|
Sei qui:
Biografie
>
Praga
>
Vita di Franz Kafka - Biografia e opere
Franz Kafka,
(nato il 3 luglio 1883,
Praga, Boemia nell'allora impero
Austrio-Ungherico [ora nella Repubblica Ceca] -morto
il 3 giugno 1924, a Kierling, vicino a
Vienna), è stato uno scrittore di romanzi visionari in
lingua tedesca le cui opere, in particolare il
romanzo Il Processo (1925; Der Prozess) e la
storia La Metamorfosi (1915; Die Verwandlung)- esprimono
le inquietudini e l'alienazione provate da molti
nell'Europa del XX secolo e nel Nord America. |
|
Le sue opere, tradotte in diverse lingue, sono il risultato di
una logica espressiva incisiva e poetica, geniale nella sua capacità
stilistica e nella macchinosa abbondanza di dettagli descrittivi. Kafka è
stato capace, come pochi, di creare un mondo letterario unico, nelle sue
descrizioni dell'assurdo e della ricerca della
verità. Descrisse la letteratura, come ciò che porta alla ricerca di “un
viaggio verso la verità?, e la sua di ricerca fu tale da venir coniato
pure l'aggettivo 'kafkiano', diventato sinonimo di 'assurdo',
e cioè di paradossale, angoscioso, che richiama cioè l'atmosfera tipica dei
racconti di Kafka.
È considerato uno dei maggiori
esponenti mondiali della letteratura d'avanguardia (con
Gustave Flaubert,
Marcel Proust, James Joyce, William Faulkner o Samuel Beckett), lasciando
un'opera considerata il più delle volte enigmatica, strana, che flirta con
il fantastico, col metafisico o l'assurdo.
Le sue opere sono enigmatiche,
strane, si direbbe per semplificare. Sicuramente opere che dialogano con il
fantastico, col metafisico o con il mondo dell'assurdo?, inteso come
quell'insieme di consapevole sensazione di un mondo in cui improvvisamente
si perde ciò che è stato acquisito fino a quel momento; come in un
capovolgimento di certezze, quasi tragicomico, che porta all'assurdità di
quella verità, che diventa quindi non più tale. Tipica è la sensazione che
suscita per esempio la 'burocrazia' nel suo romanzo Il Processo, e
dal quale infatti il termine ha assunto una rappresentanza più specifica, o
della improvvisa inadeguatezza e alienazione de La Metamorfosi.
Franz Kafka era
sfuggente, nella vita come nelle sue opere, una figura che attira ancora i
biografi che si cimentano a tentare di sviscerarne l'esistenza, per gli
angoli bui, la vita appartata, i tormentati eventi interiori. Tutto questo
tenendo conto che le opere pubblicate durante la sua vita non furono
numerose, e tra quelle esistenti, la maggioranza restarono incompiute, come
accade per gli stessi romanzi sopra citati, e cosi come per Il Verdetto
(Das Urteil), con alcuni dei testi pubblicati a rappresentare un frammento
di un'opera incompiuta, e come Il Castello (Das Schloss).
In una lettera testamento al suo caro amico Max Brod Kafka scrisse:
"Qui, mio caro Max, la mia ultima preghiera: tutto ciò che si trova in
ciò che lascio (che è, nella mia biblioteca, nel mio armadio, nel mio
ufficio, a casa e al lavoro o altrove), lascio tutto infatti, libri,
manoscritti, lettere, personali o meno, ecc. devono essere bruciati senza
restrizioni e senza essere letti, e anche tutti gli scritti o appunti che tu
possiedi... a te con tutto il mio cuore. "
Tuttavia, Max Brod, che conosceva e amava il lavoro di Kafka come nessun
altro, decise di non seguire gli ultimi desideri del suo amico, conservando
il suo lavoro ai posteri. E non sapremo mai con certezza se Kafka era serio
nel suo desiderio di distruggere i suoi lavori inediti. D'altra parte, molti
suoi lavori, soprattutto i suoi scritti giovanili, sono stati comunque
distrutti o bruciati, così come vari manoscritti in possesso di Dora
Diamant, l'ultima fidanzata dello scrittore, che caddero in mano alla
Gestapo, alla salita al potere di Hitler. Nonostante il successivo
intervento dell'ambasciata ceca a Berlino, i manoscritti e altri scritti di
Kafka caduti in mano ai nazisti non furono mai ritrovati, e ad oggi sono
forse andati perduti per sempre (nonostante il ritrovamento recente, nel
2013, di alcuni testi).
