VISITARE
PISTOIA -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Bella e sottovalutata, con un centro storico ben
conservato e con una delle piazze medievali più armoniose in
Italia, la città di Marino Marini è cresciuta ben oltre i
suoi antichi bastioni, con un'ottima scena culturale e
gastronomica che ha meritato pienamente il suo status di
Capitale Italiana della Cultura del 2017. Può essere una
valida base per visitare molti luoghi della Toscana. Si
trova ai piedi degli Appennini, vicino a città come
Pisa, Lucca
o Firenze.
Cammino a Pistoia in Piazza del Duomo, o piazza grande, con note di
Van Morrison
nelle cuffie, pensando che il "grande Van" ha cantato più
volte volte in questa piazza per il
Festival
Blues
che si tiene ogni luglio. Non ci si aspetta tanta bellezza
da Pistoia,
città medievale, prima municipio romano, un po' fuori dal
circuito del turismo di massa, ingiustamente sottovalutata
in passato e nominata
Capitale
italiana della cultura 2017.
Detta
anche la "silenziosa", è città operosa di valenti artigiani,
vivaisti, costruttori di treni e artisti, con un piccolo
Palio di Siena,
chiamato
Giostra dell'Orso, animale che è anche
nello stemma cittadino (come per
Berlino e
Madrid). La
Pistoia romana ebbe fine dopo la distruzione della città da
parte di un'orda di genti germaniche guidate dal goto
Radagaiso
del quale
ancora si cerca il favoloso tesoro nei pressi di Fiesole,
dove fu sconfitto e ucciso. La via cassia romana,
transitava nell'attuale Via degli
Orafi,
una delle vie che si immettono sulla piazza del duomo e che
in quel tratto era chiamata Via
Taberna,
per via delle numerose taverne presenti. Si può solo
immaginare come
poteva essere.
La
Giostra dell'Orso, intitolata anche a
San Jacopo,
patrono della città, ebbe origine nel XIII secolo, e
Boccaccio
ne dà una testimonianza dell'edizione del 1348, anno della
peste.
Forse la musica giusta, in questo contesto storico sarebbe
un'altra, ma non importa e mi tengo Van Morrison. Immagino
camminare su queste lastre di pietra anche il
fantasma, in perenne tuta blu da operaio accompagnata da
sciarpa gialla e basco, di
Fernando Melani,
ed anche i
"Cavalli"
dello scultore
pistoiese Marino
Marini,
(amico di Picasso, De Chirico e Kandinskij) solcano la
piazza per scomparire dentro il trecentesco
Palazzo del Gonfalone,
ora sede del
municipio cittadino.
Ho letto da poco una bella intervista a
Elisabetta Baldi,
la moglie di
Antonino Caponnetto.
Qui a Pistoia, quello che sarebbe diventato il piccolo grande
giudice anti mafia al fianco di
Giovanni Falcone
e
Paolo Borsellino,
visse trent'anni. Qui incontrò Elisabetta, l'amore della sua
vita e, delle parole di quest'ultima, mi colpì il fatto che
per anni, vivendo 24 ore su 24 sotto scorta, non si poterono
mai
permettere una semplice passeggiata mano nella mano. È
facile quindi immaginarsi "Betta" e "Nino", nelle strade
romantiche di questa città, liberi da qualsiasi pesantezza
del futuro.
Adesso
che ci penso
Have I
told you lately that I love you di Van Morrison non ci
sta per niente male nella città di Cino da Pistoia,
il poeta del Dolce Stil Novo,
ma anche grande giurista, con il
suo tenace e commovente attaccamento al tema dell'amore,
amico di Dante,
Boccaccio
e soprattutto Petrarca,
padre del
Rinascimento.
Con quest'ultimo che
nel suo Canzoniere
scrisse una struggente poesia alla morte dell'amico
d'intelletto:
Piangete, donne, et con voi pianga
Amore;|
piangete, amanti, per ciascun paese, |poi ch'è morto collui
che tutto intese... | Piangan le rime anchor, piangano i
versi, perché 'l nostro amoroso messer Cino | novellamente
s'è da noi partito...Anche
Cino da Pistoia, aveva la sua donna ideale, come Dante aveva
la sua Beatrice, Boccaccio la sua Fiammetta e Petrarca la
sua Laura, e si chiamava
Selvaggia de Vergiolesi,
morta nel Castello di
Sambuca sulle
colline di Pistoia, dove si era rifugiata, lei di famiglia
ghibellina, per scampare alle violenze dei guelfi.
