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Palazzo del Comune a Pistoia
Riconoscibile nell'ampia
Piazza del Duomo,
il Palazzo del Municipio di Pistoia è datato XIII secolo e
probabilmente venne fatto costruire dall'allora podestà cittadino, Giano
della Bella nobile fiorentino (l'edificio è infatti anche denominato Palazzo di Giano).
L'aspetto attuale del palazzo è il risultato di più sviluppi architettonici:
si presenta come originario del XIV secolo, mentre in precedenza erano già
stati costruiti il portico nella facciata principale esterna (l'aggiunta
della quinta arcata è successiva) e l'innalzamento del secondo piano. |
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In
realtà il progetto di costruire questo edificio pubblico fu molto
antecedente poiché Pistoia, che nella prima metà del XII secolo attraversava
un periodo di floridezza economica senza precedenti si sentiva persone
necessità di avere un palazzo dignitoso ad uso delle magistrature cittadine.
I lavori si prolungarono oltre il 1300 con ampliamenti, integrazioni,
modifiche e l'aggiunta del portico, nel 1350 circa. Non è stato possibile
individuare con precisione le singole maestranze, ma sicuramente ci fu una
preziosa sintesi tra vari modelli architettonici: fiorentini, senesi e
padani o nordici. Di questo periodo è l'orso scolpito in pietra, detto "Il
micco", posto a caposcala dopo il primo piano, verso il mezzanino, e
probabilmente opera di Ventura Vitoni. Il grande stemma che campeggia
al centro della facciata esterna è il simbolo della famiglia Medici,
sormontato dalle chiavi e della tiara papale, fu posto nel 1513 in onore di
Papa Leone X.
I due stemmi sulle cantonate (agli angoli) posti nel 1529 ricordano ,invece,
papa
Clemente VII, un altro membro di una casa medici. Successivamente, il
rinnovamento si concentrò negli interni.
Sulla facciata,
a sinistra del balcone centrale, si nota ancora oggi la testa in marmo
nero scolpito e sormontata da una mazza in ferro e con attorno al
braccio un mazzo di chiavi: a chi appartenga è ancora oggi oggetto di
mistero, secondo la leggenda potrebbe raffigurare la testa del re Negro
Musetto di Maiorca, ucciso da un capitano pistoiese (certo Grandonio
dei Ghisilieri) nel 1114 durante la conquista delle isole Baleari
con la
mazza al di sopra che si suppone sia quella realmente usata dal vincitore. Un'altra tradizione popolare la identifica invece con quella di Filippo
Tedici e cioè colui che viene indicato come il più grande
traditore di Pistoia. Filippo era il nipote di Ormanno Tedici,
un abate assunto a signore della città tra il 1322 e il 1324, a cui si deve
un buon periodo di autonoma dalle vicine città di
Lucca
e di
Firenze;
autonomia che durò fino a quando venne appunto tradito
proprio dal nipote,
Filippo, che spodestò lo zio aprendo le porte della città al lucchese
Castruccio Castracani. Probabilmente la testa nera qui raffigurata non è
quella di Filippo, ma lo è di sicuro quella che si trova invece nel portale
della Pieve di Sant'Andrea. Secondo la tradizione è nera
perché vi venivano spente le torce,in segno di spregio,prima di entrare in
chiesa.
Per permettere ai governanti di assistere le funzioni religiose,
nel 1637 fu costruito il passaggio che collega il palazzo alla cattedrale.
L'edificio è conosciuto anche con il nome di Palazzo degli Anziani
perché era destinato alla magistratura e degli anziani e dal Gonfaloniere di
giustizia, cioè coloro
che detenevano il potere legislativo ed esecutivo della città. Attualmente,
gi interni del Palazzo comunale restano
interessanti per una visita approfondita, per esempio per la scala monumentale
del '500, la scultura dell'artista pistoiese Marino Marino (chiamata
Miracolo) e il Museo Civico di Pistoia ospitato all'interno,
insieme al Centro di Documentazione di Giovanni Michelucci.
Quest'ultimo inaugurato nel 1980, raccoglie un cospicuo numero di disegni,
foto, classici, lucidi, schizzi dell'architetto Giovanni Michelucci (nato nel 1891
a Pistoia e morto nel 1990 a Fiesole) considerato uno dei più
grandi urbanisti contemporanei. Michelucci si distinse per la sua particolare
attenzione alle esigenze dell'uomo e per i rapporti della città intesa come luogo
di incontro. Il museo civico, qui trasferito nel 1982,
raccoglie numerosi dipinti restaurati su tavola, maioliche, vetri,
porcellane, arazzi, monete: opere che abbracciano un arco di tempo che varia
dal 1200 all'Ottocento, con le collezioni di opere d'arte della famiglia
Puccini di Pistoia.
Del cortile interno si accede alle sale affrescate dove si può ammirare una
bella Maestà coi santi(Seconda metà
del XIV secolo). Salendo le scale in pietra si può accedere alla sala
maggiore che contiene opere di pregevoli qualità: un magnifico soffitto
ligneo, un affresco del trecento di scuola giottesca e la "residenza", un
mobile di noci intagliato del 1534-36, oltre a due arazzi fiorentini
eseguiti sui disegni di Alessandro Allori. Sopra l'ingresso alla sala
ghibellina si trova un bassorilievo con lo stemma della città, sorretto da
due geni alati (fine XV secolo), attribuite ad Antonio Del Pollaiolo.
All'interno si può ammirare un affresco è un figurante Grandonio de' Ghisilieri.
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