Vita di Vaclav Havel - Biografia e opere
Scrittore,
statista, dissidente, ultimo presidente della
Cecoslovacchia e primo presidente della
Repubblica Ceca post socialista: Vaclav Havel
è stato questo e molto altro. Scrittore di
importanti saggi, ha legato la sua storia a quella
del suo paese, contribuendo attivamente alla fine
del regime comunista. Secondo gli storici, quella di
Havel viene definita come una politica insita di
anti-comunismo, umanitarismo, ambientalismo,
attivismo civile e nel complesso, è considerato uno
degli intellettuali più importanti del XX secolo. |
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Vaclav
Havel nasce il 5 ottobre 1936 nell'alta borghesia di
Praga. Suo nonno era
un architetto e suo padre un importante investitore immobiliare. Nipote da
parte di madre di un ambasciatore e un ben noto giornalista locale, in
famiglia ha da sempre respirato un'intensa atmosfera culturale e
letteraria, tanto che egli stesso ebbe a dire di aver iniziato a scrivere
sin da piccolo. Dal 1948, con gli stalinisti al potere e la
nazionalizzazione delle attività private, lo status di agiatezza cambiò
improvvisamente: i genitori dovettero cambiare lavoro (il padre divenne un
impiegato, la madre una guida turistica), mentre a scuola, considerato il
passato trascorso sociale, gli venne negato l'accesso al proseguimento
dell'istruzione oltre le elementari. Per autofinanziarsi le scuole
superiori, all'età di 16 anni dovete lavorare come tecnico di laboratorio,
optando per un corso scolastico serale di tutt'altri mestieri, e trovando
comunque il tempo di seguire di nascosto alcuni circoli letterari (quello
chiamato "Classe ’36", era un circolo di giovanissimi, per lo più
minorenni, avversi alla 'pace dei cimiteri' del regime sovietico,
come egli stessi raccontava).
Poco più che ventenne, dopo aver aver completato gli studi
superiori in tecnologia e dopo essersi prestato al servizio militare,
divenne co-fondatore di una compagnia teatrale; allo stesso tempo riuscì ad
occuparsi in alcuni lavoretti dietro le scene di importanti teatri della
capitale, tra cui il Teatro della Balaustra (Divadlo Na zábradlí).
Per il suo pensiero politico gli venne rifiutato l'accesso i programmi di
studio universitaro d'indirizzo umanistico, ma poté studiare per
corrispondenza presso la (DAMU) Facoltà di Teatro dell'Accademia delle
arti dello spettacolo di Praga.
Il 1963 è la data di prima pubblicazione di uno dei suoi
lavori, lo Zahradní slavnost (conosciuto in italiano come
Festa in giardino), che lo porterà anche ad una certa notorietà
internazionale. Sposò nel 1964 Olga Havlová. Seguiranno altri
importanti lavori, che contribuirono a stabilire la sua reputazione
all'estero, in particolare negli Stati Uniti, soprattutto dopo che
nel 1968 le sue opere vennero bandite all'interno della Cecoslovacchia
(nello stesso periodo gli fu anche vietato di lasciare il Paese). Erano
questi i giorni dell'Invasione della Cecoslovacchia da parte di
alcune nazioni del Patto di Varsavia, riunitesi al fine di sopprimere
il periodo di liberalizzazione politica che andava avanti da diversi mesi in
Cecoslovacchia, conosciuto come Primavera di Praga, periodo che
coincise con la salita al potere di Alexander Dub?ek, con il quale
veniva proposto un tipo di socialismo più liberale e 'umano'. In quei giorni
(20 e 21 agosto) la cronaca degli avvenimenti veniva raccontata dallo stesso
Havel, che trasmetteva in diretta da una stazione radio libera della
città di Liberec. La soppressione da parte dei militari ebbe il
risultato di rafforzare l'autorità dell'ala autoritaria del Partito
Comunista Cecoslovacco (KSČ), con la conseguenza che anche le opere di
Havel furono bandite dai teatri nazionali (in quanto risultato di
un'espressione politica chiaramente anticomunista).