Ci sono così tante cose vedere a Pistoia e,
se uno
vuole qui è tutto un aneddoto, e ciascun punto su cui cade
lo sguardo nasconde una storia o una leggenda. Sulla
facciata di questo altero
Palazzo del Comune si trovano
le insegne dei nuovi dominatori fiorentini, i Medici, poi
una testa, una
testa di marmo nero
sormontata da una mazza in ferro che una leggenda popolare
identifica con il traditore della città
Filippo Tedici,
anche se presumibilmente si tratta del ritratto di Re
Musetto II di Maiorca, ucciso dal capitano pistoiese
Grandonio
dei Ghisilieri
a servizio di
Pisadurante la conquista delle Baleari nel XII secolo.
La testa
del Tedici di sicuro si trova invece sul portale della
Chiesa di Sant'Andrea e la tradizione vuole che sia nera perché in segno di
spregio vi venivano spente le torce prima di entrare in
chiesa. Tedici fu nipote di
Ormanno Tedici,
signore della città nel 1323, ben voluto dal popolo. Nel
1325, Filippo spodestò lo zio e aprì di nascosto le porte
della città al conquistatore
Castruccio Castracani,
in cambio della nomina a Capitano del Popolo, della figlia
di Castruccio e di molto denaro. Alla morte del Castracani
venne esiliato e infine ucciso nei pressi di Popiglio, nella
montagna pistoiese. Non male come inizio, ma c'è molto altro
a Pistoia, del resto, come diceva
Patrice de La Tour du Pin
I
paesi che non hanno leggende sono destinati a morire di
freddo...
Non
so per quale motivo ma i treni mi hanno sempre emozionato,
fin da bambino, e questa città è stata con le Officine
San Giorgio, poi diventate
Breda,
ed in parte è ancora, uno dei centri italiani dall'industria
ferroviaria, oggi purtroppo in declino per scelte politiche
e strategiche sbagliate. Da poco la Breda Ferroviaria è
stata acquistata da una importante azienda giapponese del
settore ed ora si chiama Hitachi Rail. In uno dei capannoni dell'ex
fabbrica, oggi si trova la bellissima Biblioteca
San Giorgio,
diventata in breve tempo un punto di incontro di giovani e
meno giovani e centro culturale della città di primissimo
piano. Qualche anno fa, qui mi capitò di assistere al
ritrovo annuale di Wikipedia Italia e mi ricordo che feci il
parallelo immaginario tra un capannone dove si facevano
treni che portavano la gente "lontano chissà dove" e che ora
ospitava libri e l'enciclopedia Wikipedia che spesso ti
porta "lontano chissà dove".
Oltre alle ferrovie, da sempre
i pistoiesi hanno lavorato il ferro e gli armaioli della
città erano famosi in tutta Europa per le loro spade e le
loro armature.
Il termine "pistola" comparso verso la metà del
Cinquecento, deriverebbe proprio da Pistoia. Per qualcuno potrebbe non essere un merito.
Avete presente un vivaio? In questa zona si vedono da tutte le
parti alberi e piante varie ordinate come soldatini di
infiniti battaglioni verdi pronti a conquistare il mondo.
Non è un caso infatti che Pistoia sia una delle capitali
mondiali dei vivai, che si vendono dalla Russia ai deserti
d'Arabia.
Ad un angolo della piazza del duomo, si trova la torre
di Catilina,
dal nome del senatore romano accusato da
Cicerone
del tentativo di sovvertire la Repubblica romana; sconfitto
a Pistoia da truppe fedeli a Roma, Catilina sarebbe sepolto
sotto la torre medievale che porta il suo nome. Arrivando
dall'autostrada, si intravede subito la cupola della
Basilica della Madonna dell'Umiltà
di Giorgio
Vasari,
insieme al campanile duecentesco del duomo dedicato al "Vescovo
Moro", San Zeno,
di 67 metri. Questo profilo da lontano non deve essere
troppo dissimile da quello che vide
Niccolò
Machiavelli
venendo a Pistoia per conto di
Firenze,
per cercare di porre fine a una sanguinosa faida cittadina.
