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Palazzo dei
Vescovi a Pistoia
Per quasi otto secoli, e fino al 1782, questa è stata la residenza dei
vescovi di Pistoia. Nel 1786 venne venduto ai privati, cominciando in questo
modo un periodo di profonde trasformazioni. È solo dal 1980 che il palazzo,
a seguito di un complesso intervento di restauro, acquista un nuovo valore
di testimonianza. Le tracce dei numerosi interventi che si sono succeduti
nel corso dei secoli sono rese evidenti e vengono attrezzati nuovi spazi
espositivi. Viene così recuperato l’intero volume della Sagrestia che
vide il furto sacrilego di Vanni Fucci, ricordato da Dante
(Inferno, XXIV, 138). |
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Il Palazzo dei Vescovi è situato affianco
alla Cattedrale di San Zeno, costruito nel XI secolo tra l'antica via Regia
(attuale via della Torre) e la piazza del Duomo. Fu edificato per fornire
una nuova dimora all'allora vescovo e canonici e si avvalse anche della
presenza dell'imperatore Federico Barbarossa, che arrivò a Pistoia in
occasione dell'investitura del vescovo Rainaldo. Le sembianze
medievali del palazzo sono ancora fortemente presenti, nonostante un tempo
esso si caratterizzava per la forte struttura fortificata, merlata, e con
tanto di torre angolare, andata poi sempre meno apparente. Oggi l'aspetto è
quello di una struttura elegante, signorile, caratterizzata da elementi che
escludono il passato di una quasi fortezza, probabilmente solo riconoscibile
nella parte posteriore del palazzo.
Con il tempo il palazzo ha subito poche
trasformazioni, fino a quando la sua funzione non venne sostituita dal
nuovo Palazzo dei Vescovi di via Puccini, voluto nel Settecento dal
vescovo Scipione de' Ricci. L'antico Palazzo nel frattempo veniva
affidato a ruolo di abitazione privato, fino a quando il restauro da
parte della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ne ha restituito la
passata auge architettonica. L'interno del palazzo dei Vescovi è oggi sede
della filiale della banca, che ne è anche proprietaria, dell'A.P.T., e del
Museo Capitolare dove sono custoditi gli oggetti sacri della
Cattedrale, tra suppellettili liturgiche e oreficerie.
Si noteranno le
esposizioni di una Crocefissione di Giovanni Cristiani, il
reliquario di San Zeno, il calice e la croce di san Atto. Poco
oltre, nella sezione della Sacrestia vecchia troviamo il reliquario di
San Jacopo, di Lorenzo Ghiberti;
qui si trovava anche il tesoro di San Jacopo, che fu oggetto del famoso
furto di Vanni Fucci, anche ricordato da Dante nella Divina
Commedia. L'interno del palazzo dei Vescovi si apprezza anche per la
cappella di San Niccolò, situata nella parte superiore, che ospita un
ciclo di affreschi del Duecento.
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