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Verde oasi sul Danubio, l'Isola Margherita ospita il Palazzo Reale, il Grand
Hotel e diversi musei, oltre a parchi, fontane ed esposizioni di arte moderna a
cielo aperto.
Le
città attraversate da un fiume sembrano essere ancora più grandi, "meno
sole". La corrente che scorre pigra tra gli argini ha il potere di far
sognare, di trasportare gli uomini e le idee senza confini. Se poi nel mezzo
del fiume si trova un’isola, allora la magia aumenta, il fascino diviene
irresistibile: così è l'Isola Margherita, urtata per secoli dalla
corrente, macchia verde nel mezzo del Danubio. Un'oasi verde dove abbondano
gli scoiattoli, uno dei luoghi di relax
preferiti dai budapestini.
Un luogo speciale, con al suo interno un bel parco molto
frequentato per le aree ricreative, le terme, numerosi bar dove
fermarsi per una pausa e la possibilità di noleggiare una bici e
ammirare il fiume e la città da una prospettiva particolare.
In
un itinerario dedicato al "verde", l'isola Margherita riveste
sicuramente un ruolo di grande importanza. È collegata alla
terra ferma da due ponti: all'estremità sud dal ponte
Margherita e a quella a nord dal ponte Arpàd. È lunga
2,5 km e larga 500 metri nel centro. La sua posizione ne fa un
luogo di assoluta tranquillità, da sempre considerato polmone
verde della città, ideale per passeggiate e momenti di
ricreazione. Per arrivare qui potete arrivare a piedi, oppure
potete anche prendere un taxi (anche economico), oppure un tram
moderno a due carrozze che la percorre per il perimetro intero.
È comune, per gli abitanti del centro di Budapest, trascorrervi
alcune ore di relax dopo il lavoro o nel fine settimana.
Jànos Arany, il grande poeta epico ungherese del XIX secolo,
fu molto affezionato alla quiete delle grandi querce dell’isola,
e molti altri scrittori hanno trovato ispirazione nel parco,
tanto da renderlo inseparabile dalla storia della letteratura
ungherese.
Il
traffico privato è fortunatamente vietato all'interno
dell’isola; è possibile accedervi con il proprio mezzo solamente
attraverso il ponte Arpàd, alla punta nord dell’isola, e quindi
raggiungere i parcheggi vicino all'Hotel Thermal. Nel caso si
incontrassero difficoltà con il traffico di Budapest, è bene
servirsi dei mezzi pubblici (il bus 26, con capolinea sulla Szt.
Istvàn kòrut, attraversa tutta l'isola e arriva fino alla punta
nord). L’isola si può raggiungere anche in battello, con imbarco
sul Belgràd rakpart.
L’isola
Margherita non è solo una zona di relax e di meditazione, ma è
luogo ideale anche per chi intenda praticare qualche attività
sportiva: non mancano le piscine all’aperto e i campi da tennis,
ma soprattutto è il luogo ideale per praticare il footing e la
bicicletta. Completamente immersa nel verde, con poco smog,
rumore ridotto e alberi secolari, l’isola presenta una miriade
di percorsi interni che difficilmente rendono monotona la corsa
a piedi. Chi la bicicletta l’ha portata sulla macchina o è
riuscito a trovarla sul posto (un consiglio, non avventuratevi
per le strade della capitale, il traffico è estremamente caotico
e poco rispettoso dei ciclisti) può abbandonarsi alle bellissime
piste ciclabili che attraversano l’isola. In particolare è
assolutamente da percorrere la pista che descrive il perimetro
esterno dell’isola, tra il Danubio e il bosco. Vengono comunque
affittati tricicli a due posti, con copertura (in caso di
pioggia), che possono rappresentare un ottimo surrogato della
bicicletta.
La
storia dell’isola, che originariamente era divisa in tre più
piccole, Furdo, Festo e Nyulak (del Bagno, del Pittore, e delle
Lepri), che con il tempo sono state fuse in un’unica, risale già
all’epoca dell’occupazione romana, quando erano state scoperte
le proprietà curative di una sorgente nell’isola più
settentrionale (Furdo), dove avevano eretto altari in pietra in
onore delle ninfe dell’acqua curativa. Nel Medioevo alcuni
ordini religiosi vi costruirono chiese e monasteri: i primi, nel
XII secolo, furono i Premostratensi.
A
metà del XIII secolo, re Béla IV vi costruì un convento, per le
monache domenicane, dove visse e fu educata sua figlia, la
principessa Margherita. La tradizione, infatti, dice che,
durante l’invasione Mongola, il re si ripromise di costringerla
a vita monastica se lui e il suo paese fossero usciti vittoriosi
dalla guerra. Così fu e la principessa Margherita visse nel
convento dal 1252, quando aveva solo 9 anni, fino alla sua
prematura morte nel 1271. Alla fine del XIX secolo l'isola, che
si chiamava prima in modo un po' meno romantico, "dei conigli",
prese il nome di Isola Margherita. L'isola dei Conigli o delle
Lepri, era un rifugio per lebbrosi probabilmente (le parole
latine 'lepre' e 'lebbroso' sono quasi uguali).