L'autore del Principe consigliò la sua città di
approfittarne e conquistare la rivale.
Questa
è la città anche di
Vanni Fucci,
forse il personaggio più fosco e negativo di tutto l'Inferno dantesco
"son
Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana".
La città era degna di tale personaggio secondo
Dante,
che apparteneva tra le altre cose alla fazione dei guelfi
neri nemica di quella a cui apparteneva il "sommo poeta". Un
paio di anni fa esisteva un ristorante a Pistoia chiamato
Vanni
Fucci Bestia,
e lì ricordo che si incontrarono i primi aderenti locali di
quello che sarebbe diventato il Movimento 5 stelle di Beppe
Grillo. Chissà dove metterebbe Dante il comico genovese.
Se
visiterete la magnifica cattedrale, troverete il capolavoro
costituito dall'altare argenteo di San
Jacopo che proprio Vanni Fucci rubò e danneggiò e a cui
in seguito lavorò anche il
giovane
Brunelleschi. Un altro cittadino pistoiese, per molti
simile a Vanni Fucci fu
Licio Gelli, il maestro venerabile della loggia
massonica P2 che, figlio di un mugnaio, nacque in Via
Gore e Barbatole, un po' in periferia, vicino alla Porta
al Borgo. Secondo un'inchiesta e una serie di articoli
dell'allora giovane giornalista del quotidiano la
Nazione,
Giulio Giustiniani, Gelli da ragazzo venne espulso da
tutte le scuole del regno per un pugno al suo insegnante
dopo una discussione politica.Poi diventato un fervente fascista cercò di
diplomarsi da
privatista prendendo 4 in storia e geografia e, ironia della
sorte, cultura fascista, tre in latino e due in scienze
naturali. Bocciato, da quel giorno Gelli si congedò dai
banchi di scuola, riuscendo però a fare, purtroppo per noi
italiani, ancora parecchio parlare di sè. Dopo la guerra
Gelli lavorerà in una bancarella al mercato, aprirà una
libreria in corso Gramsci, e lavorerà alla
Permaflex
(si proprio quella dell'omino in pigiama a righe verticali),
che brevettò sotto la proprietà di
Giovanni Pofferi,
ex commerciante di stracci, sosia dell'attore Amedeo
Nazzari, il primo materasso a molle. L'ex fabbrica di
materassi, ora abbandonata, si trova ancora all'inizio della
provinciale che da Pistoia porta all'Abetone.
Gelli in quel periodo regalò un materasso bianco, ricamato
dalle monache di Pistoia, anche al papa, Paolo VI.
Per gli
articoli e l'inchiesta sul maestro venerabile, Giustiniani e
il suo direttore di allora,
Piazzesi,
vennero rimossi. Pistoia è piena di aneddoti del genere, tutti da scoprire.
Insomma, questa città a due passi dalle montagne (quelle
dell'Appennino Tosco-Emiliano), a due
passi da
Lucca,
Prato
e Firenze, a due passi dal mare, a due passi da tutto è una
di quelle città di provincia intriganti quanto una capitale.
Molti stranieri, la conoscono ingiustamente solo per il
Pistoia Blues Festival, una delle
maggiori rassegne internazionali del genere in Europa. Se
sapessero...(Leggi
festivals e manifestazioni a Pistoia).
Tra l'altro,
a Pistoia
si mangia benissimo e nei pressi
della medievale
Piazza della
Sala e nelle stradine intorno si trovano
birrerie, ristoranti e pizzerie con un rapporto
qualità-prezzo ottimo. Provate per credere.
All'apice
della sua potenza, nel XIV secolo, Pistoia riuscì a tenere
testa alle potenti nemiche vicine:
Firenzee
Lucca.
Dopo undici mesi di assedio la città si arrese alle due
potenze, le stesse che oggi si prendono tutto il merito
della massa turistica internazionale. A Pistoia,
all'unisono, la storia sembra battere ancora il suo tempo
con la piazza grande e antica, col
Duomo, l'antico
tribunale, l'antica sede della banca, la cupola del
Vasari della
Basilica della Madonna
dell'Umiltà,
il mercato cittadino,
i
palazzi monumentali e le chiese romaniche e gotiche e,
ancora, le vecchie case, le piazzette e, tra le une e le
altre, quei vicoli che si presentano ricchi di suggestione
anche solo per la luce dorata che fuoriesce dai lampioni in
ferro battuto.