Brod, contrariamente alle
istruzioni dell'amico, si occupò anche della pubblicazione postuma
della maggior parte delle opere di Kafka. Pubblicò i suoi più grandi romanzi
negli anni Venti e poté raccogliere e pubblicare il resto delle sue opere,
soprattutto i numerosi giornali e lettere, prima dell'inizio della
seconda guerra mondiale. Brod riuscì a fuggire a Tel Aviv durante
l'occupazione di Praga da parte dei nazisti, nel 1939, portando con se i
manoscritti di cui disponeva. Un amico fedele, questo è stato Max Brod, che
dopo la morte dello scrittore, divenne il suo biografo principale, nonché
redattore e curatore dell’intera sua opera. Alla morte di Brod, l'archivio
kafkiano passò alla sua segretaria Esther Hoffe, che visse 101 anni,
fino al 2007, per poi essere affidati alla figlia di questa, e alla custodia
di una banca israeliana di Zurigo, non senza tentate azioni legali,
per le quali è stata anche coinvolta la Corte Suprema di Israele, la quale
si è pronunciata in favore della Biblioteca Nazionale di Israele, che
ha completato l'acquisizione della collezione dell'archivio di Max Brod
nell'agosto 2019.

Vita
Franz
Kafka nacque a Praga, in una prospera famiglia ebrea di lingua tedesca. I
suoi genitori Julie Löwy e Hermann Kafka, erano dediti al
commercio e con una piccola attività nel settore della moda. Abitavano in
una casa poco distante dalla Piazza della Città Vecchia e dalla Chiesa di
San Nicola, casa natale del futuro scrittore. Con Franz, sono in tutto sei i
figli di Julie e Hermann Kafka: altri due fratelli morti prematuramente in
tenera età, e tre sorelle, di poco più piccole di lui, Gabriele (Ellie),
Valerie (Valli), Ottilie (Ottla). Alla morte dei fratelli, Franz si prenderà
cura delle sorelle come un vero fratello maggiore, legando in particolare
con la più giovane, l'affezionato Ottla. Le sorelle, gli sopravvivono
di qualche decennio; moriranno durante la seconda guerra mondiale,
tra gli orrori dell'Olocausto, deportate e uccise nei campi di
concentramento.
La sorella a lui più vicina, Ottla, morì nel 1943, ad
Auschwitz, insieme al gruppo di bambini del ghetto di Białystok,
per i quali si offrì volontaria come accompagnatrice.
Kafka si identificò fortemente con i suoi antenati materna. La
famiglia materna fu quella che ha lasciato il segno più evidente nel
carattere che andava formandosi nel giovane scrittore, forse perché
maggiormente predisposta ad una certa sensibilità spirituale ed
intellettuale, oltre che all'apprendimento rabbinico, o forse per averne
ereditato il carattere malinconico e la delicata costituzione fisica e
mentale. Non fu comunque particolarmente vicino alla madre, una donna che
facilmente si lasciava sottomettere dal marito, uomo dal carattere temperato
e dedito più al lavoro che alla famiglia. Ambedue i coniugi mancano di
comprendere quel figlio così 'improduttivo', preda di una dedizione
malsana alla "registrazione letteraria della sua" vita interiore[...]
sognante ", un ragazzo dal sorriso gentile che si ritraeva, quasi fosse
circondato da una parete di vetro. Un ragazzo alto, esile, magro, che
cammina un po' curvo, con chiari segnali di alienazione sociale e la
tendenza a chiudersi in se stesso. Un ragazzo che in piscina si vergognava
del suo misero corpo, e che per questo cercherà di irrobustirsi, con il
canottaggio sulla Moldava o con le lezioni di equitazione. Franz Kafka era
tante altre cose, vegetariano e naturista per esempio, senza però essere un
asceta. Amava frequentare le sale da ballo, il cabaret, le caffetterie, ma
anche i bordelli. Presentava momenti di ipocondria, ma era anche capace di
adattarsi al "gioco della vita". Al suo amico Max Brod scrisse "Da due
anni sono disperato e solo il limite più largo o più ristretto di questa
disperazione determina la qualità dell'umore presente". Le sue prime
esperienze sessuali? Va in albergo con la commessa di un negozio di
confezioni e racconta che l'indomani la sua felicità stava nell'aver placato
il "corpo eternamente piagnucolante", ma soprattutto nel fatto che
"tutto l'insieme non fosse stato ancor più ripugnante". Si infastidì per
una "piccola turpitudine" da lei compiuta, una "piccola sudiceria"
come scrisse.
