Lavoro alla pari estero - Au pair

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Lavoro alla pari estero - Au pair: Esame dettagliato delle modalità, vincoli, aspetti contrattuali e testimonianze di chi ha scelto l'esperienza di soggiorno all'estero come assistente familiare per conoscere altre culture.

 

Un altro modo per vivere un periodo all’estero è il lavoro alla pari. È un veicolo attraverso il quale si può imparare una lingua straniera entrando direttamente in contatto con la cultura ma soprattutto con la quotidianità di un altro paese. Molto spesso le vacanze studio hanno costi molto elevati che non tutti possono permettersi di affrontare per cui il lavoro alla pari è il modo più semplice di imparare una lingua spendendo pochissimo.

Lavoro au pair a LondraCon il lavoro alla pari ci s’inserisce all’interno di un contesto familiare diverso dal proprio, si devono accettare delle regole diverse e si deve cercare di adottare un comportamento flessibile  e rispettoso. Naturalmente, di solito, le famiglie che decidono di ospitare dei ragazzi alla pari hanno delle vedute molto ampie, sono certamente persone dinamiche e aperte all’internazionalità e alle altre culture, ciò nonostante dovrete sempre ricordare di non essere a casa vostra e quindi il rispetto è la prima regola per una buona convivenza.

La prima tappa, dopo aver deciso il paese di destinazione, è mettersi in contatto una famiglia residente nel paese in cui si vuole andare. Una volta arrivati a destinazione la famiglia garantisce vitto, alloggio e una paga settimanale in cambio della cura dei bambini e di alcuni lavori domestici. Il lavoro si chiama alla pari (au pair) poiché ci s’inserisce all’interno del nucleo familiare con gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri elementi alla pari, appunto.


Come si trova una famiglia disposta ad accoglierci:
1 passaparola, mettetevi in contatto con chi ha già vissuto questa esperienza e fatevi consigliare;

2 - cercate tra gli annunci che si trovano nei periodici italiani o stranieri più o meno specializzati e anche e soprattutto su internet, ci sono siti specializzati che mettono in contatto au pair e famiglie, la registrazione è gratuita nella maggior parte dei casi;
3 - servirsi di un’agenzia che funga da intermediario. Questo se avete urgenza di partire e volete avere un referente in carne e ossa sul luogo dove andate, un referente con cui potere colloquiare e a cui rivolgersi in caso di problemi da risolvere.

In particolare per il lavoro alla pari a Londra, per informazioni contattate in Italia il numero 0573 17 16 085 www.londonschools.info

 

Se la destinazione che hai in mente è Dublino, leggi lavoro alla pari a Dublino.


Lavoro au pair a LondraTutte e 3 le soluzioni presentano dei pro e dei contro soprattutto perché quando si parte da soli, bisogna mettere in conto possibili imprevisti e anche perché quando si tratta di un lavoro alla pari non c’è un contratto che stabilisce diritti o doveri a volte quindi forse è meglio affidarsi a un’agenzia così che nel caso dovessero esserci problemi con la famiglia potete cercare di cambiarla oppure usare l’agenzia come tramite per risolvere i problemi, naturalmente i contro riguardano il fatto che l’agenzia ma sarete supportati e non dovrete fare tutto da sole/i.


Di solito le organizzazioni che fanno da intermediario per il lavoro alla pari chiedono commissioni che si aggirano attorno ai 200 euro che comprendono una garanzia riguardante la serietà della famiglia, che tuttavia non è assoluta, e anche facilitazioni di diverso tipo, inoltre, tramite l’agenzia è possibile anche conoscere altri ragazzi che decidono di partire come “alla pari" come voi. Le strutture che Italia si occupano di fare da intermediario sono molteplici e vanno dalle associazioni culturali ai tour operator. Grazie al web potrete contattare agenzie anche sul luogo, sono di solito più economiche.

 

Requisito fondamentale che bisogna avere, oltre ad una conoscenza almeno scolastica della lingua è quello di saperci fare con i bambini, sapersi relazionare con loro, dato che è con loro che si dovrà passare la maggior parte del tempo in famiglia. Le ragazze italiane sono molto richieste. L'età per essere au pair è solitamente dai 18 ai 40 anni, sono preferite ragazze/i che non fumano vista la presenza di bambini, spesso piccoli. Il periodo di soggiorno minimo richiesto è di 3 mesi in estate, in generale 6 mesi/1 anno. La dote essenziale è, comunque, l’adattabilità e la flessibilità. Come sempre la dote più grande che bisogna avere è quella di essere aperti ad una nuova cultura e ai modi di fare diversi degli altri paesi.
 

Non sono richiesti attestati speciali, sono gradite/richieste referenze scritte su precedenti esperienze. Avere la patente può essere importante per certe famiglie ma non è indispensabile. Settimanalmente viene corrisposta una paghetta, che varia da paese a paese, in genere 100/150 euro. Le ore di lavoro richieste variano da 25 a 35, ed avete diritto a un giorno libero. Può essere richiesto di fare babysitting una o due volte alla settimana. Oltre ad accudire i bambini si fanno faccende leggere in casa (soprattutto relative ai bambini, cucinare, mettere a posto la cucina, tenere in ordine la camera dei piccoli, provvedere ai loro vestiti ecc.) ma molto dipende dalla famiglia e dagli accordi che con questa prenderete. Sarebbe utili per entrambi, famiglia e au pair, redigere una specie di piano settimanale delle cose che la au pair dovrà fare, in modo da sapere cosa ci sarà richiesto di fare. Niente di dettagliato ma un piano semplice, che comunque sarà utile per chiarirsi le idee. Nello specifico chiedete, quali attività svolgono i bambini, cosa gli piace fare e anche quali  faccende domestiche dovrete fare, quale sarà la paghetta, quale sarà il vostro giorno libero. Prima di accettare un'offerta parlate con i genitori via skype almeno una volta, per cercare di "sentire" che effetto vi fa. Ovviamente ci sarà imbarazzo, mettetelo in conto, ma avrete una prima idea della famiglia. Fate due parole anche con i bambini, passerete molto tempo con loro. Valutate più di una famiglia se possibile e poi buttatevi, seguite anche le vostre sensazioni e se una volta partite/i incontrate problemi, è normale, parlatene e vedrete che si risolvono facilmente. Le famiglie straniere sono spesso aperte e ben disposte a venirvi incontro (pensate che vi affidano i loro figli e non vi conoscono affatto!).

Partite, provate, sbagliate e riprovate, questa è la vita! Avete tutto il diritto di provare e sbagliare, non vi arrendete e tutto si sistemerà per il meglio!

 

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