Imperdibile
tappa per chi visita la città di Bolzano è il Museo Archeologico,
riorganizzato nel 1998 dall'architetto svizzero Peter Zumthor. Collocato nel
luogo dove nel 1991 furono ritrovati due mummie risalenti a 5000 anni fa,
oltre all'esposizione permanente "Ötzi e i ghiacci", ospita testimonianze
della cultura materiale dell'arco alpino dalla preistoria al medioevo.
Nel settembre del 1991 due
escursionisti tedeschi, Erika e Helmut Simon, fecero una sensazionale
scoperta che da lì a breve fece il giro di tutto il mondo. Durante un'escursione
sullo Hauslabjoch, e precisamente nell'area conosciuta con il nome di
Ötztal, nelle montagne lungo il confine tra Italia ed Austria, i due coniugi
rinvennero una sagoma mummificata dal terreno circostante.
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Si rivelò essere la
più antica mummificazione naturale mai rinvenuta di uomo europeo, vissuto
durante l'Età del Rame (periodo preistorico anche noto come Calcolitico),
quella che noi tutti oggi conosciamo come Ötzi, l'uomo venuto dal ghiaccio. Helmut si ritrovò a camminare un po'
più avanti della moglie, quando improvvisamente notò qualcosa che riaffiorava
dal terreno; pensò fosse della spazzatura lasciata da un'escursionista
disattento.
A vista ravvicinata lui e la moglie si accorsero tuttavia che si
trattava del corpo di una persona sdraiata a faccia in giù, posizionata su un
terreno mezzo ricoperto dal ghiaccio. Disturbati e scioccati da tale scoperta, i
due coniugi supposero inizialmente si trattasse dei resti di un povero alpinista
sfortunato, la cui presenza sul posto era dovuta alla difficoltà di recupero del
corpo da parte delle squadre di soccorso (pensarono infatti che le forti
nevicate ed il ghiaccio formatosi successivamente avrebbero potuto nascondere il
corpo e conservarlo fino alla preservazione).
Helmut riuscì a prendere una foto
del corpo mummificato e avvicinandosi ad ispezionarlo più da vicino notò che
questo era rivestito e circondato di alcuni oggetti, a cui tuttavia non prestò
particolare attenzione. I due escursionisti continuarono la loro discesa verso
il rifugio più vicino indecisi sul da farsi, e si fermarono presso il rifugio di
Markus Pirpamaer, che si fece raccontare l'accaduto e che prontamente
ebbe modo di chiamare le autorità competenti. Queste ultime da parte loro erano
già consapevoli dello scioglimento dei ghiacciai in quella precisa area alpina,
fattore che già tre settimane prima aveva portato al rinvenimento di due persone
date per disperse nel 1934 e mai ritrovate. L'opinione del rinvenimento della
nuova mummia era pertanto la stessa dei coniugi Simons: si trattava del corpo di
un'escursionista precedente disperso.
Nel tentativo di liberare il reperto,
i soccorritori commisero però alcuni gravi errori. Ignari della preziosa
scoperta, cercarono esclusivamente di liberare il corpo dal ghiaccio e non di
proteggerlo o preservarlo all'aria esterna. Gli utensili utilizzati inoltre si
scoprì poi essere stati parte del corpo dello stesso Ötzi o del materiale che lo
ricopriva. Gli uomini si fecero prendere dalla fretta, e vista la difficoltà di
tirare fuori dal ghiaccio il corpo mummificato finirono per usare un martello
pneumatico, che accidentalmente incise un foro nel fianco della stessa mummia.
Trasportata in un istituto di medicina
legale e addirittura spostata in una comune bara, la mummia protetta per
millenni dal ghiaccio e dal freddo, rischiò di decomporsi in poche ore.
