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Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas a Pistoia
La
Chiesa di San Giovanni
Fuorcivitas è detta così perché costruita fuori dalle mura medioevali di
Pistoia, alle quali si affiancava nel suo lato settentrionale (quello più
conosciuto), nonostante oggi la sua posizione appaia più che centrale,
essendo ubicata a pochi metri dalla piazza del Duomo. Non appena i
Longobardi si convertirono al Cattolicesimo,
edificarono questa chiesa: ciò accadeva intorno
all’ottavo secolo. Per i
pistoiesi ha il valore di un luogo unico. |
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Nell’interno
la luce piove scarsa dai finestroni istoriati. In questa chiesa vi sono tre
ammiratissime opere di scultura eccelsa, conosciute in tutto il mondo: il
Pergamo (Pulpito), di Fra Guglielmo da Pisa; la Visitazione,
in terra cotta invetriata, di Andrea della Robbia; l'Acquasantiera
di Giovanni Pisano. La suggestiva fiancata venne adornata con marmo
bianco e verde di Prato, a strisce alternate, dal XII al XIV secolo. Ha tre
ordini di arcate a tutto sesto, digradanti dal basso all’alto, poggianti su
colonnette bizantineggianti e si attribuisce a quel Gruamons o Gruamonte,
autore del rilievo sopra la porta di Sant’Andrea.
Certo, passando per la
via Cavour la chiesa di San Giovanni rimane inosservata in ruolo e funzione
non fosse per quella sua splendida facciata laterale in stile romanico-pisano. É il lato nord ad essere stato da sempre considerato il
vero biglietto da visita della chiesa, la cui esistenza era già stata
documentata nel 1119. La chiesa venne poi ricostruita qualche secolo più
avanti, mantenendo la precedente fiancata laterale di cui sopra e il portale
con architrave, che si ammira ancora oggi scolpito nel XII secolo dal
maestro Gruamonte.
L'esterno della chiesa è caratterizzato anche dal
chiostro, in pietre e laterizio, adornato da capitelli con teste di leoni e
buoi e vari archi in mattoni. Si apprezzi in particolar modo l'interno, che
si arricchisce delle opere di importanti artisti del Rinascimento italiano:
Luca della Robbia con la sua splendida scultura 'Visitazione',
in terracotta invetriata bianca raffigurante la Vergine Maria che invita a
rialzarsi Santa Elisabetta. Venne eseguito dal per l'altare della
Confraternita di Sant' Elisabetta, verso la fine del 1445. In questa opera
la Vergine, ha un aspetto di fanciulla semplice e molto bella, e si protende
verso l'anziana Elisabetta, la madre di San Giovavanni Battista, con
affettuosa premura, mentre i loro sguardi comunicano vicendevolmente
un'intensa umanità. È un'opera di una importanza incredibile nella storia
dell'arte, in quanto si tratta della più antica opera statuaria in
terracotta invetriata. In essa lo scultore propone forme larghe e pausate,
trattate con essenzialità ma anche naturalismo, sempre mediato dalla propria
educazione classica. Lo scopo dell'artista è quello di comunicare
consapevolmente affetti domestici e consueti in modo semplice e
comprensibile a tutti.
In
mezzo alla navata della chiesa si trova un opera di Giovanni Pisano, l'ammiratissima acquasantiera in
marmo. Consiste in una vasca poligonale sorretta dal gruppo di tre figure
femminili simboleggianti le tre virtù teologali: la Fede, la Speranza, la
Carità. Quest'opera, secondo il
Vasari, "per essere stata ritenuta opera
molto bella", fu posta in mezzo alla chiesa come cosa singolare,
"affinché tutti potessero vederla". L'acquasantiera fu molto probabilmente
eseguita sotto la direzione di Nicola Pisano, padre di Giovanni, che
disegnò il progetto, mentre le tre Virtù teologali del sostegno sono
assegnate a un collaboratore più classicheggiante. L’opera sarebbe stata scolpita da Giovanni Pisano
mentre attendeva alla maggior fatica del pergamo della Chiesa di Sant’Andrea
sempre a Pistoia.
Infine Fra Gugliemo da Pisa
(con una possibile collaborazione di Arnolfo da Cambio) con il 'Pergamo'.
Quest'ultimo capolavoro è un pulpito in marmo bianco, di forma rettangolare
è addossato al muro e con tre facce scolpite. Quella rivolta al presbiterio
ha due quadri raffiguranti "l’Annunciazione e la Visitazione", il
primo, "Il Presepio e l'Adorazione dei Magi", il secondo. Nella
faccia anteriore ha quattro riquadri che esprimono: "La lavanda dei
piedi", "La Crocifissione", "La Deposizione", "La
Discesa al Limbo". Nella faccia ad ovest, infine, "L'Ascensione",
"La discesa dello Spirito Santo", "Il Transito della Vergine".
Le figure sono scavate profondamente e pare che, trascinate dalla violenza
dei sentimenti, si stacchino dal fondo, quasi in una vibrazione di vita
reale. C’è in queste figure qualcosa di nuovo che si è destato e sconvolge
le rigide forme della scultura romanico-bizantina precedente: è già lo
spirito del Rinascimento che rappresenta, nei gesti e nell’espressione delle
figure, un nuovo modo di rendere omaggio all’opera della creazione,
esaltando la bellezza del corpo umano in contrasto con la concezione di
rigido ascetismo propria della civiltà medievale.
Sulla
parete a sinistra dell'altare maggiore si conserva il polittico realizzato
entro il 1353 da Taddeo
Gaddi, raffigurante, al centro la Madonna con Bambino in trono
circondata da angeli; ai lati, San Giacomo Maggiore, San Giovanni
Evangelista, San Pietro, San Giovanni Battista; nella cimasa, l'Annunciazione,
al di sopra della quale si trova la figura del Padre Eterno, inserito
in una cornice polilobata; nelle cuspidi, otto figure a mezzo busto di
santi, inseriti in archetti sostenuti da colonnine tortili. Taddeo Gaddi,
fedele allievo e collaboratore di
Giotto, riprende i
modi del maestro nel realizzare le solide figure, delle quali accentuò
tuttavia la forma allungata.
Alcune altre opere della chiesa, tra cui quelle attribuite ad un anonimo
italiano indicato come Maestro del 1310, di cui non si conosce il
nome ma che fu attivo a Pistoia durante il Trecento ed il Quattrocento.
Devo
dire che non è facile trovare la Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas aperta.
L'ultima volta che l'abbiamo trovata aperta c'era una cara dolce signora in
là con gli anni, grazie alla quale abbiamo potuto fare qualche foto, ma è
veramente un peccato. L'Italia è piena di tesori, ma pochi luoghi hanno un
numero di capolavori così importanti (anche per la storia dell'Arte), che
possiede questa bellissima chiesa. Dicono che resti chiusa per mancanza di
fondi. Ci permettiamo di suggerire di fare pagare l'ingresso, anche un solo
euro. Nessuno, che voglia veramente ammirare questi capolavori farà problemi
per un euro, e magari apprezzerà ancora di più ciò che vede. Nella nostra
ultima visita (fine aprile 2017) abbiamo visto che la Visitazione di
Luca della Robbia è stata prestata a una importante mostra di Washington,
ottima scelta, speriamo che abbiamo pagato quanto il capolavoro merita, per
far si che i tanti turisti che, a ragione, oggi visitano Pistoia, abbiamo
sempre la possibilità di ammirarne pienamente tutte le bellezze.
Chiesa di San
Giovanni Fuorcivitas
Via Francesco Crispi, 2 Pistoia
Tel: +39 0573 24784
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