Kafka e suo padre
La figura del padre di Kafka oscurò il suo lavoro e la sua esistenza. La
figura è, infatti, una delle sue creazioni più impressionanti. Nella sua
immaginazione questo grossolano, pratico e dominante negoziante e patriarca
che adorava solo il successo materiale e l'avanzamento sociale apparteneva a
una razza di giganti ed era un tiranno impressionante, ammirevole, ma
ripugnante. Nel più importante tentativo di autobiografia di Kafka, Brief
an den Vater (scritto nel 1919; Lettera al Padre), lettera che
non arrivava mai al destinatario, Kafka attribuì la sua incapacità di
vivere, di staccarsi dai legami parentali e di stabilirsi nel matrimonio e
nella paternità, così come la sua fuga in letteratura, alla proibitiva
figura del padre, che gli infondeva il senso della propria impotenza.
Sentiva che la sua volontà era stata spezzata dal padre.
Il rapporto tra Franz Kafka con il padre fu sempre
molto combattuto e la figura paterna oscurò il suo lavoro e la sua
esistenza. Sin da giovane, egli risentì della figura del padre, con
una pesantezza tale da sentirsi oppresso nel lavoro e nell'esistenza. Nella
sua immaginazione, questo grossolano, pratico e dominante padre, un
negoziante e un patriarca che adorava il successo materiale e l'avanzamento
sociale, veniva visto come parte di una razza di giganti, un tiranno
impressionante, ammirevole, eppur ripugnante. Nel più importante tentativo
autobiografico, Lettera al Padre - Brief an den Vater (scritto
nel 1919), una lettera che non arriva mai al destinatario, Franz attribuisce
la sua incapacità di vivere, di staccarsi dai legami parentali e di
stabilirsi nel matrimonio e nella paternità, così come la sua fuga in
letteratura, alla 'proibitiva' figura del padre, sempre presente ad
infondere un senso d'impotenza. Egli sentiva che la sua volontà era spezzata
dal padre. Una figura, che traspare nelle sue opere, diventando una delle
sue creazioni più impressionanti. Del conflitto con il padre scrisse
nel Il giudizio (1913; Das Urteil) e in generale, su scala più ampia
in tutti i suoi romanzi: in una prosa lucida e ingannevolmente semplice,
viene presentato attraverso la lotta disperata di un uomo nei confronti di
una forza oppressiva (come ne Il Processo) o attraverso una forza
sfuggente, che esiste solo per farsi pregare, invano, al fine di ottenere
una certa approvazione (come nel Il Castello [1926; Das Schloss]). Le
radici dell'ansia e dell'angoscia di Kafka sono tuttavia più profonde del
rapporto con il padre e in generale con la famiglia, con cui scelse di
vivere in stretta vicinanza per la maggior parte della sua vita adulta. La
fonte della disperazione in lui stava in un senso di isolamento assoluto
dalla vera comunione con tutti gli esseri umani: gli amici che amava, le
donne che amava, il lavoro che detestava, la società che viveva dentro e in
Dio o, per dirla in parole povere, con un vero con un vero Essere
indistruttibile.
La doppia vita di
Kafka
Franz Kafka poté contare sulla sincera amicizia di alcuni
intellettuali e letterati ebrei tedeschi a Praga, soprattutto quella
iniziata nel 1902 con Max Brod, giornalista, scrittore e compositore
ceco. Brod divenne il suo amico più stretto, il suo esecutore letterario,
emergendo come promotore, interprete e prezioso biografo dei suoi scritti,
sicuramente il più influente. I due si conobbero all'Università di Praga.