Un
tempo Pistoia era circondata da mura alte anche 15
metri, munite di torri e bastioni ?
così come ancora oggi
testimoniano i due
Bastione Ambrogi e Bastione Thyrion.
I documenti storici della città ci dicono che le
mura di Pistoia
erano infatti tre: la
prima cinta muraria
venne
costruita intorno al VIII secolo e probabilmente tracciava
un perimetro pressapoco riconducibile alle attuali via
Pacini, via Palestro, via Cavour e fino a via Curtatone, via
Buozzi e via Montanara, arrivando anche alle vie di Abbi
Pazienza e via delle Pappe. La
seconda cerchia muraria
venne costruita intorno al XII secolo e andava ad includere
l'ulteriore urbanizzazione sviluppatasi fino ad allora,
compreso il borgo
di San Bartolomeo,
a sua volta nato intorno all'Abbazia
di San Bartolomeo in Pantano.
Il perimetro in questo secondo periodo andava ad espandersi
abbracciando le aree di
Santa Maria di Ripalta,
Ospedale del Ceppo,
via Chiappettini e via Trentufuni, fino a Santa Maria Nuova
e quindi corso Amendola e Gramsci.
La
terza cinta muraria
venne eretta durante il periodo dell'assedio
fiorentino di Pistoia
del 1306, in parte in sostituzione della seconda, e le cui
tracce sono visibili ancora oggi
lungo il viale Matteotti ed
il viale Arcadia: queste ultime costruzioni erano infatti
munite di torri e bastioni (la più importante delle quali
era la fortezza medicea) e di larghi fossati che si
riempivano delle acque dei vicini torrenti come l'Ombrone.
Oggi le mura di Pistoia non esistono più, non tanto perché
andarono distrutte da prestazioni belliche, ma perché
all'inizio del Novecento (come è accaduto per tante altre
città italiane) si rese necessario dare avvio allo sviluppo
urbano dell'epoca. A ricordo delle mura ci sono ancora oggi
le
antiche vie di accesso a
Pistoia,
oltre alla
Fortezza medicea di Santa Barbara,
all'interno della quale in estate si va a vedere il cinema
all'aperto. Si accede alla città dalle quattro
antiche Porte di Pistoia,
il cui nome deriva dalle città di provenienza:
Porta Lucchese
(così chiamata per chi proveniva, e proviene tuttora, da
Lucca),
Porta Carratica
(per chi arriva da Firenze),
Porta Al Borgo
(per
chi arriva dalla montagna)
e
Porta San Marco
(per
chi giunge dalla via Montalese, l'antica Via Cassia e
direttrice Prato-Pistoia).
Entrando
in città da una qualsiasi delle antiche porte, le stesse che
poi danno il nome ai rioni di quartiere, si arriverà al
centro storico di
Pistoia,
dominato
dalla piazza del
Duomo:
uno spazio aperto molto grande che dà l'idea di quanto
questa città sia stata importante nel suo passato più
florido. La piazza del Duomo ha visto storie ben più antiche
di quelle medievali, così come accadde nel periodo dei
lavori di prolungamento dell'antica
Via Cassia
dai territori fiorentini e che proprio qui, nel cuore
dell'odierna Pistoia, segnava l'incontro tra il
Decumano maggiore
(via che nelle città romane aveva direzione in senso
est-ovest e che si può
identificare
con l'attuale
via degli Orafi)
e il 'cardo' massimo,
ovvero il principale asse nord-sud (oggi, la vicina
via Bracciolini).
In prossimità dell'incrocio dei due assi è situata l'attuale
Piazza del Duomo, che un tempo ospitava per l'appunto il
Foro romano e la casa gentilizia, di cui oggi restano alcune
testimonianze archeologiche. La piazza centrale di Pistoia
conobbe il suo periodo d'oro durante il
Medioevo
e i principali edifici monumentali che si possono ammirare
oggi -
e che ne fanno una delle piazze più belle d'Italia -
appartengono infatti a questo periodo: la
Cattedrale di Santo Zeno,
il
Battistero di San Giovanni in Corte,
il
Palazzo Vescovile,
il
Palazzo Pretorio
e il
Palazzo Comunale.