Oltretutto, durante il trasporto il suo braccio sinistro venne irrimediabilmente
rotto. Una volta collocata nell'obitorio più vicino e con la notizia del suo
ritrovamento che circolava oltre confine, la povera mummia incominciò a
riempirsi di un fungo che senza i dovuti accorgimenti avrebbe potuto invadere la
sua cute. Trasferita di competenza ad
Innsbruck in Austria (la competenza territoriale italiana verrà
decisa solo in seguito), e anche a seguito di alcuni consigli arrivati dal
famoso alpinista Reinold Messner, le autorità si resero conto che la
mummia poteva avere un'età ben maggiore di quella inizialmente pensata. L'esame
e le analisi portate avanti dagli esperti stabilirono infatti un'età
approssimativa di 5300 anni (la sua nascita datata tra il 3300 e il 3200 a.C.).
La causa della disputa territoriale
tra Austria e Italia sul ritrovamento dell'uomo venuto dal ghiaccio, quello
che da allora il mondo intero conoscerà come 'the Iceman', venne vinta
dal nostro paese: si stabilì che il ritrovamento avvenne infatti a 92 metri dal
confine, in territorio italiano. La competenza territoriale ha portato il
trasferimento della mummia in quel di
Bolzano, presso il Museo Archeologico dell'Alto Adige. Nella
sua attuale sede la mummia di Otzi viene conservata grazie a delle
sofisticate tecniche che ne garantiscono la sua sopravvivenza organolettica, in
quanto capaci di ricreare le stesse condizioni esistenti nel terreno in cui è
stata rinvenuta, sua dimora per oltre 5000 anni.
I ritrovamenti rinvenuti nei dintorni
inoltre sono considerati di uguale importanza: un cappello in pelliccia d'orso,
dei vestiti, un arco con frecce, un ascia perfettamente conservata, tra i più
interessanti. Grazie ad essi gli studiosi hanno potuto ricostruire la vita dello
stesso Ötzi e dei suoi simili nel periodo storico che lo ha visto protagonista.
Si trattava certo di un personaggio importante nell'ambito della sua comunità
(probabilmente un pastore o un cacciatore, oppure secondo altri una sorta di
sciamano), in buona salute, alto circa 1 metro e 60 e di circa 45 anni, con
denti forti e sani e qualche reumatismo. Si è inoltre stabilito che la sua morte
sia avvenuta in modo violento. I tessuti della mummia pur essiccati sono stati
studiati nei minimi dettagli e si è risaliti addirittura alla composizione
dell’ultimo pasto consumato da Ötzi: sono stati rinvenute tracce di carne di
stambecco, cereali e polline. Nel
2011 la mummia è stata scongelata in parte per essere studiata. Il
braccio dell'uomo del Similaun è stato scongelato su un foglio di alluminio
sterilizzato, un'équipe medico-scientifica l'ha per la prima volta riportato a
temperatura ambiente e sottoposto a una autopsia completa, rivelando nuovi
dettagli sulla vita e la morte di un abitante delle Alpi di 5.300 anni fa.
Informazioni più dettagliate sono
reperibili attraverso la visita al museo di Bolzano, in un interessante percorso
storico che raccoglie oltretutto anche ricostruzioni dei vari periodi
dell’antichità e numerosi reperti archeologici provenienti da tutto il
territorio dell'Alto Adige, e quindi del Tirolo del Sud. È possibile effettuare
una visita guidata della durata di due ore, ma sono comunque disponibili le
audio guide, che descrivono molto bene le varie sezioni del museo e delle
singole esposizioni. Ad essere numerosi oltre ai
Musei
sono anche gli eventi culturali di
Bolzano dedicati al più famoso 'inquilino', come quello che nel settembre
2011, celebra il ventennale dalla scoperta. Per informazioni vedi
Musei a Bolzano e
Manifestazioni a Bolzano.
Direzioni:
Museo archeologico di Bolzano
Museumstraße
Telefono/Fax: 0471 320100
Bolzano
Apertura: da martedì a domenica dalle
10.00 alle 18.00
Giorno di chiusura: il lunedì, il 1
gennaio, 1 maggio e 25 dicembre chiuso;
(luglio e agosto aperto anche il
lunedì)
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