Franz conseguì il dottorato nel 1906, e nel 1907 trovò un impiego presso una
compagnia di assicurazioni. Alle Assicurazioni Generali rimase solo
dieci mesi per via del lungo orario di lavoro; trovò quindi nel 1908 un
posto più conveniente, alle Assicurazione contro gli Infortuni dei
Lavoratori, dove infatti, invece che alle sei e mezza della sera, poteva
uscire due del pomeriggio. Il tempo ritrovato venne tutto dedicato alla
scrittura. Non fu facile: insonnia, mal di testa, nevrosi grave... al
mattino in ufficio, il pomeriggio un sonnellino, la notte a tormentarsi
nelle sue 'scorribande' letterarie dell'assurdo. Questa la sua vita. Il
lavoro non fu tuttavia il suo luogo di dannazione, fu infatti piuttosto un
alibi per i momenti di sterilità, un punto di appoggio, il contatto con la
concretezza quotidiana. Lì rimase fino al 1917, quando la tubercolosi lo
costrinse a prendere ferie intermittenti per malattia e, infine, a ritirarsi
(con pensione) nel 1922, circa due anni prima di morire. A lavoro era
considerato instancabile e ambizioso; divenne presto il braccio
destro del suo capo, e fu stimato e apprezzato da tutti coloro con cui
lavorava. Riusciva sicuramente a risultare una persona affascinante,
intelligente e con un discreto senso dell'umorismo, ma trovò la sua routine
quotidiana, tra lavoro d'ufficio e scrittura, una fatica estenuante. Una
doppia vita che sempre più lo costringeva (passava le notti quasi sempre
a scrivere) ad una straziante tortura, e nella quale emergevano i più
profondi rapporti personali psicologicamente disturbati. Le attitudini
contrastanti della sua personalità complessa e ambivalente trovano
espressione nelle sue relazioni sessuali. L'inibizione disturbò
dolorosamente i suoi rapporti con la sua fidanzata Felice Bauer, al
quale fu impegnato due volte prima della loro rottura finale nel 1917. Più
tardi anche il suo amore per la giornalista Milena Jesenská Pollak fu
ostacolato. La sua salute era scadente e il lavoro d'ufficio lo consumava.
Nel 1917 gli fu diagnosticata la tubercolosi, e da allora in poi trascorse
frequenti periodi nei sanatori. Deciso a dedicarsi alla sola scrittura, nel
1923 si trasferì a Berlino. Durante una vacanza lungo la costa baltica, nel
corso di quell'anno, incontrò Dora Diamant, giovane socialista ebrea.
I due rientrarono nella capita tedesca, dove iniziarono a vivere una
relazione affettiva, durata fino a quando la salute di Franz non peggiorò
significativamente nella primavera del 1924. Morì poco tempo dopo di
tubercolosi, in una clinica nei pressi di Vienna all'età di 41 anni.
Franz Kafka poté contare sulla sincera amicizia di alcuni intellettuali e
letterati ebrei tedeschi a Praga, soprattutto quella iniziata nel 1902 con
Max Brod, giornalista, scrittore e compositore ceco. Questo artista divenne il suo amico più
stretto, e alla fine, come suo esecutore letterario, emerse come promotore,
salvatore e interprete dei suoi scritti e come il suo biografo più influente. I due
si conobbero mentre Kafka studiava diritto
all'Università di Praga. Franz conseguì il dottorato nel 1906, e nel
1907 trovò un impiego presso una compagnia di assicurazioni. Alle
Assicurazioni Generali rimane solo dieci mesi perché l'orario si protraeva
fino alle 6 e mezzo di sera; trovò un posto più conveniente nel 1908 alle
Assicurazione contro gli Infortuni dei Lavoratori, dove poteva uscire alle
due del pomeriggio, il che gli consentì di scrivere. Il tempo ritrovato
venne tutto dedicato alla scrittura. Non fu facile: insonnia, mal di testa,
nevrosi grave... al mattino in ufficio, il pomeriggio un sonnellino, la
notte a tormentarsi nelle sue 'scorribande' letterarie dell'assurdo.
Questa era la sua vita. Il lavoro non fu tuttavia il suo luogo di
dannazione, fu infatti piuttosto un alibi per i momenti di sterilità, un
punto di appoggio, il contatto con la concretezza quotidiana.