A
caratterizzare la grande piazza è prima di tutto il suo
Duomo, da cui prende il nome. La
Cattedrale di Santo Zeno
è un piccolo gioiello da scoprire e non solo per la sua
caratteristica architettura esterna, che riprende lo stile
romanico e che probabilmente deriva da una precedente
struttura paleocristiana corrispondente al periodo
longobardo e relativa al VIII secolo. Fonti certe
riferiscono di una struttura comunque presente nel X secolo
e nota come
Ecclesia dei santi Zenonis, Rufinis e Felicis.
Il rifacimento della facciata e l'aggiunta del loggiato e
del portico risalgono al periodo 1379-1449, mentre
l'archivolto centrale decorato è del 1504 ed è opera di
Andrea della Robbia,
uno dei più grandiscultori e artisti italiani. Non si manchi di visitare
l'interno della chiesa, dove sarà possibile ammirare diversi
dipinti opera di artisti come
Lorenzo di Credi,
Andrea Verrocchio,
Giovan Battista
Paggi,
Antonio
Rossellino
e Filippo
Brunelleschi.
Nell'edificio è anche custodito il
Crocifisso ligneo di San
Zeno,
completamente dipinto a tempera nel 1274 da
Coppo Marcovaldo,
una delle figure più eminenti della
pittura toscana del
Duecento
(dello stesso artista sono anche la
Madonna del Bordone
custodita a
Siena ed un altro Crocifisso ligneo custodito nella
Pinacoteca diSan Gimignano).
Affiancato
al Duomo troviamo il
Battistero di San
Giovanni in Corte di Pistoia,
un piccolo gioiello in stile gotico-romanico e che ricorda
quello del suo più famoso cugino di
piazza del Duomo di Firenze.
Quello di Pistoia si caratteristica per il forte tocco
pisano, anche se nel complesso l'edificio viene indicato
come una delle maggiori espressioni del cosiddetto stile
gotico-toscano,
che concentra a se elementi architettonici non solo pisani,
ma anche senesi e fiorentini. Le sue origini più antiche
risalgono al Duecento e venne costruito a suo tempo nei
pressi dell'antica corte longobarda, la
Curtis domini regis,
dove risiedeva il potere amministrativo del funzionario
delegato dal re (per questo il Battistero è detto anche 'in
Corte'). La fonte battesimale presente ha origine nel
1226
ed è opera di
Lanfranco da Como,
così come indicato dall'iscrizione all'interno; l'opera
attesta le più antiche origini dell'intera struttura, che
venne poi infatti restaurata e rinnovata in seguito, nel
Trecento, e la cui parte esterna venne affidata a
Cellino di Nese,
il quale aveva già lavorato a parte delle opere di
Piazza dei Miracoli
di
Pisa.
Lo
splendido Battistero in marmo bianco e verde scuro, tipico
nella sua forma ottagonale e sormontato da una cupola, si
pone nel mezzo tra gli antichi
Palazzo dei Vescovi di
Pistoia
e Palazzo del Pretorio: il primo è un edificio originario
del XI secolo, più volte rimaneggiato nel tempo e quindi
restaurato alla fine degli anni '80 del Novecento; venne
costruito nel luogo in precedenza occupato da un mercato
civico di origine longobarda e storicamente ha rappresentato
il simbolo del potere religioso vescovile a Pistoia; è anche
conosciuto
per aver ospitato l'imperatore
Federico Barbarossa
in occasione dell'investitura del feudo imperiale
dell'allora vescovo Rinaldo. Il
Palazzo Pretorio di Pistoia
è del XIV secolo e nonostante sia stato mantenuto l'aspetto
esteriore originario nello stile tipico del
Rinascimento,
quello interno venne pesantemente rimaneggiato
nell'Ottocento. Vi trovarono sede il Podestà, nell'epoca
medievale, e di seguito i Commissari fiorentini durante il
periodo mediceo; le udienze giudiziarie si svolgono ancora
oggi nella grande sala del primo piano. Ad un lato della
piazza si trova l'antico
Palazzo Comunale di
Pistoia,
del XII secolo, e anche detto
Palazzo degli Anziani
o Palazzo di
Giano
(da Giano di
Bella,
il podestà a cui si deve probabilmente la sua costruzione).
