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Pippi
Calzelunghe è l'irriverente protagonista di una famosa serie
di libri per bambini scritti dalla svedese Astrid Lindgren.
Con la sua forza e simpatia è un'eroina senza tempo.
Nel 1971 Astrid Lindgren,
l'autrice di Pippi Calzelunghe, fu candidata al
premio Nobel per la letteratura. Il personaggio di quella
ragazzina fuori da ogni schema gli era venuto, come è spesso
capitato ad altri miti dell'infanzia, raccontando storie
della buona notte alla figlia. I giornali la davano favorita
per il Nobel e molti, tra gli intellettuali più tradizionali,
storsero il naso di fronte a questa possibilità. La
letteratura per bambini era ritenuta meno meritevole di
altre. Eppure, alcuni libri per ragazzi hanno cambiato
l'immaginario, i modi di fare e la realtà stessa, molto di
più di libri definiti capolavori per pochi intimi di sparute
elite di intellettuali.
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Quell'anno
alla fine vinse il Nobel Pablo Neruda, e nessuno, come è giusto, osò
contestare la scelta del grande poeta cileno. Ma
i
personaggi di Astrid Lindgren, Nobel o non Nobel, soprattutto
Pippi Calzelunghe, continuano ancora oggi ad aprire un orizzonte di
fantasia alla vita di molti bambini in giro per il mondo. La portata
rivoluzionaria di quel personaggio è stata grande,
alcuni
l'anno definita pre-sessantottina, ed in effetti Pippi
potrebbe essere in tutto e per tutto una "figlia dei
fiori". Il connubio
letteratura-televisione del fenomeno Pippi è forse tutt'ora insuperato.
Anche per personaggi come Harry Potter sarà difficile
eguagliare un successo così duraturo. Fu infatti grazie alla
protagonista delle serie tv a partire dal 1969, Inger
Nilsson, che il successo di Pippi e della sua filosofia
di vita (non solo per i più piccoli) ebbe una risonanza
mondiale che ha varcato barriere politiche,
religiose e di costume in modo impensabile prima. Fu una
delle pochissime serie europee ad avere successo negli Stati
Uniti.
"
Forse non lo sai, ma io
qualche volta divento magica: quello che tu vuoi dillo a me
che, forse, te lo darò! Pippi, Pippi, Pippi... che nome, fa'
un po' ridere.."
"
Pippilotta Viktualia
Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe"
(Oppure Pippilotta Pesanella Tapparella Succiamenta nella
prima edizione italiana, nell'edizione di Vallecchi del
1958), leggetelo tutto d'un fiato e fatevi venire in mente i
ricordi più frizzanti della vostra infanzia! Chi tra i tanti
personaggi di fantasia vi ha lasciato una sferzata di
energia ed entusiasmo e quel senso di sana bizzarria come
solo Pippi Calzelunghe ha saputo fare? Eppure,
quando nel 1958 la Lindgren ricevette il premio Andersen,
che è il premio più importante per la letteratura per
ragazzi, non vinse con Pippi, ma per "Rasmus e il
vagabondo", un giallo per ragazzi che riscosse
l'encomio di tutta la critica internazionale. La Vallecchi
che stampò il romanzo di Pippi in Italia, ottenendone subito
un gransissimo successo, lo aveva tenuto nel cassetto dal
1954 al 1958 e lo pubblicò solo dopo la vittoria del premio
Andersen da parte dell'autrice.
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Pippi è stata l'amichetta più
sognata, irresistibile ragazzina, incontenibile, irriverente
e deliziosa; capace di difendersi da sola
da ladri e da bulli, sognatrice e creativa, a cui
bastava inventare una parola per dare vita ad un nuovo
oggetto. Chi non avrebbe voluto (magari anche solo
segretamente) averla vicina nei pomeriggi di primavera a
giocare nel rione dietro casa?
E già, unica come Pippi non se
n'erano ancora viste e chissà se mai se ne vedranno ancora:
una bambina generosa, altruista, impertinente quanto basta e
soprattutto magica e tanto coraggiosa. Un personaggio stravagante che viveva in una casa
altrettante stravagante (Villa Villacolle), in compagnia di
un cavallo (Zietto) e di una scimmietta (Signor Nilsson).
