Università di Pisa

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L'Università di Pisa

 

L'Accademia degli Studi nasce nella seconda metà del secolo XII allorché Pisa, città di notevoli tradizioni romane e ricca di un intensa vita economica, ebbe "legum doctores" e scuole di diritto, sia laiche che monastiche. Nel secolo successivo sono riportate anche le prime testimonianze di dottori "in arte medicinae et in arte chirurgie".

Università di PisaL'inizio di un vero e proprio documentato Studio generale viene fatto risalire al 1338, quando a capo del Comune era il Conte Fazio della Gherardesca. Nel 1343, per volontà di Papa Clemente IV si erige nella città uno Studio generale dotato dei seguenti insegnamenti: teologia, diritto canonico e civile, medicina "et qualibet alia licita facultate". Nel 1355 segue il diploma di riconoscimento di Carlo IV. Sorge così l'Università di Pisa, quale luogodi studi aperto a tutti, con una corporazione d'insegnanti, precise norme statutarie che regolano l'esercizio dell'arte, con il riconoscimento giuridico a chi ha seguito il corso di studi, con la concessione del titolo di "magister" o di "doctor".

Università di PisaIl periodo successivo fu caratterizzato da un alternarsi di periodi di gloria a periodi di profondo degrado, dovuti questi ultimi soprattutto alle varie guerre con le città vicine, alle lotte interne che travagliarono la città e alle pestilenze gravissime che devastarono tutto il paese. Sotto il dominio dei Medici, che conquistarono la città, l'università venne riaperta e Lorenzo dei Medici dispose addirittura l'edificazione in un apposito edificio, la Sapienza, destinato a comprendere non solo i locali per gli insegnamenti delle varie facoltà, ma anche i locali residenziali dei docenti e degli studenti. In seguito alla ribellione della città contro il dominatore fiorentino l'Università fu trasferita a Firenze e riaperta nel 1515.

Dopo un altro periodo di chiusura lo Studio venne riaperto nel 1543 da Cosimo I de' Medici. I sudditi del granducato erano obbligati a frequentare l'Accademia di Pisa ed i più poveri e meritevoli potevano essere ospitati gratuitamente in alcuni collegi. I corsi avevano la durata di cinque anni e si concludevano col dottorato di laurea: in teologia, in diritto civile e canonico, in medicina e filosofia. L'anno accademico iniziava il 1 novembre e terminava il 22 giugno e doveva comprendere non meno di 120 giorni di lezione. Unico esame che gli studenti dovevano sostenere era quello finale di laurea.

Dopo il declino dei Medici, anche con i Lorena, che succedettero al potere dopo la caduta dell'illustre dinastia fiorentina, viene perseguita ed intensificata l'opera di ristrutturazione dello Studio. Durante il periodo di dominazione francese, l'Università di Pisa divenne una succursale dell'Università parigina, anche se con un certo grado di autonomia. L'avvento della Restaurazione rimette in discussione molte delle decisioni adottate in età napoleonica, in particolare per ciò che riguarda l'organizzazione dello Studio e le dotazioni finanziarie. Anche in questo periodo però è grande lo sforzo costante di adeguamento dell'Università alle nuove necessità culturali: si elaborano nuovi regolamenti, si istituiscono corsi, si aprono istituti come quello di Agraria e la cattedra di Veterinaria. Testimonianza del peso dello Studio nel panorama culturale è la celebrazione nel 1879 del primo Congresso degli Scienziati Italiani.

?nel clima delle idee liberal-democratiche che si costituisce a Pisa il battaglione universitario che partecipa, coprendosi di gloria, a fianco delle armate piemontesi, allo scontro con le truppe austriache presso Curtatone e Montanara. Ancora una volta, il clima politico che seguì ebbe pesanti ripercussioni sullo Studio. Leopoldo II, nella sua politica neo assolutista, riunisce le Università di Pisa e quella di Siena in un unico Ateneo Etrusco. Il pesante controllo politico e la riduzione delle autonomie non riescono, tuttavia, a scalfire il livello degli insegnamenti e delle cattedre rimaste, né a sopire le rivendicazioni patriottiche.

La nascita del Regno d'Italia vede l'Università pisana tra i maggiori e più prestigiosi atenei del nuovo Stato. Riconosciuta nel 1923 come Università di rango A nella riorganizzazione universitaria Gentile, essa seppe resistere al clima ostile alla libertà della cultura e della ricerca instaurato dal regime fascista, divenendo un centro attivo di dibattito politico e, soprattutto, di organizzazione antifascista. Nell'immediato dopoguerra l'Ateneo fu rapidamente in grado di tornare all'avanguardia in molti campi del sapere. Alle ultime nate facoltà di Ingegneria e di Farmacia si affiancano quelle di Economia e Commercio, di Lingue e Letterature Straniere e di Scienze Politiche. Nel 1967 nasce, dalla fusione di due distinte istituzioni, la Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento S. Anna, che va ad aggiungersi all'altro prestigioso collegio cittadino, la Scuola Normale Superiore, tradizionalmente rivolta solo alle Facoltà di Lettere e Scienze.

 

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