LE LEGGENDE DI PRAGA

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LE LEGGENDE DI PRAGA 

 

La principessa Libussa

È considerata la fondatrice della città, perché ne predisse la nascita e il futuro splendore. Le diede il nome Prah (soglia) perché ebbe la visione di un uomo che tracciava la soglia della sua casa.

Il Golem

È la leggenda più nota, retaggio della Praga ebraica. Si tratta di un fantoccio d'argilla destinato a difendere gli ebrei dalle persecuzioni, che secondo la leggenda sarebbe stato creato dal Rabbi Jehuda Löw bar Bezalel nel '500. Ricalca un principio della mistica ebraica, secondo cui il mondo e la vita sono emanazione del nome divino - il Golem nella storia.

Il Dottor Faust

Al numero 40-41 di Karlovo namesti c'è la casa in cui secondo la leggenda visse Faust, conducendovi i suoi studi di alchimia. Di certo vi abitò il mago Edward Kelley ai tempi di Rodolfo II. La casa avrebbe una maledizione. Uno studente che vi abitò sparì, e nella casa si trovò un foro nel tetto: allo stesso modo era stato rapito Faust dal diavolo, in seguito al patto con cui aveva avuto da lui il dono dell'eterna giovinezza.

I vodník

Sono folletti delle acque, che vivono nella Moldava. La tradizione li rappresenta vestiti di verde, come le piante acquatiche e le alghe, con un berretto rosso. Ognuno ha la sua zona, il suo ponte. Talora maligni talora benevoli cercano di fare amicizia e di integrarsi con gli abitanti della zona, anche se la loro principale attività è quella di trascinare sul fondo le anime di coloro che cadono o annegano nel fiume, dove le conservano dentro vecchie pentole.
Nella versione di Frantisek Langer ("Leggende praghesi"), il medico-scrittore fratello di Jirí Langer, esistevano nella Vltava (Moldava) tre vodník, uno a Kampa, uno uno alla rupe di Vysehrad, uno a Na Frantisku. Tutti e tre avevano rapporti problematici con la popolazione locale ma solo il terzo soffriva di solitudine, e anche per il poco lavoro (= pochi annegati in quella zona). Così si era dato alla lettura, e aveva allestito una grande biblioteca subacquea in mezzo a pesci e alghe.

Il Ponte Carlo

Essendo il ponte più importante della città, e carico di storia, ha dato origine a numerose leggende. Secondo una di queste le sue statue sarebbero dei "protettori di pietra" (dal titolo dell'omonimo racconto di F. Langer), e proteggerebbero i neonati dell'isola di Kampa, accompagnandoli per tutta la vita - questo in cambio delle cure ricevute per la loro conservazione.
Sempre Langer ("Leggende praghesi") riferisce la leggenda della spada di San Venceslao, che era infissa nelle mura del ponte a protezione della città. Se vi fosse stata un invasione San Venceslao l'avrebbe brandita, decapitando tutti i nemici con un semplice grido. Ma dei bambini se ne impossessarono, e da allora è introvabile. Per questo si dice che i bambini hanno in mano il futuro del paese.

San Giovanni Nepomuceto

Visse nel '300 alla corte di Venceslao IV, e si dice che fu fatto uccidere dal sovrano per essersi rifiutato di svelare i segreti di confessione di sua moglie. ?sepolto nel Duomo di San Vito, e una sua statua è sul Ponte Carlo, da cui venne gettato nel fiume. In quel punto esatto sul parapetto del ponte si trova una croce d'oro, toccando la quale si avverano i desideri.

Sinagoga Vecchia-Nuova

Nelle sue fondamenta vi sarebbero delle pietre provenienti dal Tempio di Gerusalemme, portate in volo dagli angeli.

Il ghetto ebraico

Il vecchio ghetto vide la sua fioritura alla fine del '500 durante il regno di Rodolfo II, grazie alla sua politica tollerante e illuminata. Dopo vicende di ogni genere fu "risanato", cioè definitivamente abbattuto a partire dal 1893, quando si diede inizio alla costruzione di quartieri più moderni secondo un piano urbanistico che ne avrebbe stravolto la struttura. Nelle sue stradine strette, nei suoi sottopassaggi, nelle sua casupole la fantasia popolare immaginò un'umanità misera ed emarginata, un'esistenza torbida spesso al limite della legge, presenze fantasmatiche ed esoteriche, che fornirono materiale agli scrittori. Un ambiente del genere diede adito a numerose leggende. Tra queste la presenza del Golem, che, nella versione di Meyrink, si aggirava per le sue strade spaventando gli abitanti e assumendo le forme più diverse.


Tratto dal sito Scritturaimmanente.it

 

 

 

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