Fin qui tutto quasi normale, non fosse che Pippi il cavallo
bianco a pois neri Pippi riusciva a sollevarlo in aria con una
sola mano! Poi c'erano i due amici di sempre, i fratelli
Tommy e Annika e il Capitano Calzelunghe, il
padre di Pippi e tanti altri personaggi un po'
strambi, come i ladri, i pirati, le maestre zitelle...
Nel
1970 la versione italiana di Pippi Calzelunghe venne
trasmessa per la prima volta dalla RAI 1 ed era composta
da 21 episodi; da allora la bambina con i
capelli rossi, le trecce e le lentiggini, ha fatto
compagnia a tantissimi bambini italiani. Certo, riguardando
i vecchi episodi della serie si nota subito che ad
intraprendenza Pippi ne ha davvero tanta da vendere,
anzi da regalare. Il personaggio di Pippi si presentava al mondo in un
periodo particolare, quello del femminismo e della rivolta
giovanile, diventando uno
dei simboli
stessi del
cambiamento sociale in atto, ponendo l'attenzione
sull'importanza della libertà.
Ad ascoltare le parole di Inger
Nilssen, oggi 53enne, si percepisce una grande nostalgia per
quel periodo straordinario di successi e viene voglia di saperne di più, non tanto di come la
signora Nilssen arrivò ad interpretare Pippi (da un provino
nella sconosciuta cittadina svedese di Kisa, nel sud
del Paese), ma proprio su come è nata la storia di questa ragazzina
ribelle. Pippi Calzelunghe nasce in
Svezia, negli anni '40 dello scorso secolo, dalla
penna di Astrid Lindgren, che di professione faceva
la segretaria stenografa e la correttrice di bozze (prima di
diventare scrittrice). I suoi erano tempi difficili, la
grande guerra era nel pieno delle battaglie e la società
intera in crisi d'identità e di modelli. La stessa Lindgren
all'età di 18 anni, ragazza madre,
incinta del primo figlio Lars, fu costretta a cambiare vita ed allontanarsi dal suo paese
di origine (Vimmerby) e trasferirsi a
Stoccolma. La vita della giovane Astrid non fu
facile, ma piena di determinazione e coraggio.
Nel 1941, mentre tutto il resto
dell'Europa era in guerra, la peggiore di sempre, la
seconda figlia Karin, di sette anni, nata dal
matrimonio di Astrid con Sture Lindgren, il suo
capoufficio, ebbe una polmonite e ogni sera la madre
si sedeva vicino al suo letto e le raccontava delle storie e
le narrava delle fiabe. Una sera la mamma chiese alla
piccola di inventarsi un nome e sul momento arrivò il lungo
e impronunciabile Pippilotta Viktualia
Rullgardina Krusmynta Efraimsdotter Långstrump (che per
l'appunto in italiano è diventato Pippilotta Viktualia
Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe). Nome
bizzarro, personaggio bizzarro, non poteva essere
altrimenti. Nell'inventarsi il personaggio di Pippilotta la futura
scrittrice fu moderna e rivoluzionaria, tanto che l'impatto
sulla società civile del tempo e dei decenni successivi, non
fu di certo da poco. Restia com'è alle regole, alle
falsità di inutili perbenismi, alle imposizioni da parte
degli adulti o alla buona educazione, Pippi è sempre stata
simbolo di intraprendenza e soprattutto modello femminile
alternativo.
Come non ricordare la conversazione tra le due amichette
bambine, Pippi e Annika, in proposito dell'andare a dormire:
Torna su
"Ma allora chi ti dice quando
devi andare a letto, di sera, e cose simili?" – chiese Annika.
"Me lo dico da sola" – spiegò Pippi – "dapprima con le buone, e se non obbedisco, in tono
che non ammette repliche, e se continuo a non voler
obbedire, allora finisce a sculacciate."
