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Georges
Simenon - Biografia e opere. Simenon è stato
l'indimenticabile scrittore belga, creatore del celebre
personaggio del commissario Maigret. Nato a Liegi nel 1903,
durante la sua prolifica carriera pubblicò quasi 500 opere
tra romanzi e racconti.
George Simenon, nato a Liegi il 13 febbraio del 1903, muore in Svizzera nella sua
città di adozione,
Losanna,
all'età di 86 anni un lunedì, il 4 settembre del 1989.
Lo scrittore belga, celebre per avere creato la figura
leggendaria del commissario Maigret era un autore
prolifico, ha lasciato nelle biblioteche di tutto il mondo
circa quattrocento romanzi (212 sotto proprio nome, gli
altri con una ventina di pseudonimi) non tutti di argomento
poliziesco ma anche di narrativa pura. Un'ottantina di
questi hanno avuto come protagonista proprio
Maigret, che, nato quasi per caso nel 1929 a
bordo del battello Ostrogoth, con il caso Pietro
il lettone, finì in pensione quarant'anni dopo nel '73.
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Ma la vita di Simenon scrittore è incominciata prima, molto
prima di quel marzo del '29. A raccontarcelo è lui stesso
nelle pagine della sua autobiografia, Un uomo come un
altro. Già da quel titolo Simenon sembrava volere
prendere le distanze sia da Maigret che dal luogo comune e
fastidioso che per decenni l'ha torturato: quello di essere
"un fenomeno", "un prodigio della scrittura". Simenon si
racconta invece proprio come "un uomo qualunque", bravo,
fortunato, sì, ma come uno che si è guadagnato tutto da
solo, con tenacia e un duro apprendistato. E si racconta
anche con la voglia di darsi una identità, una storia, mai
fenomenale appunto, tutta sua che non venga confusa o
sovrapposta da quella ingombrante e accattivante di Maigret.
E
infatti nella sua autobiografia di Maigret non parla troppo.
Preferisce ricordare gli anni della giovinezza a Liegi,
quando proponeva al direttore della locale "Gazzetta" una
rubrica, dal titolo "Chiens écrasés", letteralmente "cane
schiacciato", la tipica rubrica francese che avrebbe
dovuto occuparsi dei più minuti fatti di cronaca, i fatti
più disparati. George Sim (come firmava all'inizio) cominciò
presto la sua carriera di scrittore di successo: a quindici
anni pubblicò Au pont des Arches con il sottotitolo "Piccolo
romanzo umoristico dei costumi di Liegi". Doveva essere
una lettura affascinante sulla città della
Vallonia, che
allora era la capitale del carbone e che di lì a un po' di
anni avrebbe attirato tanti emigranti italiani che andavano
a fare i minatori. Però Liegi gli andava stretta ed emigrò
presto a Parigi, dove conobbe il mondo letterario che allora
contava. Sempre nella sua autobiografia infatti Simenon
racconta i primi inverni a Parigi, pagato un tanto a parola
per scrivere romanzaccci; conebbe tante persone e si fece
tanti amici Henry Miller, Colette, Jean
Cocteau, Fernandel, Charles Boyer, Kurd
Jurgens, Jeanne Moreau, Gide, solo per citarne
alcuni. Diventò in seguito amico di Federico Fellini.
La sigla della versione italiana dei film per la televisione
dell'ispettore Maigret, era cantata da Luigi Tenco
(nel video).
Arthur
Miller, Colette e l'amicizia di Gide; i
primi amori, il matrimonio, le attenzioni che gli editori
cominciano a rivolgergli, le prime agiatezze; l'invenzione del "commissario" che dovrà condizionare la sua vita
costringendolo a scrivere un romanzo dopo l'altro; e poi gli
anni della maturità e della vecchiaia, attento e curioso al
trascorrere della vita e dei ricordi nei gesti brevi del
quotidiano. Simenon parla d'altro, cerca di fuggire da
Maigret, parla di gite in barca, di case acquistate e
vendute, di trasferimenti da una parte all'altra del mondo,
di innamoramenti e figli, di volti e collezioni di pipe. Ma
le fughe e il «lessico famigliare» evocano immediatamente il
bonario e corpulento Maigret. Si capisce che intorno alla
sua presenza e alla sua assenza è costruita la vita dello
scrittore. Per ribellarsi a Maigret, Simenon scriverà molti
romanzi dove il commissario è assente. Sono romanzi senza
crimini o comunque scritti con la voglia di essere un
narratore puro, di essere un romanziere libero e senza
rapporti con un Maigret, che da personaggio rischia di
diventare autore. Ma verrà deluso: pubblico e critica, e
anche gli amici intellettuali come Gide, non avvertono
questi problemi e trovano «più scrittore» Simenon quando c'è
il commissario. Con poche eccezioni.