Lì rimase fino al 1917, quando la tubercolosi lo costrinse a prendere ferie
intermittenti per malattia e, infine, a ritirarsi (con pensione) nel 1922,
circa due anni prima di morire. A lavoro era considerato instancabile e
ambizioso; divenne presto il braccio destro del suo capo, e fu stimato e
apprezzato da tutti coloro con cui lavorava. Riusciva sicuramente a
risultare una persona affascinante, intelligente e con un discreto senso
dell'umorismo, ma trovò la sua routine quotidiana, tra lavoro d'ufficio e
scrittura, una fatica estenuante. Una doppia vita che sempre più lo
costringeva (passava le notti quasi sempre a scrivere) ad una straziante
tortura, e nella quale emergevano i più profondi rapporti personali
psicologicamente disturbati. Le attitudini contrastanti della sua
personalità complessa e ambivalente trovano espressione nelle sue
relazioni sessuali. L'inibizione disturbò dolorosamente i suoi rapporti
con la sua fidanzata Felice Bauer, al quale fu impegnato due volte
prima della loro rottura finale nel 1917. Più tardi anche il suo amore per
la giornalista Milena Jesenská Pollak fu ostacolato. La sua salute
era scadente e il lavoro d'ufficio lo consumava. Nel 1917 gli fu
diagnosticata la tubercolosi, e da allora in poi trascorse frequenti periodi
nei sanatori. Deciso a dedicarsi alla sola scrittura, nel 1923 si trasferì a
Berlino. Durante una vacanza lungo la costa baltica, nel corso di
quell'anno, incontrò Dora Diamant, giovane socialista ebrea. I due
rientrarono nella capita tedesca, dove iniziarono a vivere una relazione
affettiva, durata fino a quando la salute di Franz non peggiorò
significativamente nella primavera del 1924. Morì poco tempo dopo di
tubercolosi, in una clinica nei pressi di Vienna all'età di 41 anni.
Opere
Kafka pubblicò con riluttanza alcuni dei suoi scritti durante
la sua vita, e questo nonostante fosse stato spesso conteso dai più
importanti editori della sua epoca. Tali pubblicazioni includono:
Descrizione di una lotta (1909) (Beschreibung eines Kampfes) e
Meditazione (1913), una raccolta di brevi pezzi di prosa. Sono incluse
anche altre opere più rappresentative della maturità artistica dello
scrittore: Il Giudizio, scritto nel 1912 e pubblicato un anno dopo;
La Metamorfosi (pubblicata nel 1915) e Nella Colonia Penale
(1919; In der Strafkolonie); una raccolta di breve prosa, Un medico di
campagna (1919; Ein Landarzt); Un artista della fame (1924; Ein
Hungerkünstler), quattro storie che mostrano la concisione e la lucidità
tipiche del tardo stile di Kafka.
Kafka non era sicuro della qualità del suo lavoro tanto
da chiedere, come accennato, che tutti i suoi manoscritti inediti fossero
distrutti; Brod, come il suo esecutore letterario, ignorò le sue istruzioni
e pubblicò postumi i romanzi Il Processo, Il Castello, e
America nel 1925, 1926 e 1927, rispettivamente, più una raccolta di
pezzi più brevi, la Grande Muraglia della Cina (Beim Bau der
chinesischen Mauer). In questi primi lavori di Kafka, Descrizione di una
Lotta (iniziata intorno al 1904) e Meditazione, nonostante lo
stile sia più concretamente immaginato e la struttura più incoerente di
quella delle opere successive, si nota già l'originalità e le
caratteristiche che gli sono proprie. I personaggi di queste opere non
riescono a stabilire la comunicazione con gli altri, seguono una logica
nascosta che si sottrae alla normale logica quotidiana, con il loro mondo
che irrompere in episodi grotteschi e violenti. Ogni personaggio è solo una
voce angosciata, che invano si adopera con fatica nella ricerca di
informazioni e comprensione, di fiducia nella propria identità e nel proprio
obiettivo. Sembra che Brod abbia scoprendo il suo diario solo più tardi, sia
rimasto sorpreso per l'abisso profondo, la nevrosi grave, le tentazioni di
suicidio (il salto dalla finestra) che conteneva e che si rifletteva nei
suoi personaggi. Klaus Wagenbach, che ha esplorato gli anni giovanili
di Kafka a caccia di documenti e immagini (molti spazzati via dalla guerra e
dal nazismo), insiste sul socialismo dello scrittore "molto personale, di
immediata solidarietà". E le sue frequentazioni e la sua ultima compagna
lo testimonierebbero, come si evince dalla accennate biografie, e che
presumibilmente, continueranno a uscire visto l'abisso immateriale su cui
scavare. Molto interessanti sono gli scritti di Pietro Citati del
1992 ('Kafka., viaggio nella profondità di un'anima'), che
approfondisce in particolare l'ultimo anno di vita dello scrittore. C'è poi
la biografia del francese Claude David (Franz Kafka), che setaccia
quaderni, lettere, testimonianze. Il profilo di Kafka è ben tracciato con i
suoi gusti, le idee, gli atteggiamenti, il rapporto con il destino.