L'edificio è ornato da una bella facciata in bifore e
trifore e per la sua costruzione fu necessario demolire un
intero quartiere urbano.
Il
centro storico di
Pistoia
si caratterizza per altri angoli urbani di sicuro interesse
e non solo storico e architettonico. Il sabato ed il
mercoledì mattina sono giorni di mercato, dove poter trovare
di tutto, dagli alimenti ai vestiti ad oggettistica varia.
Tutti i giorni, invece, nella
piazzetta della Sala,
si tiene
il
pittoresco mercato di frutta e verdura nella tipica
atmosfera degli antichi mercati rionali. La
piazzetta Sala di Pistoia
è una
delle più antiche della città e il suo nome deriva dal
periodo longobardo nel quale si indicava il palazzo
dell'amministrazione pubblica. In età comunale la Sala
divenne il
luogo degli scambi e del
commercio,
funzione che ancora oggi conserva. Il ricordo degli antichi
mestieri sopravvive ancora oggi nei
nomi delle strade del
centro storico di Pistoia
e nelle vicine piazze: via del
Cacio,
via dei Fabbri,
degli Orafi,
del Lastrone,
che prende il nome dalla grande pietra su cui veniva venduto
il pesce, o ancora per esempio
piazza degli Ortaggi
(al centro di quest'ultima è situata l'opera il "Giro
del sole",
dell'artista pistoiese
Roberto Barni).
Barni
non è l'unico grande artista legato a Pistoia, tra gli altri
personaggi illustri che nacquero a Pistoia ci fu anche il
poeta e giurista
Cino da Pistoia
(nato
Guittoncino dei Sigibuldi), che fu uno dei maggiori
rappresentanti dello 'Stilnuovo'
e grande fonte d'ispirazione per
Dante
e Petrarca.
Si ammiri il suo monumento funebre custodito nella
cattedrale. Originario di Pistoia fu anche
Giulio Rospigliosi
(1600-1669) divenuto papa col nome di
Clemente IX,
così come l'architetto
Giovanni Michelucci
(1891-1991) e lo scultore
Marino Marini
(1901-1980) e indirettamente anche
Giousè Carducci,
che a Pistoia, presso il Liceo Forteguerri, fu professore di
latino, greco e italiano.
Da
un punto di vista culturale la città è ricca di
manifestazioni e tra gli
eventi e festival di Pistoia
non si
può non
citare
l'ormai famosissimo
"Pistoia
Blues"
(nel
mese di luglio), che dal 1980 attira migliaia di
appassionati del genere, con grandi artisti e performance
entusiasmanti (alcuni nomi che hanno caratterizzato le
passate stagioni sono quelli di
Fats
Domino,
Frank
Zappa,
Alexis
Corner,BB King,
Muddy
Waters,
Bob Dylan,
Steve Winwood,
Richard
Johnston,
Jono
Manson,
Guy Davis,
Santana).
Non sono solo le passioni
culturali a rapire gli entusiasmi del turista e del
visitatore in genere. Provate anche a mangiare a Pistoia
e scoprirete la cucina toscana più piacevole, per la
gola e per le tasche. Sono tanti i ristoranti e le
pizzerie, tutti buoni e a prezzi interessanti, ottimi e
innovativi ristoranti con prezzi mai eccessivi, piatti
sempre autentici e cucinati con prodotti freschi e genuini.
Si apprezzino in particolare le trattorie di Pistoia
e qualche nome ci sentiamo volentieri di proporlo: Iccio
Trattoria dell'Abbondanza, Enoteca la Bottegaia. Da provare è anche l'Enoteca
Baldovino. Leggi
Dove
e cosa mangiare a Pistoia.
C'è tanto da scoprire
a in questa città, qualche consiglio in più lo diamo
nelle pagine dedicate di cui trovate i link in alto. Per
esempio, se volete passare una giornata piacevole in
famiglia, e vi trovate da queste parti, non mancate di
visitare lo zoo di Pistoia, tra orsi bruni, lupi, giaguari,
elefanti, giraffe, renne etc etc.
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