Pippi divenne da subito l'eroina
della piccola Karin ma fu qualche anno dopo che la signora
Lindgren iniziò a scrivere le storie che raccontava alla
figlia e che oggi conosciamo. L'occasione fu una banale
slogatura ad una caviglia, che la costrinse a prendersi un
po' di tempo libero. Un primo libro scritto a mano e
illustrato dalla stessa Lindgren venne regalato alla figlia
nel giorno del suo decimo compleanno; poco tempo dopo, nel
1945, venne pubblicato il primo edito da Rabén & Sjögre,
una casa editrice in attività solo da pochi anni (oggi una
delle maggiori case editrici di letteratura per ragazzi, gli
stessi editori di Jostein Gaarder, autore del best seller 'Il
mondo di Sofia'). É curioso notare come in precedenza
un'altra casa editrice, la Bonniers, avesse rigettato
la pubblicazione degli scritti della Lindgren... occasione
persa visto che il libro fu poi tradotto
in ben 60 lingue diverse, contribuendo così a formare il
carattere di numerosi bambini del mondo moderno.
In memoria della scrittrice il
governo svedese ha istituito il Premio letterario Astrid
Lindgren, il maggiore nel mondo nella letteratura
giovanile, con un premio in denaro di oltre mezzo milione
di euro per il vincitore (qualcuno di voi starà pensando
"Caspita, qualche idea di una storia ce l'avrei!!"). Dal 2005 la collezione originale dei
manoscritti della Lindgren fa parte della lista del
Patrimonio UNESCO ed è custodita nella
Biblioteca Reale di Stoccolma.
Oggi i bambini e gli adulti amanti
di Pippi Calzelunghe possono fare esperienza diretta di
questo fantastico personaggio attraverso il 'Mondo di Astrid Lindgren', una
parco tematico situato a Vmmerby,
in Svezia, città natale della scrittrice. 140
mila metri quadrati di boschetti, collinette, ruscelli,
cosparsi dai tanti personaggi che interpretano il mondo di
Pippi, secondo gli episodi trascritti nei tredici libri della
Lindgren. Al giorno d'oggi vengono effettuate circa 60
rappresentazioni nel parco. La casa originale della
serie tv si trova a Visby (nella foto) nell'isola di
Gotland, in Svezia, ed è meta di molti turisti.
Astrid Lindgren è morta
nel 2002 all'età di 94 anni. Rimasta sempre un personaggio
sui generis, nel 1997 quando fu nominata personaggio svedese
dell'anno disse: "Non capisco come possiate nominarmi
personaggio dell'anno, io che sono cieca, sorda e mezza
pazza. Faremo meglio a non dirlo troppo in giro, se no
penseranno che tutti in Svezia siano come me. " Pippi
per sempre. La Lindgren finchè potè rispose personalmente a
tutte le migliaia di lettere dei bambini che gli scrissero
da tutto il mondo, e rispose nella lingua in cui le
scrivevano, facendosi aiutare da amici per rispondere nelle
lingue che non conosceva.
Il maestro del cinema di
animazione Hayao Miyazaki, il padre artistico tra gli
altri di Conan ragazzo del futuro, e altri
capolavori, intendeva
realizzare una serie animata su Pippi, ma la Lindgren si
rifiutò di concedergli i diritti, peccato.
Infine un'ultima curiosità,
davvero tale. Pippi ha avuto un'antenata negli anni '30 del
secolo scorso: la danese "Bibi, una bimba del nord"
di Karin Michealis, orfana di madre con un padre
talmente permissivo da lasciarla girovagare per il mondo
munita solo di uno spazzolino da denti e di una matita, per
disegnare tutto ciò che incontrava. In Italia la pubblicò
l'editore fiorentino Vallardi: un romanzo fiume di sei
volumi che ottenne un grande successo di pubblico e scarso
di critica (ma forse era troppo avanti coi tempi per quel
periodo).
Ultimando questo articolo ho
scoperto che Astrid Ericsson in Lindgren, aveva altri
due nomi oltre ad Astrid: Anna ed Emilia. Quest'ultimo è il
nome di mia figlia. Ora vado a dirglielo. Sarà contenta.
M.Serra per
Informagiovani-Italia.com
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