Durante
l’occupazione turca, come accadde in molte altre zone della
città, gli edifici furono saccheggiati e distrutti e l'isola
rimase disabitata. In seguito, le suore dell’ordine di Santa
Clara vi si stabilirono e, quando l’ordine fu soppresso, l'isola
fu affidata all’Arciduca e Palatino Alessandro. Nel 1795 divenne
di proprietà del Palatino Jóseph, che vi costruì una bellissima
villa vicino alle rovine dell’antica chiesa dei francescani. Suo
figlio, l'Arciduca Jóseph, ereditò l'isola nel 1867 e, grazie
alla sua passione per il giardinaggio (almeno così viene
tramandato), la trasformò in un magnifico parco.
L’isola fu aperta al pubblico nel 1869, ma fino alla fine del
Secolo era possibile raggiungerla soltanto con la barca.
Infatti, sebbene il ponte Margherita fosse stato inaugurato nel
1876 e ci fosse un piano per costruire una diramazione laterale
che si collegasse con l'isola, il progetto fu portato a termine
solo alla fine del Secolo. Nel 1908 l'isola divenne di proprietà
del comune di Budapest.
Arrivando
sull’isola dal ponte Margherita, si incontrano il monumento
eretto in occasione del centesimo anniversario dell’unione di
Buda, Pest e Óbuda (opera di Istvàn Kiss, 1974), e la grande
fontana, che di notte viene illuminata. Alla sinistra della
fontana, nella parte ovest dell’isola, si trova lo Stadio dei
Pionieri; utilizzato dagli alunni delle scuole elementari
per le attività sportive. Posteriormente alla fontana, si trova
il Casino Snak Bart in funzione solo d’estate come
ristorante con musica e balli.
Proseguendo verso nord, alla sinistra della strada principale
che corre per l’intera lunghezza dell’isola, è stata costruita
nel 1930-31 la prima piscina coperta d’Ungheria. Questa piscina
è stata progettata da Alfréd Hajós, vincitore di due
medaglie d’oro nel nuoto nei primi Giochi Olimpici moderni del
1896. Da allora due piscine all’aperto (una di 50 metri e
l’altra di 33) sono state aggiunte a quella coperta lunga 33
metri; ci sono anche una piscina per tuffi e due per bambini.
Seguendo
il sentiero asfaltato parallelo alla strada principale, dopo
alcuni minuti di cammino si incontrano le rovine, avvolte nel
verde, della chiesa francescana della fine del XIII secolo;
parte della facciata ovest e alcuni resti della torre all’angolo
di sud-ovest sono ancora visibili. Approssimativamente nel
centro dell'isola, sul lato ovest, si trova il grande
complesso balneare Palatinus, progettato da Istvan Janak
nel 1936, le cui piscine scoperte sono alimentate dalle sorgenti
termali dell’isola. Di fronte a questi bagni si trova il
giardino delle Rose, cornice colorata ai grandi prati
dell’isola. Più lontano, sul lato est, c’è un piccolo serraglio
dove sono rinchiusi animali da cortile, mostrati come rari
animali esotici. A nord del giardino delle rose, inizia la
passeggiata degli artisti, i cui viali sono fiancheggiati dai
busti di personaggi famosi. Questa parte dell’isola risulta più
raccolta, più intima. In questa zona si trovano le rovine della
chiesa e del convento domenicano: è qui che la principessa
Margherita visse la sua breve esistenza.
L’officina
per la copiatura dei manoscritti, nei quasi 300 anni di vita del
convento, ha avuto un’importanza rilevante per la cultura
ungherese. La leggenda di Santa Margherita fu scritta per la
prima volta da Lea Ràskai, una monaca che visse qui nel
XVI secolo. Durante l’occupazione turca l’edificio, i cui
abitanti erano fuggiti, cadde in rovina e fu ricoperto dalla
vegetazione, tanto da essere dimenticato; le rovine furono
riscoperte solo nel 1838. Ora i resti del convento si prestano
docilmente, come un labirinto, per i giochi dei bambini.
Nelle
vicinanze del convento si trova la torre dell’acqua, alta
57 metri e da tempo fuori uso. Ai suoi piedi è stato costruito
l'?llami Operaház Szabadtéri Szinpada (Spazio Aperto
della Casa dell’Opera), con 35,00 posti a sedere: gli alberi
secolari che lo circondano, lo isolano dal rumore della città,
creando uno spazio ideale per le rappresentazioni. Proseguendo
verso nord, si incontra la Chiesa di San Michele dei
Premostratensi, costruita in stile romanico nel XII secolo.
I turchi, nel 1541, la distrussero completamente; i resti sono
stati trovati nel 1923, e nel 1930-31 la chiesa è stata
completamente ricostruita. La campana appesa alla torre della
chiesa è una delle più vecchie d’Ungheria, risale al XV secolo,
ed è stata trovata avvolta dalle radici di un albero; nella
chiesa vengono ancora svolte funzioni religiose. All’estremità
nord dell’isola si trovano gli Hotel Thermal e Ramada
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