Sei qui:
Articoli informagiovani
> Bullismo:
introduzione
>
Anche tra le ragazze esiste il bullismo, con forme come social exclusion,
diffusione di calunnie e pettegolezzi per isolare la vittima. Un fenomeno
subdolo e difficile da identificare.
Le donne ci mettono una certa punta di "
stile"nei
loro affari. Anche nelle persecuzioni.
Tanti cari saluti alle spintonate, alle percosse, ai due o tre ceffoni, ai
pugni. Sono qualcosa di troppo rude, è out. Il popolo femminile pratica un
bullismo tutto particolare, forse molto più tagliente, incisivo nella vita
della vittima.
È vero, anche nei ragazzi vengono usate frasi
intimidatorie, minacce, prese in giro di varia natura; quindi non utilizzano
solo la filosofia "
dello schiaffo e del pugno". Ma pare che le ragazzine
tendano a preferire il versante invisibile delle varie sevizie, che fa leva
sulla parte più strettamente psicologica della vittima. Per questo
motivo, appunto, è detto bullismo psicologico. Esso riesce ad arrivare là
dove la mera violenza non arriva, a raggiungere degli obiettivi che per le
ragazze sono più importanti, rispetto a quanto lo sarebbero per un "
lui".
Questa, in sostanza, la grande variante che
differenzia le femmine dai maschi negli atti di bullismo: non si tocca la
vittima con un dito (la maggior parte delle volte, perché non sono
totalmente da escludere episodi di violenza tra ragazze), non le si torce un
capello, ma le si distrugge l’immagine esteriore e interiore. ì
I casi di bullismo femminile si incrementano col
passaggio dall’infanzia all’adolescenza
[1].
Tipicamente femminili sono atti come la
calunnia con malelingue piuttosto pesanti, le frasi e le "
canzonette" in
rima che hanno per oggetto la vittima, e, ovviamente, l’esclusione totale
dal gruppo della classe, un certo ostracismo.
Le prese in giro, sia sul fisico, che sul
carattere e sul modo di vestire del malcapitato\a, possono essere esercitate
sia per puro divertimento, sia per rinforzare l’immagine di sé innanzi al
resto del gruppo o della classe, nonché per "
togliersi di mezzo" una persona
percepita dalla bulla (o dalle bulle) come rivale in qualche campo. Spesso,
questi atteggiamenti riflettono la volontà di evitare l’intrusione e
l’inserimento di nuovi elementi in un gruppo già ben definito di amicizie[2].
Funziona sempre la "
pozione"
contro la vittima: in
qualche modo le aguzzine riescono comunque a penetrare nella sua corazza.
Quest’ultima la maggior parte delle volte è precaria e sottile, in quanto i
protagonisti di questo teatro di bulli e perseguitati sono solo degli
adolescenti, o ancora peggio dei bambini, col carattere ancora in
formazione, in cerca di conferme e sicurezze, in cerca di affermazione di
sé, di un posto importante nel gruppo e nella società.
La bulla, seguita dal gruppo, riesce a capire
quindi il punto debole della vittima, ed è su questo che infierirà
maggiormente. Pare che la prevaricatrice riesca, come sostiene la mamma
disperata di una perseguitata, "
a premere i tasti giusti psicologicamente, è
insidiosa, e tutto ciò non è visibile alle insegnanti"[3].
Ed è proprio questa mancanza di visibilità,
di palesamento, che ha "
ingannato" anche Olweus (primo teorizzatore del
bullismo); nei primi studi sui casi di bullismo, le ragazze appaiono
sporadicamente, in casi di aperta e visibile violenza fisica. Infatti, il
genere femminile è stato da lui visto maggiormente come il soggetto passivo
degli atti di bullismo, perpetrati quindi significativamente dai ragazzi. Ci
si è concentrati per cui sullo studio del fenomeno di bullying in base al
rapporto maschio:maschio o maschio:femmina; ma il velo è calato quando si
sono intrapresi studi a riguardo in scuole a frequenza esclusiva per
ragazze. Sono infatti emersi numerosissimi casi di bullismo tra di esse[4].
