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Il modello educativo finlandese prevede l'apprendimento per
temi interdisciplinari anziché per materie distinte. Punta a
ridurre stress e competizione puntando su creatività e
collaborazione.
Immaginate
una scuola senza materie, dove gli studenti decidono
gli argomenti da approfondire… Impossibile? Non
efficace? Niente affatto, parola di finlandese!
La Finlandia, al top in Europa per quanto riguarda
l’istruzione scolastica, dopo aver abolito i compiti
a casa, va oltre, abolendo le materie. Dall’estate
2016 è diventato obbligatorio per tutte le scuole
finlandesi insegnare in modo più collaborativo,
permettendo agli studenti di scegliere un argomento
d’interesse specifico.
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Del resto la Finlandia può permetterselo visti i successi
delle sue sperimentazioni in campo scolastico e i risultati
raggiunti nell’apprendimento dai suoi studenti. I
quindicenni finlandesi difatti primeggiano nei test
internazionali sull'apprendimento (PISA) in lettura,
matematica e scienze.
Benessere emotivo
e apprendimento
Ora parte l’ennesima sfida della Finlandia, con la
realizzazione di progetti scolastici dove non vi è più la
suddivisione del tempo in materie. Se cambia la società,
perché la didattica non dovrebbe rinnovarsi? E a prescindere
da questo, è di sicuro produttivo, associare il benessere
emotivo all’apprendimento. Poter scegliere, spaziare tra
le conoscenze, collaborare, imparare dalla realtà,
L’abolizione dei compiti, delle materie e la trattazione
degli argomenti in modo interdisciplinare sembrano davvero
rispondere alle esigenze di studenti e insegnanti. Vediamo
un caso concreto.
Un caso concreto
La
Comprehensive School di Hauho (piccola città immersa nella
natura), frequentata da 230 studenti, di un’età compresa tra
i 7 e 15 anni, è stata la protagonista di un documentario
girato dalla BBC. Gli studenti entrano a scuola, lasciano le
proprie scarpe all’ingresso, alcuni si siedono su palle di
gomma giganti invece che su brutte sedie di formica, subito vengono coinvolti in
un’esperienza teorico pratica stimolante. Nel documentario
la BBC ha analizzato, all’interno di questa scuola, una
lezione sull’eruzione del Vesuvio e la relativa distruzione
della città di Pompei. Pur essendo un argomento di storia,
l’insegnante dalla lezione sul Vesuvio, è riuscita ad
improntarne un’altra, che partendo dalla città di Pompei,
arrivava alla costruzione delle città in epoca Romana, con
un confronto tra l’antica Roma e la Finlandia odierna (dove
le Spa venivano comparate con le antiche terme romane e il
Colosseo agli impianti sportivi). Al termine della lezione è
stato realizzato un modellino in scala di un edificio
romano, grazie all’utilizzo di una stampante 3D, modellino
che diventerà parte di un gioco da tavolo che sta
sviluppando la classe. È facile comprendere come da una
nozione storica, si possa arrivare all’educazione civica,
alla ricerca e alla tecnologia, spingendo gli studenti ad
entrare in un universo, che presuppone un modo di pensare
diversificato e stratificato, basato
sull’interdisciplinarietà.
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Phenomenon-Based
Learning
Il nuovo metodo finlandese viene chiamato Phenomenon-Based
Learning (PBL) ovvero studio “basato sui fenomeni? e secondo
l’opinione della professoressa di Psicologia K. Lonka,
dell’Università di Helsinki, prepara meglio i ragazzi ad
affrontare la nuova società e i suoi rapidi mutamenti.
“Tradizionalmente, l’apprendimento è stato definito come un
elenco di argomenti e fatti d’acquisire, come l’aritmetica e
la grammatica. Ma quando si tratta di vita reale, il nostro
cervello non è tagliato per i problemi del mondo: crisi
globali, migrazioni, economia. Abbiamo davvero dato ai
nostri figli gli strumenti per affrontare questo mondo
interculturale?? afferma la professoressa Lonka. “Penso che
imparare a pensare, imparare a capire, siano competenze
importanti, che rendono l’apprendimento un divertimento,
promuovendo così il benessere?. Oltre alle lezioni
canoniche, in queste scuole si possono usare i tablet ed i
cellulari, consentiti in classe, a patto che servano per
approfondire il tema trattato.
Il sistema scolastico in Finlandia è in cammino da diversi
anni oramai, a partire dal 2013 ha puntato su tre elementi
fondamentali: la formazione degli insegnanti, il
coinvolgimento della comunità e la gradualità dei
cambiamenti. Gli insegnanti finlandesi sono molto preparati
e seguono passo per passo le innovazioni apportate, superano
una selezione dura e il loro stipendio è rapportato a quanto
lavorano. Per affrontare simili cambiamenti è necessario
avere i genitori dalla propria parte, così come le autorità
territoriali ed infine non si può avere tutto e subito, ma
bisogna procedere poco alla volta, affinché il cambiamento
sia reale, condiviso e accettato.
Critiche
Logicamente non mancano le critiche e le opinioni di chi non
è d’accordo con il nuovo sistema, che premierebbe gli alunni
più dotati e lascerebbe indietro chi ha bisogno di più
spiegazioni per comprendere un determinato argomento, chi è
meno versatile. Ovviamente il nuovo sistema non va bene per
tutti ed è troppo giovane per essere “valutato?. Ci sono
bambini che impiegano più tempo a comprendere un argomento,
per loro passare da una lezione ad un’altra potrebbe essere
molto più complicato di quanto si pensi, perché è necessario
acquisire e rielaborare le nozioni ricevute. La cosa
migliore, in questo caso, è cercare sempre di aiutare chi
sta dietro, perché gli alunni più dotati riescono ad andare
avanti anche da soli.
E in Italia?
In Italia una scuola senza compiti e senza materie può
sembrare lontana, ma non lontanissima, perché numerose sono
le scuole del Belpaese, che a partire dal 2017 hanno
adottato una sperimentazione che prevede un metodo
interdisciplinare e consente agli studenti di non avere più
compiti da svolgere a casa. Ne avevamo già parlato
qui
Abolire i compiti a casa?
ma adesso le cose si fanno interessanti: 166
scuole italiane non assegneranno compiti a casa nel 2017...
leggi quali sono e come funzionano le
Scuole senza compiti.
Lo scopo della scuola è quello di trasformare gli specchi
in finestre. (Sydney J. Harris)
“Per insegnare bisogna emozionare. Molti però pensano
ancora che se ti diverti non impari. (M. Montessori)
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