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Cyberbullismo - Bullismo
Elettronico
Il
cyberbullismo indica prepotenze e molestie perpetrate attraverso
strumenti tecnologici come sms, email, chat, social network.
Difficile da contrastare ma può avere conseguenze psicologiche
devastanti.
Oggi, la signora Tecnologia,
padrona del ventunesimo secolo, offre un ampia gamma
di nuovi strumenti "
high-tech" con cui poter
perpetuare l’atto di persecuzione da parte dei bulli
nei confronti delle vittime. È qui che il bullismo diventa
"
cyber bullismo" o bullismo elettronico, in inglese "
cyber
bullying".
Alla base degli atti di cyber-bullismo c’è
una novità "
tecnica" quindi: la trasmissione elettronica delle
minacce. Nuove minacce, nuove persecuzioni si possono
incontrare/subire online. Conoscere il nemico e
parlare della propria situazione è l'unico modo per
difendersi.
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Le minacce sono fatte in svariate forme: sms; e-mail, frasi
intimidatorie via chat, via programmi di messaggeria istantanea
(oggi usati anche dai più piccoli teen-ager) ma anche la diffusione
di foto private all’insaputa della vittima, la costruzione di
profili "
fake" (falsi) di una persona per denigrarla o sostituirsi a
lei/lui in azioni. Ci sono poi i blog, diari virtuali, luoghi
pubblici in cui più persone possono interagire, scrivere commenti,
collaborare e "
postare" nuovi argomenti.
Attualmente i social network sono la modalità d’attacco
preferita dal cyberbullo (oltre il 60%) e le modalità più diffuse
sono la pubblicazioni di immagini denigratorie e la creazione di
gruppi "
contro". Le motivazioni scatenanti gli atti di bullismo sono
la diversità fisica della vittima, l'orientamento sessuale e
l'essere stranieri.
Il bullo/la bulla sono nell'oltre l'80% dei casi un amico/a o
un conoscente. I ragazzi sono vittime quasi unicamente
di episodi di bullismo (quasi il 90%), le bambine e le ragazze
invece sono colpite maggiormente da un bullismo meno fisico e più
sottile (ma non meno doloroso), sottoforma spesso di insulti ed
esclusioni.
La crescita esponenziale dell’uso di internet porta il bullismo
"
cyber" ad espandersi in maniera altrettanto massiccia via
web. Uno studio di Pew Internet & American Life Project rivela
che un adolescente su tre è soggetto a questa nuova forma di
bullismo, e che sono circa 13 milioni i teen-ager che si trovano
nello stato di "
vittime". Sempre secondo tale studio, sarebbero le
ragazze ad essere esposte a maggiori pericoli: in rete il 38% del
genere femminile ha trovato "
vita dura", contro il 26% dei ragazzi.
In Italia poi i numeri cambiano rapidamente come cresce il
numero dei minori connessi e il tempo che restano online. La
conseguenza più evidente è che l'8,5% dei ragazzi tra i 14 e i 19
anni è abitualmente vittima di cyberbullismo. Ancora peggio va poi
la fascia d'età 11-13 anni, tanto più che spesso le azioni di
bullismo vengono banalizzate e definite dai ragazzi semplici
scherzi. Per sensibilizzare a un uso consapevole del web è
stato istituita anche una Giornata mondiale per la sicurezza in
Rete (SID ovvero Safer Internet Day.
Una maschera virtuale
Le minacce virtuali sono definite dagli psicologi statunitensi
cyberharassement o cyberstalkings, e possiamo notare due
aspetti che caratterizzano questo nuovo bullismo. Uno di
questi è che esso non si manifesta in contatto diretto, faccia a
faccia: il bullo non è una presenza fisica (anche se costante, per
la vittima), ma un nickname. Ciò favorisce una mancanza di
visibilità che Schneier - esperto in informatica e scrittore
statunitense - definisce "
lack face-to-face contact": il
bullo elettronico approfitta di questa sorta di maschera virtuale.
Sarà quindi molto più difficile rintracciarlo nella grande rete web.
Grazie all’anonimato garantito da Internet, si sente ancora meno
responsabile delle azioni commesse a danno altrui. È per questo che
il web, con le sue mille maschere e nickname, offre la possibilità
di diventare "
bulli per un giorno", o a lungo, anche a coloro che di
persona non avrebbero il coraggio di torcere un capello. Anche loro,
infatti, possono avere una personalità piuttosto fragile, che resta
spesso la base e il motivo del loro comportamento aggressivo:
complici sarebbero diversi insuccessi, in campo amoroso, scolastico;
oppure un disagio all’interno del nucleo familiare, e addirittura
anche rinnovati atti di bullismo subiti da parte di persone più
grandi.
Mai in
pace
Il secondo aspetto del cyber bullismo è che esso non lascia pace a
chi è preso di mira. Nemmeno tra le mura domestiche. Mentre i bulli
della scuola non possono penetrare nella sicurezza di una dimora, il
bullo elettronico trova terreno fertile anche in questa zona
personale e intima della vittima, la quale ovviamente svilupperà
ancora più insicurezza e fragilità.
Bullismo
sempre più precoce
I dati sull'età di chi subisce atti di bullismo sono inquietanti.
L'età media difatti si abbassa sempre di più. Nel 60% dei casi
trattati dal telefono azzurro (che in Italia svolge funzione di
ascolto e aiuto) la vittima è un/una preadolescente. In
crescita (22%) la percentuale di bambini che hanno subito atti di
bullismo alla scuola primaria, con richieste di aiuto anche
per bambini di 5 anni. Questi dati fanno comprendere l'importanza di
prevenire e contrastare il fenomeno fin dalle scuole primarie.
Le richieste di aiuto per bullismo diminuiscono all’aumentare
dell’età.
Parlarne
subito
Rimane, purtroppo, la difficoltà nel rintracciare i cyber bulli da
parte delle autorità, che nel frattempo possono solo consigliare,
specialmente ai cybernauti più piccoli: "
Non date mai informazioni
come il vostro nome e cognome, indirizzo, nome della scuola o numero
di telefono a persone conosciute su Internet. Non mandate mai vostre
foto senza il permesso dei vostri genitori. Leggete le e-mail con i
genitori, controllando con loro ogni allegato. Non fissate incontri
con persone conosciute via Internet senza il permesso dei
genitori.". E l’ultimo e forse più prezioso consiglio è: "
Dite
subito ai vostri genitori o ai vostri insegnanti se leggete o vedete
qualcosa su Internet che vi fa sentire a disagio o vi spaventa." Per
parlarne in modo anonimo
chiamate il telefono azzurro 1-96-96
oppure chatta o scrivi a
letuedomande@azzurro.it
(possono chiamare/scrivere i genitori, gli amici o i ragazzi/e
stessi/e).
A chi
denunciare?
Polizia di Stato – Polizia postale e delle Comunicazioni – Questura
o Commissariato di P.S. - Carabinieri – Commissariato on line
commissariatodips.it
Articolo di L. Donetti per
Informagiovani Italia
Bibliografia dei siti web
Polizia di Stato
Ipsesrl.com
Cyberbullying.us
Educare.it
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