La persona che subisce la prepotenza solitamente è
quindi di genere femminile, dalla personalità timida, con disagi fisici
oppure sociali abbastanza visibili, oppure particolarmente bella e
invidiata, o semplicemente insicura; comunque, un soggetto cui manca il
coraggio di reagire ai piccoli -o grandi- soprusi. Questa assenza di una
reazione decisa incoraggia il branco. Rari, a quanto pare, i casi di difesa
della vittima da parte di altri compagni. Infatti, quest’ultima viene
esclusa, nessuno le parla direttamente; ma di lei invece si parla molto,
solo per dire cose cattive, senza fondamento, malevole.
Non è necessario rimarcare quanto queste azioni
possano influire negativamente sull’aspetto psicologico della perseguitata;
prima a risentirne è la sicurezza, l’immagine che si ha di sé, l’approccio
con gli altri. I pettegolezzi, le occhiatine e le risate che riceve
costantemente ogni giorno da parte del gruppetto di bulle, infieriscono
sulla costruzione della sua personalità, inevitabilmente.
Alle volte si può rilevare una sorta di bullismo
relazionale, in cui gli scontri avvengono non in rapporto gruppo:singolo, ma
bensì gruppo:gruppo, sempre di genere femminile[5]..
Spesso le prevaricatrici, unitamente alle violenze verbali e psicologiche,
commettono dei furti in sfavore della vittima, rubandole oggetti di varia
natura, soldi, cosmetici, ecc.[6]
Chi è più debole, comunque, può arrivare ad
autoescludersi anche in altri rapporti sociali, per mancanza di
accettazione, per insicurezza, per vergogna, per timore di ulteriori parole
ostili.
L’allarme maggiore è destato però dai preoccupanti
casi di anoressia di ragazze adolescenti, causati dalla depressione e da
un’assente accettazione di sé stesse e del proprio corpo. Il corpo è infatti
uno dei principali oggetti di scherno preferiti dalle ragazze bulle, che
incitano anche il gruppo delle seguaci a fare commenti particolarmente
cattivi su alcune caratteristiche fisiche che, nelle adolescenti
soprattutto, sono punti deboli psicologicamente.
Per le ragazze, inoltre, il fattore dello sviluppo
è particolarmente sentito: si vive nell’attesa di vedersi formare, di
vedersi donne. Chi non è abbastanza sviluppata spicca immediatamente tra le
altre, ed è facile che venga sminuita e derisa sotto questo aspetto: non è
una donna. Oppure, se ha forme troppo marcate, è obesa. Inevitabile, quindi,
la formazione di complessi nella mente delle vittime di turno, ed è ciò che
appunto nel peggiore dei casi può portare a fenomeni di anoressia, o altri
disturbi psicologici.
Il lato peggiore del bullismo al femminile
consiste nel suo lato prettamente indiretto, psicologico, subdolo; si
maschera bene, e risulta praticamente invisibile all’esterno, a meno che non
si faccia parte della classe o del gruppo… o se ne sia la vittima costante o
ricorrente. Per questo, insegnanti e genitori hanno difficoltà ad
individuarlo, a combatterlo: le ragazzine che recitano la parte delle
tormentatrici sono viste semplicemente come "
cattivelle", e non come vere e
proprie bulle, quali sono in realtà. Questo è stato, ed è, sinonimo dello
sminuire il fenomeno del bullismo tra ragazze, e per questo rimane
oscuro, poco considerato. È lasciato libero e non ostacolato nella sua
distruttività, mentre le ragazze che lo subiscono spesso si spengono
socialmente e interiormente, senza che i familiari riescano a dare - e a
darsi - una spiegazione, e a fornire una soluzione ed un aiuto adeguati al
problema.
Articolo di Luana Donetti per
Informagiovani Italia
Bibliografia dei siti web
http://www.aare.edu.au/97pap/leckb284.htm
http://www.vertici.it/servizi/psicofinder/template.asp?cod=9422
http://fbesta.it/oblo/wozzup/bullismofemminile.html
http://observer.guardian.co.uk/focus/story/0,6903,660933,00.html
Torna alla pagina principale sul
Bullismo
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
|