Cortona, la stessa Chiusi e
Castiglion Fiorentino, anche grazie ai buoni
collegamenti (anche fluviali) col resto della Toscana.
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