Ebbe un'educazione semplice,
tradizionalmente cattolica (ottenne un premio in catechismo
prima della Comunione) e naturalmente iniziò a scrivere per
un giornale. Nel 1952 tornò a Liegi da Parigi, ormai
scrittore di grande successo. La Gazzetta diede il titolo
principale della prina pagina all'avvenimento con le parole:
"Ha fatto battere il cuore dell'Oltre Mosa e ha pianto
rivedendo il suo vecchio professore".
Simenon era un amico (e quasi un discepolo) di
André Gide, aveva tenuto con lo scrittore francese una fitta
corrispondenza. Fu proprio Gide a dare a Simenon
l'opportunità di affermarsi come romanziere e non solamente
come «giallista». È stato tradotto in circa settanta lingue
fino alla sua morte aveva venduto oltre mezzo miliardo di
copie. Tuttavia è a Maigret che Simenon deve la fama e la
fortuna. Quei romanzi vennero tradotti in tutto il mondo e
pure il cinema e la tclevisipne portarono a Simenon lucrosi
contatti. André Gide era un assiduo lettore
di Simenon. Ma il complimento più felice a Simenon lo fece
un medico, il dottor Leriche: "Quello che mi piace
nei vostri libri è il fatto che i vostri personaggi hanno
non solo una vita romanzesca ma un fegato, dei polmoni, un
cuore, dei muscoli, dei nervi. Io mi sforzo sempre, al primo
capitolo, di stabilire la loro diagnosi".
In Francia con il volto di Jean
Gabin, in Italia con quello di Gino Cervi, in
Inghilterra e Gran Bretagna con quello di Charles
Laughton, Maigret divenne un personaggio di casa in ogni
famiglia. Non fu un'invenzione da nulla quella di un tipo
come Maigret. Questo strano poliziotto, sensibile più che
astuto, indagatore dell'anima umana più che detective
oggettivo, dava un nuovo indirizzo a una narrativa
«analitica» che aveva in Conan Dpyle il suo maestro. Simenon
e Maigret cambiano il gioco. Il racconto non è più un
«puzzle» da risolvere a tavolino, con la lente in mano, ma
un gioco dove il «fattore umano» è determinante. Com'era
Maigret? L'eterna pipa sempre accesa, un bicchierino di
Calvados nelle pause di lavoro. Un uomo tuttavia sobrio,
felicemente sposato. Sensibile alle bellezze del mondo, ma
marito fedele. Anche Raymond Chandler quando creò il
suo Marlowe deve avere pensato a Simenon.
Direttamente a Simenon si è poi ispirato Friedrich Glauser
il cui sergente Studer è un Maigret svizzero. Stessa
matrice.
Perchè il personaggio di Maigret
ha avuto un così grande successo al mondo? Ci sono tanti
motivi dietro a un successo così straordinario. Ma
personalmente metterei l'umanità e pietà umana.
L'investigatore inventato da Simenon non è un virtuoso
dall'intelligenza matematica, un robot a caccia di colpevoli
ma uno di noi, sensibile e paziente. Quando scopre il
colpevole, per Maigret, accanto alla soddisfazione per un
lavoro portato a termine si aprono un varco anche l'amarezza
e la pietà per chi ha sbagliato.
P.S. Chi volesse
approfondire Simenon, può recarsi durante la sua visita a
Liegi all'università, alla quale lo scrittore ha donato nel
1972 il suo grande e prezioso archivio, 4127 pezzi che
riassumono tutta la storia della sua vita, dalla fotografia
del nonno cappellaio alla sua pagella della scuola
elementare, dal suo primo libro ai film con Jean Gabin e con
Brigitte Bardot.
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