Splendida la compagine ambientale di una città come Praga, immeritatamente
detestata con tutto il cuore. Insensibile alla sua poesia, per tutta la vita
sogna di evadere dalla sua città. Eppure vi resta impigliato: "Praga non
molla - scrive a un amico - questa mammina ha gli artigli...".
Metamorfosi
Molte delle favole di Kafka contengono una miscela imperscrutabile e
sconcertante tra il normale e il fantastico, anche se occasionalmente la
stranezza può essere intesa come il risultato di un congegno letterario o
verbale, come quando le delusioni di uno stato patologico vengono date allo
stato della realtà o quando la metafora di una comune figura del parlato
viene presa letteralmente. Così, in Il Giudizio un figlio commette
senza dubbio suicidio per volere del padre anziano. Nella Metamorfosi
il figlio Gregor Samsa si sveglia per ritrovarsi trasformato in un
mostruoso e ripugnante insetto; lentamente muore, non solo per la vergogna
della sua famiglia e la sua negligenza nei suoi confronti, ma anche per la
sua stessa e colpevole disperazione.
Colonia Penale e Un artista della
fame
Molti dei racconti sono ancora più insondabili. Nella Colonia Penale
presenta un ufficiale che dimostra la sua devozione al dovere
sottomettendosi alle spaventose (e clinicamente descritte) mutilazioni del
proprio strumento di tortura. Questo tema, l'ambiguità del valore di un
compito e l'orrore della devozione ad esso, una delle costanti
preoccupazioni di Kafka, riappare in Un artista della fame. La favola
Vor dem Gesetz (1914; Prima della legge, più tardi incorporata nel Processo)
presenta sia l' inaccessibilità del significato (la "legge") sia il tenace
desiderio dell' umanità. Un gruppo di fiabe scritte nel 1923-24, l' ultimo
anno della vita di Kafka, tutte incentrate sulla vana ma instancabile lotta
dell' individuo per la comprensione e la sicurezza.
Amerika
Molti dei motivi delle fiabe brevi ricorrono nei romanzi. Nella Amerika
incompiuta, per esempio, il ragazzo Karl Rossmann è stato mandato
dalla sua famiglia in America. Lì cerca riparo in una serie di figure
paterne. La sua innocenza e la sua semplicità sono sfruttate ovunque, e un
ultimo capitolo descrive la sua ammissione a un mondo onirico, il "teatro
della natura dell'Oklahoma"; Kafka lasciò una nota sul fatto
Rossmann alla fine moriva.
Il processo,
l'opera più cupa
Nel Processo, Joseph K., un funzionario di banca abile e coscienzioso
e un avvocato, è risvegliato dagli ufficiali giudiziari, che lo arrestano.
L'indagine in tribunale si trasforma in una farsa squallida, l'accusa contro
di lui non è mai definita, e da questo punto in poi i tribunali non prendono
più alcuna iniziativa. Ma Joseph K. si consuma nella ricerca di corti
inaccessibili e nell'assoluzione dalla sua ignota offesa. Si rivolge a
intermediari i cui consigli e spiegazioni suscitano nuove perplessità;
adotta stratagemmi assurdi; squallore, tenebre e levità assistono alla sua
ricerca. Rifugiato in una cattedrale, gli viene detto da un sacerdote che le
sue proteste di innocenza sono esse stesse un segno di colpa e che la
giustizia che egli è costretto a cercare gli deve essere impedita per
sempre. Un ultimo capitolo descrive la sua esecuzione come, guardandosi
attorno ancora disperatamente alla ricerca di aiuto, protesta fino
all'ultimo. Questo è il lavoro più nero di Kafka: il male è ovunque,
l'assoluzione o la redenzione è inaccessibile, e lo sforzo frenetico indica
solo la reale impotenza di un individuo.