Subito dopo gli avvenimenti del '68, Havel svolse un periodo
lavorativo presso una birreria di Trutnov, durante il quale ebbe modo
di scrivere due delle sue opere più conosciute: le Opere Vaněk (così
chiamate per via del personaggio ricorrente Ferdinand Vaněk), che
hanno contribuito notevolmente a rafforzare la sua reputazione di dissidente
politico, tra intellettuali e non. L'attività anti-regime dello scrittore
venne confermata da diverse iniziative, tra cui la creazione della Carta
77 (1977) e del Comitato per la difesa degli ingiustamente perseguiti
(1979) e per questo passò diversi periodi in carcere (il più lungo dei quali
tra il 1979 e il 1983), restando comunque constantemente sotto osservazione
da parte del regime anche dopo la sua scarcerazione. Non furono pochi gli
scrittori ad appoggiare la sua causa (tra questi Samuel Beckett, che
gli dedicò l'opera teatrale Catastrofe, del 1982). In carcere Havel
scrisse diverse lettere alla moglie, che verranno pubblicate poi nel libro
Lettere a Olga.
Pochi anni dopo, durante il periodo della Rivoluzione di
Velluto e la transizione al potere nell'allora Cecoslovacchia, Havel
fondò il Forum Civico (OF Ob?anské fórum): un movimento
politico con lo scopo di unire le forze dissidenti cecoslovacche contro il
regime comunista. Allo stesso tempo, prendeva piede un corrispondente
movimento nella sezione slovacca, lo Verejnosť proti násiliu (VPN).
Il 17 novembre 1989 (nella Giornata internazionale degli studenti),
la polizia antisommossa iniziò a sopprimere una manifestazione studentesca,
con il risultato di accendere ancor più gli animi del popolo. Il regime
comunista lasciò il potere in Cecoslovacchia il 24 novembre 1989. Da qui
a breve, il processo di una nuova Europa e di un nuovo mondo, già
incominciato con la caduta del
Muro di Berlino il 9
novembre 1989 (e la cui completa demolizione proseguì nell'estate del 1990 e
fino al 1992); vennero inoltre rimosse le barriere di confine con
Germania Ovest ed Austria.
Havel fu eletto alla presidenza della nazione nel dicembre
del 1989 e rieletto l'anno successivo con le prime elezioni democratiche
dal 1946; venne rieletto anche dopo l'indipendenza slovacca del 1993. Nel
gennaio 1996 la moglie Olga muore di cancro all'età di 62 anni. Nello stesso
anno, dopo diversi mesi, verrà diagnosticato anche a lui un cancro, ai
polmoni. Nel 1997 sposò in seconde nozze l'allora 44enne attrice Dagmar
Veškrnová.
Vaclav Havel muore nel 2011, all'età di 75 anni, dopo aver
terminato il suo ultimo mandato da presidente nel 2003, continuato a
scrivere diverse altre opere teatrali, aver partecipato a numerose
conferenze in tutto il mondo, ricevuto innumerevoli onorificenze (tra cui l'Ordine
al Merito della Repubblica Italiana, nel 2002) ed essere stato
insignito di incarichi importanti in ambienti culturali e in quelli legati
alla protezione dei diritti umani. Il memoriale della sua esperienza di
Presidente è scritto nel 'Al Castello e Ritorno', pubblicato nel
maggio 2007. Le sue ceneri sono custodite nella tomba di famiglia presso il
cimitero di Vinohrady a Praga.
Il ruolo di Havel storicamente fu determinante nello
smantellamento del patto di Varsavia e nell'espansione dell'adesione
alla NATO in Europa dell'Est. Il suo operato non fu esente da critiche e
sicuramente poté godere di una maggiore popolarità all'estero piuttosto che
all'interno della sua nazione.
Tra le numerose frasi di Vaclav Havel, una in
particolare ci colpisce: "La speranza non è sicuramente la stessa cosa
dell'ottimismo. La speranza non è la convinzione che qualcosa possa riuscire
bene, ma la certezza che qualcosa abbia senso, indipendentemente dalla sua
riuscita".
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