Il Castello
Nel Castello, una delle ultime opere di Kafka e anche
incompiuta, l'ambientazione è un villaggio dominato da un castello. Il tempo
sembra essersi fermato in questo paesaggio invernale, e quasi tutte le scene
avvengono al buio. K. arriva al villaggio sostenendo di essere un geometra
nominato dalle autorità del castello. La sua pretesa è respinta dai
funzionari del villaggio, e il romanzo racconta gli sforzi di K. per
ottenere il riconoscimento da un'autorità che è sfuggente come i tribunali
di Joseph K.. Ma K. non è una vittima: è un aggressore, sfidando sia i
funzionari meschini, arroganti e gli abitanti del villaggio che accettano la
loro autorità. Tutti i suoi stratagemmi falliscono. Come Joseph K., fa
l'amore con una servo, Frieda, ma lo lascia quando scopre che sta la sta
semplicemente usando. Brod osserva che Kafka voleva che K. alla fine morisse
esausto per i suoi sforzi, ma che sul letto di morte doveva ricevere un
permesso di soggiorno. Ci sono nuovi elementi in questo romanzo. È tragico,
non desolato. Mentre la maggior parte dei personaggi di Kafka sono semplici
funzioni, Frieda è una persona risoluta, calma e realistica. K. acquisisce
attraverso la sua personalità un po' di intuizione su una possibile
soluzione della sua ricerca e, quando parla di lei con affetto, sembra che
egli stesso stia infrangendo il suo senso di isolamento.
Le storie e i romanzi di Kafka hanno suscitato un gran numero di
interpretazioni. I primi traduttori inglesi, hanno visto i romanzi come
allegorie della grazia divina. Gli esistenzialisti hanno visto il senso di
colpa e disperazione di Kafka come il terreno su cui costruire un' esistenza
autentica. Alcuni hanno visto il suo coinvolgimento nevrotico con il padre
come il cuore del suo lavoro. Altri hanno sottolineato la critica sociale,
la disumanità dei potenti e dei loro agenti, la violenza e la barbarie che
si nascondono sotto la normale routine. Alcuni hanno trovato una fantasiosa
anticipazione del totalitarismo nel terrore burocratico casuale e senza
volto del Processo. I surrealisti si rallegrano delle persistenti
intrusioni dell'assurdo. C'è evidenza sia nelle opere che nei diari per
ognuna di queste interpretazioni, ma il lavoro di Kafka nel suo insieme li
trascende tutti. Può darsi che un critico l'abbia detto con grande
precisione quando ha scritto delle opere come "parabole aperte", i cui
significati finali non possono mai essere arrotondati.
Ma anche l'opera di Kafka è limitata. Ognuna delle sue opere porta i segni
di un uomo sofferente nello spirito e nel corpo, cercando disperatamente, ma
sempre interiormente, il significato, la sicurezza, l'autostima e il senso
dello scopo, il senso di tutto. Lo stesso Kafka guardava alla sua scrittura
e all' atto creativo che essa significava come mezzo di "redenzione", come a
una "forma di preghiera" attraverso la quale egli poteva riconciliarsi con
il mondo o trascendere la sua esperienza negativa. L'oscurità lucidamente
descritta ma inspiegabile delle sue opere rivela le lotte personali
frustrate di Kafka, ma attraverso i suoi personaggi impotenti e gli strani
incidenti che li colpiscono l'autore ha raggiunto un simbolismo avvincente
che più in generale significa l'ansia e l'alienazione del mondo del XX
secolo stesso.
Al momento della sua morte, Kafka era apprezzato solo da una piccola
consorteria letteraria. Il suo nome e la sua opera non sarebbero
sopravvissuti se Brod avesse onorato il testamento del suo amico: due note
che richiedevano di distruggere tutti i manoscritti inediti e di astenersi
dal ripubblicare le opere che erano già apparse in stampa. Brod prese il
corso opposto, e quindi il nome e il lavoro di Kafka guadagnarono fama
mondiale postuma. Questo sviluppo ebbe luogo prima in Francia e nei paesi
anglofoni durante il regime nazista, nel momento stesso in cui le tre
sorelle di Kafka furono deportate e uccise nei campi di concentramento. Dopo
il 1945 Kafka fu riscoperta in Germania e Austria e cominciò a influenzare
notevolmente la letteratura tedesca. Negli anni' 60 questa influenza divenne
globale e si estese anche alla vita intellettuale, letteraria e politica del
luogo di nascita di Kafka, quella che era diventata la Cecoslovacchia
comunista.
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione
totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto
e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
Ostelli Praga
Ostelli Repubblica Ceca
Hotel Praga
Hotel Repubblica Ceca
Carte de Prague
Karte von Prag
Mapa Praga
Map of Prague
Carte de la republique tchèque
Karte Tschechisches Republic
Mapa República Checa
Map of the Czech Republic
|